«Voglio andare al Mondiale» - Adesso Giuliano punta alla maglia azzurra
Versione stampabileL'obiettivo è dichiarato: il Mondiale, a Salisburgo.
Ma a far ben sperare per il prossimo futuro è la serenità con cui il corridore napoletano ci spiega quale nella sua mente sia la meta di un rincorsa già cominciata due settimane fa nella solitaria cavalcata che sulle rampe dell'Adamello l'ha visto tornare al successo dopo più di due anni, al Brixia Tour. Anche perché è ancora in solitaria che è riuscito oggi a bissare quel successo, stavolta in cima al novello arrivo del Giro del Lazio edizione numero 72, a Rocca Priora. Certo, una salita di poco conto se paragonata alle vette alpine della prova bresciana, ma è pur vero che la concorrenza odierna era di sicuro di ben altro spessore. Non tanto nei nomi dei favoriti, in una corsa che ha ribadito (nel caso ne avessimo ancora bisogno) i problemi causati dal circuito Pro Tour, con poco più di cento corridori al via e nessun team straniero di rilievo, ma soprattutto perché la gloriosa tradizione della prova laziale fa, per fortuna, ancora gola a qualsiasi corridore.
E molti erano infatti i volti noti pronti a giocarsi la vittoria sulla salita finale, dopo aver usufruito dell'inevitabile selezione avvenuta sui Campi di Annibale, la principale asperità di giornata. Lo dimostra un ordine d'arrivo di tutto rispetto, con i migliori corridori italiani, salvo qualche eccezione, che si sono divisi compiti e ruoli con ammirevole spirito di squadra. E tra le squadre, è il team Lampre che l'ha fatta da padrone: «Sì, abbiamo corso bene», ammette Giuliano a fine gara, ed evidenzia i meriti di un Cunego versione "stopper" ma anche fresco e pimpante nello sprint finale, che gli è valso la piazza d'onore. Alle spalle di un Figueras finalmente ritrovato, dopo sfortune di ogni tipo che lo avevano relegato ad un ruolo marginale per il movimento, un ruolo che per gambe e talento sicuramente non gli compete.
«Ed ora si guarda avanti - continua - già martedì con la due Giorni Marchigiana, dove in una delle due prove cercherò di far bene, per poi concentrarmi sulla corsa di San Sebastián, con la speranza di riuscire a primeggiare in una delle ex prove di Coppa del Mondo che ci saranno fin da sabato prossimo e che ben si addicono alle mie caratteristiche».
Un finale che quindi non passerà per la Vuelta, al massimo per il Giro di Polonia come unica corsa a tappe di un programma che lo vedrà sicuro protagonista nelle maggiori classiche del panorama nostrano e non solo, con la convinzione di recuperare le molte occasioni forzatamente svanite in queste ultime dannate stagioni, ed un obiettivo ormai non più segreto: «Salisburgo, appunto».