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Il risveglio da un incubo - Scarponi, chiuso l'anno nero di OP

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Non che fossero particolarmente idilliache le prospettive di Michele Scarponi, nel 2006, ma certamente non si sarebbe mai immaginato che le cose sarebbero andate così male. A fine marzo conquistò un bel 6° posto alla Vuelta Castilla y León (tenne il diario dalla corsa con noi di Cicloweb.it) scortando il proprio capitano Vinokourov al successo finale. Poi il Giro d'Italia che sfumò già lungo Passo Lanciano, ma che poi ebbe qualche sussulto all'insù, specialmente sul San Carlo, nella tappa di La Thuile, quando il marchigiano chiuse al 5° posto a 2'09" da Piepoli. Poi il ritiro nelle tappe finali per via della febbre, dopodiché il terremoto OP che investì Saiz, suo ds in quella che era la Liberty Seguros-Würth ed anche direttamente Michele Scarponi, poi prosciolto da ogni addebito dalla Federazione spagnola.
Lo abbiamo incontrato di nuovo alla Tirreno-Adriatico e ci siamo fatti raccontare un po' di cose.
Al ritorno alle competizioni, subito protagonista alla Vuelta a Murcia. Buona prova a cronometro e primo degli italiani in classifica generale con un ottimo 5° posto.
«Murcia ha significato per me il ritorno vero alle corse dopo l'esordio nella Clásica di Almería. Erano 10 mesi che non attaccavo il numero alla schiena, un'enormità di tempo. Sono riuscito ad essere subito protagonista perché durante tutto questo tempo di inattività mi sono sempre allenato bene, a fondo, come se dovessi correre, come se fossi sotto contratto con qualche squadra».
Come si sta nel limbo in cui naviga chi l'Uci catapulta nella situazione di "colpevole non confermato"?
«Male, si sta male davvero. È una sensazione che non avevo mai provato e che spero di non provare mai più, e soprattutto spero che il caso mio e di tutti coloro che sono passati per questo marasma sia l'ultimo, perché davvero non auguro a nessuno di trovarsi in una situazione simile».
Com'è nato e quando si è concretizzato il tuo legame con l'Acqua&Sapone-Caffè Mokambo?
«Si è concretizzato tutto il 20 febbraio, ma già da un po' di tempo eravamo in contatto e parlavamo di questa possibilità. Sono contentissimo di essere approdato in una squadra come l'Acqua&Sapone, anche perché avere come capitano un corridore come Garzelli è un grande stimolo per il sottoscritto e ringrazio Palmiro Masciarelli per avermi dato questa possibilità».
Quanto ha influito l'invito di Rcs Sport al team di Masciarelli per il Giro nella tua decisione?
«Molto, non lo nego. L'ambiente dell'Acqua&Sapone è bello comunque, in ogni caso, ma l'eventualità di partecipare al Giro d'Italia è stato un fattore decisivo».
Come hai trovato il gruppo dei nuovi compagni?
«Bello, è pieno di ragazzi umili e simpatici, ed anche io per carattere non ci metto molto a fare amicizie. È sempre bello scoprire nuovi compagni, nuovi caratteri, soprattutto quando queste cose sono positive, semplici, anche divertenti a volte».
E il rapporto con Garzelli? Già a Murcia è finito dietro a te...
«Conoscevo già Stefano, che è un ragazzo straordinario ed un corridore molto forte. Il suo obiettivo è il Giro d'Italia ed è naturale che non sia brillantissimo in questo momento. Anche a me piacerebbe far bene al Giro, ci mancherebbe, ma dopo quel periodo di inattività ero davvero desideroso di far capire che c'ero ancora, che sono ancora un corridore. Partire forte è stata una mia necessità».
A cronometro hai fatto registrare dei notevoli miglioramenti. Allargando il tiro ai Grandi Giri potrebbe essere una qualità da far valere.
«È già qualche anno che sono migliorato a cronometro, ma il mio livello è ancora molto lontano dagli specialisti, ed anche dai migliori corridori in generale. Nelle crono brevi posso anche difendermi, non perdere tanto, ma su quelle lunghe ho naturalmente più difficoltà, avendo comunque altre caratteristiche. Vediamo, magari dopo il Giro se ne riparlerà (sorride)».
Se dovessi ringraziare due persone, una al di fuori del ciclismo e l'altra all'interno dell'ambiente, che ti sono state vicine nei momenti difficili, a chi ti rivolgeresti?
«Al di fuori del ciclismo sicuramente mia moglie e la mia famiglia, con una menzione particolare per la donna che ha deciso di sposarmi; all'interno del ciclismo tenderei a rispondere che nessuno m'è stato particolarmente vicino in quei momenti, quindi ringrazio me stesso».
Quindi le voci che vogliono il ciclismo come uno sport masochista paiono confermate.
«È un ambiente strano, inutile negarlo. Se non si ha una forte personalità e persone accanto che ti vogliono bene davvero, nonostante tutto, è difficile andare avanti. Lo dico con sommo dispiacere, ma purtroppo è questo quello che ho imparato».
Sai già quali saranno i tuoi programmi dopo la Tirreno-Adriatico?
«Correrò la Settimana Internazionale Coppi&Bartali, poi dovrei fare il Giro del Trentino e poi il Giro d'Italia. Ma prendete questo programma con le molle, avendo firmato il 20 febbraio è già tanto che mi abbiano trovato una maglia della mia taglia per le corse spagnole e la Tirreno (ride)».
Difatti sul foglio affisso in albergo che indica le camere dei ciclisti sei ancora segnato come "ospite", lo sai?
«(ride) Eh, lo devono ancora aggiornare, oppure mi stanno tenendo in prova...».
Esprimi un desiderio per l'anno 2007.
«I desideri li lascio ad altri, a me basta essere tornato a correre; era da giugno che non correvo, mai capitato uno stop così lungo. Se proprio devo avere un obiettivo per quest'anno, dico che mi piacerebbe finalmente raggiungere obiettivi importanti con i fatti, perché di parole ce ne sono state anche fin troppe sino a questo momento».

Mario Casaldi        


Mercoledì 28 marzo: Nel frattempo Scarponi ha vinto la seconda tappa della Coppi&Bartali, battendo Riccò e dimostrando di essere veramente tornato ai livelli che gli riconoscevamo... L'augurio è che Michele continui su questa strada. Da parte nostra, anziché scrivere un articolo celebrativo della sua vittoria, decidiamo di lasciare in homepage per un giorno in più la sua intervista, esplicativa e chiarificatrice oltre ogni commento. E comunque la lezione, valida anche per tutti gli altri coinvolti, è: da Operación Puerto si può uscire, e bene. (Ma.G.)

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