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Florencio fa tombola - Grande sorpresa a San Sebastián | Cicloweb

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Florencio fa tombola - Grande sorpresa a San Sebastián

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Screditare Florencio Cabre e la sua vittoria sarebbe poco rispettoso nei confronti del bravo ed intelligente spagnolo della Boygues Telecom. Chi se lo aspettava a San Sebastián primo già dalla semicurva a sinistra prima del vialone (per larghezza, più che per lunghezza) finale avrà fatto tombola, quest'oggi. E sicuramente ha fatto tombola Xavier, che s'aspettava di essere passato da almeno un corridore, ma anche due, nei metri finali: lo aveva messo in preventivo. Ed invece, inconsapevolmente, lo stanco Kashechkin gli ha fatto quasi il buco e gli ha dato quella bici di vantaggio che Stefano Garzelli non è riuscito a recuperare. Il podio è formato da questi tre uomini, e se il nome di Garzelli in uno sprint di 50 corridori ci sta a pennello, lo stesso non possiamo certo dire (o non potevamo, visto oggi) per Florencio ed il kazako. Perché in gruppo c'era Hincapie, c'era Moreni, e Rebellin, Herrero, Flecha, Di Luca, Pellizotti, Celestino, Kolobnev, Mori, tutta gente che lungo gli sprint nei gruppetti ristretti ci ha costruito gran parte della propria carriera, più o meno prestigiosa.
E perché in quel gruppo c'erano anche Figueras e, soprattutto, Alejandro Valverde: i discorsi da fare, però, sono due, perché differenti. Giuliano doveva lavorare per Cunego, inutile negarlo, dopo il credito che il veronese vantava nei confronti del napoletano scaturito dal Giro del Lazio di una settimana fa appena: e oggi Cunego s'è messo in testa al momento dello scatto di Sastre (e Mayo, ma il basco è stato rintuzzato proprio dal veronese) sullo Jaizkibel, ma che l'andatura non fosse proibitiva l'ha dimostrato poco dopo l'attacco di Riccardo Riccò, due anni più giovane di Damiano e parecchio brillante sulle strade basche.
Poi è stato dato il via libera a Figueras, perché evidentemente Cunego (giunto poi a 5'08" dai primi) non ne aveva proprio; quindi la Lampre non ha collaborato con la Caisse d'Epargne dello stesso Valverde per il ricongiungimento con Sastre, Menchov e Mayo, davvero bravissimi, e poi il tentativo di Petrov sull'Alto de Gurudze che aveva quasi spaccato di nuovo il gruppo. Bruseghin insegue Vinokourov e Castaño negli ultimi chilometri, Petrov agli 800 metri è a ruota proprio dello spagnolo leader del Pro Tour, ma poi sparisce: risultato? Il 18esimo posto di Bruseghin, immenso, come piazzamento migliore: strano modo di correre per il team di Martinelli.
Valverde invece sullo Jaizkibel è parso più pimpante, pareva quasi che stesse lavorando per Karpets (che era in ultima ruota al gruppetto condotto proprio dallo spagnolo) perché nell'ultimo tratto di salita ha menato davvero, poi l'hanno raggiunto Gutiérrez Palacios e Lastras, e da lì è partita la rincorsa verso i tre battistrada. All'atto finale, poi, Valverde è parso senza energie, ma questo ci può stare eccome: difatti Alejandro s'era presentato al Tour essendo uno dei favoriti principali, ma tornando a casa dalla Francia con la sola dote di una clavicola rotta; oggi era al rientro, ed un 8° posto non è affatto disprezzabile. È già ottimo, anzi, essere rimasto davanti.
Menzione speciale per Sastre (che, dopo Giro e Tour, pare che parteciperà anche alla Vuelta: lo chiameranno "Stakanov"), Menchov (che anche l'anno scorso fu il più attivo sullo Jaizkibel) ed Iban Mayo: quest'ultimo ce lo aspettavamo con un po' di timore, dopo la Vuelta a Burgos vinta. Avevamo il timore di essere di nuovo delusi, lo ammettiamo senza vergogna; una sinusoide: questo è Mayo, ma oggi era ancora nel picco alto della propria onda. I tre hanno inscenato un bell'attacco che ha costretto Karpets e Gutiérrez Palacios ad una rincorsa sul filo dei secondi, portata a compimento soltanto negli ultimi 4000 metri: da lì ci ha provato prima Kashechkin, poi Petrov, poi Vinokourov con ancora il bravissimo Riccò (13esimo, come se non bastasse, nella volata finale) a ruota e Castaño e Bruseghin (da stopper) a supporto. Poi è arrivato Nibali e la Liquigas ad allungare il gruppo, poi s'è piazzato Florencio in testa prima della "s" finale e da lì non s'è più mosso.
Già nel 2004, quando Martín Perdiguero beffò Bettini e Rebellin, si disse che "...se il rettilineo fosse stato qualche metro più lungo...", ed oggi un discorso simile si può fare per Florencio e Garzelli, sopra tutti, anche se lo spagnolo ha vinto con quasi una bici e mezza di vantaggio sul varesino. Spiace perché il gruppo sembrava quasi sorpreso di vedersi quel traguardo lì, così vicino, dopo la semichicane finale, e lo spagnolo nato il giorno dopo del Natale '79 ha trovato il suo più grande regalo oggi, a San Sebastián.
E non lasciatevi ingannare dalla nazionalità spagnola, perché questo è un mezzo seguace di Flecha, visto che il 7° posto alla Freccia di Brabante ed il 18° al Giro delle Fiandre, risultati arrivati nel 2004, erano finora i suoi migliori piazzamenti in corse importanti. Sempre nel 2004, in verità, Florencio si piazzò 15° alla Classica di San Sebastián, arrivando nel gruppetto con Moreni, Freire, Astarloa, Garzelli e Cunego.
È piovuto dal cielo, Florencio, non lo neghiamo: ed è piovuto oro anche in Francia, sponda Bouygues Telecom, che dopo la tappa al Tour de France con Fedrigo si è ritrovata questo bottino quasi per caso. Applaudiamo però l'intelligenza dello spagnolo e la sua scaltrezza, e gli facciamo anche i complimenti per la fortuna. Anche lui sa di averne avuta, ma deve sapere di essere stato bravo nel cercarsela e nel saper farsela amica.

Mario Casaldi    

 

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