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Savoldelli (Alfa) Romeo - Ma il Giro lo porta a casa Di Luca | Cicloweb

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Savoldelli (Alfa) Romeo - Ma il Giro lo porta a casa Di Luca

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Nella città degli innamorati e delle coppiette, di Giulietta e Romeo su tutti, gli scontri uno contro uno erano tanti. Su tutti, Di Luca contro Schleck, ma non solo.
Nella città degli innamorati e delle coppiette, la cronometro la vince Paolo Savoldelli sul compagno di squadra Eddy Mazzoleni, un po' Romeo e Giulietta, un po' romantici nella loro inversione di ruoli. Capitano in pectore il già vincitore del Giro nel 2002 e nel 2005, gregario di lusso l'orobico già luogotenente di tanti capitani che si sono giocati fino all'ultimo la corsa Rosa nel passato: questi i gradi di partenza. Gradi che la caduta del Falco di Rovetta, in quel di Pinerolo, ha costretto Fidanza, Baffi e i "capoccia" dell'Astana a rivedere, consentendo ad Eddy Mazzoleni di giocarsi le proprie chance nella tappa successiva al "fattaccio", quella che portava il gruppo da Scalenghe a Briançon.
Nella città degli innamorati e delle coppiette, la lotta tra i rivali Simoni e Cunego per la terza piazza aveva il fascino della sfida intrinseca. Non solo 43 km di intertempi e messaggi vocali negli auricolari della radiolina collegata con l'ammiraglia, ma una sfida psicologica, anche se l'obiettivo reale, per entrambi, non era affatto il tempo dell'altro, bensì del terzo incomodo, uno che nella città degli innamorati e delle coppiette non è ben visto, dato il ruolo, ma che ogni storia d'amore e d'odio deve combattere. Battaglia persa, però, visto che "l'altro" di oggi, al secolo Mazzoleni, dal 5° posto di partenza in classifica generale è riuscito a scavalcare entrambi gli scalatori, anzi, lo scalatore e mezzo (Cunego lo era, il futuro non lo prevediamo, ma...), ed è stato in grado di insediarsi sul terzo gradino del podio di Milano.
Nella città degli innamorati e delle coppiette, il giovanotto terribile, il fenicottero Andy Schleck, scopre che le ragazzine italiane sono pazze di lui, col vecchio Arvesen, compagno di stanza, che in un mix tra invidia ed ammirazione, si offre come segretario per smaltirgli il "duro lavoro".
Nella città degli innamorati e delle coppiette, il bacio di Valentina Giuliani (figlia di Stefano, già ds della Mobilvetta ed altre squadre) al marito Danilo di Luca, dopo l'arrivo del più meridionale tra i vincitori del Giro d'Italia al traguardo, è la cartolina più bella della cronometro decisiva di questa 90esima edizione della corsa Rosa, una corsa che incorona un corridore polivalente, duttile, che ha dimostrato, in queste tre settimane, di saper raggiungere la maturità, soprattutto mentale, necessaria per aggiudicarsi una grande corsa a tappe.
Inevitabile che i discorsi si spostino su Di Luca, oggi, ma sarebbe ingiusto non puntare i giusti fari sul vincitore di tappa di oggi, quel Paolo "Falco" Savoldelli che s'è saputo ritagliare il proprio spazio all'interno di una corsa che gli si era rivolta con ogni espressione, tranne che col sorriso.
