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BALLANdo al Tour - Il diario di Ballan

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Lunedì 24 luglio - 20a tappa: Saluti dal Belgio
Ore 22:05: Eccomi qua... appena finito di correre... no, no, tranquilli, non avete letto male, è che ho proprio finito di correre in questo momento...
Sono in Belgio, si corrono i vari Criterium post-Tour de France, e fino a giovedì mi toccherà sorbirmi anche questo tipo di gare... stasera son stanchissimo difatti... criterium di 100 km, 50 giri di un circuito di 2 km, tutto curve e controcurve... c'era sempre da rilanciare la bici... una fatica pazzesca... stavo molto meglio ieri dopo i Campi Elisi, giuro...
Ah, già, ieri... che sbadato... innanzitutto mi perdonerete per le "ferie" che mi sono preso ieri sera, ma i quattro Lampre rimasti hanno ben pensato di andarsene a cena con le rispettive famiglie e salutarci così dopo tre settimane di corse insieme: i quattro "irriducibili" rispondono ai nomi di Bruseghin, Righi, Vila ed io... eravamo una ventina stasera a cena, c'era il classico ambiente rilassato di chi ha appena finito un lavoro importante, lungo e faticoso... si è chiacchierato tanto, si è scherzato, anche se non ho potuto far molto tardi... non tanto perché poi stamattina avrei dovuto guidare da Parigi al Belgio, ma perché la bimba è ancora molto piccina, e lei ha bisogno di andare a letto presto... e io mi adeguo, ci mancherebbe... son più di tre settimane che non la vedo, potevo mai lasciare le mie donne da sole?
Ieri la tappa è stata molto rilassata fino all'entrata di Parigi, ma qualche compagno, in gruppo, già m'aveva avvisato di tutto questo, come peraltro avevano già fatto i miei direttori sportivi: poi s'è scatenato l'inferno... scatti a destra, contropiedi a sinistra... tentativi d'anticipo dalla testa del gruppo... la foratura di Damiano proprio nello stesso momento che s'è avvantaggiata la fuga con Voigt dentro... e nessun Lampre... il ricongiungimento... gli ultimi chilometri fatti quasi a 60 km/h di media... il tentativo dei Discovery ai meno 2 km, la mia volontà di provare a far qualcosa verso i meno 1,5 km, verso l'ultimo chilometro... ma la velocità è folle, dove posso pensare di andare?
E allora si stacca comunque un gruppetto, ed io ci sono con tutta la bici: sono settimo o ottavo nella penultima semicurva, quella a sinistra... perdo qualche posizione nell'ultima semicurva, quella a destra... complice anche una mezza spallata di Eisel che comunque fa parte del mestiere del velocista, quale io non sono... e così ho perso un po' di posizioni... ho preso un po' di vento che avrei tranquillamente evitato, e difatti quando poi ho trovato la scia di Velo che aveva appena lanciato Zabel ho ritrovato anche una buona velocità... in fondo ho fatto 9° ai Campi Elisi... niente di che, per carità, ma per uno che non è un velocista non è male, credo... anzi, ne sono sicuro, non è per niente male!!!
Le premiazioni a Parigi sono qualcosa di magnifico, poi, c'è una sorta di magia, nell'aria, che si respira, che è tangibile, che ti fa venire la pelle d'oca... e vedere Damiano di bianco vestito, su quel podio, con quello sfondo, è stato bellissimo... Io sono molto soddisfatto del mio Tour de France, ho finito con una condizione ancora accettabile... insomma, sembro non accusare molto le fatiche di tre settimane di corsa... e poi il Tour, nel calendario di un corridore come me, ci sta a pennello, visto che dopo lo stacco necessario dalle classiche, nessuna corsa ti dà il fondo per tornare ad essere competitivo, e magari togliersi anche qualche grossa soddisfazione, nel frattempo, con le tappe, nelle classiche di fine stagione... Credo proprio che ci tornerò, dunque, anche perché m'è rimasta in sospeso una certa questione con una vittoria di tappa che... no... proprio no... non posso lasciare irrisolta così...
Invece sono molto strani i saluti, a quanto pare, dopo una corsa a tappe... si sta insieme per tre settimane, mica tre giorni, ma a fine corsa ognuno se ne torna per la sua strada, com'è giusto che sia, tra le altre cose... come v'ho già detto, in quattro siamo rimasti, mentre Cunego, Tiralongo, Commesso e Valjavec hanno ripreso subito l'aereo per tornarsene a casa, in Italia... ed io ancora qui a faticare... scherzo, ovviamente, perché i Criterium sono degli appuntamenti molto caratteristici, soprattutto nell'Europa del nord. I procuratori ci trovano degli ingaggi tramite gli organizzatori di queste serate, ed ovviamente gli inviti vengono elargiti anche a seconda del tipo di corridore che si è: diciamo che col secondo posto di tappa al Tour, più qualcosina che ho fatto vedere in Belgio, la gente qui mi riconosce, sa chi sono, ed insomma la mia presenza è quantomeno giustificata...
Ed ho provato a giustificarla anche stasera... giuro!!! Eravamo in fuga in otto, ho provato l'allungo ad una ventina di km dall'arrivo, più o meno... ho fatto 3 o 4 giri da solo, in fuga... poi mi hanno ripreso ad 8 km dall'arrivo... fuga di otto, lo ricordo... risultato? Ottavo!!!
Però fino a giovedì si corre, qui... e io fin da domani proverò a vincerne uno... tanto son qua, a questo punto li corro per bene, che corse così veloci fanno trovare anche un buon colpo di pedale...
Magari ci sarà l'occasione di risentirci, fino a giovedì, nel caso di un mio successo in Belgio... se così non fosse, vi saluto e vi ringrazio della compagnia che m'avete tenuto per queste tre lunghe settimane di Tour de France... dài, sarà bello anche riprovare a raccontarvi qualche corsa, più in là... mi sono divertito con questo diario, e spero che la stessa cosa valga per voi!!!!
Ciao e grazie a tutti!!!!

Sabato 22 luglio - 19a tappa: La magia della maglia
Ore 22:40: È stato fortunato oggi Honchar... l'ho presa come una sgambata, altrimenti chissà se l'ucraino avrebbe potuto festeggiare la sua seconda vittoria... non regge, eh? Non è proprio credibile? E vabbè, ho provato a bluffare... ma non mi riesce così bene...
Vi avevo detto che avrei affrontato la cronometro in maniera molto blanda, ed in realtà è andata proprio così: Commesso, Tiralongo, Righi ed io siamo stati i primi 4 Lampre a presentarci al via, ed io ero tra questi quattro anche se partivo in realtà a metà cronometro... ma sapete, le crono sono sempre un po' un problema per gli spostamenti, per le macchine, per i rifornimenti, e quindi si divide la squadra in due tronconi, a seconda della classifica e dell'orario di partenza, così è più facile per tutto lo staff della squadra gestire le tempistiche di più aspetti legati alla buona riuscita di una cronometro...
Gli altri hanno approfittato per stare un po' nel villaggio di partenza, e qualcuno s'è fatto tagliare i capelli dal parrucchiere del Tour... Totò, ad esempio, s'è fatto rasare ancora un po' di più i capelli, anche se era già totalmente rasato... evidentemente non gli bastava, o per ingannare il tempo ha preferito fare una delle cose meno dannose, visto il look precedente... io invece ho lasciato intatto il ricciolo, ho lasciato il testone intatto anche perché... beh, mia moglie è parrucchiera, e sarei quantomeno andato incontro ad un rischioso conflitto d'interessi...
Stasera siamo tutti contentissimi, qui in squadra, per la prova di Damiano nella crono: è stato bravissimo, ha subìto anche lui la classica "magia" della maglia, seppur solo bianca; era diventato un obiettivo forte, man mano che il Tour procedeva, anche perché ci eravamo accorti che le tappe, per noi Lampre, rappresentavano un tabù che non riuscivamo a sfatare. E allora Damiano ha dimostrato innanzitutto che ha un fondo invidiabile, che è uscito nella terza settimana come nessuno, che è stato continuo come i più bravi in classifica, siamo veramente contenti... anche perché negli anni passati, prima della mononucleosi, a crono non andava affatto male, ed ora è ritornato su quei livelli, segno di una competitività veramente ritrovata ed un colpo di pedale invidiabile...
Anche perché la crono era tutt'altro che semplice, non c'era un metro di pianura e non si poteva mai rifiatare sul serio... piccole salitelle su cui esprimere potenza, discesette dove si doveva necessariamente pedalare... da fare a tutta era davvero dura, meno male che non avevo problemi di classifica...
A proposito di classifica, con nostro sommo rammarico vi devo annunciare che oggi la Caisse d'Epargne ci ha scalzato dal 5° posto della graduatoria a squadre per tempi, e purtroppo i premi in denaro sono destinati soltanto ai primi 5 team, e noi che siamo sesti abbiamo comunque un po' d'amaro in bocca... certo, si potrebbe pensare ad un attacco di squadra domani, verso Parigi... ma anche qui, più fantaciclismo che discorsi reali... piuttosto, domani dovrò preservare il 12° posto in classifica di Damiano... c'è Leipheimer che ha soltanto 1" di distacco, e se proverà qualche sprint intermedio dovrò necessariamente buttarlo in terra personalmente... no, dài, scusate l'eccesso di battute, ma siamo a fine Tour, c'è stanchezza nelle gambe, ma altrettanta leggerezza morale nella testa... visto che per tre settimane siamo stati iperconcentrati ed ora ci rimane solo una giornata, e che giornata, di corsa...
Domani c'è Parigi, ci sono i Campi Elisi... chissà se saranno belli come me li hanno descritti... io ho già detto che ci proverò, anche se domattina dovrò necessariamente andare a guardare il circuito finale... guardare le curve, scegliere il tratto dove eventualmente provare l'anticipo, capire i metri finali... sono eccitato alla sola idea... chissà McEwen che ne pensa...
E poi domani a Parigi arrivano le mie donne: mia moglie e la mia bimba mi raggiungeranno anche perché dopo il Tour andrò in Belgio a disputare qualche Criterium... abbiamo noleggiato un automobile, sarà una corsa-vacanza... ma a questo ci pensiamo domani: "Parigi, arrivo!!".

