La Settimana Efimkinstica - Lombarda, tappa e maglia ad Alex
Era da due anni che pensava a quella tappa, con un po' di rammarico ma con la consapevolezza che prima o poi la "rivincita" sarebbe per lui giunta, e per Alexander Efimkin così è stato, quest'oggi, nella terza frazione della 37esima Settimana Ciclistica Lombarda, la Roncadelle-Roncadelle.
Il russo del team Barloworld ha attaccato sull'erta finale, il Colle Maddalena e, una volta scollinato, ha atteso Sylvester Szmyd per poi collaborare perfettamente con lui sino ai tre chilometri dal traguardo, quando lo sfortunato portacolori della Lampre è incappato in una foratura ed Efimkin, solo, si è involato verso la vittoria, la prima in Italia (la sua seconda patria) dal 2006 a questa parte (cioè dall'anno del suo passaggio al professionismo).
«In Italia le corse sono sempre dure», ci racconta, «quindi sono decisamente felice di vincere in questa nazione. Ieri sono arrivato soltanto terzo e la squadra mi aveva aiutato in tutto e per tutto, mentre oggi ce l'ho fatta ad ottenere la vittoria riuscendo così a ripagare pienamente il sacrificio dei miei compagni; ringrazio tutti loro e anche il mio ds e il mio team manager».
Ma come si è sviluppata la sua corsa? «Sul Muratello (il Colle Maddalena, ndr) ho attaccato il più tardi possibile, poi ho saputo via radio che alle mie spalle c'era Szmyd a pochi secondi e l'ho aspettato per affrontare insieme le fasi finali. Abbiamo pedalato in pieno accordo, per questo lo ringrazio, e ringrazio anche i miei compagni di squadra, aggiungendo che secondo me meritavano una vittoria anche Cárdenas, Siutsou e tutti gli altri. Ad una manciata di chilometri dalla conclusione Szmyd ha forato e così, per mia fortuna, sono arrivato al traguardo in solitaria; comunque se fossimo arrivati assieme non gli avrei lasciato la vittoria ma avrei provato a fare la mia volata, perché porto dentro di me lo scotto della Settimana Lombarda 2005 quando Riccò, nonostante la promessa di lasciarmi la tappa se avessi tirato solo io, mi bruciò allo sprint».
La dedica va ad una persona speciale: «Questa vittoria è tutta per mio fratello Vladimir, il mio corridore preferito, che cadendo alla Tirreno-Adriatico s'è fratturato la clavicola e nonostante ciò ha sempre il sorriso sulla bocca. Vladimir rappresenta per me un esempio, sia in corsa che nella vita». E per le prossime due tappe il team Barloworld che programma ha? «Cercheremo soprattutto di mantenere la maglia, le vittorie di tappa sono solo un secondo obiettivo».
L'altro protagonista di giornata è il polacco Sylvester Szmyd, che vive in Versilia ormai da nove anni e parla un italiano perfetto. «All'inizio dell'ultima salita», spiega, «mi sono messo davanti a fare il passo perché soffro gli scatti; ha allungato Pérez Cuapio ed Efimkin l'ha raggiunto e superato, io ero appena dietro in un gruppetto di cinque o sei atleti e poi ho deciso di allungare a mia volta, quando mancavano circa 3 km allo scollinamento. Gli accordi in squadra erano stati questi sin dall'inizio: oggi la tappa la dovevo fare io. La mia condizione sta crescendo, e ho provato: non avevo niente da perdere. In discesa ho raggiunto Efimkin e di comune accordo abbiamo proseguito nell'azione ma ai meno tre ho forato, quindi la vittoria, che sarebbe stata la prima per me, l'ho soltanto sfiorata».
La Lampre-Fondital per i prossimi giorni non ha fortissime ambizioni, anche se spera in un affondo vincente: «Domani è una tappa piatta e contiamo su Napolitano ma il nostro team non è in grado di tenere il gruppo compatto per l'intera frazione. Lunedì invece, qualche salita c'è, ma non abbastanza dura e vicina all'arrivo da permettermi di staccare tutti gli altri arrivando solo al traguardo. Comunque non demorderemo!».
Il terzo classificato di oggi è Daniele Pietropolli, ventiseienne veronese. «Oggi è stata dura, sulle salite si continuava a scattare e sulla Maddalena c'è stata una selezione naturale. Anche se non sono uno scalatore puro mi sono trovato nelle prime posizioni (nel gruppetto inseguitore), scollinando nei primi cinque. Fra di noi si è stati molto collaborativi, ma essendo quasi tutti scalatori puri, vedi Pozzovivo, in discesa abbiamo dovuto tirare io e Pierfelici (gli unici corridori completi del gruppetto). In pianura però hanno lavorato tutti, e anche Pozzovivo si è dato molto da fare. Naturalmente Siutsou, avendo un compagno davanti, non ha potuto tirare nemmeno per un metro. Alla fine io ho vinto la volata del mio gruppo e sono supercontento di questo risultato».
La Roncadelle-Roncadelle è la tappa ritenuta dai più quella decisiva dell'intera Settimana Ciclistica Lombarda, ma la gara si concluderà soltanto lunedì: riusciranno gli uomini alla corte di Claudio Corti a conservare sino alla fine il proprio primato evitando improvvisi cortocircuiti?