Anche Paolini si candida - Lui e Ballan rinascono a La Panne
La tappa di Zottegem è praticamente il classico d'apertura della Tre Giorni di La Panne; perche è la tappa che ricalca un po' il Fiandre: dodici muri, tra i quali il Leberg e il Berendries fanno parte anche del percorso della Ronde che si disputerà la prossima domenica.
Ed allora come non essere contenti della prova di Luca Paolini ed Alessandro Ballan, alfieri tricolori che hanno salutato, sullo Stuivenberg, ultimo muro di giornata, la compagnia degli altri fuggitivi (tra i quali Roesems, Posthuma, Matveyev, Hulsmans) e sono andati a caccia della tappa (il comasco), e di quanti più secondi possibili di distacco (il trevigiano).
La vittoria di Paolini, allo sprint, ed il ritrovato colpo di pedale dello sfortunato Ballan (era caduto in Svizzera al GP Chiasso ed anche prima della Tirreno), non sono soltanto circoscritti a questa corsa, comunque secondaria (seppur belga, quindi sempre importantissima), ma ci consentono di allargare il tiro ed il mirino fino a domenica prossima, la domenica di Pasqua.
Perché Paolini, uomo Liquigas, entra in quella schiera di personaggi italiani, spiccatamente in maglia verde con striature blu, che già da qualche tempo (per la precisione: un mese fa esatto!) si rendono protagonisti nelle classiche belghe, pavè o non pavè. Dicevamo del 3 marzo, quando Filippo Pozzato si andò a prendere un'Het Volk meravigliosa; oppure, ed è storia più recente, si può prendere l'ultimo week-end di corse belghe e leggersi i nomi dei primi italiani nelle due corse: ad Harelbeke è toccato a Manuel Quinziato, 4° all'arrivo; alla Freccia del Brabante, invece, è stato Enrico Gasparotto ad aggiudicarsi la 3a piazza. Cerchiamo di capire cosa può voler dire questo.
Ovviamente, la presenza di quattro atleti di punta in grado di giocarsi ognuno le proprie chance al meglio in corse così dure e così aspre è un vantaggio mica da ridere ed assolutamente da non sottovalutare. Probabilmente soltanto la Quick Step, attualmente, è in grado di poter presentare carte maggiori o uguali alla squadra di Amadio: Boonen, Van Petegem, Bettini e Steegmans sono corridori che si presentano da soli, così come il corollario dei vari Tankink, Hulsmans (3° oggi), Van Impe e De Jongh. Insomma, la Quick Step, e Lefévère, la conosciamo e lo conosciamo.
Però la Liquigas è subito dietro, se è vero che la "storica" Lotto (ora secondo nome della Predictor) appare un po' spuntata: c'è Hoste, e va bene, ma le cessioni di Van Petegem e Mattan si faranno necessariamente sentire; ed a meno che il giovanotto Van den Broeck, o il meno giovane Roesems, o il giovanissimo Cornu, non s'inventino qualcosa di estemporaneo, la loro posizione di partenza appare un gradino sotto alla squadra italiana.
Non vorremmo fare fantaciclismo, né un microscopio anticipato, però è da ricordare che, tra i gregari, la Liquigas potrà puntare su un certo Roberto Petito, che i cubetti di pavè li conosce praticamente uno ad uno, ed al Fiandre fu 10° un anno fa (in maglia Tenax, praticamente un'impresa) e 5° (e migliore degli italiani) due anni fa, quando Ferretti e la Fassa Bortolo facevano non solo le fortune di Petacchi. Dunque, praticamente quattro punte e mezza, e non nominiamo il brasiliano Fischer (seppur pimpante in questo inizio di stagione), perché sennò dovremmo nominare anche Weylandt per la Quick Step e Leukemans per la Predictor, e poi si scatenerebbe una matrioska infinita di nomi.
Però, ecco: Pozzato-Quinziato-Gasparotto-Paolini sono quattro frecce assolute, di valore. Probabilmente non sono nomi che fanno girare la testa (magari chiamarsi Henrick De gas Pärotto aiuterebbe), ma sono nomi importanti, che hanno fondo, e che sono anche veloci, che è una qualità, nelle corse in linea, che è sempre meglio avere che non avere. A questo punto, ci viene anche da pensare che, tra domani e giovedì, gli uomini in verde lancino all'attacco qualche altro uomo, tanto per rimpolpare il minestrone: toccherà al giovane belga Willems? A Kuchynski? O si muoverà l'altro italiano Da Dalto? Lo scopriremo.
