Vino gioia per gli occhi - Rivincita-show del kazako a Lugo
Alexandre Vinokourov non è un ciclista, è un artista. È uno capace di farsi battere da Valverde in salita, venendo superato a un passo dal traguardo quando la vittoria sembrava già nelle sue tasche; e poi di vendicarsi col mondo il giorno dopo, vincendo più o meno nello stesso modo, anche se non su un arrivo in quota, ma in una tappa da velocisti. Lui è fatto così, è un piccolo genio dello sport moderno, viene dal Kazakistan, ha il sogno del Tour de France (che probabilmente è destinato a restare irrealizzato), e nel suo paese (ha portato a casa la prima medaglia olimpica kazaka) lo adorano, al punto da essere corsi in suo soccorso, governo in primis, per pagargli la squadra fino a fine anno: e sì, perché il team sarebbe la Liberty Seguros spazzata via dall'affaire Puerto, e rimasta senza gli sponsor (oltre alla compagnia assicurativa c'era anche la Würth).
Così, dal Kazakistan con furore, ecco i gas-dollari che hanno finanziato la squadra paranazionale (oltre a Vino ci sono anche Kashechkin, ben messo in classifica, Bazayev e Yakovlev) dandole il nome di Astana (la capitale dell'ex repubblica sovietica) e permettendo ad Alex (escluso ingiustamente dal Tour) di correre da protagonista il finale di stagione, Vuelta e Mondiale su tutto.
E rieccoci quindi alla corsa spagnola: scottato dalla beffa subita da Valverde ieri, come avrà passato Vinokourov le 20 ore successive? Macerandosi in quali tormenti interiori? Qualsiasi cosa sia successa, gli ha dato la carica per fare quel che ha fatto oggi: al termine di una frazione velocissima, animata da una bella fuga di Van Impe, nell'ultimo chilometro Paolini ha provato un allungo da finisseur: ma la sua benzina è finita troppo presto e, in un fantastico contrappasso, Vinokourov ha dato la sua stoccata ai 500 metri, emergendo fortissimo dal gruppo e superando l'italiano a pochi passi dal traguardo.
Il rammarico per Luca è forte, ma come si può piangere di fronte ad un'azione di tale bellezza? Bisogna solo lasciare che gli occhi se ne riempiano ed esultare con l'autore di un tale pezzo raro; né si possono coltivare rimpianti per il secondo posto di un Marzoli universale, forte dappertutto e davvero meritevole di un'affermazione vera: ma ci saranno altre occasioni, oggi era il giorno della sparata di Vinokourov.
Per lui una vittoria e 20" d'abbuono che gli permettono di riavvicinarsi in classifica (lo sloveno Brajkovic sempre primo), anche se resta inchiodato al decimo posto. Ma domani, nella A Fonsagrada-Alto de La Cobertoria, 207 km con 6 Gpm e arrivo in salita, il kazako potrebbe inventarsi qualcos'altro. Tanto cos'ha da perdere?
Più articolata sarà invece la tattica di quelli che nella generale sono piazzati bene, a partire da Valverde (diamo per scontato che Brajko correrà in difesa, anche perché il tappone con tanti chilometri e salite potrebbe risultare indigesto a un giovane come lui, con meno fondo di altri più scafati corridori). Il leader Pro Tour proverà qualcosa o lascerà l'incombenza al collega Sastre? Dovessimo scommettere, punteremmo in effetti più su quest'ultimo che sul murciano. Gli altri giovani (Gómez Marchante, Kashechkin) staranno alla finestra, mentre chi dovrebbe sfruttare l'occasione per risalire posizioni (se non secondi) in classifica è Di Luca, che da buon diesel si troverà su un terreno adatto più a lui che ad altri.