Venerdì 21 luglio - 18a tappa: Bravo Tosatto
Ore 22.50: Che peccato per oggi... è andata male, purtroppo, ma come vi ho già spiegato più volte, fino allo sfinimento, beccare la fuga buona al Tour è una cosa complicatissima... figurarsi beccarla due volte...
All'inizio oggi sono scappati Popovych e Millar, ma erano in due, troppo esigua come fuga, e quindi li si è lasciati ad una trentina di secondi per un po' di chilometri, il tempo, dunque, di fargli disputare il primo sprint intermedio e poi riprenderli.
Poi si sono susseguiti gli scatti, è stato un vero caos per i successivi 15/20 km... gente che scattava a desta, gente che scattava a sinistra... veramente mille persone che hanno tentato di fuoriuscire dal gruppo per andare all'arrivo con una fuga.
Il problema è che noi Lampre ci siamo fatti trovare un po' tutti impreparati agli scatti decisivi, eravamo tutti un po' troppo indietro... Una volta creata la fuga dei 15, ho provato ad assestare uno scatto per andare a riprenderli... sono stato al vento per circa 5 km, ero lì a 400 metri dalla fuga, ma davanti già giravano bene e collaboravano in doppia fila... velocità già troppo sostenute per permettere ad un solo uomo di rientrare... vabbè, dài, vorrà dire che Parigi sarà più di un sogno...
E poi oggi non posso essere triste, non posso davvero... ha vinto Matteo Tosatto, un grande amico, un corridore fortissimo che è riuscito a portare all'Italia l'unico (finora?) successo di tappa qui al Tour de France... mi ha chiamato poco fa, era felicissimo, era emozionato e stracontento... e io con lui... lo conosco da tempo, siamo corregionali, ci alleniamo spessissimo insieme... so qual è la sua grande forza... e vedendo la tappa registrata, si è assolutamente visto come oggi Matteo fosse il più forte tra i fuggitivi... è vero, è stato bravo a difendersi dalla grande velocità di Moreni, ma Tosatto, nelle poche occasioni che ha di stare davanti, difficilmente sbaglia... è anche strano che in uno squadrone come la Quick Step, con Boonen e Rujano in squadra, abbia salvato la baracca col "gregario" Tosatto... uno che potrebbe benissimo fare il capitano in parecchie classiche ed essere realmente competitivo anche per la vittoria... ma si fanno anche delle scelte, e Tosatto ha preso parte prima al progetto Petacchi in Fassa Bortolo, e poi ha sposato il progetto Boonen in Quick Step... scelte assolutamente comprensibili, per carità, anche perché se nelle poche occasioni che ha di fare la corsa, infine, si permette di vincere certe corse, come tappe al Giro d'Italia e tappe al Tour de France, beh... tutti i torti non ce li ha...
Ieri sera è stata anche la volta del cambio di compagno di camera... il mio nuovo compagno è Daniele Righi, son passato da un Daniele all'altro... il fatto è che io da solo sono abbastanza sconclusionato, non ci so stare molto bene, mi serve più un'assistenza che una compagnia, in fondo... a parte gli scherzi, il vero problema era di Righi, ché ha dormito (si fa per dire) finora in camera con Valjavec... ora Tadej è in camera da solo, ma credo che per lui non faccia molto differenza; difatti soffre di sonnambulismo... e Righi ha avuto finora una grande paura di stare lì in camera con lo sloveno... c'è sempre il rischio di svegliarlo, di recargli qualche disturbo... difatti Righi ha quasi sempre optato, per il dormire, per lo stanzino delle merende... una camera che ogni squadra si riserva, in più, diciamo, ad uso magazzino... ecco, finora Righi ha dormito praticamente sempre lì, ed ora che ha avuto la possibilità di prendere il posto di un compagno che è andato a casa, non ci ha pensato su due volte... mi sembra anche abbastanza comprensibile, in realtà...
Domani è la volta della cronometro, e già vi annuncio che andrò via veramente tranquillo... non posso dire che correrò con le gambe in tasca, per carità, perché domani i big pedaleranno alla morte, e non ci si potrà permettere di andare troppo piano... si rischia di andare fuori tempo massimo...
L'obiettivo è arrivare il traguardo senza troppi patemi d'animo, tenere una condotta di corsa di livello medio per poi non rischiare di trovarsi negli ultimi chilometri con una scadenza di tempo con cui dover lottare... insomma, salverò la gamba, anche perché non avrebbe davvero senso farla a tutta... in realtà qualcuno di noi la farà a tutta, ad esempio Damiano, ad esempio Marzio, ad esempio Tadej, ma credo che anche Vila ed altri non andranno a spasso... infatti c'è il discorso della classifica a squadre per tempo, ed andare a spasso ci farebbe perdere parecchie posizioni... vedremo...
Un aspetto positivo è che ieri, dopo Boonen e Bennati, non è partito neanche Freire... di velocisti ce ne sono sempre meno e la controprova se n'è avuta anche oggi... una volta andata via la fuga, solo la Saunier ha tiracchiato per tentare di riprendere i corridori in avanscoperta... ma in modo neanche troppo convinto... insomma, è rimasta solo la ruota di McEwen da battere... che ci vuole?... Eh... magari fosse così facile...
Ok, stasera s'è fatto anche abbastanza tardi, vi lascio che vado a dormire... anche se in reltà lo faccio più per comprensione verso Righi che per effettiva stanchezza...

Giovedì 20 luglio - 17a tappa: Sono quasi finito
Ore 19:50: Che impresa che ha fatto Landis, ragazzi... una cosa davvero incredibile... sin dalla prima salita la Phonak ha impresso un ritmo forsennato... io per un attimo ho avuto paura: pensavo di dovermi mettere nel gruppetto dei velocisti sin da subito, ma sinceramente non m'andava di rischiare... sapevo che oggi si sarebbe andati forte, e stare coi velocisti sin dai primi chilometri sarebbe valso fare la stessa fatica di ieri nel finale... no, no, non m'andava proprio, e col senno di poi devo dire che ho fatto proprio bene...
Certo, attualmente tendo all'esaurimento, sono quasi finito... a parte gli scherzi, a Parigi ormai ci arrivo, altroché, e proverò ad arrivarci anche "come si deve"... le gambe rispondono benone, oggi sono stato davvero sorpreso e soddisfatto dalla e della mia condizione; il Saisies l'abbiamo passato in 60, davanti, ed io ero lì... ovviamente stringendo un po' i denti, ma c'ero... stessa cosa sull'Aravis e sul Colombière, e la Lampre ha dimostrato anche di essere una signora squadra... nessuno nel gruppetto, tutti i componenti del team con la maglia gialla più Daniele Righi in avanscoperta... non è affatto poco, ve lo giuro, ed i vertici Lampre possono essere soddisfatti, secondo me, della condizione raggiunta dalla spedizione degli uomini al Tour... e poi oggi Damiano si è rivisto davanti, ha fatto un'altra bellissima azione... come vi avevo anticipato bene, Cunego era davvero molto motivato a distanziare Fothen per la maglia bianca... aveva anche puntato alla tappa, è vero, ma l'obiettivo principale era di mettere altri minuti tra sé ed il tedesco... davanti c'era Landis che volava, e vabbè, ma quando si è accorto che il gruppetto dov'era andava troppo piano allora ha provato a riacciuffare Sastre, purtroppo senza riuscirci e perdendo addirittura la ruota di Moreau... peccato, perché se fosse riuscito a restare col francese sarebbe arrivato nei tre, o anche secondo, magari in due avrebbero ripreso lo spagnolo della Csc...
Oggi c'era un caldo asfissiante, ho visto Landis in tv, dalle registrazioni, che si sarà gettato una dozzina di borracce sulla testa e sul collo... quando si scendeva nelle vallate c'era anche il vento caldissimo, una cosa incredibile... l'americano ha scelto proprio il giorno giusto per un attacco simile, per un attacco che passerà ovviamente alla storia di questo sport...
Stamattina è stato anche il giorno dell'allontanamento di Daniele, è tornato a casa, ma m'ha fatto piacere vederlo quantomeno camminare... ieri era molto abbattuto, invece stamattina era anche discretamente sorridente... adesso andrà da un osteopata a cercare di curarsi questa sorta di strappo all'adduttore... gli faceva male da morire l'inguine, ieri sera... adesso vedremo se dormirò solo o cambierò compagno di stanza per questi ultimi giorni... vi farò sapere!!
Damiano ha preso la "bianca", era molto contento a fine tappa... è consapevole che Fothen va molto forte a cronometro e già sabato sera potrebbe dovergli riconsegnare la leadership di miglior giovane del Tour, ma essere arrivati alla terz'ultima tappa in bianco, crescendo alla distanza, essendo sempre molto competitivo sulle Alpi, è per lui già grande motivo di vanto.
Domani... eh, domani è da beccare la fuga... ci sono tanti altri corridori stanchi come me che vorranno comunque uscire in avanscoperta, e spero con tutto me stesso di essere tra i bravi (e fortunati) che riusciranno a scappare... mi sembra di ricordare che c'è uno strappetto ad inizio tappa, e lì bisognerà dar tutto per stare nelle prime posizioni del gruppo e non lasciarsi scappare l'occasione buona... in fondo la tappa è sì lunga, ma per arrivare al traguardo si devono far comunque gli stessi chilometri... e a questo punto vale la pena farli davanti e provare a giocarsi, di nuovo, la vittoria di tappa...
Corridori coriacei come Voigt, ad esempio, avranno interesse a riprovare, ma anche tanti ciclisti lontani in classifica... l'aspetto tattico migliore sarebbe di entrare in due della Lampre nella stessa fuga... sarebbe una bella garanzia di riuscita, perché è vero che se si è in due gli altri collaborano poco perché han paura di venir beffati nel finale, ma è anche opportuno ricordare che una fuga che ha al suo interno una coppia di compagni, almeno, ha qualche probabilità in più d'arrivare all'arrivo, e per molti può essere un treno da non perdere...
Io sono comunque qua, ci voglio provare e vorrei anche riuscirci, sennò mi toccherà aspettare i Campi Elisi, ma penso che mi capirete se mi voglio portare avanti col lavoro...

Mercoledì 19 luglio - 15a e 16a tappa: Peccato per Cunego
Ore 22:35: Eccoci qua, ieri abbiamo saltato un giorno e vi chiedo perdono, ma ci sono stati dei problemi di collegamento tra il sottoscritto ed il curatore di questo diario. Oggi puntata doppia, dunque, e quindi puntata "durissima", se si fa il conto di quante sono le salite affrontate in questi due giorni...
Iniziamo da ieri, ovviamente: tappa bellissima, salite storiche ed affascinanti, e devo dire che le gambe hanno risposto alla grande: sull'Izoard, salita che già conoscevo dopo averla affrontata in uno stage effettuato con la Lampre nella zona di Sestriere qualche tempo fa, sono riuscito a restare con il gruppo della maglia gialla senza neanche troppi patemi d'animo; sul Lautaret anche non ho avuto problemi, anche se l'eccessiva lunghezza della salita me l'ha fatta digerire un po' di traverso: lungo chilometraggio, lungo rapporto, pendenza media piuttosto bassa... insomma, niente di speciale; e poi l'Alpe d'Huez, una cosa meravigliosa: tifosi italiani, spagnoli, olandesi, bandiere di tutte le nazionalità e due ali di folla che ci hanno accompagnato fin sulla vetta. Ovviamente ai piedi dell'ultima salita mi sono sfilato con Benna, Totò, Tiralongo ed altri, e ci siamo veramente gustati "il mondo" che era presente martedì lassù. Un'emozione da brividi, sul serio, anche soltanto a ripensarci.
Martedì s'è visto davanti Damiano, ha corso davvero una gran tappa, anche se c'è da considerare che questo Tour, in quanto a vittorie, a noi della Lampre ci è davvero tabù: comunque Damiano ha un morale ottimo, ha un colpo di pedale che è sempre migliore, ed anche alla fine della tappa di La Toussuire si è detto determinato, a questo punto, a tentare di nuovo la fuga per cercare di vincere una tappa, naturalmente, e mettere ancora di più in difficoltà Fothen nella lotta alla maglia bianca. Certo, per lui vincere sull'Alpe sarebbe stato un sogno, ma purtroppo s'è trovato davanti uno Schleck davvero formidabile: e poi è anche giusto che siano stati loro a giocarsela, quella tappa, visto che sin dai primi km della 15a tappa entrambi avevano provato ben più di una volta a beccare la fuga giusta e decisiva: una lotta cercata, dunque, ed applausi a Frank.
Oggi altro tappone, invece, altra fatica, e purtroppo per la Lampre c'è da segnalare la brutta caduta di Daniele Bennati, il mio compagno di stanza ed il nostro capitano nelle tappe di pianura, che lo ha costretto al ritiro: percorrevamo la discesa del Galibier, salita scalata col gruppo dei migliori, pedalava davvero bene Benna; poi in discesa io ero un po' più avanti, e ad un certo punto alla radio sento la voce di Righi che chiama l'ammiraglia per segnalare la caduta di Daniele.
In ammiraglia ci han subito avvisati che Daniele non sarebbe ripartito, visto che ha battuto sullo stesso punto che aveva picchiato qualche tappa prima, quella della caduta provocata dallo spagnolo Gálvez, per capirci. Che sfortuna sfacciata... adesso Benna è in camera, non è sceso neanche a mangiare perché non riesce a camminare, e domani partirà per l'Italia e s'andrà a curare questo acciacco. Sono davvero molto amareggiato...
Anche oggi la tappa è stata tutt'altro che semplice: sulla Croix de Fer si sono viste parecchie bambole, e non è un caso: salita dura, gran caldo, e una di queste "bambole" è stata proprio la maglia gialla Landis: come già vi dicevo, far guadagnare tutti quei minuti a Pereiro Sio in una fuga bidone è stata una mossa tutt'altro che furba, a mio parere. E oggi s'è visto: Rasmussen per la tappa, Sastre per il podio e... Pereiro per la gialla, altroché.
Per noi è stato molto bravo e coraggioso Valjavec, anche se poi sul finire della tappa s'è un po' spento e non è riuscito a concretizzare il gran lavoro che ha fatto oggi... ma secondo me ha fatto bene a provarci, aveva capito che Rasmussen poteva essere l'uomo giusto per andare all'arrivo... certo, magari non aveva fatto i conti con la gamba del danese, ma applausi comunque a Tadej.
Domani è un'altra tappaccia, con Damiano che ha in mente qualcosa... secondo me la picchiata verso Morzine lo affascina molto e non mi stupirei di vederlo di nuovo davanti... poi venerdì tocca di nuovo ai passisti, e lì potrei rispondere: "Presente!". Certo, siamo in tanti a voler andare in fuga... praticamente tutti quelli che non si giocano il Tour... ma in fondo, visto che Daniele s'è ritirato... io posso puntare anche ai Campi Elisi di Parigi... magari da finisseur, però, che se qua mi metto a battere McEwen in volata chi li sente più i compagni, dopo!?