La storia dell'inversione dei ruoli è già scritta, e non ve la ribadiamo. L'importanza di avere un cervello, oltre che due gambe, non si misura necessariamente con lauree, attestati e pezzi di carta. Bisogna dimostrare di saperla usare, la materia grigia, e bisogna capire i propri limiti, la propria condizione, e bisogna essere più che sensibili per andare incontro alle speranze di un gregario da una vita, seppur alcuni spazi personali, negli ultimi anni, fosse già stato in grado di ritagliarseli (oltre ai piazzamenti al Giro, nel 2005 colse un 13esimo posto in classifica al Tour de France e un 3° posto a San Sebastián nella Lampre-Caffita di Cunego e Simoni). Un capitano che lavora per un gregario è merce rara. Al massimo non lo attacca, al massimo gli fa corsa parallela, al massimo sgrava il gregario del lavoro per i propri scopi. Ma che un capitano, dopo una caduta ed un distacco di circa 6' (quindi neanche troppo, in fondo), si metta addirittura a completa disposizione di un suo gregario, francamente, non ci sembra sia già appartenuto alla storia recente di questo sport.
Paolo Savoldelli è conscio che il suo ben sopportare le montagne sarà un plus non indifferente, oggi, contro gli specialisti "veri" come Zabriskie, il favorito d'obbligo della vigilia. E sarà un plus doppio, perché nelle ultime tappe di montagna Savoldelli non s'è dovuto spremere per il proprio piazzamento, ma, una volta terminato il lavoro per Eddy, ha potuto proseguire del suo passo, senza strafare, senza uscire troppo fuorigiri.
E in una crono conclusiva di un Grande Giro, le tossine che le montagne ti lasciano nei muscoli si fanno sentire, fanno male, fanno andare più piano, se sono presenti in quantità piuttosto alte. Savoldelli è anche conscio che il suo Giro, visto l'andazzo e visto il probabile buon risultato di Mazzoleni, sarebbe ancora più in attivo per l'Astana e per lui stesso, con questa vittoria di tappa.
Parte subito forte, Savoldelli, e al primo intertempo rifila 8" a Bruseghin e 10" a Ignatiev e a Zabriskie. Tutti abbastanza lontani, anche se la partenza presentava una leggera salita, quella di Costermano, che poteva trarre in inganno. Nella lotta per la Rosa e per il podio, nel frattempo, Di Luca rifilava 7" a Schleck (il lussemburghese doveva recuperare 2'34"), mentre Cunego dava 2" a Mazzoleni (già dietro al veronese) e 26" a Simoni (a cui Cuneghin doveva recuperare 1'01").
Schleck non sembra proprio gradire le pendenze, in bici è un po' alto, anche se mantiene una compostezza incredibile, anche sotto sforzo. Savoldelli è invece perfetto. Bello, rotondo, agile e potente. Di Luca, avvisato del vantaggio su Schleck, decide di gestirsi. In 10 km ha guadagnato, addirittura, perché dovrebbe perdere 2'30" in 30 km?
Al secondo intertempo le cose si mischiano un po', ma senza scossoni particolari: Savoldelli è sempre in testa, con 9" su Zabriskie e 14" su Mazzoleni. Sì, proprio Eddy, che passa con 19" su Cunego (a cui doveva recuperare 17" ad inizio crono) e 1'01" su Simoni (il distacco iniziale dal trentino era di 1'18"). Il rallentamento di Danilo Di Luca permette a Schleck di recuperare, anzi, di guadagnare sull'abruzzese: ora è Andy ad avere 7" di vantaggio su Di Luca; ma in classifica sarebbe comunque a 2'17", sempre sonni tranquilli per il capitano della Liquigas.
Altri 100 metri di dislivello fino al terzo intertempo, ma il canovaccio s'è già capito. Savoldelli si giocherà la tappa con Zabriskie, Mazzoleni è in netto recupero su Simoni e gli insidierà la posizione sul podio. Spazio per altre discussioni non sembra esserci.
La pioggia lascia in pace gli ultimi atleti, e al terzo intertempo Mazzoleni già scavalca Zabriskie. Ci si aspettava andasse forte, forse non così forte, ma anche l'assenza di pioggia avrà contribuito alla grande prestazione del bergamasco di Palazzago. 20" il ritardo di Eddy da Savoldelli, 27" per Zabriskie, mentre Bruseghin, già vincitore della cronoscalata di Oropa, è lontano di 46". Schleck guadagna ancora su Di Luca, e ora ha 20" di margine (in classifica 2'04"), mentre avviene il sorpasso sul podio: Mazzoleni guadagna altri 25" su Simoni, ed ora lo precede di 8". Un distacco minimo, ok, ma in netto rialzo per l'uomo Astana e in netto ribasso per il domatore dello Zoncolan. Cunego vivacchia, è nel mezzo, ma non guadagna abbastanza da Simoni.
