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And the winner is... - Valverde! A lui SMR 2006 e intervista | Cicloweb

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And the winner is... - Valverde! A lui SMR 2006 e intervista

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Abbiamo qualcosa per te...
«Ah!».

Prima però ci sono alcune domande.
«D'accordo».

Sai quanti punti vengono assegnati dall'UCI per il vincitore del Giro di Polonia?
«Ehhhhhmm, cinquanta?».

Giusto. E per chi vince una Liegi: sono di più o di meno?
«Uguale, no?».

Già, molto bene. Per la Parigi-Nizza?
«Parigi-Nizza... Credo siano sempre cinquanta».

E per la Parigi-Roubaix?
«Uguale, anche in questo caso».

E non ti sembra strano che si assegnino gli stessi punteggi a corse storiche come la Liegi-Bastogne-Liegi e la Roubaix, ma anche Sanremo e Fiandre, rispetto a gare a tappe decisamente minori come il Polonia o l'Eneco Tour?
«Sì, è un po' strano: è un sistema di punteggi proprio strano, effettivamente...».

È tanto preparato quanto diplomatico Alejandro Valverde: insomma, un perfetto campione Pro Tour. Ma la diplomazia non gli impedisce certo di apprezzare la targa che gli consegnamo in quanto vincitore dell'SMR 2006; e mentre gli spiegamo meccanismo e principi del ranking di Cicloweb, si dimostra decisamente interessato e tutt'altro che indifferente all'argomento, specie per quanto riguarda il premiare maggiormente il primo classificato rispetto al secondo e per la distinzione tra classiche-monumento e gare di minor tradizione. Foto di rito e riprendiamo con l'intervista.

Dopo i complimenti e le premiazioni, vogliamo cercare un po' il pelo nell'uovo rispetto alla passata stagione e vedere quello che non hai vinto. Ad iniziare da quel Mondiale che sembra essere diventato una maledizione: dopo due secondi posti (2003 e 2005) e un sesto (2004), a Salisburgo sei salito sul terzo gradino del podio. Per il 2007 può essere proprio la gara iridata il principale obiettivo, al di là del Tour?
«Innanzittutto devo vedere il percorso, per capire se si adatta alle mie caratteristiche; in quel caso sarà certamente un grande obiettivo per la stagione».

Specialmente adesso che Bettini s'è tolto lo "sfizio"...
«Mah, chissà che si sia rilassato! Anche se Bettini è un grande campione ed è difficile lo faccia».

A parte Liegi e Freccia, dove trionfasti l'anno scorso, altre due classiche ci sembrano particolarmente adatte alle tue caratteristiche, ma forse vengono rispettivamente troppo presto e troppo tardi per il tuo tipo di preparazione e di obiettivi: la Milano-Sanremo e il Giro di Lombardia. Prevedi in un futuro più o meno prossimo di puntare con decisione a una di queste due corse?
«Per la Milano-Sanremo la vedo difficile: è terreno soprattutto dei grandi sprinter e con loro per me è difficile competere. Invece il Lombardia è più selettivo, è una corsa sicuramente adatta alle mie caratteristiche e mi piace parecchio; sicuramente uno dei prossimi anni parteciperò con l'obiettivo di vincerla e non escludo di farlo già a partire da questa stagione».

Abbiamo appena celebrato il tuo magico 2006, anno che invece per il ciclismo nel suo complesso è stato realmente orribile, soprattutto per l'Operación Puerto. Se alla vigilia del Tour 2006 – che poi comunque per te terminò ben presto (con la caduta nella terza tappa ndr) – ti fosse capitato ciò che successe tra gli altri a Basso, Mancebo, Ullrich, e cioè di essere escluso dalla corsa francese sulla base di supposizioni e in nome del "codice etico", come avresti reagito?
«Credo che avrei reagito come loro. Nella situazione di non sapere se potrai gareggiare oppure no è inevitabile trovarsi spiazzato e impotente».

E avresti accettato di consegnare alle autorità antidoping un campione del tuo DNA, al fine di discolparti, come Ullrich si è detto disposto a fare?
«Già in passato mi dichiarai contrario a questo e continuo ad esserlo. Poi è chiaro che ognuno è libero di decidere e va rispettato».

Però quest'assenza di un fronte unico tra i corridori, sul doping come in altri campi, non ti sembra un forte limite? Non credi ci sia un'eccessiva passività rispetto alle decisioni e ai problemi di questo sport da parte di coloro che ne sono i protagonisti?
«Sicuramente ci vorrebbe più unione tra noi corridori: è indubbio. Penso però che i problemi del ciclismo e la loro soluzione vadano cercati più in alto; noi atleti potremmo proporre una strategia, ma chi governa questo sport potrebbe agire in tutt'altra direzione e sarebbe inutile».

Quindi non c'è fiducia nella possibilità di intervenire "dal basso"?
«Esatto. Comunque sono convinto che nel 2007 le cose cambieranno».

Magari a partire proprio da una maggiore tutela nei confronti degli implicati in casi di doping, per i quali non sembra valere la presunzione d'innocenza...
«Senza dubbio; in situazioni di questo tipo viene utilizzata una giustizia un po' troppo sommaria. In un modo o nell'altro questo dovrà cambiare».

La pausa invernale, insieme alle polemiche e alle discussioni, ha portato anche il prolungamento fino al 2010 del tuo contratto con la Caisse d'Epargne: un chiaro segnale della volontà di lavorare su un progetto a lungo termine e con tranquillità.
«Sì, esattamente. In questa squadra mi trovo benissimo, a livello sportivo, umano ed economico e l'aver prolungato per così tanto tempo significa poter lavorare con grande serenità».

Altra nota sicuramente positiva per te è la certezza che si disputerà la Vuelta a Murcia, dopo i problemi che ci sono stati: è una corsa che per te rappresenta non solo una tappa importante della tua preparazione, ma anche la possibiltià di correre sulle strade di casa.
«Sì, mi fa piacere soprattutto per i tifosi; ci sono molti appassionati di ciclismo nella regione di Murcia ed è bello che possano assistere ad una corsa con tanti campioni. Peraltro è una competizione che si disputa da ventisette anni e sarebbe stato un gran peccato una sua cancellazione».

Una Vuelta a Murcia che probabilmente si deciderà nella quarta tappa a cronometro. In tal proposito, sappiamo che anche quest'anno la tua preparazione prevede un lavoro specifico con il professor Mariano, che già ti ha aiutato ad ottenere consistenti miglioramenti prima del 2006. Ti aspetti un ulteriore avanzamento per quanto riguarda la corse contro il tempo?
«Soprattutto vorrei mantenere i miglioramenti fatti: la scorsa stagione il peggior risultato a crono fu un dodicesimo o quattordicesimo (in realtà fu diciannovesimo ndr) proprio a Murcia, mentre nelle altre occasioni mi sono sempre piazzato tra i primi».

Bene, non ci resta che augurarti un'annata luminosa come quella trascorsa; magari ci rivedremo ad inizio 2008 per premiarti nuovamente...
«Magari!».

Stefano Rizzato

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