Fate i conti con Visconti - Il campione italiano vince a Breno
Che Giovanni Visconti vinca una tappa dimezzata non è mica tanto una notizia, perché, pur lasciando stare Italo Calvino, stiamo sempre parlando del campione italiano su strada in carica, titolo conquistato sulle strade di Genova ventisei giorni fa. A distanza minore di un mese, dunque, il siciliano nato a Torino e trapiantato in Toscana sul San Baronto, passato pro' con la Milram e da quest'anno nelle fila della belga Quick Step-Innergetic, e quindi compagno di squadra di quel Paolo Bettini campione italiano uscente (che gli ha lasciato spazio in Italia ed è andato a correre in Vallonia un'altra breve corsa a tappe), è tornato ad alzare le braccia al cielo, seppur, a differenza di quanto avvenuto nel capoluogo ligure, con un brivido in più.
Il veneto Baldato, difatti, con una rabbiosa rimonta iniziata a 500 metri dalla linea d'arrivo con a ruota Rebellin, è riuscito a togliersi il leader della classifica generale dalle terga e sorpassare di slancio D'Aniello, ma non Giovanni Visconti, partito a circa 1 km dall'arrivo di Breno e capace di mantenere quei pochi centimetri di vantaggio per festeggiare il secondo successo stagionale.
Il brivido è stato dettato da un po' di disattenzione del giovane campione siciliano, che s'è curato del solo napoletano della Ceramica Flaminia, non accorgendosi della rimonta del vicentino della Lampre-Fondital, che lo aveva praticamente appaiato. Fortunatamente per Visconti, la rimonta di Baldato non s'è completata alla perfezione, altrimenti il passo dalla gioia alla beffa sarebbe stato tanto breve quanto intenso.
Lo avevamo avvicinato stamattina, Visconti, proprio perché il finale della prima semitappa di quest'oggi sembrava fatto su misura per corridori con le caratteristiche di Garzelli, di Carrara, di Rebellin, e di Visconti: «Sto bene, la gamba c'è e la condizione anche - ci aveva detto il campione italiano alla partenza - Ieri ho preso 28" per via di un buco creatosi in discesa, sennò sarei probabilmente rimasto davanti con gli altri. C'è solo da recuperare un po' di brillantezza, ma sono sulla buona strada».
All'arrivo, con un sorriso grande come una casa, e dopo gli abbracci di rito coi parenti che lo seguono quasi ovunque, è sembrato anche un po' imbarazzato da questa bella vittoria: «Sono andato forte davvero, anche perché il finale me l'avevano solo raccontato, ma non lo conoscevo - ammette Visconti - Son partito nel pezzo duro, che era duro davvero, e poi son stato bravo a contenere la rimonta degli altri, anche se per poco Baldato non mi passava. Per fortuna è andata bene e son qui a festeggiare».
Rebellin, quarto oggi, gli fa i complimenti stringendogli la mano e dandogli una pacca sulla spalla.
Baldato è un poco più scuro in volto: «L'arrivo mi piaceva, anche perché sapevo che le ruote veloci sarebbero arrivate un po' al gancio, mentre io su questi tipi di arrivi mi difendo ancora benone. Purtroppo nessuno è riuscito a tenere lo scatto di Visconti a 1 km dall'arrivo, e io son stato costretto a lanciare la mia volata a 500 metri dall'arrivo. Magari ci fosse stato qualche compagno a tenermi coperto per un centinaio di metri almeno, quei centimetri a mio sfavore sarebbero diventati a mio favore. Ma è andata così, forse neanche è giusto recriminare, visto che chi ha vinto l'ha meritato».
La tappa è stata volata a più di 48 km/h di media, con una prima ora che ha passato i 50 km percorsi dal plotone, con qualche timido tentativo di sortita (tra i più generosi Sacchi, Miorin, Tjallingii e un pimpante Cunego, che ha tentato due volte, e nel secondo tentativo c'erano anche Sella e Cataldo, tra i più rappresentativi), ma il grosso del gruppo non ha mai lasciato fare, tanto che il vantaggio massimo raggiunto dai fuggitivi (chiunque essi fossero) è stato di 16". Praticamente, una corsa che è sempre rimasta chiusa, almeno fino al chilometro finale.
Celestino ed Uran si ritirano al km 32, mentre Pérez Cuapio, Gilioli e Boggia cadono al km 65: il laziale della Flaminia riparte, mentre il messicano della Ceramica Panaria e l'azzurro dell'Universal Caffè patiscono guai maggiori; entrambi ritirati, col primo trasportato in ospedale per gli accertamenti del caso che probabilmente evidenzieranno una clavicola fratturata).
L'andatura sostenuta ha fatto dunque danni alle tossine ed ai muscoli delle ruote veloci, seppur velocisti come Chicchi, Gavazzi e Guidi siano riusciti ad arrivare nelle prime 10 posizioni.
Oggi pomeriggio (partenza alle 15:40) si corre la Pian Camuno-Borno di 98,4 km: non si arriva in salita, ma si sale eccome. La salita è pedalabile, ma è lunga e qualcuno la patirà.