EuskalCarrara - Diario dal Giro dei Paesi Baschi
È Matteo Carrara la nostra "talpa" all'interno del gruppo impegnato nell'impegnativa Vuelta al País Vasco, tradizionale trampolino di lancio per il trittico Amstel-Freccia-Liegi. Pedalando a fianco di molti tra i migliori scalatori e "cacciatori di classiche", il biondo ventottenne della Unibet testerà le proprie ambizioni in vista dell'appuntamento con le Ardenne e sarà anche un osservatore privilegiato per capire chi saranno gli uomini da battere per quelle gare. (s.r.)
Sabato 14 aprile - La 6a tappa: Destinazione Amstel
Ed eccoci arrivati all'ultima puntata... Oggi - come vi avevo anticipato - ho affrontato la cronometro finale in tranquillità; una crono con un percorso nervoso, pieno di curve e saliscendi, e resa ancor più selettiva dall'asfalto bagnato, almeno fino agli ultimi venti atleti. Complimenti quindi a Cobo, che per il trittico delle Ardenne potrebbe rivelarsi una carta importante per la sua squadra; del resto tutti la Saunier m'ha impressionato e sicuramente saranno loro gli uomini da battere, insieme a Rebellin, Di Luca, Valverde, anche se qualcuno di loro si è un po' nascosto.
Il mio programma di qui all'Amstel prevede innanzittutto tre o quattro giorni di recupero, poi mercoledì o giovedì sarà la volta di un allenamento sulla distanza, infine già giovedì sera intendo partire per l'Olanda; infatti venerdì voglio fare un allenamento, insieme ad alcuni compagni di squadra che vivono nella zona, proprio sugli ultimi chilometri della corsa. Esco con fiducia da questo País Vasco: ho sofferto parecchio, ma nella norma, considerando anche il periodo di semiinattività precedente, e in definitiva penso che mi abbia fatto bene, che mi abbia permesso di rimettermi in carreggiata.
Ora, confidando di recuperare bene, posso puntare a un buon risultato: l'obiettivo minimo? Sarà un po' ambizioso, ma un risultato soddisfacente sarebbe entrare nei primi dieci: quindi... fate il tifo per me! Un saluto a tutti gli amici di Cicloweb e - chissà! - a risentirci...
Venerdì 13 aprile - La 5a tappa: Agli sgoccioli...
Beh, oggi c'è veramente poco da raccontare: direi che la cosa migliore della giornata è che questo País Vasco è praticamente finito. Scherzi a parte, anche se magari un bilancio lo faremo domani, sono soddisfatto del lavoro fatto in questa corsa; oggi non c'erano veramente margini per far qualcosa, visto che da subito mi sono reso conto di avere una gamba "strana", di essere un po' svuotato, sicuramente per la fatica fatta nelle tappe precedenti. Così mi sono lasciato sfilare già sullo Jaizkibel e ho proseguito a passo più tranquillo, senza prendere rischi, visto che la pioggia ha reso la corsa non poco pericolosa oggi, tanto che facevano più selezione le discese che le salite.
Non so bene cosa sia successo davanti, a parte il fatto che ha vinto Cobo, ma mi pare di aver capito che ci siano state diverse cadute; tra non partenti e gente che non ha finito, oggi ci sono stati parecchi ritiri...
Domani crono da correre come defatigante e per fare un po' esperienza, lavorando un po' per migliorare la posizione; poi vi racconterò come si prepara un'Amstel...
Giovedì 12 aprile - La 4a tappa: Sperando nel Giro
E oggi è toccato a Voigt, ma che sfortuna! Io ho provato ad entrare in una fuga all'inizio, ma proprio quando mi hanno ripreso è partito il gruppo con il tedesco; più tardi, sul primo colle di terza categoria, ho fatto un altro tentativo, insieme al mio compagno Ten Dam, ma con Saunier e Relax a tirare non è stato possibile andar via e a quel punto ho preferito continuare regolare, cercando di stare davanti. Il finale è stato una volta di più molto impegnativo: la Saunier stessa e la Caisse d'Epargne hanno fatto un bel forcing, cercando di attaccare Vicioso, che infatti ho visto arrivare al gancio, visto che era nel mio gruppo.
Io forse sarei potuto anche rimanere nel gruppo di Valverde e compagnia, invece in salita mi sono tenuto a ruota di Beltrán, contando sul lavoro della Liquigas in discesa per rientrare; così non è stato e siamo arrivati una ventina di secondi dietro. Comunque buone sensazioni: i primi giorni facevo davvero troppa fatica nel cambio di ritmo, invece ora le cose sono decisamente migliorate.