L'ultima parte della cronometro è in totale pianura, è ancora più reale la convizione che Mazzoleni riuscirà a tenersi il podio conquistato fino al terzo intertempo, mentre la lotta per la 4a piazza tra Simoni e Cunego è un po' più serrata, soprattutto perché il trentino sta andando, sì, ma abbastanza piano.
E invece anche il veronese, nell'ultimo tratto pianeggiante, perde ritmo e velocità, mentre lo stesso non accade a Mazzoleni, ma soprattutto a Savoldelli. Il miglior tempo, fino al passaggo di Savoldelli, è quello di Zabriskie: 52'28" il tempo dell'americano, comunque disturbato dalla pioggia, con 30" su Bodrogi, forse l'atleta che, dopo Savoldelli, ha fatto il miglior intertempo finale (al terzo rilevamento cronometrico era solo 8°).
Arriva Savoldelli, con 38" di vantaggio sul campione statunitense a cronometro, mentre Bruseghin è a 1'16" dal Falco di Rovetta, ma si può dire anche fortunato che la rottura della protesi poggiagomito destra, che l'ha fatto sbandare paurosamente sull'arrivo in pavè di Piazza Bra, non l'abbia fatto cadere.
Mazzoleni è velocissimo, e chiude davanti a Zabriskie, ma dietro a Savoldelli di 36". Per non salire sul podio, Simoni dovrebbe volare nell'ultimo tratto, e Gibo non ci sembra in grado di poterlo fare. Difatti non lo fa, perché il trentino chiude a 2'44" dal saggio Paolo, lasciando 50" di margine a Mazzoleni.
Nel tratto finale Cunego perde più di 1' da Savoldelli, e chiude a 2'17", solo 1" meglio di Visconti (ma che gran bel Giro che ha corso il siciliano!). Per lui solo un 5° posto in classifica generale, a 24" dal suo ex capitano del Giro vinto dal veronese del 2004.
Di Luca chiude esultando a 1'57" da Savoldelli, ma con un distacco di 29" da Schleck, unico corridore di cui gli interessano i tempi, e il minuto e cinquantacinque secondi che separa l'ultimo vincitore della Liegi-Bastogne-Liegi dal capitano della Csc dà la convinzione a quest'ultimo del 2° posto finale, testimonianza comunque di una corsa da applausi.
Esulta anche Paolo Savoldelli, però, per questa vittoria di tappa, per questa vittoria parziale che mancava, al Giro, dal cronoprologo di Seraing 2006. Una vittoria meritata, probabilmente giusta, che ha i tratti di una meritocrazia divina che ci fa piacere. Con questa vittoria di tappa anche i "distratti" si accorgeranno del bel Giro di Paolo Savoldelli.
E domani si chiuederà il classico sipario su queste tre settimane in Rosa, con una probabile volata, anche se qualcuno (un Tinkoff, con Ignatiev su tutti?) si divertirà senz'altro a scombinare i piani delle ruote veloci rimasti, a patto che la Quick Step non dia una mano alla Milram, per far provare la volata a Bettini. Certo, nell'ambito meritocratico, in effetti, una vittoria di Bettini ci starebbe proprio bene.
Nella città degli innamorati e delle coppiette, però, celebriamo la fine di ogni tipo di lotta per le varie classifiche e graduatorie, e celebriamo soprattutto l'affetto della gente in queste tre settimane di corse, dalla Sardegna alla Lombardia. La città degli innamorati e delle coppiette, insomma, è stata un po' la portavoce finale dell'Italia che s'è ricordata di voler bene a questo meraviglioso sport, e scusate se è poco.

Mario Casaldi

 

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