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Nibali, così sì che ci piace! - Bis al Toscana. Dekker il Romando

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Se la vittoria di ieri era stata offuscata dalle nubi di un arrivo un po' anomalo, per così dire, di certo splende il sole sul successo odierno di Vincenzino Nibali: portandosi a casa il Giro di Toscana, il messinese ha completato una splendida doppietta sulle strade della regione che l'ha da tempo adottato. L'accoppiata GP Larciano e Giro di Toscana era riuscito in precedenza solo a Francesco Casagrande, nel 1994, quando però le due corse si disputarono a due settimane l'una dall'altra. Un'impresa niente male quindi per Nibali, che oggi, senza di mezzo scene da libro Cuore o “biscottini” che dir si voglia, ha trionfato in una gara vera dall'inizio alla fine, con lo spettacolo che la salita dello Scopetone ha sempre garantito a questa corsa. L'azione del ragazzo della Liquigas è iniziata a circa diciotto chilometri dalla conclusione, quando il gruppo di testa era ridotto a una decina di corridori (tra cui i compagni Pellizotti e Noè), andati in avanscoperta in discesa, dopo aver affrontato lo Scopetone per la prima volta. L'unico a riuscire a rispondere allo scatto del messinese è stato José Serpa della Selle Italia, ma anche il colombiano ha dovuto alzare bandiera bianca, quando nell'ultima discesa Nibali ha sferrato l'attacco decisivo. Il colombiano è stato poi assorbito dal gruppetto inseguitore, giunto una ventina di secondi dietro allo “Squaletto” e regolato dal Veneto Matteo Priamo (Panaria), davanti al sempre presente Pietropolli (Tenax) e a Pellizotti. E così, privato del vincitore della scorsa edizione e di un altro sicuro protagonista come Scarponi, il Giro 2007 sembra potersi arricchire della sfida tra giovani fenomeni made in Italy Riccò e Nibali, che, fermi restando gli obblighi di gregariato nei confronti di Simoni e Di Luca, non hanno nascosto di puntare alla maglia bianca, nell'anno in cui questa è stata reintrodotta. Sarà una classifica secondaria, ma con i tempi che corrono (ma indipendentemente da quello) la sfida tra i due ragazzi più promettenti del ciclismo italiano non va per nulla sminuita.

Invece quella di eterna promessa era l'etichetta che era già stata confezionata per un giovanotto olandese di nome Thomas e cognome Dekker. E poco importava che il ragazzo avrà ventiquattr'anni a settembre, poco importava che nel 2006, dopo la vittoria alla Tirreno fossero arrivati un piazzamento nei venti ad Amstel e Liegi. Lo si considerava un ciclista sicuramente dotato, ma poco incisivo, privo del carattere da vincente: insomma, si diceva di lui un po' tutto quello che fino al 2005 si diceva di un certo Valverde, ma sappiamo com'è finita...
Poi, sia chiaro, vincere un Giro di Romandia non sarà certo una consacrazione, ma un bel segnale lo è di sicuro, anche per la consistenza che l'olandese della Rabobank ha dimostrato per tutta la corsa, che, presentando due prove contro il tempo tutt'altro che piatte, si adattava molto bene alle sue caratteristiche. Sul podio della cronometro e della generale lo scortano due Astana: un Savoldelli che si lancia verso il Giro con un'ottima prestazione generale e a crono (a Losanna il Falco è finito a 5” da Dekker) e un Kashechkin che si attendeva più tonico in salita. Il team svizzero-kazako è stato senza dubbio il migliore visto in Romandia, non solo con le sue due punte, ma anche con un Mazzoleni splendido gregario in salita e ottimo oggi a cronometro (5º, davanti a specialisti come Horner, Zabriskie e Brajkovic) e con tutta la squadra che, Mizourov in testa, ha ben controllato la corsa e la leadership di Savoldelli. Un'altra coppia di compagni di squadra occupa la quarta e quinta piazza della graduatoria finale: si tratta di Evans e Horner della Predictor. Seppur per motivi diversi, hanno entrambi sostanzialmente deluso: il primo si è ben disimpegnato a cronometro e difeso in salita, ma non è mai apparso nel vivo della corsa; l'americano invece s'era visto pimpante in più occasioni, ma dopo la splendida prova nell'ascesa verso Morgins e la conquista della maglia di leader si è un po' sgonfiato nella crono finale e ha pagato quasi un minuto rispetto a Dekker. Chi contro il tempo non è proprio andato, almeno rispetto ai propri standard, è stato Dave Zabriskie: l'americano della CSC mal digerisce i chilometraggi intermedi, specie se con qualche saliscendi, ma sicuramente ci si aspettava qualcosa di meglio da lui, così come si sarebbe potuto prevedere un Brajkovic (ha chiuso 10º in generale) più vivace. Dietro la lavagna anche Gomez Marchante e Menchov, ma con le attenuanti del caso, visto che il Saunier ha corso parecchio quest'anno e sembra aver bisogno di staccare la spina, mentre il russo ha tempo per preparare a dovere Tour e Vuelta. Le note positive sono invece venute da Bono, Anton, Andy Schleck e Kreuziger. Di tutti abbiamo parlato nei giorni scorsi, ma va sicuramente sottolineato il sesto posto del ceco nella crono odierna e nella generale, con la Liquigas che sembra aver pescato un altro bel giovane.

Stefano Rizzato    

 

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