L'altro lato della medaglia odierno è rappresentato da Alessandro Ballan, maggiore speranza italiana, almeno leggendo gli annali, nella ormai imminente Campagna del nord, grazie al 6° posto di due anni fa ed al 5° dell'anno scorso al Fiandre, ed al 3° posto alla Parigi-Roubaix 2006. Un Ballan che, come abbiamo accennato ad inizio articolo, quest'anno è partito col piede sbagliato, ma in fondo quando si cade è più importante fare la conta delle ossa che non recriminare su ciò che sarebbe potuto accadere tra Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo (eh sì, lo sappiamo, un attacco Riccò-Ballan sarebbe stato il top!). Ed allora eccolo qua Alessandro, uno che in gruppo ci sa stare poco e che, quando è "costretto" a starci, lo picchia in testa, e forte (chiedere a chi lo seguiva nel circuito iridato di Salisburgo per le referenze).
Ballan è stato il primo a muoversi oggi, da lontano, e a portare via il gruppetto che s'è giocata la corsa; e a un certo punto, a 15", i battistrada si sono ritrovati inseguiti da un trio composto da Coyot, francese della Unibet.com, Rosseler, belga della Quick Step (aridaje!) e un certo Daniele Bennati. Ohibò, l'aretino. Dopo l'omissis della Sanremo, rieccolo davanti. Effettivamente non poteva aver perso quel gran colpo di pedale che gli abbiamo visto tra la Valenciana e la Parigi-Nizza, doveva essergli rimasto qualcosa. Comunque Ballan non se n'è curato più di tanto. Non l'ha aspettato per favorire la vittoria in un'eventuale volata del compagno, e – come è giusto – Bennati dietro non s'è affatto dannato l'anima per aiutare Coyot e Rosseler nel ricongiungimento, che non è mai avvenuto.
Perché ad un certo punto Ballan, sullo Stuivenberg, a 7 km dal traguardo, ha salutato tutti e s'è involato verso il traguardo. Ci ha provato Roesems a seguirlo, ma il corazziere belga (è alto all'incirca due metri) ha dovuto desistere. E proprio in quel momento è saltato fuori dal gruppo, come una molla (oh mamma, per un attimo abbiamo avuto la tentazione di scrivere: "come un grillo"), Luca Paolini.
L'ascesa non era irresistibile, 7 km da solo quando dietro hai dei cagnacci ad inseguirti come il belga, Posthuma e Matveyev non è semplice gestirli, e quindi Ballan ha pensato bene di non forzare, attendere per qualche centinaio di metri Paolini e poi tirarlo per qualche altro centinaio di metri, fargli riprendere un po' il fiato, e poi volare via di comune accordo verso l'arrivo. L'epilogo, anche viste le caratteristiche dei due, ha voluto Paolini vincitore di tappa, Ballan serissimo candidato alla vittoria finale della Tre Giorni di La Panne.
Ai microfoni della tv belga, Paolini ha dichiarato: «Dopo la Sanremo sono stato male, ho avuto sempre tosse, e questa vittoria mi dà morale per domenica. Al Fiandre ci tengo tantissimo, e se è vero che la Tre Giorni di La Panne è un appuntamento più che importante, le mie attenzioni sono rivolte al Giro delle Fiandre. Ci tenevo ad una tappa, a questa in particolare, mentre a Ballan penso interessi di più la classifica finale. Certo, è stato bello arrivare con un altro italiano».
Ballan è riuscito a mettere secondi importanti tra sé e gli altri fuggitivi, ed ammette: «Nel gruppetto di testa ero preoccupato dalla presenza di Posthuma, un passista che a cronometro va molto forte. Ho così provato a forzare sull'ultimo muro per scavare un po' di vantaggio tra me e lui, in vista della crono conclusiva di giovedì. Non vengo da un inizio stagione facile, e qui provo a risalire la china. Il grande obiettivo è il Fiandre, ma iniziare da La Panne non mi dispiacerebbe».
Insomma, dopo Harelbeke e Brabante avevamo bisogno di qualche segnale incoraggiante, nonostante i già citati Quinziato e Gasparotto. Lo abbiamo avuto da Luca Paolini ed Alessandro Ballan, sperando che nei prossimi giorni due ragazzi come Pozzato e Bennati possano far tremare le mani ad un fortissimo Freire e a chi brandisce i bandieroni delle Fiandre sin da Sanremo.