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Una saetta: Napolitano! - Prima vittoria al Giro per Danilo

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Che spettacolo le volate. Che spettacolo le volate in particolar modo in questo Giro: sarà che c'è un maggiore tasso di incertezza, sarà che manca l'ammazzasette che fu Petacchi (sì, vabbè, AleJet c'è, quello che non c'è più è l'1 fisso in schedina quando c'è lui di mezzo), sarà che c'è un bel gruppo di pretendenti per i vari sprint, e sarà che alcuni di questi, più giovani, crescono in maniera impetuosa. Sarà tutto questo e ancor di più, ma una serie di volate così palpitanti ed emozionanti non la ricordavamo da tempo.
Oggi, poi, che apoteosi. Apoteosi perché Danilo Napolitano, 26 anni ragusano di Vittoria (quando dici il destino!), ha tutto per essere nei prossimi anni il trascinatore della pattuglia di velocisti italiani quando Petacchi lascerà perdere la bici e dedicherà tutte le sue attenzioni alla bella Anna Chiara. E se il suo domani da numero uno è già scritto nel suo dna, il presente di Napolitano è già ricco di soddisfazioni.
Già a Scarperia, nell'autodromo del Mugello, sabato, il siciliano fu frenato da Cancellara in decelerazione (se lo trovò davanti e fu costretto a smettere di pedalare) e dovette innestare una marcia ridotta per recuperare in 300 metri più terreno di un RoadRunner (bip bip!). E anche se fu Petacchi a vincere, gli occhi di tutti furono riempiti più che altro dalla potente progressione di Napo, che fu quarto.
Oggi, il capolavoro. Al suo primo Giro, il rappresentante della Lampre (portato alla corsa rosa all'ultimo momento, quando il ds Martinelli ha deciso che forse tenere 8 gregari per il solo Cunego era un po' uno spreco, e che non era poi così disdicevole provare a vincere qualcosina con qualcun altro) ha centrato subito il bersaglio grosso. E non vogliamo esagerare la portata di questa vittoria, che entro breve sarà ricordata - statisticamente - solo per essere stata la prima di una lunga serie. Ma semplicemente descrivere la maestria (figlia anche dell'esperienza - ebbene sì - nel ciclismo su pista) con cui Napo ha preso e difeso la ruota di Petacchi, non cedendo di un metro, sgomitando e lavorando di spalle se necessario, e trovandosi nella posizione migliore all'ultimo chilometro.
Il problema è che quel circolo privato di delinquentelli (sia detto con affetto) che è il mondo dello sprint, ha personaggi come McEwen, che non si vedono per una settimana, e poi sul più bello ripiombano sotto i riflettori, al centro della scena, magari a 500 metri dal traguardo. Tanto era forte l'impeto di Robbie, da permettergli di togliere Danilo dalla tanto sudata posizione: il che avrebbe smontato più di un corridore del gruppo, ma non Napo. Il siciliano non si è perso d'animo, è rimasto lì acquattato alle spalle di Magic, aspettando il momento propizio.
Nel frattempo Petacchi, scarrozzato da un treno meno puntuale rispetto agli ultimi viaggi, doveva vedersela con un bel tris di Creditori Agricoli: Dean che lanciava Furlan che lanciava Hushovd. E l'uomo dal nome di fumetto (Thor, no?) ha dato la stura al precipitare degli eventi, scattando ai 300 metri, nell'intento di anticipare AleJet che però, mangiata la foglia, non ci ha pensato nemmeno un attimo ed è partito a sua volta. Hushovd rimpallato nelle retrovie e Petacchi lanciato più che mai, ma dietro partivano i fulmini: McEwen, per l'appunto; e alla sua ruota, Napo.
Magic l'ha presa subito la scia dello spezzino (che arrivava a due passi da casa e ci teneva in particolar modo a lasciare un segno ben marcato), e in quella scia c'era tutto, la fatica dopo una settimana a mille, la ripresa di energie dopo il calo verticale degli ultimi giorni, l'odore della vittoria, lì pochi metri davanti, e anche il sapore dell'ennesima beffa rifilata al campione di casa (diciamo la verità: non se ne vedono, in giro, rompiuovanelpanierediPetacchi peggiori dell'australiano!).
Al colpo di reni, Magic superava AleJet. Ma alle sue spalle, a fare giustizia di ogni ingiustizia, lui, il cinghialotto dei nostri sogni, Danilo Napolitano che vinceva la sua prima tappa al Giro, con una rimonta che scioglieva l'asfalto sotto i copertoncini, tanto era bruciante: una rimonta come quella del Mugello, ma ancora più bella, perché premiata dal successo, dagli applausi, e coronata da un urlo gioioso e sorridente.
Napolitano, quindi, un nome da aggiungere allo sterminato elenco di vincitori nella corsa rosa, lui che chiude così la prima fase di questo Giro; ora si volta pagina, da domani iniziano le salite serie, e i velocisti torneranno a divertirci di tanto in tanto. Danilo sarà lì, tra loro, perché non è pensabile che uno con questi attributi getti la spugna sulle montagne.

Marco Grassi    

 

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