Lunedì 17 luglio - Riposo: Mi manca la mia bimba
Ore 21:20: Oggi stavo proprio bene, era proprio la tappa adatta alle mie caratteristiche... ehm... vabbè, a parte gli scherzi, questo secondo giorno di riposo ci voleva proprio: difatti la fatica si sta facendo sentire, i chilometri di salita crescono sempre di più, e soprattutto ci si avvicina Parigi... non è che si può slittare troppo col riposo...
Poi... riposo... abbiamo l'albergo in cima ad una salita di 18 km, tant'è che oggi, per l'allenamento, siamo scesi a valle, abbiamo fatto un'ora di pianura e poi, dulcis in fondo, risalita verso la camera d'albergo... come se non bastassero le salite che si fanno in corsa... ah, poveri noi...
La giornata di oggi è stata davvero piena, anche se non si è corso: non abbiamo neanche potuto dormire un po' più del previsto, visto che ci sono venuti a far visita i medici per i controlli del sangue. Credo di essermi svegliato verso le 8, al massimo le 8.30, poi abbiamo fatto colazione, siamo usciti in bici verso le 11, rientro, pranzo, vagonata di massaggi - che non sono mai abbastanza, purtroppo - e poi io e Patxi Vila ci siamo prodigati nel biliardino: sfida contro due poliziotti francesi in un remake della finale dei Mondiali Italia-Francia.
Un remake un po' tarocco, in verità, visto che Vila è spagnolo, ma siamo riusciti a venderlo perfettamente come italiano... ma se volete, potete anche leggere la sfida come un Giro/Vuelta contro Tour... fa lo stesso... fatto sta che dopo il 2-0 a favore nostro (di partite, ovviamente), uno dei nostri avversari ci ha fatto capire che loro erano spesso presenti ai traguardi e gli sarebbe dispiaciuto doverci fermare prima di tagliare la linea del traguardo, in un'eventuale fuga... c'era un bel clima, si è riso molto, ma tra il serio e lo scherzoso io e Patxi abbiam preferito far quantomeno pareggiare i nostri avversari e terminare la partita con un 2-2... sapete com'è qui... con i francesi...
Oggi in albergo ho ricevuto la visita di mio fratello, e devo dire che mi ha fatto davvero piacere: vedere qualcuno della propria famiglia dopo due settimane di lontananza è davvero una grande motivazione per continuare a far bene; il fatto è che è la mia prima volta in tre settimane... certo, è capitato di stare lontano da casa per un po' di tempo, ma devo dire che la mancanza di mia moglie e della mia piccolina sono davvero scogli pesanti da digerire... Lei ha 10 mesi, ogni giorno che passa è un giorno in più che cresce, ogni volta che torno a casa da qualche corsa lei ha già imparato qualcosa di nuovo, qualcosa che prima non sapeva... ecco, mi sarebbe piaciuto se fossero venute al Tour, le mie due donne, ma certo è che con questo caldo non è proprio consigliabile un viaggio così lungo... devo convivere con le telefonate, con i racconti di mia moglie e con i saluti della mia bimba, però non è proprio la stessa cosa...
Dài, mi dovrò dare da fare per portarle uno di quei grossi leoni gialli di peluche che danno a quei tipi che salgono su quei gradini... pare che lo chiamino podio... non sarebbe male, in un colpo farei felice il papà e la bambina...

Domenica 16 luglio - 14a tappa: Anche Totò secondo
Ore 21:30: Ma che bisogna fare per portarsi a casa una tappa in questo Tour? Incredibile, oggi Totò ha avuto il mio stesso epilogo... beffato a poco dal traguardo... e dire che se l'era strameritata...
La corsa è stata subito tirata, scatti e controscatti come la migliore tradizione del Tour: nella prima fuga, c'ero dentro anch'io, ancora con Totò e con Valjavec... però ci hanno ripreso, evidentemente qualcuno dava fastidio alla maglia gialla e alle squadre dei big... poi s'è staccato il gruppetto con Totò, lui era carico, voleva una fuga ed una vittoria di tappa qui in Francia, e ci è andato davvero molto vicino.
Peccato, ma in fondo Fedrigo è un buon corridore, è stato campione francese, e soprattutto è riuscito a rimanere molto freddo nel momento in cui il gruppo, con Vandevelde, si stava riportando sotto ai due in fuga; e poi Totò m'ha confessato di avere sbagliato rapporto per la volata... aveva messo una moltiplica troppo dura e non è riuscito a fare velocità e cambio di ritmo nel momento in cui Fedrigo s'è alzato sui pedali ed è andato a vincere; peccato davvero, ma lì è questione di attimi e purtroppo quest'anno ci sta dicendo davvero male.
Oggi abbiamo parlato un po' di Pereiro Sio, della nuova maglia gialla di ieri: chi lo conosce, tra di noi, ha dichiarato che secondo loro non è stata davvero una grande mossa lasciargli quasi mezz'ora di vantaggio in una fuga bidone: infatti lo scorso anno era cresciuto proprio nell'ultima settimana, riuscendo ad arrivare 10° in classifica generale... inspiegabile, dunque, il modo in cui sia stato sottovalutato, o snobbato, dai migliori di questo Tour...
Anche perché in salita non è affatto debole, a crono va tutt'altro che piano, io dico che nei primi tre ci dovrebbe arrivare... certo, magari sarebbe stato bello avere un corridore come Valjavec o Vila lì davanti con Voigt e Pereiro Sio... anche loro in salita non sono affatto male ed avrebbero potuto resistere un bel po'... certo, col senno di poi è facile parlare, in realtà è facile parlare anche prima e durante, mentre a spingere sui pedali si fa sempre fatica...
Domani c'è il giorno di riposo, probabilmente stasera vedremo un film in DVD o qualcosa di simile, visto che siamo messi in un albergo non molto centrale, il paese non è così portato alla vita notturna, mi pare, e quindi ce ne staremo buoni in albergo a ridere e scherzare... e, meno male, domani si dormirà anche un po' di più... ci voleva proprio!!!

Sabato 15 luglio - 13a tappa: Complimenti a Popovych
Ore 21:00: Per prima cosa, stamattina, mi sono recato da Yaroslav Popovych e gli ho fatto i complimenti per la vittoria di ieri... mi ha ringraziato... e lo stesso ho fatto con Freire, l'ho salutato normalmente e lui ha ricambiato il saluto... non cercavo rivalse, per carità, volevo soltanto vedere i loro comportamenti ed, ovviamente, senza essere falso, fare i complimenti a Popo per la prima vittoria al Tour de France...
D'altronde è giusto così, in corsa ci si dà battaglia, ci si manda anche a quel paese, qualche volta, ma poi una volta finita la corsa e passata la notte, dormendoci su, non si può stare troppo a rimuginare su ciò che è stato, ciò che è successo e sui perché... anche perché ci sono altre tappe per farsi valere, mica è finito qui il Tour de France...
Oggi però me ne sono stato buono, ieri avevo fatto un po' il gradasso e vi avevo dichiarato che a fine tappa non sentivo la fatica, che avrei potuto fare altri 50 km di fuga e non risultare comunque stanco... ecco, diciamo che forse ero un po' annebbiato, perché stamattina, al risveglio, al posto delle gambe avevo due tronchi di legno e non mi è stato affatto facile affrontare i primi chilometri della tappa di oggi... difatti sono andato via molto agile, ho rifiatato, per me oggi è stata proprio una tappa di trasferimento, neanche lo calcolerei come "giorno di corsa"... certo è che la fuga è andata via ed ha preso davvero un grande margine, peccato non esserci riusciti ad infilare con un uomo, sarebbe stata una bella occasione per i vari Righi e Bruseghin, ad esempio... c'è da dire che anche il gruppo l'ha presa in modo molto, molto blando... evidentemente la Phonak aveva voglia di lasciare la maglia gialla a qualcun altro, ma non so se hanno fatto un affare a lasciarla a Pereiro Sio... io l'ho visto poche volte in corsa e m'ha fatto una bella impressione, pedala bene, ma loro dovrebbero conoscerlo visto che l'anno scorso correva appunto con Landis e soci nella compagine elvetica... mah, magari domani m'informo meglio da qualche compagno di squadra e vi faccio sapere quali sono i loro pareri sulla questione...
Dopo il riposo di oggi, dunque, a me rimangono tre tappe da puntare: domani, venerdì, e la domenica successiva... la tappa conclusiva... certo, come vi ho già spiegato non è mai facile beccare una fuga al Tour, figuriamoci beccarne più di una... però la gamba c'è, la condizione è parecchio buona, mi sento bene ed anche in salita non faccio molta fatica...
Che dire, speriamo di toglierci 'sta soddisfazione, era quello l'obiettivo di questa partecipazione al Tour ed esserci andato vicino non mi fa certo essere soddisfatto del risultato, finora... Siamo in ballo, balliamo... e poi, con un cognome come il mio, sembra quasi uno slogan...

