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Marta incalza la EuroVos - La Bastianelli si tinge d'argento

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Avere vent'anni significa essere una grande promessa, o un'affermata campionessa. A volte può dipendere da pochi centimetri. Avere vent'anni significa avere ancora almeno la metà di quegli anni da passare nello sport, magari mietendo successi a destra e a manca, oppure aiutando le proprie compagne a raggiungere quegli stessi successi, oppure a provarci sempre, a raggiungere i grandi obiettivi, e non riuscirci mai. Oppure un po' di ognuna di queste cose, anche perché le gambe non sempre girano ed a volte ci si trova costretti a fare di necessità virtù.
Marta Bastianelli e Marianne Vos, italiana una ed olandese l'altra, si portano circa quindici giorni di differenza: il 30 aprile la data di nascita della laziale, il 13 maggio quella della tulipana. Praticamente gemelle.
Il confronto è ìmpari, purtroppo, e non ce ne voglia la forte atleta di Lariano, ma non possiamo di certo paragonare le carriere, ad oggi, di chi ha già nel carniere qualcosa come un Campionato del Mondo su strada, uno nel ciclocross ed un altro paio di dozzine di vittorie sparse in tutto il Mondo, con il palmarès dell'italiana. Sarebbe ingiusto nei confronti di Marta, perché il paragone sarebbe quasi destabilizzante.
Ancora di più oggi, se aggiungiamo alla bacheca di Marianne la vittoria del Campionato Europeo Under 23 in linea, conquistato proprio su Marta Bastianelli, ottenuta oggi a Sofia, in Bulgaria, sbarazzandosi con irrisoria facilità di quasi tutte le proprie avversarie. E l'ultima, la più forte, la più tenace, la più caparbia, la più sveglia, la più pronta, ha ceduto solo in volata. Non prima.
E quindi, siccome la caratura degli alteti non si acquisisce soltanto con gli ordini d'arrivo, e soprattutto si deve valutare ciò che si ha tra le mani, ecco che se l'olandese Vos è considerata da tutti come il miglior talento degli ultimi anni esploso nel ciclismo femminile, e qualcuno addirittura sostiene che attualmente Marianne sia l'unico fenomeno ognisesso del ciclismo professionistico (includendo quindi nel computo anche i signori maschietti), è altrettanto giusto sottolineare gli assoluti meriti di Marta Bastianelli, atleta caparbia e coriacea, veloce ma che non ha paura di prendere vento in faccia e di attaccare, la quale, ahilei (forse), sulla propria strada s'è trovata questa sorta di "Merckx in gonnella" che fagocita quasi ogni gara che corre.
Già, "forse". Quel forse dipende da un sacco di cose. Innanzitutto non è affatto vero che quando non c'era Merckx, Gimondi vinceva sempre. In poche parole, non si possono riscrivere gli ordini d'arrivo semplicemente depennando il primo; le corse, senza fari come Merckx tra gli uomini allora, o spesse volte la Vos tra le donne adesso, sono diverse, prendono pieghe diverse, hanno svolgimenti, lungo i vari km tra partenze ed arrivi, ovviamente diversi.
E allora continuiamo nel non fare assolutamente un torto a Marta se evitiamo di dire che, senza Marianne Vos, la velletrana avrebbe almeno un iride junior (Verona 2004) e un campionato europeo (Sofia 2007) sulle spalle. Non lo diciamo perché forse non sarebbe vero e perché, comunque, Marianne Vos c'è stata e c'è. E per fortuna che c'è, perché questo peperino dei Paesi Bassi, tanto determinata sulla bici quanto timida scesa dal sellino, può significare un immenso traino per tutte queste giovane ragazze, comprese quelle italiane, compresa, quindi, Marta Bastianelli.
Certo, la tentazione di scrivere: "Se Vos..." c'è, non lo neghiamo, anche perché ci vengono in mente un paio di ordini d'arrivo dell'ultimo Giro di San Marino (le due tappe in linea, praticamente), con l'azzurra battuta in volata sempre e solo da Marianne Vos, e da nessun'altra.
Marta e Marianne si conoscono, si stimano, si rispettano e forse sono anche amiche. In fondo lottano spalla contro spalla da tanti anni, e continueranno ancora per molto. Noi speriamo che diventino un po' meno amiche (ovviamente solo in bici), perché vorrebbe significare che Marta qualche volta sarà riuscita a battere Marianne, e che alcune dichiarazioni di battaglia saranno state belle forbite di agonismo e voglia di vittoria.
«Sono molto soddisfatta, Marianne Vos è un talento ed è imbattibile. Non nascondo però che mi sarebbe piaciuto, dopo tanti piazzamenti, raggiungere il gradino più alto del podio. Ho solo vent'anni, ed ho tempo per crescere e guardare avanti»: come dicevamo, Marta lo sa che Marianne è, oggi, più forte di lei. Più veloce, seppur di poco, e maggiormente resistente, soprattutto ai lunghi chilometraggi (anche se l'azzurra ha finito in 8a posizione il Fiandre nel quale l'olandese è terminata 3a).
La differenza maggiore, però, è tutta in quel: «Ho solo vent'anni».
Già, Marta Bastianelli ha solo vent'anni. E a vent'anni riesce a contendere il Campionato Europeo Under 23, in una volata a due, in un testa a testa, alla campionessa del mondo su strada in carica, alla campionessa del mondo di ciclocross 2006, all'ultima Maglia ciclamino del Giro d'Italia, alla vincitrice di una tappa al Giro e di quattro frazioni del Tour de l'Aude, alla vincitrice di tutte le tappe, tutte le classifiche finali, ed ovviamente della classifica generale del Giro di San Marino, alla vincitrice dell'ultima Freccia Vallone.
L'unica che è riuscita a seguire gli scatti della Vos a Sofia, è stata proprio lei; le altre si sono accontentate della volata per il bronzo, col gruppo compatto, mentre Marta no, Marta Bastianelli ha lottato con la cannibale Marianne Vos fino all'ultimo, fino alla volata, fino alla linea d'arrivo.
Per fare certe cose, bisogna essere forti. Per farle a vent'anni, si deve essere fortissime. Se poi a vent'anni si è tra le più grandi del mondo, beh, quello è un altro discorso.

Mario Casaldi



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