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Fenomeno Tinkoff - Konyshev: «Ora esordisco da ds» | Cicloweb

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Fenomeno Tinkoff - Konyshev: «Ora esordisco da ds»

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Presentazione bagnata, stagione fortunata. È stato questo l'auspicio comune dei dirigenti della Tinkoff Credit System durante la presentazione ufficiale del team in Italia, avvenuta nel lussuoso scenario della Casa del Jazz di Roma, pochi giorni dopo l'omologa cerimonia tenuta a Mosca, nell'altra nazione cara a buona parte dei componenti della squadra, a cominciare dal vertice dirigenziale, il presidente russo Oleg Tinkov.
Un presidente capace di cominciare un discorso presentato dalla madrina della cerimonia, la splendida Lucia Blini, scusandosi per un italiano molto stentato che non gli ha impedito comunque di sottolineare il desiderio di riuscire nell'ambizioso progetto di raggiungere i vertici del ciclismo mondiale, grazie ad un professionalità ed un'attenzione dei particolari veramente unica: «Io e Stefano Feltrin (general manager) stiamo il più possibile con la squadra, addirittura durante il primo ritiro eravamo con loro in sella, anche in salita» racconta, con lo stesso Feltrin che aggiunge divertito: «Ciò è stato possibile perché si andava piano, mentre già nel secondo raduno di Grosseto la storia era un po' diversa. Ci abbiamo provato, ma per fortuna ci hanno staccati».
È stato poi il turno degli altri dirigenti: il più giovane team manager in attività, Omar Piscina, che può già vantare tre anni di esperienza nel Team L.P.R., i tre direttori sportivi, tra cui l'ultimo arrivato Dimitri Konychev, passato direttamente dalla bici all'ammiraglia, ed infine i 18 corridori, ognuno accompagnato da un tema musicale in sottofondo, con gli ultimi due chiamati che erano sicuramente i più attesi dalle decine di fotografi accorsi per l'occasione: i neoacquisti Danilo Hondo e Tyler Hamilton.
Tra molti volti nuovi rispetto alla scorsa stagione anche gli italiani Contrini, Aggiano, Commesso e soprattutto l'abruzzese Ruggero Marzoli, corregionale ed amico di uno dei molti ospiti d'eccezione intervenuti nella cerimonia, il pilota Jarno Trulli, che insieme ai calciatori Taddei, Aquilani ed al rugbista Steffen, ha voluto fare il suo personale in bocca al lupo a tutta la squadra.
Con loro anche il gotha del ciclismo italiano, a partire dal presidente della federazione Renato Di Rocco, che ha sottolineato «il grande atto d'amore del presidente Tinkov verso l'Italia, visto che il team avrà la sede a Roma, e verso il prodotto nostrano, con biciclette e divise italiane», continuando con il commissario tecnico della nazionale Ballerini, che ha evidenziato la grande qualità tecnica dei corridori, in particolare sull'ennesimo volto nuovo: «Il russo Petrov, mio ex compagno di squadra alla Mapei: so quanto vale e spero possa tornare sui suoi livelli perché potrebbe essere una perfetta spalla nei grandi giri per l'americano Hamilton» ha sottolineato il ct mentre lo salutava. Grandi giri cui il team spera ovviamente di prendere parte, e la presenza del direttore del Giro d'Italia, Angelo Zomegnan, potrebbe essere un piccolo segnale in tal senso. Direttore che è stato invitato a salire sul palco subito dopo l'auspicio del general manager Feltrin di riuscire a vincere almeno qualche corsa del Pro Tour: «Appunto, visto che noi non ne abbiamo, di competizioni nel Pro Tour, si può star tranquilli», precisa subito Zomegnan, aggiungendo inoltre che è la prima presentazione cui partecipa, «nell'intenzione di dare un segnale preciso: io sono dalla parte del ciclismo di tutti e per tutti, e non di quello elitario ma di quello d'eccellenza».
Con l'augurio della stessa Blini di far bene fin dalla prima avventura in Malesia, al Tour de Langkawi, la cerimonia è continuata con un piacevole concerto jazz, e visto il luogo non poteva essere altrimenti, prima che i componenti del team si concedessero alla stampa, che per la verità era in buona parte accorsa all'esterno, noi compresi, per degustare il regale aperitivo che il presidente Tinkov aveva organizzato per tutti, ma proprio tutti, anche gli ospiti più inaspettati, con la contessa de Blanck divertita nell'ipotizzare un improbabile ritorno in sella ad una delle biciclette esposte per l'occasione, per la gioia del suo cane che, completamente depilato, cercava invano di ripararsi dal freddo. Meglio pensare al ciclismo, e tornare dentro, dove il neo ds Konyshev ci stava aspettando.