Venerdì 14 luglio - 12a tappa: Mi hanno fregato
Ore 22:10: Ho appena finito di mangiare, e sono riuscito a non farmi andare il cibo di traverso... a parte gli scherzi, vi avevo detto che prima o poi sarei riuscito a beccare la fuga giusta ed oggi è stato il gran giorno; è anche vero che c'è il grosso rammarico di non aver sfruttato l'occasione favorevole, perché qui - lo ripeto - beccare la fuga buona è come fare un terno al lotto e non sempre si hanno due possibilità: inutile sottolineare che ovviamente ci riproverò con tutte le mie forze... già da domani!!!
La tappa è iniziata subito velocemente, si è fatto subito un gran ritmo e la Discovery, su tutte, ha iniziato a menare in testa al gruppo in maniera forsennata: il nostro obiettivo, lo sapevate, era quello di essere presenti almeno con un uomo in ogni drappello di fuggitivi che si sarebbe formato. Iniziato il Col des Ares, una salita di 7 km, non di 200 metri, la Discovery ha iniziato ad accelerare come se il traguardo fosse un chilometro dopo lo scollinamento... tant'è che ci si è guardati per un attimo, in gruppo, e con lo sguardo ci si è chiesto il perché di un'azione tanto dura quanto sconsiderata, secondo il mio punto di vista... fatto sta che ho dovuto stringere i denti per restare agganciato al gruppo, ho abbassato la testa quando mancavano 6 km alla vetta e l'ho rialzata soltanto al cartello dei meno 1, quando la strada spianava molto e la Discovery ha smesso quella specie di "ripetuta".
Appena scollinati, è partita la fuga di Hincapie, ma anche di Cunego e Bennati: c'era un gran gruppo di corridori davanti, e alla Phonak e alla Davitamon - su tutte - non piaceva la composizione di quella fuga: soprattutto alla Davitamon, perché davanti c'erano Bennati ed Hushovd, due considerati troppo pericolosi per la maglia verde. Morale della favola: dopo uno sprint intermedio vinto da Bennati avviene il ricongiungimento; parte Le Mevel... piazzo uno scatto abbastanza buono, il gruppo s'allontana, mi seguono Freire e Popovych... passiamo a velocità quasi doppia il francese, che però riesce ad accodarsi perché evidentemente ci aveva aspettato... c'è accordo, ognuno ha i suoi buoni motivi per cercare di arrivare in fondo.
100 km di fuga con un ottimo accordo, ognuno fa il suo lavoro, la mia gamba gira a meraviglia e realizzo di avere davvero un'ottima condizione e di essere riuscito ad entrare in una fuga al Tour de France... roba mica da ridere... ve lo ripeterò fino allo sfinimento che non è affatto facile!!
Poi, a una decina di km dal traguardo, quando tutti e 4 sapevamo che non avrebbero mai potuto raggiungerci, parte - inaspettatamente - Popovych... non realizzo, penso che è troppo presto per provare, e provo a vedere se Freire, il più veloce, o Le Mevel, il francese che è in fuga il 14 luglio, si muovono... il corridore della Crédit salta, non riesce a tenere il ritmo... Freire mi si è incollato alla ruota, e capisco che qualcosa non quadra... mi muovo in prima persona, Popo è già abbastanza lontano, ma ce l'ho a tiro... ecco fatto, ripreso... mi parte Freire... presentimento giusto, qui qualcosa non quadra, difatti anche Popovych s'incolla alla mia ruota e non dà la minima impressione di voler andare a riprendere lo spagnolo... mi rialzo sui pedali, prendo anche Freire... sono amareggiato nel frattempo, sono deluso, dall'ammiraglia m'arrivano consigli, mi dicono di cercare di stare più dietro possibile, di togliermi dalla testa del gruppetto... ma non è facile, perché quei due vanno davvero piano... mi dovrei fermare per farli passare... riscatta prima uno, poi l'altro... scatto io, cacchio, a 4 km dall'arrivo posso scattare eccome, anche senza aiuti in gruppo, anche se Le Mevel, che m'avrebbe potuto dare una mano, si è smaterializzato... tra di loro collaborano, invece, eccome se lo fanno, e mi vengono a riprendere, ovviamente, in due...
Arrivano i 3 km all'arrivo, riparte deciso Popovych... avrei la gamba per riprovare a chiudere il buco, ma sento che sarebbe inutile... a ruota ho ancora Freire, uno che vince le volate di gruppo... e allora perché non dovrebbe essere interessato ad andarlo a riprendere? L'ucraino vola via, quando mancano 2 km all'arrivo mi avvicino allo spagnolo e gli chiedo: «Che fai?». «Niente, non ti posso aiutare, io non tiro», mi risponde il tre volte iridato.
Adesso io non so se si siano parlati, cosa si siano detti, quali erano i termini dell'accordo, se c'è stato, se la Discovery aiuterà la Rabobank per la classifica di Menchov, oppure c'è dell'altro... vi lascio soltanto immaginare la mia risposta ad Oscar... ero veramente molto arrabbiato in quel momento... tant'è che a 2 km dalla fine avevamo qualcosa come 7" di distacco e siamo arrivati all'arrivo con 27" da Popovych... 20" in un chilometro li prendi solo se salti di testa... peraltro, Freire non ha fatto neanche la volata del secondo posto... eppure c'erano altri bei punti per la maglia verde... eppure è stato fermo lì e non m'ha contrastato...
Avevo fatto terno, ed avevo una buona cartella e numeri fortunati; ho fatto anche quaterna, poi, perché la Davitamon s'era sfiancata per riprendere Bennati e non aveva più uomini per riprendere Freire; ed ero lì per fare cinquina e tombola, ma purtroppo in inferiorità numerica avrei potuto fare ben poco di più... il fatto è che Popo ha iniziato a scattare a 8 km dall'arrivo, mi pare, non a 4... se fossero iniziati ai meno 4, gli scatti, li avrei ripresi tutti, avevo una gamba invidiabile, sono arrivato neanche troppo stanco, segno di una grande condizione... ma 8 km a correre dietro a due corridori come Popovych e Freire, ragazzi... non ce l'ho fatta... soprattutto di testa... e poi ho pensato che aveva poco significato distruggersi le gambe in una situazione simile: ci sono altre tappe per le fughe, ci riproverò, e proverò a non farmi mettere in mezzo...
Però, dài, in fondo, una bella soddisfazione c'è... se due come Freire e Popovych hanno bisogno di mettersi d'accordo, per battermi... beh, vorrà dire che così piano non vado, no...!?

Giovedì 13 luglio - 11a tappa: "Anto', fa caldo"
Ore 20: 40: Diciamo che la stanchezza inizia a farsi sentire... credo d'aver fatto più di un'ora di massaggi per quanto avevo le gambe stanche...
Tappa molto dura corsa da subito in maniera tosta: l'AG2R ha fatto subito un ritmo alto per Dessel e per scoraggiare gli eventuali attaccanti della prima ora; ovviamente non è servito, perché qui in ogni inizio tappa c'è una bagarre incredibile per entrare nella fuga giusta; sia in pianura che in montagna. Fatto sta che se ne va subito un gruppetto, qualcuno di noi, me compreso, prova ad accodarsi, ma davanti scappano davvero troppo forte: ho rinunciato a forzare, dunque, anche perché la tappa non è che mi permetteva chissà quali sogni o aspettative di successo. Sinceramente non ho capito neanche molto bene la tattica della squadra francese: una volta andata via la fuga, che senso ha tirare come forsennati prima dell'Aspin? Secondo me gli sarebbe bastato andare via regolari, non facendo allontanare troppo i fuggitivi, ma evidentemente dovevano avere una grande fiducia nei loro uomini, perché altrimenti non si capisce tutto quel lavoro tra le salite e, soprattutto, sulle salite.
Il mio obiettivo di oggi è stato realizzato, certamente, anche se devo dire che sul Tourmalet ho sofferto veramente molto: la salita era durissima, aveva dei drittoni senza tornanti che ti toglievano la ragione d'esistere, dei costoni a favore del sole che ho odiato dal primo all'ultimo metro, il caldo era asfissiante, tant'è che ero costretto ad andare a cercare l'ombra con la bici per avere un minimo di sensazione psicologica di refrigerio... com'era quello spot tv sul tè freddo? Diciamo che ero su quei livelli... e così sull'Aspin, anche se la salita era già più lieve.
Mi sono staccato in ogni salita, dunque, ma dopo le prime due mi son fatto forza e sono rientrato sul gruppo maglia gialla: in realtà c'è stato anche chi ha fatto "gruppetto" per 150 km, e all'inizio mi era anche venuto in mente di staccare subito ed andare via tranquillo; poi ho pensato che, in fondo, facendo gruppetto si rischia sempre di fare l'ultima salita a tutta per entrare nel tempo massimo, e sinceramente non mi andava di rischiare anche perché la gamba non sarà da scalatore, ma insomma in salita non sono proprio da buttare.
Arrivato sul Portillon, però, ho trovato il mio bravo gruppo con Honchar, con Gilbert, con Mazzoleni ed altri e siamo andati via tranquilli fino all'arrivo, anche perché l'ultima ascesa era piuttosto pedalabile e consentiva anche di rifiatare un po' e guardare il panorama. Ho avuto anche modo di scambiare qualche parola con Serhiy, e l'ex maglia gialla mi ha confermato di essere proprio contento del suo Tour: sapeva di non essere al 100% e sapeva che il gran caldo gli avrebbe dato fastidio, prima o poi; è soddisfatto, dunque, di essere riuscito a vincere una tappa ed indossare la maglia prima delle difficoltà che sapeva che avrebbe affrontato. Ora il suo prossimo obiettivo è l'ultima cronometro.
E poi... ragazzi... i tifosi baschi...: uno spettacolo quasi unico, una macchia arancione che avvolgeva Pla de Beret; vi dico la verità, durante le prime tre salite è stato tanto lo sforzo e la concentrazione di restare aggrappato a pochi secondi dal gruppo dei migliori che non sono riuscito a godermi né il panorama, né le varie scenografie, ed un po' è dipeso anche dallo scontro-infortunio che ho patito oggi... a sentirlo fa quasi ridere, ed anche un po' a raccontarlo, in verità, ma se mi tocco fa male, eccome se fa male...
Tappa appena partita, siamo al km 35 o 40, si fila via a quasi 45 km/h: c'è una signora che sporge troppo il braccio, e l'indice in particolare, per segnalare la presenza di Boonen, quasi accanto al sottoscritto: fatto sta che questa signora non ha avuto la minima intenzione di toglierlo, quel braccio, ed io di certo non potevo andare ad incocciare contro gli altri ciclisti che mi erano accanto: morale della favola, sento una botta sull'occhiale, sbando un pochino ma riesco a stare in piedi... mi spiace anche per quella signora perché credo si sia fatta male al braccio, ma io davvero non potevo andare da nessuna parte... credo d'aver rotto gli occhiali, me li tolgo, qualcuno mi fa notare che ho un taglio sul naso... mi avvicino alla vettura del medico, e mi accorgo di avere un altro taglio, allo zigomo... mi son medicato e ho continuato... fatto sta che arrivo in albergo, poco fa, e scopro d'avere un occhio nero... che faccio? Chiedo la prova tv? Oppure quella signora dirà che l'ho istigata?
A parte le battute, gli infortuni fan parte del gioco, però per banalità simili sarebbe meglio evitarli... basterebbe un po' più d'attenzione...
Vi dicevo dei baschi: un serpentone arancione davvero enorme e bello da vedere; poi è ovvio che loro son lì per i corridori locali, ma una parola d'incoraggiamento la spendono per tutti. Di spinte, invece, ne danno poche, ma evidentemente la correttezza che mostrano nel tifare la riversano anche sul piano puramente sportivo... comunque è stato bellissimo correre attraverso quelle ali di folla!!
Sono anche disinformato sull'andamento dei miei compagni, visto che quando sono arrivato io tanti già erano in albergo (sapete, un po' di ritardo...) e poi io mi son fermato ad avere la mia bella dose quotidiana di massaggi... domani vi saprò dire di più anche sui loro stati d'animo; eh già, domani si ricomincia col toto-fuga: riusciremo a prendere quella buona? E se sì, chi di noi ci riuscirà?
Speriamo che in tanti domani patiscano lo stesso mal di gambe che ho patito oggi io, almeno gli scatti saranno un po' meno e saranno fatti a velocità più basse, anche se... domani è festa nazionale, qui in Francia... i corridori transalpini vorranno scatenare la bagarre...

