Jan Grandi Manovre - Vicioso vince, Ullrich fa altri test
Ma quando mai avevamo avuto modo di vedere un Ullrich così? Dev'essere vero che il Giro gli ha messo le ali ai piedi, visto che al Tour de Suisse il tedesco di Rostock proprio non si tiene, ed ogni chilometro è buono per una trenata, per un test su se stesso, per un tentativo d'attacco.
La montagna di oggi non era una montagna. Addirittura non era previsto neanche il traguardo Gpm sulla sua cima. Mont Soleil, si chiama, e nella tappa odierna veniva affrontato nella prima parte. La "Salita del Sole" ha evidentemente stuzzicato Ullrich, che si è messo davanti e ha iniziato a mulinare, e mulinando mulinando ha fatto il vuoto. Primo attacco, e via. Poi un attimo per respirare, ed ecco che si sono fatti sotto alcuni dei protagonisti della classifica. Troppa gente intorno, e allora sotto col secondo attacco, progressione solitaria che ha lasciato Jan in testa per diversi chilometri.
Tutto questo, in una frazione in cui in teoria si aspettavano all'opera i velocisti. Ma ai poveri sprinter dopo poco è venuto il mal di testa, a furia di strappetti, e di scatti su scatti, scatti a decine. Dopo la salita, e a 80 chilometri dalla fine, Ullrich ha rallentato, ed è stato ripreso da 13 colleghi, alcuni dei quali veramente quotati: e un'azione con (tra gli altri) un Contador, un Gómez Marchante, un Gil Pérez, un Evans, un Cancellara, uno Jaksche, non poteva non stuzzicare la fantasia di chi guardava.
E in effetti, per un certo tratto, col vantaggio che aumentava su un gruppo che si stava ricompattando intorno alla Quick Step, ci si è anche creduto, ad un'azione tanto estemporanea e bella da poter addirittura andare in porto. Il margine ha superato anche i 2', poi però l'inseguimento degli uomini di Nuyens (che in realtà tiravano per un'eventuale successo di tappa di Boonen) ha riavvicinato le parti, e il colpo di grazia alla fuga dei 14 l'ha dato un passaggio a livello chiuso: quando c'è Cancellara di mezzo, il rischio che qualche sbarra ferroviaria si abbassi c'è sempre (do you remember Roubaix?, anche se in quel caso Fabian fu graziato per pochi secondi dall'inconveniente).
Svanita così poco dopo la metà della tappa l'azione più affascinante della giornata, la corsa ha potuto scorrere sui binari di una normale frazione nervosa e aperta a più soluzioni. La fatica di alcuni dei velocisti più blasonati (Boonen e McEwen su tutti), ha facilitato il compito di chi voleva attaccare: e la tappa, a un certo punto, sembrava una classica, con scatti e controscatti continui.
Gómez Marchante ha avuto il merito di provarci ancora, e seriamente, con Gerdemann nel finale. Ma lo spagnolo che si è imposto all'attenzione generale al Giro dei Paesi Baschi, e il tedeschino dal fulgido futuro, non hanno avuto spazio: ripresi dal lavoro di Lampre e Rabobank (Bennati e Freire erano della partita). Ma che la giornata non sarebbe finita con lo sprint di gruppo, doveva essere scritto da qualche parte. E infatti sull'ultimo strappetto se n'è andato Herrero, seguito immediatamente da Vicioso: mancavano 6 chilometri alla fine, e l'azione stavolta è stata quella giusta.
I due spagnoli hanno guadagnato in fretta terreno, e sono scappati fino alla volata a due che ha premiato il più esperto Vicioso (una boccata d'ossigeno non indifferente per il team ex-Liberty Seguros-attuale Würth-futuro Astana), e che ha lasciato a Herrero solo qualche minuto di plateali recriminazioni contro il destino cinico e baro.
Ora, dopo questo avvio promettente di Giro di Svizzera, coi big già scesi abbondantemente in campo, ci aspettano giorni di salite: domani con l'arrivo in quota di Leukerbad, dopodomani con la salita dell'Albulapass piazzata a un passo dall'arrivo. Ma non si può anticipare nulla, vista la quantità di uomini in forma che potranno fare la differenza (quasi tutti quelli citati nella fuga di Ullrich, tanto per fare die nomi). L'unica certezza è che Bennati, che oggi ha lavorato tanto per vincere o quantomeno per riprendere la maglia di leader (e si è fermato a soli 2" dall'obiettivo), sarà respinto lontanissimo in classifica. Non importa, lui ha la visuale impostata a più ampio raggio, su una corsetta francese che inizierà fra meno di tre settimane.