Bosisio, ora puoi esultare - Tenax al Lazio, Csc al Germania
Evidentemente il buon Gabriele, alla domanda posta nel celebre: "Meglio un uovo oggi o una gallina domani?", risponderà sempre e comunque con la seconda scelta. Se infatti giovedì scorso il milanese della Tenax-Menikini aveva letteralmente buttato al vento il GP Città di Camaiore, classica rinomata del panorama italiano, oggi s'è messo in saccoccia il Giro del Lazio, classica di respiro internazionale che, anche se il ProTour l'ha snobbata prima e la sta strozzando tuttora, conferisce all'atleta di Fabio Bordonali un successo bellissimo, anche perché il primo da pro'.
E chissà che avrà pensato, lì a 150 metri dall'arrivo posto in salita, in quel di Rocca Priora (sulla rocca, per l'appunto), quando avrà visto che il più lesto nel seguire la sua azione era Emanuele Sella. Un incubo, quella "maledetta" maglia neroarancione della Ceramica Panaria, ed allora quale migliore occasione di scacciare un incubo, se non affrontandolo?
Affrontandolo, appunto, ma con delle accortezze, perché se è vero che dagli errori si deve imparare qualcosa, ecco che il presumibile cazziatone patito da Bosisio in Versilia ha consentito al milanese, oggi, di approntare qualche modifica all'approccio della volata. Innanzitutto perché è uno sprint in salita, e partire ai 250 metri dall'arrivo come a Camaiore vorrebbe significare suicidarsi ben prima di 2 centimetri prima della linea bianca; e poi perché stavolta è Bosisio a poter usufruire della compagnia di un coéquiper: se a Camaiore Baliani aveva Sella, qui è Gabriele ad avere Pidgornyy, l'ucraino che ha vinto sul Passo Maniva al Brixia Tour e che viene speso in maniera molto sapiente per tenere il ritmo alto e costante negli ultimi km dell'erta finale.
Poi Bosisio è stato anche un po' fortunato (ogni riferimento a Baliani è puramente casuale), visto che nessuno, Samoilau in primis, ha avuto nelle gambe la sparata ai 200 metri dall'arrivo che poteva mettere a repentaglio la conclusione allo sprint. E così Gabriele ha scalato un dente ed è partito deciso verso il traguardo, quando di metri all'arrivo ne mancavano poco più di 150. Sella è lesto nel seguirlo, nel prendergli la scia, ma solo quella, niente di più.
Gabriele Bosisio impara anche la terza lezione di Camaiore, quella più importante: le braccia, a Rocca Priora, le alza solo dopo esser passato con tutte e due le ruote sopra la linea bianca d'arrivo, assicurandosi che Sella non gli sbucasse né a destra né a sinistra.
È un Lazio con pochi partenti al via, soltanto 100, e con solo 3 squadre ProTour, tra le quali i buoni corridori ci sono, è vero, ma non sono in forma per competere per la vittoria, o non sono adatti al percorso: il discorso vale per Di Luca e per Bennati su tutti, e se è vero che Ballan ha dato forfait ieri sera e che Pozzato non sembra in grado di poter dire la sua in maniera prepotente su quest'arrivo in salita, nonostante i favori del pronostico ed una Liquigas effettivamente volenterosa di portare il vicentino nelle migliori posizioni per giocarsi la corsa, ecco che la fotografia dell'arrivo con tre soli corridori ProTour nei primi 12 classificati è più che reale, e non necessariamente un cattivo segnale.
In primis perché quelli che si son giocati la corsa son tutti bei pedalatori, dal vincitore Bosisio al "gregario" (di oggi) Pidgornyy, dal terzo classificato Samoilau, uno dei giovani più bravi al Giro d'Italia, al secondo classificato Emanuele Sella, già sul podio (fu terzo) dodici mesi fa, per finire con Anzà e Siutsou, due che in agosto son sempre davanti a mettere paura a tanti: due Tenax, un Acqua&Sapone, un Ceramica Panaria, un Serramenti Diquigiovanni e un Barloworld. E poi Klimov, un altro russo del vivaio Tinkoff, passando ancora per Varini della Ceramica Flaminia (già in evidenza al Lazio 2005) e dall'altro Tenax, Giairo Ermeti; soltanto 9° Patxi Vila della Lampre, ancora più dietro (11esimo e 12esimo) Carlo Scognamiglio della Milram e Dario Castaldo della Liquigas.
L'azione buona nasce sul Tuscolo: dapprima Varini, poi Sella e Missaglia a condurre le danze. In bella evidenza anche Danilo Di Luca, che va a riprendere Rovny portandosi appresso Baliani, ma poi si rialza e si mette a condurre il gruppo, con la Liquigas - come già detto - desiderosa di far fare la corsa a Filippo Pozzato (che giungerà poi 28esimo a 7'31" da Bosisio).