Mercoledì 12 luglio - 10a tappa: Bennati sfotte
Ore 19:50: Eccomi qua, soddisfatto dopo le prime montagne importanti del Tour de France: sono stanco, per carità, però ho visto che riesco a salvarmi bene anche quando il gruppo va forte... ovviamente ho bisogno di stringere i denti... Così ho fatto sul Col de Soudet, riuscendo a scollinare coi primi, così ho evitato di fare sul Col de Marie-Blanque, visto che il mio obiettivo qui in Francia non è certamente la Classifica Generale, bensì le tappe, e con solo 4' e poco più di distacco dai primi il rischio che non ti lascino andare è troppo per essere corso.
Oggi, dunque, più di un quarto d'ora dai primi, circa la metà sul gruppo della maglia gialla: un Honchar che oggi s'è quasi sfilato con me sull'ultima ascesa e che poi invece è riuscito a restare aggrappato coi denti al vagone principale.
Una maglia gialla che è cambiata, dunque, ed è finita sulle spalle di Dessel: il nostro obiettivo di squadra, oggi, è stato raggiunto, visto che Daniele Bennati è riuscito ad infilarsi nella fuga che poi è andata all'arrivo, sprintare per i punti della maglia verde ad un traguardo volante e poi, purtroppo, staccarsi dai battistrada: di certo l'8° posto di oggi è un risultato ottimo per Benna, che ha dimostrato di essere, con Zabel, il velocista che tiene meglio il passo sulle salite. Salite dure, intendiamoci: il Col de Marie-Blanque aveva punte al 12-13%, roba mica da ridere...
Vi dicevo della necessità di uscire di classifica, e credo proprio di aver fatto la scelta giusta, oggi: probabilmente davanti avrei potuto dare una mano consistente a Benna, è vero, ma ho visto che gli altri sono riusciti ad aiutarlo in maniera perfetta; insomma, dal mio punto di vista, il quarto d'ora di ritardo di oggi mi permette di essere meno controllato e meno marcato nel caso in cui riesca finalmente a beccare la fuga giusta: fossi rimasto a 4' da Honchar non so se m'avrebbero lasciato andare... a parte che non è tanto il discorso del "lasciar andare" che mi preoccupa, bensì il fatto che da queste parti azzeccare la fuga giusta è come provare a fare un terno al lotto: difficilissimo!! Gente che scatta da tutte le parti, inizi di tappa veramente al fulmicotone, attacchi e controscatti di continuo... anche oggi ci ho provato, ma è andata male... dopo qualche tentativo, infine, è partita la fuga "buona" con Daniele dentro... e dire che un po' mi dispiace anche che sia andato così forte, perché ora in camera mi sfotte e mi rinfaccia il 6° posto in volata ottenuto qualche giorno fa!!! All'epoca mi diceva: «Ma se fai anche le volate, io qui che ci sto a fare?»; invece oggi è tutta la sera che mi ripete: «Ma se devo andare anche in fuga in montagna, voi in Francia che ci state a fare?», sfottendo innanzitutto il sottoscritto che è in camera con lui... ogni volta qui è una battaglia, e finora devo ammettere che la sto perdendo... speriamo che dopo le montagne possa riuscire finalmente a beccare il gruppo giusto per andare in fuga, così poi a sfottere posso essere io... di solito al Tour si lascia spazio ai fuggitivi, dopo le montagne, anche se adesso senza Armstrong è tutto un po' un'incognita.
Gli altri Lampre stanno abbastanza bene: a parte il Bennati stratosferico di cui già abbiamo parlato, anche Valjavec e Vila hanno pedalato bene, oggi, così come Bruse: Cunego è stato bravissimo a resistere nel momento di difficoltà e poi ad arrivare nel gruppo (ex)maglia gialla.
Domani... eh... domani il motto sarà: "Si salvi chi può!!". Almeno per quanto mi riguarda, proverò a tener duro sul Tourmalet e sull'Aspin, per poi lasciarmi sfilare sul Portillon e cercare di arrivare entro il tempo massimo all'arrivo: certo, se inizieranno a menare sin dalla prima salita sarà senz'altro più dura. Domani si tenterà di nuovo la fuga, possibilmente con uno che va forte in montagna (sscch... che Benna c'ascolta...), e devo dire che per questo sarà anche utile l'appoggio di Martinelli, arrivato in Francia proprio ieri sera. La sua esperienza sarà importante soprattutto per Damiano, ma anche Tadej e gli altri potranno beneficiare dei consigli di Martino sulle salite.
Sapete...?! Già inizio a sentire caldo... speriamo che il meteo m'aiuti un pochino...



Martedì 11 luglio - 9a tappa: In alto il tricolore
Ore 22:30: Oh mamma... oggi è stata proprio una giornata tosta... sarà che venivamo dal riposo, sarà che si è iniziato ad andare forte sin dal terzo chilometro, ma oggi, stasera, son veramente molto stanco... credo che non siamo mai scesi sotto i 50 km/h di velocità...
La giornata è iniziata subito con il mantenimento della promessa che v'avevo fatto, e che mi ero fatto: a Bordeaux il Tour ha attuato una sorta di ri-presentazione delle squadre partecipanti, sinceramente non so se sia una consuetudine o se sia stata una novità di quest'anno: certo, se la riproporranno anche dopo il secondo giorno di riposo, sarò tentato di pensare che è una sorta di "punto della situazione" per i tifosi, che possono quindi fare la conta di chi c'è e di chi si è ritirato. Vi dicevo: quando è toccato alle squadre italiane, ci siamo premuniti di un bel bandierone verde-bianco-rosso e ce lo siamo portati sul palco del foglio-firma... non vi dico quanti fischi che ci hanno dedicato, ma tanti sono stati i fischi, tanta è stata la soddisfazione... eh su... era diventato davvero pesante essere italiano in terra francese, oggi invece tanti corridori transalpini sono venuti a farci i complimenti e a scherzare con noi sulla partita... invece i tifosi... beh, qualcuno di quelli ha avuto addirittura il coraggio di dare ragione a Zidane... fate un po' due conti voi...
Mi hanno riferito che la festa a Roma è stata molto bella e molto seguita... certo che sarebbe bello se anche con gli altri sport accadessero feste simili in caso di vittorie importanti, ma si sa, in Italia il calcio è il calcio e ogni domenica negli stadi ci sono migliaia di persone, mentre purtroppo certe corse italiane sono lasciate allo sbando e neanche minimamente pubblicizzate. Dispiace, ma che ci possiamo fare? Ormai il luogo comune vuole che noi siamo dopati, quindi perché scomodarsi per venirci a vedere? Comunque, noi tiriamo avanti, perché la passione della gente che viene a tifare, che viene a far foto e autografi, quella che guarda le corse a casa... quella sì che va ripagata tutta.
Lo svolgimento della tappa di oggi eviterei quasi di raccontarvelo: fuga da lontano, gruppo che lavora per non far prendere troppo margine ai fuggitivi, squadre degli sprinter che aumentano il ritmo, ricongiungimento, volata: non è che cambi molto da una tappa all'altra, finora. E invece qualcosa vi racconto lo stesso: in primis, volevo pubblicamente rivelare la mia grande stima verso Daniele Righi, un ragazzo con una grinta incredibile, un corridore che se gli dici di lavorare ad inizio tappa lui dà tutto e resta davanti fino a che non è sfinito; veramente un esempio di grande dedizione e professionalità. Purtroppo oggi, appena finito il suo enorme compito, s'è sfilato un po' all'indietro ed è incappato in una caduta a circa 13 km dall'arrivo: ha preso una bella botta al ginocchio, gli fa un po' male, ma speriamo che non sia niente e che domani possa ripartire: già me lo vedo, in una delle prossime tappe, in fuga a tirare come un ossesso.
Negli ultimi chilometri sono stato sempre accanto a Benna, purtroppo sapevamo di non poter disporre un treno come nelle altre tappe perché qualcuno aveva già lavorato molto per il ricongiungimento, così ho cercato di lasciare Daniele il più possibile davanti, e l'ho lasciato dietro a Boonen; poi c'è stata una curva secca a sinistra ai meno 3 km ed ho perso molte posizioni; ho provato a risalire, ma si andava fortissimo e avrei fatto molta fatica... rischiavo di arrivare davanti, mettermi davanti al mio compagno di squadra e poi... no, non potevo... magari gli facevo da tappo perché ero finito dal venire avanti... è andata così, peccato per il risultato non proprio buono, ma è la prima volata che cicchiamo in maniera netta. Spiace, ma ci può stare.
Domani si sale, il nostro compito è di entrare nelle fughe con un corridore e tentare, ovviamente, di andare all'arrivo: chi resterà in gruppo, dietro, cercherà di stare il più possibile vicino a Damiano ed ovviamente valuteremo anche se è il caso di lavorare per Cunego in un determinato tipo di corsa che potrebbe venir fuori. Gli uomini delle fughe saranno quelli che stanno molto bene in questo momento: Bruse, Commesso, Vila, ed anche io, mi ci metto dentro volentieri. Non dobbiamo marcare nessuno, soltanto stare attenti: in ogni azione, ci deve essere uno di noi, ovviamente provando a turno, senza sfiancarsi prima del tempo.
Certo, ci vorrebbe proprio una bella vittoria italiana al Tour de France... altrimenti, si rischia di lasciar monco questo bel mese di luglio... noi siamo qui, e ci proveremo...

Lunedì 10 luglio - Riposo: Ecco montagne e caldo
Ore 22:30: Quello di oggi si chiama proprio giorno di riposo, ed io l'ho preso alla lettera. Una leggera sgambata stamattina, 45 km fatti ad andatura veramente blanda, tanto per sgranchire un po' le gambe e restare sempre un poco attivi.
Ieri sera v'avevo lasciato al primo tempo, e da lì in poi è stata tutta una sofferenza: la Francia ha giocato meglio, non c'è che dire, però poi alla fine i rigori hanno premiato noi. Abbiamo visto la partita tutti insieme, noi della Lampre, con tanto di meccanici, massaggiatori e chi più ne ha, più ne metta: quando Grosso ha segnato il rigore decisivo è scattato il boato, i festeggiamenti, siamo scesi tutti nella hall urlando come pazzi, Commesso su tutti, era esaltato dalla visione di Cannavaro, campano come lui, alzare la Coppa del Mondo al cielo. Inutile dire che i francesi presenti in albergo ci hanno guardato piuttosto male, ma... fa parte del gioco... loro esultavano prima, noi esultiamo dopo, col doppio della ragione. Uff... meno male... non avrei sopportato altre due settimane di sfottò...
Il giorno di riposo, dunque, e come tutte le cose in un GT, questa è la mia prima volta: certo, le tappe finora non sono state così proibitive da farci sperare nel giorno di riposo, ma è anche ragionevole pensare che, dovendocene essere due, uno lo si faccia dopo 1/3 di Tour, insomma.
Io non sono stanco, ho accumulato la fatica giusta per lo sforzo fatto, senza dubbio, ma sicuramente se sabato e domenica ci fossero state due tappe pirenaiche oggi sarei molto più a pezzi, e molto più contento di questa sosta temporanea.
Ora sono nella hall dell'albergo con gli altri ragazzi della Quick Step, si parla un po' delle temperature che troveremo sui Pirenei: eh sì, perché da mercoledì si inizia a salire. Qualche corridore più esperto ci ha spiegato le salite del Tour, in particolar modo ci han detto di fare attenzione alla tappa del Tourmalet per queste prime tappe montagnose: speriamo davvero che non inizi la bagarre da subito, altrimenti si rischia davvero di fare tripla fatica per entrare dentro il tempo massimo: da parte mia, infatti, come già saprete non c'è alcuna velleità di risultato nelle tappe di montagna.
L'altra cosa che mi preoccupa, e non poco, è il caldo: oggi si sta bene, è abbastanza fresco, ma ho già visto che tra Montelimar e Gap, ad esempio, le previsioni danno qualcosa come 35°C... ho già messo in conto le "scaldate", dunque, sperando davvero che sia salita per tutti.
Domani è anche il giorno del foglio firma nel tricolore... il problema è che non abbiamo così tante bandiere per tutti, e quindi dovremo passarci il drappello prima di salire... oggi, durante la pedalata, abbiam provato a cercare in qualche negozio delle bandiere italiane, scordandoci per un attimo di essere in Francia... niente: di bandiere bianco-rosso-verdi neanche l'ombra... le avranno bruciate tutte ieri notte... vabbè, dài, speriamo ci sia qualche tifoso italiano, con bandiera, al ritrovo di partenza, così la potremo chiedere in prestito...
Eh sì, questo giorno di riposo, tra pedalate, pranzo, massaggi, film in DVD, chiacchierate con gli amici, cena e telefonate è proprio volato... eh sì, il giorno di riposo... son convinto che, tra qualche tappa, ne vorrò uno ogni due giorni, di giorno di riposo...

