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Il battesimo di Ventoso - Francisco, prima gioia importante

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Non è ancora una consacrazione, ci mancherebbe: in fondo è solo una tappa alla Vuelta. Ma di certo questa vittoria ad Almendralejo rappresenta per Francisco Ventoso un gran bel salto di qualità. E a 24 anni, dopo una discreta serie di piazzamenti (nel 2005 al Giro, quest'anno al Tour e alla Parigi-Nizza, per non dire della sua affermazione alla Bicicletta Basca), ha trovato il primo successo davvero pesante.
Pesante perché viene in un grande giro, che non è il Tour, non è il Giro, ma è pur sempre la più importante corsa di Spagna; e soprattutto perché, in una gara di rilievo, premia il giovin Ventoso al cospetto di molti dei più forti sprinter del mondo. Gli stessi che ieri erano stati messi in riga da Bettini, oggi hanno sbattuto violentemente contro il velocista della Saunier Duval: e così la squadra iberica ha portato a compimento una giornata capolavoro, iniziata con la fuga di David De La Fuente (in compagnia di Duclos-Lassalle e di un Franzoi molto, molto convincente), e terminata con le braccia alzate di Ventoso.
Tattica perfetta nella sua semplicità: uomo interessante davanti, e squadra coperta per tutta la giornata, col compito di inseguire che è ricaduto su altri. Una mossa talmente banale ed allo stesso tempo efficace, da aver trovato anche la Lampre pronta ad attuarla: e è stato speso Franzoi per tenere al calduccio Napolitano. Scelta azzeccata, visto che il siciliano è stato tra i protagonisti dello sprint.
Danneggiato, purtroppo, dagli sciagurati movimenti sul rettilineo finale di quegli elefanti da cristalleria che vestono le maglie Davitamon. McEwen era chiamato al riscatto dopo la beffa di Córdoba, ma anche stavolta è stato lanciato troppo presto; di più, Fred Rodriguez, spostandosi, ha intralciato il cammino di un avviatissimo Napolitano, che si è trovato così a dover quasi frenare ai 150 metri: e da lì, per ripartire da fermo e andare a vincere, o ti chiami Boonen (cfr. Parigi-Nizza), oppure devi accontentarti di un piazzamento (nell'occasione, un sesto posto che serve comunque a rompere il ghiaccio), in attesa di trovare meno traffico (e soprattutto meno fenomeni in bici) nei prossimi giorni.
McEwen, quindi, molto poco Magic di questi tempi: scattato ai 200 metri, ha confermato di poter tenere una velocità altissima, ma per non più di 100 metri. Il che si rivela esiziale se si sbagliano i tempi e ci si trova al cospetto di rivali potentissimi: rivali come Zabel, che è tornato nelle zone alte dell'ordine d'arrivo (quarto); come O'Grady, che di tanto in tanto, quando ha la luna giusta, si lancia in qualche sprint (e chiude terzo); soprattutto come Hushovd, che ancora una volta, la seconda consecutiva, dispiega una forza spettacolosa che gli consente una rimonta da visibilio, se non fosse che, esattamente come a Córdoba 24 ore prima, incappa in qualcuno che pesca il jolly.
In Andalusia Bettini, oggi Ventoso. Ma intendiamoci, parliamo di jolly nella misura in cui riteniamo che il bravissimo Francisco avrà qualche difficoltà a trovare condizioni ideali come oggi per piazzare un'altra zampata: avrà a scontrarsi con avversari sempre più avvelenati, con situazioni non sempre gestibili facilmente, e anche con una certa inevitabile inesperienza dovuta alla fresca età. Però nulla gli vieta di godersi questo bellissimo successo, goderselo soprattutto in ottica futura, perché se a 24 anni si è tolto lo sfizio di battere Hushovd, O'Grady, Zabel e McEwen (ragazzi, stiamo parlando della nobiltà degli ultimi 10 e più anni!), e di lasciare ancora più indietro colleghi giovani e forti (Napolitano, Clerc, Corioni, Haussler, Eisel), ciò significa che nei prossimi anni Ventoso non potrà che essere uno dei protagonisti delle volate del ciclismo mondiale. E noi glielo auguriamo.

Marco Grassi    

 

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