La fuga è corposa, ci sono tanti atleti di tante squadre. La fuga cresce sulla salita di Rocca di Papa: ancora Sella a menare le danze, soprattutto per scremare il gruppo di tanti gregari. Infatti si staccano sia Missaglia (che correva in appoggio ad Anzà) sia Ermeti e Murro (bravissima la Tenax nel tratto tra il Tuscolo e Rocca di Papa).
Dopo l'assenza, pesantissima, del 2005, i Campi d'Annibale tornano ad essere lo snodo cruciale della corsa, con quelle pendenze così arcigne, quei sampietrini così sconnessi e quelle stradine così strette ed impervie che non fanno passare neanche le ammiraglie. È Sella a scandire il ritmo, con Pidgornyy a ruota, ed il ritmo del vicentino fa male soprattutto a Varini, Vila, Scognamiglio, Missaglia, Cataldo e Bosisio, che prima era caduto e poi s'era dovuto fermare per un guaio meccanico, mentre Klimov perde contatto dai sei davanti proprio a pochissimi metri dal Gpm.
Dal gruppo prova Noè a tirare fuori Pozzato, ma il biondo di Sandrigo non ha il cambio di passo, e sotto al Gpm passa con 1'10" da Pidgornyy. Mancano ancora una trentina di km a Rocca Priora, è vero, ma il mordente non sembra quello neccesario per il ricongiungimento.
Bosisio e Klimov rientrano, ma il russo si arrende qualche km dopo, all'ennesimo scatto del generosissimo Sella; poi ci prova Anzà, con uno scatto che fa male a Pidgornyy, che si tiene per qualche centinaio di metri a una cinquantina di metri dagli ormai cinque di testa, e Samoilau, anche se non troppo convintamente e con un rapporto durissimo. L'ucraino della Tenax rientra, e si mette subito al servizio di Bosisio che, nonostante l'apparente sfortuna di oggi, pare avere una gran gamba.
Vicino l'arrivo tenta un timido allungo Siutsou, ma senza troppe velleità, perché nel momento in cui Pidgornyy si scansa mancano circa 250 metri all'arrivo, i cinque rimasti si allargano su tutta la sede stradale, Anzà prova a forzare, ma la volata non è affatto il suo forte, Samoilau prova un sussulto, ma Bosisio controlla e ai 150 metri dall'arrivo accelera, con Sella a ruota.
Il resto è storia già scritta.
In Germania, intanto, s'è corsa la cronosquadre nei pressi di Bretten, 42,2 km contro il tempo (uno sproposito, visto il tracciato) che ha consentito alla classifica di arroccarsi intorno alle squadre più forti, visto che la tappa di ieri, quella inaugurale, è andata ad un velocista grazie ad un epilogo allo sprint.
E le squadre favorite non hanno deluso le aspettative, se è vero che la Csc di Voigt (nuovo leader, grazie ad 1" di abbuono guadagnato ieri ad un traguardo volante) ha rifilato 26" alla Discovery Channel (è di ieri l'annuncio della Tailwind Sport, la società texana che gestisce il gruppo sportivo americano, di volersi defilare dal ciclismo, almeno finché gli scenari saranno quelli catastrofici a cui l'Uci ambisce) di Leipheimer e 55" alla Gerolsteiner di Rebellin, che forse è andata addirittura meglio delle previsioni, visto che è riuscita a scalzare la Caisse d'Epargne di 2".
capitolo a parte merita la T-Mobile, che deve aspettare Ciolek, protagonista di una foratura mentre il team magenta aveva già gli uomini contati (Pinotti aveva forato in precedenza e non è stato atteso dagli altri): per loro 59" di distacco e qualche rimpianto, col sempreverde Guerini che a questo punto si candida anche al ruolo di capitano, nel caso Gerdemann dimostrasse di non digerire le pendenze di Sölden.
Discreta la prova della Liquigas (a 1'20" dalla Csc), e della Milram (a 1'33"), anche se il team di Stanga non ha uomini che puntano alla classifica generale. Qualcosa in più da recriminare per Carrara (la sua Unibet.com patisce 1'53"), mentre malissimo la Lampre di Cunego e la Saunier Duval di Riccò addirittura a 2'35" e 2'56" dalla squadra danese con sponsor statunitense.
I vincitori di giornata, insomma, sono Andy Schleck e Levi Leipheimer, se è vero che martedì si salirà ai ghiacciai di Sölden e che il loro vantaggio, allo stato attuale delle cose, nei confronti degli altri contendenti è già abbastanza buono. Qualche grattacapo, in verità, potrebbe arrivar loro dal quartetto Caisse d'Epargne rappresentato da Lastras, Efimkin, Sánchez Gil e López Garcia, un buon mix di attaccanti che dovranno necessariamente far qualcosa senza aspettare la cronometro di Fürth del penultimo giorno.
Domani, intanto, tappa abbastanza vallonata, anche se l'ultima salita è a 50 km dal traguardo e non dovrebbe causare sconquassi.