Domenica 9 luglio - 8a tappa: Trasferimento lampo
Ore 20:50: Siamo già a cena, è appena finito il primo tempo della finale dei Campionati del Mondo e tra poco inizierà la ripresa: pare stia andando bene, lì in Germania, ma anche qui in Francia non ci possiamo lamentare: oggi, difatti, credo di aver affrontato il trasferimento lungo più rapido di sempre.
La tappa è andata via secondo il solito canovaccio, anche se oggi noi della Lampre ci siamo fatti trovare impreparati in entrambe le fughe importanti che sono uscite dal gruppo: la prima volta, più colpevolmente, è uscito un gruppo piuttosto folto con nessuno di noi dentro; per questo ci siamo messi a tirare sin da subito per ricucire il distacco e devo dire che la forma è davvero buona perché nonostante davanti andassero tutt'altro che piano, visto che dovevano guadagnare per rimanere in fuga, li abbiamo ripresi dopo neanche troppi chilometri. Probabilmente, però, siamo andati davvero troppo forti, visto che una volta eseguito il ricongiungimento ci siamo un attimino adagiati a metà gruppo.
Proprio in quel momento s'è stretta la strada, c'era da rimontare mezzo plotone e non era affatto facile in quelle condizioni e dopo un inseguimento già effettuato, ed è lì che è partita la fuga che poi, almeno con tre corridori, è arrivata all'arrivo: certo, va detto anche che Calzati è stato bravo davvero, è andato veramente forte, perché soprattutto nel momento in cui si è messa a tirare la Française des Jeux lui ha perso pochissimo in tanti chilometri. Chapeau, dunque.
Anche se c'è il rimpianto del poco lavoro di certe squadre: noi ad un certo punto abbiamo portato un uomo in testa al gruppo per far presente che noi avevamo voglia di riprendere la fuga e, insomma, per chiedere collaborazione: quasi tutti si son defilati però, e soprattutto da parte della Rabobank e della Crédit Agricole non ce lo aspettavamo; la Davitamon aveva Aerts davanti e ci stava che fosse passiva, la Quick Step finora non ha mai vinto e di certo tirare per consegnare un'altra tappa a McEwen poteva essere controproducente, ma dalle squadre di Freire ed Hushovd (anche se anche lui aveva Halgand davanti) ci aspettavamo qualcosa di più.
Si è deciso di far sul serio troppo tardi, dunque, con la squadra di Eisel che si è messa in testa e noi a darle una mano, ma il gap era ormai incolmabile e quando abbiamo capito che Calzati era irraggiungibile abbiamo tirato i remi in barca e siamo andati all'arrivo relativamente tranquilli.
Vi dicevo del trasferimento lampo, e sono sorpreso in positivo: sono stati adibiti due voli charter per le squadre che sono partiti prestissimo... calcolate che siamo arrivati al nuovo albergo una ventina di minuti prima delle 20... organizzazione veramente efficiente, non c'è che dire.
Oggi vi lascio con un po' più d'anticipo per via della partita... tra poco inizia il secondo tempo... io ho già pronta la bandiera per martedì...

Sabato 8 luglio - 7a tappa: Povero Bruse!
Ore 21:30: Okey, è andata: la prima prestazione a cronometro in una grande corsa a tappe è andata, possiamo catalogarla sotto la voce "esperienze già fatte".
È andata anche piuttosto bene, in linea con le aspettative, più che altro perché sono riuscito a rimanere nel range di partenza, che vuol dire che non ho ripreso Zandio, lo spagnolo che mi è partito davanti, ma neanche mi son fatto riprendere da Gilbert, il belga: dico proprio che non mi posso lamentare. Rispetto alle intenzioni di ieri, stamattina c'era un po' più di preoccupazione: in squadra si è parlato di quanti corridori bravi a cronometro sono presenti qui al Tour, ed effettivamente riflettendoci si è deciso poi tutti di disputare una crono in linea con le possibilità di ognuno, senza cercare il limite per chissà quale risultato: gli unici che avevano "libertà" di spingere erano Bruseghin, ovviamente, e Valjavec, quello che in teoria dovrebbe essere il nostro uomo di classifica; ma questo è un discorso complesso, visto che Tadej non è affatto un cronoman e la sua maggior qualità è la regolarità e la capacità di entrare in qualche bella fuga nelle tappe di media montagna.
Gli altri, me compreso, avevano come unico obbligo quello di restare entro il tempo limite, ma nelle crono nessuno può sapere con esattezza qual è, visto che il tempo migliore - la maggior parte delle volte - è di uno degli ultimi arrivati e fino a quel momento, dunque, non si possono far calcoli: io sono partito forte fino al primo intertempo, in quel momento abbiamo visto che il tempo era discreto, ne avevo molti dietro, quindi sono andato poi a scalare con la spinta fino ad assestarmi su un livello medio-buono che mi ha fatto partorire la prestazione di oggi.
Il tracciato era tutt'altro che semplice, visto che la pianura francese è, come vi ho già detto, mai assolutamente pianeggiante: o salitelle o discesette, non si è mai totalmente in piano. Tra l'altro, visto il nuovo "obiettivo", prima della crono non ho fatto neanche molti rulli: si viene già da qualche giorno di corsa, che senso ha, per chi non cerca la vittoria, starsene un'ora sui rulli per un'ora di crono?
Anche i miei compagni di squadra sono piuttosto tranquilli, anche lo stesso Bruseghin che in partenza ci teneva a far bene soprattutto per onorare la maglia di campione italiano a cronometro, ma anche Marzio m'ha confessato che dopo aver saputo di aver fatto un primo intermedio abbastanza alto, lontano dai migliori, ha tirato un pochino i remi in barca. Cunego l'ho visto poco, una mezz'oretta a cena, ma anche lui non è che si aspettasse chissà cosa da questa giornata; diciamo che ora siamo tutti fuori classifica, e quindi a parte le tappe che si concluderanno in volata dove ci sarà Bennati capitano, le altre frazioni son tutte buone per le fughe con ogni corridore possibile, dove chi di noi sarà bravo e fortunato a beccare quella giusta si potrà giocare, magari, il successo di tappa. Speriamo bene...
Mi è stato detto che l'altro giorno, in diretta Rai, il mio ds Guido Bontempi ha detto che sono uno dei pezzi pregiati del mercato Lampre, visto che tante squadre hanno richiesto informazioni sul sottoscritto: ci tengo a precisare che non ne so davvero niente, evidentemente si saranno parlati tra team, ed è anche giusto visto che ho il contratto con Saronni fino a tutto il 2007 ed eventuali trasferimenti li dovranno decidere loro; però io sto bene qui, c'è un gruppo ottimo e non ho davvero motivo per lamentarmi. Inoltre, quella di firmare un contratto di due anni alla fine dell'anno scorso è stata una mia precisa scelta perché volevo vivere questo biennio in assoluta tranquillità senza avere l'assillo del risultato per poter continuare a correre: perché qui si fa presto a strappare un buon contratto, ma si fa prestissimo a rimanere a piedi dopo un passaggio a vuoto, o al massimo un paio. Certo, col senno di poi si possono anche dire tante cose e fare qualche considerazione, ma di certo c'è soltanto che quest'anno, con la tranquillità che avevo, ho fatto davvero belle prestazioni e quindi sono contentissimo così.
Per oggi finisco con una promessa: è deciso! Se l'Italia vince i Mondiali, io martedì mi presento al foglio firma avvolto dalla bandiera italiana!!! E non è più possibile con questi francesi... sempre a parlare di questa partita ed additare noi italiani come "gli avversari"... oggi anche durante il percorso della crono c'era gente che ci gridava contro: "Allez les Bleus!"... sta diventando insostenibile... Ma ci pensate al povero Marzio, oggi? A cosa può essere andato incontro con quella maglia tricolore? Quanti cori francesi gli avranno intonato, al passaggio? Cento? Mille? Mah... speriamo di farli smettere...

Venerdì 7 luglio - 6a tappa: Benna c'è, e si vede
Ore 19:50: La prima notizia di oggi è cattiva almeno per noi: credo che per domenica sera non ci sarà niente da fare; niente tv in aereo, dunque, niente finale Italia-Francia, ma non è detto: la partita inizia alle 20, magari il primo tempo riusciremo a vederlo dall'aeroporto; mah... certo è che qui al Tour de France l'evento di domenica si respira in modo piuttosto viva, ci sono giornalisti e addetti ai lavori che vanno a caccia di corridori francesi (soprattutto) e italiani (un po' meno) per chiedere indicazioni, commenti, favoriti e, naturalmente, pronostici. Qui si è già pensato di partire, in caso di risultato buono, con un bel bandierone tricolore da portare tutti uniti noi ciclisti italiani: tutto questo avverrà - nel caso - soltanto martedì, però, visto che lunedì è il giorno di riposo. D'altro canto, il giorno di riposo potrebbe calzare a pennello per nasconderci in caso di sconfitta... Ovviamente il tutto si dice col sorriso sulle labbra, qui al Tour siamo per correre, mica in gita o in vacanza-premio...
La notizia bella di oggi è la grande ripresa di Benna dopo la caduta di ieri: al ritorno dall'ospedale, ieri notte praticamente, era molto preoccupato visto che sentiva forti dolori nella zona dell'inguine, comunque nella parte interna della coscia. Ci ha dormito su, stamattina sentiva dolore ma s'è preparato e s'è presentato al via; i primi 50 km sono stati una sofferenza per lui, e noi con lui, lì accanto, tutti intorno; poi col passare dei chilometri e col gesto della pedalata, la botta si sarà "scaldata" e quindi la gamba ha girato sempre meglio.
Difatti oggi s'è fatto un vero e proprio treno, dato che Daniele aveva detto di stare bene e dato che domani c'è una cronometro in cui alcuni tra di noi, più il Benna stesso, si riposeranno e quindi oggi s'è potuto dare un qualcosa di più nel finale: la velocità è stata sempre molto sostenuta sin dagli ultimi 3 km, poi ai 2 km s'è creato un treno misto tra corridori Lampre e corridori Quick Step: Vila e Commesso per noi, Pozzato e Tosatto per loro, ed infine il sottoscritto davanti a Bennati: ho lanciato la volata ai 400 metri, la velocità era abbastanza buona, e nel mentre che Benna mi passava a sinistra dal lato delle transenne, a fianco a me ho sentito arrivare un fulmine: Steegmans! Incredibile quello che ha fatto oggi, praticamente ha fatto una volata di 500 metri andando fortissimo: e dovete considerare che ha smesso di pedalare a 60 metri dall'arrivo, esultando ed alzando le mani, ed è comunque arrivato 9°; son convinto che se avesse continuato a spingere, nei primi tre di tappa ci finiva.
Con un po' di malizia il belga ha anche chiuso il varco scelto da Daniele, ma Benna è stato bravo a rismarcarsi sulla destra e trovare comunque la 2a posizione; la chiusura, o mezza chiusura, non è stata assolutamente contestata da noi, visto che nessuno, oggi, avrebbe potuto tenere la velocità di Steegmans e McEwen: l'importante - per noi - in primis, è di aver ribadito che Daniele Bennati c'è e che può fare davvero cose importantissime in questa corsa.
Continua invece il "mistero" Boonen, che non riesce proprio a piazzare la zampata: a me Tom dà l'impressione di essere in condizione, pedala sempre molto bene, oggi è entrato addirittura in una fuga ad inizio tappa, quindi credo che i motivi delle sue non-vittorie siano sostanzialmente due: la prima è che non ha ancora trovato il colpo di pedale per imprimere l'accelerata sulla velocità, mentre la seconda - che reputo più veritiera - è che la Quick Step ha tralasciato l'importanza di qualche uomo per il treno che possa lavorare dai meno 3 ai meno 2 km: non saprei dirvi, perché non sono un tecnico, chi doveva portare e chi lasciare a casa, per carità, ma l'impressione è che a Tom manchi qualche uomo da "lancio".
Da parte mia, domani affronterò la mia prima cronometro in una grande corsa a tappe, quindi ho l'incognita della lunghezza del tracciato, c'è grande concorrenza per la vittoria di tappa e per la rivoluzione della classifica generale, quindi non vi faccio promesse... sarei tentato dal dichiarare che andrò a tutta, ma mi esporrei troppo verso brutte figure... allora dirò che partirò tranquillo, ovviamente spingendo forte, e se poi dalla macchina mi diranno che i miei intertempi sono buoni... beh, allora lì... come potrei rallentare...!?

