Il finale dice Nuyens - Svizzera, attivi Bettini e Ullrich
E dire che un po' lo malediciamo, 'sto benedetto Tour, perché molte volte - seguendo corse tipo Delfinato e Svizzera - si associano azioni d'attacco e tentativi di vittoria di tappa all'allenamento, o a un testarsi, in vista della Grande Boucle.
Succede perché, a scanso di equivoci, spesso è davvero così. E così quando su un colle di 3a categoria come lo Ziegelschüren, al secondo passaggio, dapprima Bettini e poi Jan Ullrich si mettono davanti al gruppo non proprio scattando, ma quantomeno provando un allungo in progressione, l'immagine è quella di una tappa del Tour, o al massimo della HEW Cyclassics di Amburgo, che praticamente è la 22a tappa del Tour de France data la contiguità.
La tappa è vissuta sulla lunga fuga ("Contrini-style", potremmo definirla) di Marcel Strauss, ragazzo elvetico che voleva mettersi in luce nella corsa di casa, lungo il Cantone di Basilea e che è stato ripreso a 23 km dall'arrivo proprio sotto le pedalate inferte dalla coppia olimpica (2004 e 2000, rispettivamente ad Atene e Sydney).
Si è formato un gruppetto, in seguito a tali ritmi, in testa alla corsa: Gerdemann e Ullrich per la T-Mobile, Jaksche e Caruso per la Würth (ex-Liberty, futura Astaná, insomma la squadra di Saiz), Frank Schleck per la Csc, Koldo Gil Pérez per la Saunier Duval, Bettini e Nuyens per la Quick Step. Un gruppetto ben assortito, ma probabilmente troppo numeroso.
Da dietro, un coriaceo Bennati resisteva in coda al gruppetto dei migliori, mentre sia Boonen che Zabel (per non parlare di McEwen) si staccavano e venivano trainati da Tankink, gregario di lungo corso della compagine fiamminga.
Sullo stesso strappo, dopo una contropendenza, nel tratto verso Hochwald parte Gerdemann sfruttando la presenza di Ullrich nello stesso drappello di battistrada: il più abile a seguirlo è Jaksche, con Gil Pérez e Nuyens che non si fanno sorprendere, formando il quartetto che si giocherà la corsa.
Il tedesco ex-Csc l'anno scorso, proprio in Svizzera, brindò al successo più importante della sua carriera, mentre Gil Pérez - dopo la Bicicletta Basca vinta - era atteso al varco come uno dei più seri accreditati al successo finale, addirittura. Visto oggi, l'impressione è assolutamente buona.
Com'è buona l'impressione che desta Bennati, che dopo aver scollinato è costretto ad aspettare Petrov e poi mette lo stesso russo ed un bravissimo Commesso a menare in testa al gruppo; l'aiuto dell'AG2R e quello, tenue in verità, della Rabobank, non è decisivo, ed anche se gli inseguitori arrivano veramente vicini ai primi non riescono neanche a lasciare sulle spalle dell'aretino la casacca gialla di leader della classifica generale. La pedalata però, anche rispetto a Boonen e Freire, due che sugli strappetti non vanno affatto male, è parsa davvero buona e d'altronde quel Memorial Pantani vinto in fuga stava lì a testimoniarlo già da qualche dì.
A vincere poi, è Nuyens, che si becca anche la maglia di leader che può benissimo tenere anche alla fine della tappa di domani, dopo che Gil Pérez aveva provato ad anticipare tutti ad 800 metri dall'arrivo: troppo sveglio (e con un Bettini dietro che avrebbe potuto vincere in volata lo doveva essere necessariamente) il belga per essere sorpreso ed essere battuto.