Dimitri, quasi venti anni di grande carriera, e subito il passaggio in ammiraglia: emozionato?
«Se passavo in una squadra un po' più piccola, magari nei dilettanti, era un po' meglio forse, perché la responsabilità è davvero tanta. Ma ci provo, d'altronde di esperienza penso di averne abbastanza».
Esperienza da trasmettere ai tanti giovani tuoi connazionali presenti nella squadra?
«Quello è il primo obiettivo, speriamo che mi ascoltino».
Giovani di grande talento, su cui spicca il campione olimpico Ignatiev.
«Lui è già un corridore pronto, ha vinto tutto tra i dilettanti e noi possiamo solo che augurarci faccia altrettanto in futuro. Ma ce ne sono molti altri, tra cui un ragazzo di 19 anni che secondo me diventerà un grande campione».
Ragazzo che intanto chiamate affettuosamente "bambino", come avvenuto durante la presentazione?
«Si, il nostro "bambino" (Ivan Rovny), ha veramente la stoffa per diventare un fenomeno».
Una squadra che si è notevolmente rinforzata: secondo quale logica?
«Dato che avevamo nove corridori che si possono considerare dei neoprofessionisti, è normale che dall'altra parte dovevamo inserire pedine affidabili e di grande esperienza, di modo che gli stessi giovani possano imparare da loro».
Cominciamo con gli italiani, cosa vi aspettate da loro?
«Sono tutti corridori già affermati, con caratteristiche che magari non gli permettono di poter primeggiare nelle classifiche delle corse a tappe ma sicuramente di conquistare singole frazioni e corse in linea. Corridori che quando stanno in fuga difficilmente sbagliano».
Un corridore che negli ultimi anni si è un po' perso è Petrov. Pensate di poterlo recuperare?
«Come diceva prima anche Ballerini, ha un talento straordinario che tra i professionisti ha espresso molto raramente. Se non ci sono riuscite squadre per lui straniere, speriamo che noi russi riusciamo a trovare la chiave».
A proposito di grandi corridori da recuperare vengono subito in mente due nomi come Hondo ed Hamilton. Quanto credete in un loro ritorno ad altissimi livelli?
«Dopo averli visti nei primi ritiri della squadra, dico che c'è ben poco da recuperare, anzi sono corridori che possono solo insegnare. Un campione come Hondo ha già insegnato moltissimo in appena due settimane di ritiro: da come si veste, come mangia, come tira il gruppo in allenamento, è un vero esempio di corridore esemplare. Forse mi ha fatto capire quanto poco professionale ero io!».
Si comincia con il Langkawi tra pochi giorni, ma è ovvio che il primo grande appuntamento è per tutti la Sanremo. Sperate di poter prendere il via alla Classicissima?
«Certo, anche se purtroppo la squalifica di Hondo scadrà pochi giorni dopo, il 1° Aprile. Ma sono sicuro che non ci manca qualche "jolly" che saprebbe fare bene in una corsa così ambita; dipenderà molto anche dallo stato di forma dei corridori in quelle settimane».
L'altro grande appuntamento italiano della prima parte di stagione è il Giro: forse la vetrina migliore per un team italiano.
«Per noi sarebbe davvero il massimo, probabilmente meglio di tante vittorie; ma sappiamo che per essere scelti dovremo dimostrare di essere una squadra che merita la partecipazione vincendo fin da subito. Se poi non ci riusciremo vorrà dire che saremo più "cattivi" nelle altre gare, per vincerle».
Gare come quelle spagnole, che l'anno scorso vi hanno visto spesso protagonisti. È anche in tal senso che è stato preso Serrano González?
«Sì ma non solo, lui è un corridore davvero forte, soprattutto in salita, al pari del giovane russo Brutt. Direi che siamo una squadra molto completa, con due velocisti come Danilo Hondo e Nikolay Trusov, molti corridori capaci di movimentare la corsa e veloci abbastanza per primeggiare in arrivi di gruppi più ristretti, ed altrettanti giovani che aiutando i loro capitani impareranno in fretta».
Qual è l'obiettivo finale della squadra, non solo a livello agonistico ma anche commerciale?
«Dato che il nostro presidente è prima di tutto un vero appassionato, il suo obiettivo, come lui stesso ha detto, è di riuscire a diventare nel giro di 2-3 anni uno dei team più importanti del ciclismo mondiale. Per quest'anno speriamo di correre almeno qualche gara del Pro Tour, o comunque quelle storicamente più importanti, e se riusciremo a vincere un buon numero di corse, almeno una decina, avremo fatto una bella stagione».

Giuseppe Matranga



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