Giovedì 6 luglio - 5a tappa: Exploit da sprinter
Ore 22:25: Finora i trasferimenti non erano stati molto stancanti, né molto lunghi: una settantina di km di media, chilometraggio del tutto rispettabile e comprensibile, per raggiungere un posto o l'altro: da qualche giorno, però, si fa un po' più lunga, e devo dire che questo, per quanto riguarda il recupero dagli sforzi, non va affatto bene. Si arriva in albergo tardi, e il tempo di disfare le valigie e scendere a cena si son fatte già le 21: il brutto è che poi, cenando tardi, neanche si può andare a letto presto, visto che bisogna digerire prima di stendersi; e allora si passeggia, si chiacchiera un po' con gli altri, io racconto a voi la mia giornata, però si sposta sempre un po' di più il limite e partendo ogni mattina alle 10 non è affatto positivo. Ci si dovrà abituare, anche se nella seconda e nella terza settimana la capacità di recupero dalla stanchezza, dai viaggi e dal sonno sarà determinante per essere in condizioni buone.
Fatto sta che oggi, a 4 km dall'arrivo, ero con Commesso e Benna nelle prime trenta posizioni del gruppo; si risale dal lato destro, io sono più interno al gruppo, gli altri si smarcano lateralmente: mi giro a 3 km dall'arrivo e non vedo più nessuno, alché chiedo informazioni alla radiolina, ma tra vento ed alta velocità non sentivo proprio niente. Rimango un po' spaesato, fatto sta che sento una voce che mi dice che Benna è caduto e di restare comunque lì davanti per provare: entro nel serpentone, ad 1 km dalla fine sono a ruota di Boonen e penso sia ottimo, poi parte la volata sul lato sinistro della strada, mentre Freire è a destra; Boonen si sposta verso lo spagnolo e mi lascia al vento, a destra c'è gente e non posso seguire la maglia gialla; stringo i denti, provo a dar forza alle pedalate, son dietro, lo vedo, ma non più di tanto: passo l'arrivo, mi vedo accanto Hushovd e penso che in fondo così male non sono andato.
Quando ho visto i risultati e mi sono letto in 6a posizione sono stato felicissimo, e tutti i miei compagni sul pullman m'hanno preso in giro: «Anche velocista è diventato, ora...»; purtroppo, però, la contentezza ha dovuto lasciare subito spazio alla richiesta di informazioni su Benna e Totò, e se Commesso è riuscito a restare in piedi, Fabrizio Bontempi, che m'ha fatto una marea di complimenti, ci ha avvisati che Daniele ha subito un forte trauma all'inguine perché praticamente è caduto sul marciapiede: difatti stasera, mentre vi parlo, il mio compagno di stanza è in ospedale per fare delle lastre d'accertamento e noi tutti speriamo che possa ripartire, domattina, e che possa anche essere di nuovo competitivo. Speriamo bene...
Io son costretto a godermi la mia soddisfazione personale, ad uno che non è un velocista non penso capiti spesso di trovarsi nelle prime dieci posizioni in una volata al Tour de France; certo, oggi mi è andato praticamente tutto bene, sono stato tirato avanti dalle scie giuste e devo dire che fino a quando son restato a ruota di Boonen non mi sembrava neanche di faticare tanto. Appena s'è spostato, però... tutta l'aria in viso... devo aver rallentato molto, ma essermi lasciato dietro corridori del calibro di Hushovd e Zabel mi dà grande fiducia in me stesso, ed anche una rinnovata consapevolezza che, qualora in una fuga non fossi da solo, posso giocarmi le mie chance allo sprint senza timori reverenziali: sì, è vero, anche al Laigueglia ho vinto praticamente in volata, ma oggi ho avuto un'iniezione di fiducia non indifferente.
Adesso siamo in giro per la città di Caen, siamo appena usciti da una birreria coi compagni di squadra. Attendiamo notizie dall'ospedale, da Benna, siamo tutti un po' preoccupati.
Ah... vista la pioggia? L'avevo chiamata, è arrivata. E sarà un caso che nel primo giorno di pioggia sia arrivata, finora, la mia migliore prestazione? Ohi... meglio che abbassi un po' la voce, che sennò gli altri, che la pioggia non la amano particolarmente, son capaci anche di buttarmi dentro una fontana...

Mercoledì 5 luglio - 4a tappa: Pioggia, dove sei?
Ore 20:20: Oggi abbiamo rimesso piede (e ruote) in Francia, dopo qualche tempo di escursioni in giro per il Belgio, per l'Olanda e per il Lussemburgo... però per iniziare la giornata di oggi devo necessariamente partire dalla serata di ieri!
Arrivando tardi e perdendo un po' di tempo per i massaggi, abbiamo iniziato tardi anche la cena, così il primo tempo ce lo siamo perso proprio tutto: stavolta, però, la partita non l'abbiamo guardata sul pullman, bensì in albergo, in compagnia della Quick Step e di alcuni personaggi dell'organizzazione: c'era Tosatto, c'era Pozzato e c'erano - anche - due tedeschi che ci stavano gufando in maniera incredibile. Al primo gol abbiamo festeggiato alla grande, mentre al gol di Del Piero uno dei due tedeschi s'è alzato ed ha spento la televisione... che ridere... e noi che urlavamo perché tanto era finita e non è che ci avesse fatto un grande torto... stupendo, credo che se avessero potuto picchiarci l'avrebbero fatto senza farsi scrupoli!!
Torniamo ad oggi, e torniamo al grande caldo: oggi ci avevano dato previsioni meteorologiche un tantino diverse da quanto poi è accaduto; difatti, ci avevano avvisati che avremmo trovato, in alcuni tratti stradali, pioggia. Ora, può sembrare strano, ma come si è già visto con le gare che si svolgono nel nord Europa, io con la pioggia pedalo a meraviglia: certo, magari non per tutta la durata della tappa, perché dopo un po' stanca anche lei, ma uno sgrullone fatto bene, oggi, l'avrei preso volentieri... sapete, qui col caldo non si scherza...
Oggi altra tappa dura, come già avevo previsto ieri, con la "pianura" francese che pianura, in realtà, non è mai: tutte "gobbe di cammello", o "panettoni", qui li chiamano così i tratti di strada che dovrebbero essere pianeggianti; se poi ci mettiamo il ritmo molto alto, che si fa a strappi, prima dei vari sprint intermedi, allora capite il perché si dica tanto di quanto è duro il Tour de France... certo, io sto bene e non faccio più di tanta fatica, almeno all'inizio, però poi quando devi risalire per andare in testa al gruppo, come faccio io da qualche giorno negli ultimi chilometri, allora te ne accorgi.
Nei tratti iniziali di corsa, tra le altre cose, si ha anche l'occasione di parlare con gli altri corridori: visto che io so soltanto un pochino di francese, e basta, sono quasi costretto a chiacchierare soltanto con gli italiani... meno male che siamo un bel numero...
Gli sprint intermedi oggi se li sono aggiudicati i fuggitivi, e il "giorno da maglia verde" per Benna è stato piuttosto emozionante: certo, è un peccato che sia mancato un po' all'arrivo, ma vi assicuro che oggi la parte finale era davvero dura, si finiva in pratica sopra uno strappo.
Ho fatto un grosso sforzo per prendere la testa del gruppo, ho praticamente fatto una volata con Flecha per non farmi passare in tronco dagli uomini della Crédit Agricole, mentre Benna aveva battezzato la ruota di Boonen come "la migliore", visto che ci aspettavamo un lavoro più importante da parte della Quick Step... peccato, però devo dire che il percorso, difficile, era ben entrato nelle nostre teste perché dalle macchine ci avevano avvisato che ai 200 metri l'arrivo, in pratica, non si vedeva per via di una curva... beh, speriamo che in futuro andrà meglio...
Stasera c'è l'altra semifinale, e sinceramente non m'interessa molto sapere quale sarà la nostra avversaria in finale, l'importante - per me - è che ci sia arrivata l'Italia... certo, sarebbe bello, domani, prendere un po' in giro i francesi... anche se magari sarebbe ancora più bello farlo domenica... a proposito: forse domenica non riusciremo a vedere la finale!!! Forse staremo sull'aereo per via del lungo trasferimento!!! No, no, si deve chiedere a Leblanc di organizzarsi, mica si può rischiare così...

Martedì 4 luglio - 3a tappa: Ogni giorno meglio
Ore 20:15: Ieri in Lussemburgo, oggi arrivo in Olanda, domani partenza dal Belgio... sicuri di essere al Tour de France? Oggi la giornata era caldissima, la strada scottava veramente e difatti tutti si sono subito preoccupati che i rifornimenti fossero fatti nei punti giusti e che, soprattutto, fossero abbondanti, soprattutto di borracce.
Vi parlavo ieri di Kessler, e in fondo l'avete visto tutti: ripreso a 150 metri dall'arrivo, più o meno. Beh, oggi non c'è stato davvero niente da fare, sul Cauberg ha fatto un numero incredibile, ha fatto seriamente la differenza scavando il vuoto tra se e il resto del gruppetto, dov'ero anch'io e che, vi posso assicurare, non andava affatto piano. La cosa positiva è che sto sempre meglio, la mia condizione migliora di giorno in giorno, e con queste premesse posso guardare con più fiducia verso la seconda e la terza settimana, dove si punterà decisamente alla fuga.
Oggi la tappa è stata corsa in maniera molto dura, neanche un metro di pianura, tutti questi saliscendi che non ti danno l'opportunità di rifiatare neanche per un attimo; praticamente, viste anche le strade, oggi s'è corsa l'Amstel Gold Race... anche per questo, per il fatto che s'arrivasse in Olanda, la Rabobank era la formazione sotto la lente d'ingrandimento, e i ds ci avevano dato la direttiva di entrare in una fuga soltanto se fossero stati presenti corridori del team olandese o della Crédit Agricole, la squadra della maglia gialla di oggi, persa poi a fine tappa, Hushovd. Invece nella fuga non c'era nessuno di queste due squadre e quindi siamo potuti rimanere tutti accanto a Bennati.
Quando il gruppo ha ripreso parte dei fuggitivi ha provato a scappare Commesso, e mi fa piacere: sta ritrovando il colpo di pedale dopo l'incidente subito prima del campionato italiano, e sappiamo le qualità del campano col caldo; sarà molto importante per noi. In questi casi, se il gruppo si guarda un attimo, si rischia di guadagnare quei 20-25" che ti possono permettere di arrivare da solo, ma purtroppo il gruppo ha reagito ed il tentativo è fallito.
Ci ha provato poi Boogerd, dando la prima "scrollata", poi Kessler ha fatto il vuoto e nel gruppetto inseguitori c'eravamo Benna, Totò, Bruseghin ed il sottoscritto (almeno io ho visto solo questi): purtroppo però qui al Tour non c'è proprio il tempo di organizzare un vero e proprio treno, ci sono tante squadre che provano ad organizzare un inseguimento e/o a lanciare una volata, e per un motivo o per un altro, alla fine, c'è sempre un gran caos in testa al gruppo.
Ieri vi avevo fatto notare il perché non avessi avuto una grande velocità al momento di lanciare Bennati, mentre oggi ho fatto esattamente il contrario: quando ho preso la testa del gruppo, mi sono reso conto che Kessler era troppo lontano... inavvicinabile... così mi son guardato dietro, ho visto Boonen alla mia ruota e Benna dietro al campione del mondo, e allora ho pensato bene di spostarmi per evitare di tirare la volata al belga: purtroppo poi ci si è messo Rogers, ma di certo non è una volata per il 2° posto che può lasciarti l'amaro in bocca... la verità è che Kessler oggi è stato il più forte di tutti!!!
Anche domani sembra una tappa semplice, ma da come si può intuire, e da come credo, non pare esserci, come oggi, un metro di pianura: ci sarà altra bagarre, sia all'inizio per i Gpm che da metà corsa in poi per gli sprint intermedi; tra l'altro, visto che Daniele è staccato di 1 solo punto da Boonen per la maglia verde ed ha un distacco in classifica entro i 20", domani - a seconda di come andrà la tappa, e quindi valutando se ci sarà fuori la fuga o meno - si può anche pensare di disputare qualche sprint per gli abbuoni e per i punti... anche perché la tappa è lunga, domani, qualche velocista non digerirà le salitelle, ed allora si potrebbe anche far molto bene all'arrivo.
Vediamo, dài, noi siamo sicuri di star bene, abbiamo totale fiducia in Bennati e proveremo con tutti noi stessi a creare i presupposti per una sua affermazione... oggi dispiace per il buco che ha fatto perdere un po' di secondi a Cunego e Valjavec, tra gli altri, ma tutti distacchi ragionevoli... anche perché qui si sta assistendo ad una vera e propria lotteria ad eliminazione dei favoriti: tra quelli che non sono partiti, quelli che sono stati esclusi, gli altri che non sono stati fatti partire per mancanza di compagni, e poi Di Luca, e poi Valverde... pare che non servano più le montagne per fare selezione!! Senza nessuna ironia, lo sottolineo, perché ridere degli infortuni altrui non è giusto e soprattutto non è sportivo. Speriamo che la sfiga abbandoni questo Tour...
Stasera si cena presto, quindi vi saluto, che poi si va tutti sul pullman a vedere la semifinale Germania-Italia... tra l'altro... oggi ha vinto un tedesco, potrebbero già essere sportivamente soddisfatti, no!? Scherzo, naturalmente, l'importante sarà vedere una bella partita, il risultato viene solamente dopo...

