Landis oltre ogni limite - Floyd magica fuga, Tour quasi suo
Gli ottoni già suonavano una tristissima musica da requiem, alla memoria di quel che avrebbe potuto essere e non fu, di Floyd Landis vincitore del Tour 2006; e invece nel ciclismo come nella vita non si può mai dire, bisogna aspettarsi sempre il ribaltone, che nove volte su dieci resta in canna, ma alla decima ti stravolge ogni cosa. Questa era la decima.
Floyd Landis non si voleva né poteva arrendere all'idea di vedersi sfuggire un Tour che sentiva già in tasca e che invece era volato via insieme ai 10 minuti di ritardo sul groppone a La Toussuire, l'altro giorno. Con la pletora di avversari che ormai lo precedevano e non si curavano troppo di lui, non c'era che una via: la fuga. Una via di fuga dalla quotidianità, dalla routine di un Tour in cui nessuno attacca seriamente. Landis ha deciso così di sovvertire ogni cosa, prendendo una tappa alpina, con quattro colli duri e puri, e facendone il campo della sua personale battaglia contro la normalità. In un Tour in cui nessuno finora aveva attaccato seriamente, Floyd ha attaccato seriamente. In un Tour in cui nessuno finora aveva fatto la differenza, Floyd ha fatto la differenza. In un Tour in cui nessuno finora si era azzardato a sovvertire le gerarchie, Floyd ha sovvertito le gerarchie.
Landis è andato in fuga, dopo un gran lavoro dei suoi Phonak, sul primo colle di giornata, il Saisies. Sulle prime i suoi contendenti hanno provato a contenerlo, ma non c'è stato niente da fare, il mormone (anzi, menonita) non voleva guardare in faccia nessuno, e ha fatto il vuoto. Dove vorrà mai andare? Al traguardo, ragazzi. Mancavano 130 km, a quel traguardo, mica bruscolini. In avanscoperta c'era una fuga di seconde schiere, tutti raggiunti dall'inarrestabile marcia di Floyd. Un minuto, due, tre, cinque. Nove: 9' di vantaggio quando, sulla Colombière, Landis riprendeva gli ultimi fuggitivi (Righi, Sinkewitz, poi Halgand).
Il gruppo non sapeva che pesci pigliare. Ancora una volta, l'inanità di chi inseguiva ha lasciato troppo spazio a chi attaccava, e le cose si sono messe su un crinale da cui è stato impossibile risalire. Sul Joux-Plane, ultimo colle prima della picchiata su Morzine, finalmente si muovevano anche dietro: Sastre attaccava, Pereiro si difendeva, tutti gli altri non erano troppo all'altezza (anche se Cunego si è fatto vedere molto bene ed ora è maglia bianca di miglior giovane, anche se cederà il primato a Fothen nella crono di domani).
In classifica Pereiro, gran salvataggio, ha 12" su Sastre e 30" su Landis. Domani (Morzine-Mâcon, 197 km per fughe) non accadrà niente, domani nella crono Landis vincerà il Tour; ringrazierà la follia di Morzine: poteva finire malissimo, poteva essere un tracollo-bis, poteva essere crisi completa, e invece è stato sogno materializzato, impresa delle imprese, conquista impossibile, splendi pazzo diamante, shine on you crazy diamond, Pink Floyd Landis.