Hai voluto la bicicletta? - Scopriamo il mondo di Gianluca Geremia
Versione stampabile Di buttarsi nelle affollate mischie delle volate non ha paura, anche se il suo aspetto tranquillo non pare far trasparire questo. Gianluca Geremia, veneziano di Teglio Veneto, giunto al suo secondo anno da professionista nelle file della Ceramica Flaminia, appare però quantomai determinato a far bene, con la speranza di mettere molto presto la sua ruota davanti a quella di tutti gli altri. Conosciamolo insieme.
Gianluca, presentati riassumendo brevemente anche il percorso ciclistico maturato finora.
«Sono Gianluca Geremia e sono nato nel 1981. Ho iniziato a gareggiare nel 1987 presso il Gruppo Sportivo Centellese, piccola squadra che però costituisce un riferimento per gli atleti del Nord Est. Ho corso con loro fino alla categoria allievi,successivamente ho militato nella Rinascita Ormelle da juniores mentre tra gli Under 23 ho corso 3 anni nel San Donà e un anno nella Zalf Desirèe Fior».
Come ti sei avvicinato a questo sport?
«Il tutto è nato grazie a mio padre, che faceva il cicloamatore. La sua passione, quindi, ha contagiato anche me».
Che bilancio possiamo tracciare finora sulla tua esperienza professionistica?
«Lo scorso anno ho fatto qualche buon risultato (il migliore è stato un 4° posto alla Vuelta Santarem in Portogallo, ndr) che mi ha dato stimoli e mi ha fatto credere di potermi ritagliare i miei spazi. Quest’anno, dopo un inizio sfortunato a Donoratico, dove sono caduto e mi sono fratturato lo zigomo, mi sono ripreso e sono giunto decimo in una tappa del Circuit della Sarthe, in Francia».
Come ti trovi nella Ceramiche Flaminia?
«Molto bene ed in questa stagione si è creato un gruppo più omogeneo, con alcuni uomini-squadra come Aug, Gasperoni e Duma».
L’estone Aug è quindi il compagno con cui hai legato maggiormente?
«Si, Andrus mi dà tanti consigli grazie alla sua esperienza, ed inoltre è stato spesso il mio compagno di stanza».
Quali sono le tue caratteristiche?
«Sono un passista veloce, per cui mi difendo anche sugli strappi non troppo lunghi».
Qual è il tipo di volata che prediligi? Quelle in cui c’è un treno a lanciarti oppure preferisci fare tutto da solo?
«L’ideale sarebbe poter disporre di un treno per le volate, solitamente però sono abituato ad arrangiarmi».
Qual è il tuo idolo nel ciclismo professionistico?
«Il mio primo idolo è stato Gianni Bugno, mentre tuttora è Erik Zabel, veramente un gran corridore».
Un giudizio su Robbie McEwen.
«Semplicemente un grande, è lui il prototipo del velocista vero e proprio, abituato a districarsi in volata senza l’aiuto di nessuno».
Pedalando nel gruppo, invece, c’è qualche ciclista da cui sei rimasto impressionato?
«Sicuramente Paolo Bettini per la sua grinta e determinazione, nonché per la generosità che dimostra in ogni gara».
Come avete accolto l’esclusione dal Giro d’Italia?
«C’è stato sicuramente del rammarico, purtroppo il ProTour ci penalizza non poco».
Quali sono i tuoi luoghi d’allenamento abituali? Ti alleni solo o in compagnia?
«Solitamente mi alleno nel pordenonese, nelle zone nei pressi di Piancavallo. Essendo però pochi i professionisti provenienti da quella zona, saltuariamente mi alleno con loro. Ogni tanto mi capita di allenarmi con Devis Miorin, soprattutto, e poi con Gasparotto e Murro».
Qual è la corsa che vorresti vincere più di ogni altra?
«Senza dubbio la Milano-Sanremo».
Hai degli hobby particolari al di fuori del ciclismo?
«Abitando in una zona vicina al mare, mi piace molto andare a pesca».
Ti piace navigare su internet?
«Si, molto. Navigo abbastanza e conosco il vostro sito».
Programmi futuri?
«Uno su tutti: verso la fine dell’anno, agli inizi di ottobre (la data dovrebbe essere il 7), ho intenzione di sposare Francesca, la mia fidanzata».