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L'Emilia di Rebellin - Vittoria meritata su Di Luca

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Si salva una stagione così così mettendo la ruota davanti a tutti in una delle classiche più belle del calendario italiano?
Forse sì. Forse sì se questa vittoria, ottenuta in cima al San Luca, durissima salita bolognese che caratterizza (di più: rende unico) il Giro dell'Emilia, viene poco dopo un Mondiale memorabile. Lo abbiamo detto e ripetuto, una bella parte dell'iride conquistato da Bettini a Salisburgo appartiene di diritto a Davide: senza il suo attacco a 4 km dal traguardo, dopo che l'assalto del livornese era stato annullato, probabilmente avremmo assistito a un finale diverso, con i velocisti che avrebbero avuto più tempo per riorganizzarsi e controllare meglio gli ultimi chilometri.
Così non è stato, proprio grazie a Rebellin, che ha sparigliato le carte in quel finale convulso, ponendo le basi per il colpo di mano spagnolo che si è tramutato nel successo italiano. Dopo i suoi noti dissapori con Ballerini, Rebellin non si è limitato a fare il suo compitino nella giornata iridata, ma da vero fuoriclasse ha estratto dal cilindro un colpo risolutore.
Tornando a oggi: non possiamo negare che il conto del vicentino in questa stagione fosse ampiamente in passivo: rispetto ai meriti, rispetto a quanto seminato, una vittoria di tappa (più l'affermazione finale nella classifica) al Brixia Tour sarebbe stato davvero poco. Tantopiù che anche nella stagione scorsa, quella successiva alla mitica tripletta Amstel-Freccia-Liegi del 2004, il palmarès di Rebellin assommò appena una tappa del solito Brixia.
E allora oggi Bologna ha restituito qualcosa al serissimo veneto, gli ha dato un sorriso che, indipendentemente dai risultati del pochissimo che resta di questa sua stagione (Piemonte+Lombardia, oltre al Beghelli di domani), gli lascerà in bocca un dolce che gli farà passare un inverno molto rilassato.
Nella mattinata di Cento, il Giro dell'Emilia è partito tra la commozione del minuto di raccoglimento dedicato alla memoria di Sauro Bettini, fratello di Paolo morto pochi giorni fa in un incidente stradale. Il Campione del Mondo è tornato proprio in quest'occasione a gareggiare, più per onor di firma che per altro, visto che, dopo essersi fatto vedere davanti nelle battute iniziali, è rimasto nelle retrovie e si è ritirato dopo il primo passaggio sul San Luca.
La corsa l'hanno animata Arekeev (sulla salita di Monzuno), Vasseur, Gustov, Sella, Missaglia, Belohvosciks e Frank Schleck, che hanno seguito il russo. Il lussembrughese, tra l'altro, era già in avanscoperta nel circuito cittadino di Cento, tra i 26 uomini che hanno costituito una fuga destinata a vita breve.
Ma ovviamente, come in ogni Giro dell'Emilia che si rispetti, è stato il San Luca a dare i giudizi: Arekeev e Schleck erano rimasti in testa, e su Sella, poco distante, si era portato un Nibali esplosivo. I primi due passaggi sulla salita del santuario hanno esibito un vero show del messinese, che poi ha pure tentato un allungo solitario.
Ma Vincenzino deve ancora crescere, come si può ben intuire: fra un po' di tempo magari saprà dosare meglio i suoi sforzi e soprattutto distribuirli meglio nel corso di una gara, perché è un po' uno spreco dare tutto nei primi due giri di circuito e finire la benzina a 20 km dal traguardo.
Fuori Nibali, è toccato al suo capitano indirizzare la corsa. Di Luca ha ha forzato nel penultimo giro, sempre sul San Luca, e il più pronto a rispondere è stato Rebellin, con Anzà (già primo al Giro di Romagna), e Di Grande (riesumato dopo una vita di anonimato) bravissimi ad accodarsi, così come ha fatto più tardi Simone Masciarelli.
Ma non ci sono mai stati dubbi su chi fossero i due uomini che si sarebbero giocati la vittoria: Masciarelli ha gettato la spugna sull'ultimo San Luca, e anche Anzà ha mollato prima della volata. Rebellin è partito lunghissimo, ma Di Luca non ha forse scelto il rapporto giusto, restando troppo duro e non riuscendo a trovare lo spunto se non negli ultimissimi metri, quando era ormai troppo tardi. Di Grande, già soddisfatto del podio, non ha neanche sprintato, una volta capito che non sarebbe stato competitivo. Rebellin ha tenuto fino in fondo, e ha respinto il colpo di reni di Danilo. Il quale, anch'egli alle prese con una stagione un po' deficitaria (tappa alla Vuelta a parte), vorrà rifarsi al Lombardia: ma quella sarà un'altra storia.

Marco Grassi    

 

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