Peraltro buone notizie arrivano anche dall'Uci: ho letto che McQuaid ha fatto visita alla squadra alla Gent; speriamo che alzi la voce ora che serve, piuttosto che quando non ce n'è bisogno... Soprattutto spero che si sblocchi la situazione per quanto riguarda il Giro: sarebbe una gran cosa per la squadra e per lo sponsor, che dopo aver investito così tanto s'è visto rifiutare la partecipazione ad alcune delle corse più importanti. RCS e l'ASO stanno evidentemente cercando di fare la voce grossa e l'affaire Unibet è un po' un pretesto; il fatto è che attualmente non se ne trovano realtà disposte a portare più di tanti soldi nel ciclismo e trattarli come è stato fatto con il nostro sponsor è un po' un tirarsi la zappa sui piedi. Per il Giro poi per noi c'è la sfortuna che l'Astana, l'altro team "in bilico", non si poteva certo lasciare a casa, visto che con gente come Savoldelli, Vinokourov, Klöden, per le gare a tappe sono forse il team più forte in circolazione.
Ma anche noi abbiamo un ragazzo come Rujano in grado veramente di dare spettacolo, quest'anno che si affrontano salite davvero dure. La corsa rosa era peraltro nel mio programma e avrei veramente voglia di correrlo: per un italiano resta qualcosa di unico e io per di più non faccio un Giro da un po' di anni; ora che ho più esperienza, che so di poter dire la mia specialmente in qualche tappa mista, insomma mi piacerebbe davvero essere al via in Sardegna.
Ma intanto c'è da pensare a domani: ci attende una tappa con un finale durissimo e si riproverà a pescare la fuga da lontano, altrimenti - come oggi - proseguirò regolare, per "far gamba" in vista dell'Amstel.
Mercoledì 11 aprile - La 3a tappa: E bravo Vicioso
Che tappa strana! Sembrava una frazione interlocutoria, ma è finita con Vicioso a prendersi la maglia, peraltro con un bel distacco, al termine di una fuga di dodici. Dietro, il primo gruppo è stato parecchio numeroso: i ritmi sono stati una volta di più parecchio sostenuti, ma oggi non c'erano le difficoltà degli altri giorni, in termini di percorso. Il vantaggio dato alla fuga e soprattutto a Vicioso si spiega in parte con la fatica accumulata negli scorsi giorni, in parte perchè le squadre dei pretendenti alla generale sono un po' venute a mancare; solo l'Euskaltel "s'è svegliata" e si è messa a far l'andatura negli ultimi quindici chilometri, ma lì ormai era troppo tardi...
Ci si attendeva che tirasse la Caisse d'Epargne, ma sembra che se la stiano prendendo abbastanza comoda, mentre la Saunier ha pagato il fatto di avere tre uomini in classifica e pochi che potessero sacrificarsi per ricucire: oggi tre di loro [in realtà solo Mayo e Lobato, ndr] sono arrivati con l'ultimo gruppo e quasi quasi sarebbe stato meglio che Camaño non fosse andato in fuga e fosse rimasto dietro ad aiutare Piepoli a tirare, specie in pianura.
Comunque, ripeto, al di là delle tattiche oggi la fatica è stata un fattore: à stata una tappa davvero tirata e sul Gpm di prima categoria ci sono stati scatti e controscatti; personalmente ho retto abbastanza bene, anche se non sono riuscito ad entrare nella fuga. Ci si riproverà nei prossimi giorni, già da domani, quando sicuramente sarà fuoco e fiamme fin dalla partenza, con squadre come Saunier e Lampre che vorranno mettere qualcuno d'importante in fuga già nei primi chilometri.
Martedì 10 aprile - La 2a tappa: Montagne russe
Mamma mia, gente: oggi montagne russe! Non c'è un metro in piano in questa corsa! Anche oggi siamo partiti a tutta, nelle prime fasi non riusciva ad andare via nessuno e poi l'andatura non s'è fatta certo più morbida... Insomma, una gran fatica e di certo, anche se neppure oggi sono riuscito a stare fino in fondo con i primi, è stato un bell'allenamento: quando si sale su ritmi regolari riesco a tenere il passo del primo gruppo, ma quando davanti accelerano le gambe in effetti mi mancano. Del resto non sono neppure nel grupetto con gli ultimi a fare una fatica bestia: solamente, nel finale, quando vedo che non ne ho più mi faccio sfilare e salgo più tranquillo; realmente è soprattutto questione di fondo, visto che fin sulla penultima salita ero intorno alla ventesima posizione, quando nel gruppo dei migliori saremo stati una trentina. E poi dopo aver fatto quattro gare in tre mesi, una tappa con 3300 metri di dislivello, 4400 calorie bruciate e una frequenza media di 141... non è propriamente uno scherzo!
In tutto questo, oggi hanno abbandonato i miei compagni Golas e Victor [Hugo Peña]: anche loro avevano corso molto poco, come tutti noi dell'Unibet.
È una situazione assurda: siamo Pro Tour e a certe competizioni minori non ci siamo iscritti, ma allo stesso tempo non ci hanno fatto partire alle corse Pro Tour; così non dico che siamo allo sbando, ma certo la condizione non è buona, o almeno non è sufficiente per star dietro a chi ha fatto la Parigi-Nizza, per esempio. E poi così non c'è uno straccio di programma; io stesso dopo il País Vasco farò l'Amstel e probabilmente il Romandia, ma in squadra siamo venticinque-ventisei e in parecchi non potranno correre. Per farvi capire, oggi l'ordine di squadra era semplicemente quello di cercare di difendersi, magari salvando la gamba per entrare in qualche fuga nei prossimi giorni: è la prima volta che mi capita una cosa simile...
Meglio non pensarci, meglio guardare alle cose positive: a una gamba che già oggi girava meglio di ieri; ora vediamo che ci riservano le prossime tappe. A domani.
Lunedì 9 aprile - La 1a tappa: Che fatica!
Eccomi qua: appena uscito dalla doccia e in attesa dei massaggi, vi racconto un po' la mia giornata. Iniziata con la sveglia alle nove e la classica colazione a base di pasta (spaghetti), fette biscottate e quant'altro; poi, sistemata la valigia, lasciamo tutti l'albergo intorno alle undici e mezza. La tappa parte circa due ore dopo e subito vanno via in quattro; così nel gruppo iniziano a fare l'andatura Lampre e Gerolsteiner, che hanno tirato quasi tutto il giorno, conducendo il plotone a ritmo sostenuto per i saliscendi della frazione odierna.
È dura, la tappa: su e giù, su e giù, senza un attimo di tregua; a un certo punto inizia anche a piovere, rendendo il tutto anche un po' pericoloso. L'arrivo è posto in cima a un'ascesa di quasi tre chilometri all'8%: io fino a due dall'arrivo sono riuscito a stare con il primo gruppo, ma poi il ritmo imposto dai migliori è stato troppo elevato per la mia condizione attuale e mi sono staccato [al traguardo sarà 58º a 2'43", insieme a Cioni e Rasmussen, ndr]. Onestamente pensavo di andare un po' meglio, ma, come dicevo domenica, il periodo lontano dalla competizione è sicuramente un fattore importante: queste salite di due, tre, quattro chilometri, specialmente se poste nel finale, vengono prese molto forte ed è proprio difficile stare con i primi.
Oggi ha vinto Cobo: tutta la Saunier va forte, ma un po' m'ha sorpreso; tanto più che nel finale s'era vista tirare la Liquigas e mi aspettavo qualcosa da Di Luca, che poi non ho visto come sia arrivato [12º a 21", ndr]. Al di là di tutto la prima impressione è che sarà davvero tosta questa corsa: spero di migliorare, giorno per giorno, anche se domani ci aspetta una tappa ancora più dura...
Domenica 8 aprile - La vigilia: Di nuovo a regime...
Pronto a partire. Stamattina una sgambata di un paio d'ore, ora mi attende l'aereo da Malpensa; dopo lo scalo a Madrid, verso le sette toccherò il suolo basco e mi dedicherò a qualche massaggio e alla cena. Con questa corsa mi lascio finalmente alle spalle un mese in cui, per problemi di salute, ho corso veramente poco: infatti ho preso parte solo alla Vuelta a Murcia, un po' di tempo fa, mentre domenica scorsa ho corso la Freccia del Brabante, dove sono andato così così (ventitreesimo). Di conseguenza, l'intenzione è innanzitutto capire a che punto è la mia condizione, sperando di confermare le ottime sensazioni avute in allenamento.
Sensazioni che peraltro mi fanno ben sperare per quanto riguarda i risultati: chiaramente mi mancherà un po' il ritmo di gara, ma penso di essermi preparato bene; non dico che, dopo un mese così, sarò al via già con la gamba per vincere, ma senz'altro entrare nei dieci in qualche tappa è l'obiettivo minimo. Il tutto ovviamente in proiezione Amstel Gold Race, l'unica classica del circuito delle Ardenne per cui il mio team ha ricevuto l'invito. Ora vi lascio: destinazione aeroporto; a risentirci a lunedì, dopo la prima tappa.
a cura di Stefano Rizzato