Lunedì 3 luglio - 2a tappa: Che bel numero Kessler
Ore 19:15: Abbiamo sconfinato in Lussemburgo, ma siamo ancora praticamente in Francia: difatti, niente lascia intuire una nazione differente.
Oggi la mia dose di massaggi è stata abbastanza corposa, dato che l'ottimo Kessler, autore di una gran bell'azione negli ultimi chilometri, m'ha costretto quasi agli straordinari per consentire a Daniele Bennati di giocarsi il successo in volata. Il tedesco è partito a 5 km dall'arrivo, o giù di lì, e siamo riusciti a riprenderlo soltanto negli ultimi 150 metri... una cosa incredibile... e poi col mio simpaticissimo "amico" vento nel senso contrario di marcia... non vi dico la fatica!!!
Oggi la tappa è stata molto movimentata ed è successo un po' quello che ci aspettavamo: lunga fuga da lontano di pochi (pochissimi in questo caso) corridori, e poi, una volta ripresi, gli scatti di chi ha provato ad anticipare la volata: Wegmann, Gilbert, Kessler... tutti nomi da tenere d'occhio anche per domani.
Dicevo del tedesco, che ci ha obbligati ad uno sforzo davvero enorme per riacciuffarlo, e personalmente la mia trenata si è sviluppata dai meno 800 metri all'arrivo sino ai 200 metri o poco più, praticamente a ridosso della bici del biondo corridore tedesco. Mi spiace un pochino perché non ho potuto fare una grossissima velocità prima di staccarmi, perché essendo ancora parecchio lontani a 600 metri dall'arrivo ho preferito mantenere una velocità costantemente alta sopra i 50 km/h per qualche centinaio di metri, piuttosto che risparmiarmi per dare una stoccata decisa per lo sprint per il secondo posto o, ancora peggio, tirare più forte da lontano e lasciare scoperto il Benna troppo presto.
Quello che si doveva fare s'è fatto, insomma, e oggi non c'è proprio niente da rimproverarsi.
Le giornate qui al Tour proseguono abbastanza linearmente: ci si sveglia di solito presto, verso le 7.30, poi si fa colazione con la pasta, dopodiché si passa un'oretta in camera a prepararsi e a riassettare le cose per chiudere la valigia e consegnarla agli addetti per il trasferimento. Poi, ovviamente, si corre, c'è la parte (stupenda!) dei massaggi, per poi terminare la giornata cenando verso le 20 e guardando un film in camera, oppure, visto che siamo in ambito Mondiale di calcio, guardando le partite in tv. Nel caso giochi l'Italia, poi, s'è allestito sul pullman della squadra l'angolo per guardarci la partita tutti insieme.
Per il mangiare finora siamo sempre andati bene, visto che il Tour ci ha messo a disposizione dei cuochi italiani. No, non prendeteci per i "cocchi", credo che tutte le squadre abbiano a loro servizio dei cuochi della nazionalità dei team messi a disposizione dall'organizzazione: ma su questo indagherò e vi farò sapere. La cosa di cui son certo è che, cuochi italiani o meno, negli altri Paesi non si riesce mai a mangiare la pasta come se fossimo in Italia: a volte è scotta, a volte è strana... mah, non ho proprio idea da cosa possa dipendere, magari è l'acqua!
Domani c'è una bella tappetta, c'è il passaggio sul Cauberg a pochi km dall'arrivo e sono sicuro che qualcuno tenterà la sortita personale, anche solitaria. Dovremo essere svegli e attenti, non lasciarci sfuggire niente e, soprattutto, evitare errori di valutazione (sottovalutando o sopravvalutando) riguardo a chi partirà e cercherà di anticipare la volata. Per quanto mi riguarda, penso che anche domani ci sarà uno sprint, seppur ristretto, di 30-40 corridori, anche perché oggi i vari Gpm si sono affrontati ad alta velocità e chi si è giocato la vittoria è salito su davvero bene, paiono tutti in ottima condizione.
Certo, dovessero partire uomini da Fiandre... chissà...

Domenica 2 luglio - 1a tappa: Aria da occasione persa
Ore 19:50: Eccoci qua, mentre mi appresto a raccontarvi della prima tappa in linea di questo Tour de France e non oso voltarmi per non incappare nella faccia di Bennati... Eccolo che mi fulmina... no, dài, in fondo siamo tutti tranquilli e consapevoli che si è lavorato al meglio ed il fatto che Daniele sia arrivato sì 4°, ma praticamente sulla stessa linea del vincitore, ci dà grande morale per il futuro e grande convinzione nei mezzi del nostro compagno di squadra.
Certo, c'è la consapevolezza che, nel giorno in cui Boonen sbaglia la volata, Hushovd anche (già prima dell'incidente era dietro), Freire non è pimpante e McEwen non è scaltro come sempre, si poteva davvero vincere e, addirittura, rischiare di indossare la maglia gialla. Peccato, perché il Benna è rimasto chiuso nel momento di salire sui pedali e lanciare la volata ed ha dovuto ritardare di un attimino il cambio di velocità: infatti è rinvenuto fortissimo poi sui primi, purtroppo però il traguardo era appena passato sotto le ruote.
Oggi è stata una giornata dura per noi, dapprima Vila e Bruseghin hanno collaborato con la Crédit Agricole e con le squadre dei velocisti per riacciuffare i fuggitivi di giornata, poi è toccato a Commesso ed al sottoscritto, in particolare, stare accanto a Daniele: io sono entrato in azione a 7 km dall'arrivo e, quando mi sono fatto da parte, Benna era in 7a o 8a posizione.
In zona rifornimento ho parlato con Di Luca, ci siamo salutati e abbiamo scambiato qualche chiacchiera veloce: sapevo che non stava bene ed ho chiesto informazioni, e lui m'ha assicurato e confermato che ha mille dolori e che, perdipiù, s'è aggiunta anche la febbre. All'arrivo è infatti arrivato ultimo, e credo che stanotte sarà il suo ago della bilancia tra il restare in gara e il tornare a casa.
Domani... eh, domani ci si riprova, visto anche che la tappa non è piatta come oggi, ma presenta qualche Gpm che potrà tagliare le gambe ad alcuni velocisti, anche se i più forti passisti veloci da classica ci sono: Boonen, Freire, Zabel, O'Grady... tutti ossi duri... non ho citato Hushovd per lo spaventoso taglio che ha patito oggi a fine tappa e che credo gli darà parecchie noie domani in corsa, figuriamoci in volata.
Ritornando a domani: Bennati è un corridore veloce adatto più alla tappa di domani che non a quella di oggi, e la vittoria al Memorial Pantani e l'andamento avuto in Svizzera non fanno che confermarcelo. Certo, i saliscendi potrebbero favorire qualche fuga, e nel caso i fuggitivi saranno più di una decina, probabilmente i ds ci faranno provare ad entrare nell'azione: Commesso in primis anche se, dopo ciò che è accaduto in Svizzera, qualcuno tremerà... vabbè, dai... tutto risolto da quel punto di vista, ci mancherebbe, siamo professionisti e degli errori se ne discute e se ne fa tesoro. Se saranno meno di dieci, i fuggitivi, come oggi, resteremo tutti accanto al Benna e proveremo ad arrivare in volata con un gruppo scremato. Noi ci crediamo.
Ieri vi dicevo del vento, e devo dire che le mie preghiere sono state esaudite: s'è fatta meno fatica rispetto al prologo, il vento era molto inferiore da un giorno all'altro, e tutto questo è stato accolto senz'altro con un sorriso, ma lo dico sottovoce, perché non vorrei che poi il vento mi faccia pentire domani di questa mia contentezza.
Sul capitolo "Puerto", dopo le dichiarazioni di Saronni su Basso posso dire che, almeno con noi, il nostro team manager si è sempre comportato allo stesso modo, sdrammatizzando le fasi calde di corsa, punzecchiandoci con battutine in caso di errori lievi e dandoci sempre molti consigli su come affrontare le varie difficoltà. Insomma, niente di particolarmente diverso, non è né più nervoso né più severo.
Ora si cena, anche se negli occhi e nella testa ho ancora tutti gli applausi del pubblico del Tour... una cosa incredibile, favolosa, mai vista prima, neanche al Fiandre... tantissima gente in tutti i punti del tracciato come se si fosse all'arrivo in ogni chilometro, in ogni sprint intermedio, su ogni cavalcavia... me lo avevano raccontato, ma da qui, dalla strada, beh... un sogno...

Sabato 1° luglio - Prologo: Maledetto vento
Ore 9:10: Il Tour è iniziato, è iniziato sul serio. Il carrozzone è ovviamente ancora scosso, e per più di qualche giorno sarà così, da tutti gli accadimenti sin qui successi: allontanamenti, sospensioni, squadre che partono, restano, vanno e vengono.
La mia prestazione di oggi è stata buona, sono abbastanza soddisfatto, anche se negli ultimi tre chilometri ho avuto il vento contrario ed ho fatto veramente molta fatica. Il tracciato era nervosetto, c'erano parecchie curve, anche se veloci, e le strade erano strette. Meno male, difatti, che il rettilineo finale di domani sarà posto in un altro punto di Strasburgo, altrimenti sarebbe stato davvero rischioso per far disputare la volata.
A proposito di volate e velocisti, oggi abbiamo avuto la grande prestazione, in squadra, di Daniele Bennati, di cui non posso parlare troppo bene perché è qui accanto a me e poi se mi sente si monta la testa e non combina più niente. A parte gli scherzi, era partito molto determinato per contenere il distacco sotto i 20" e l'obiettivo è stato raggiunto alla grande; purtroppo la parziale beffa è rappresentata dalla maiuscola prestazione di Hushovd, addirittura maglia gialla, ma avere soltanto tre ruote veloci davanti nella classifica generale, con O'Grady e Boonen oltre al norvegese, è di ottimo auspicio. Domani tutti pancia a terra dunque, e proveremo a far disputare al Benna non soltanto la volata finale, ma anche qualche sprint intermedio, magari.
In realtà, poi, non è che c'è da essere così sicuri della volata finale, anche se la maglia gialla è uno sprinter e ci sono parecchie altre ruote veloci in grado sia di vincere la tappa che di sfilare la leadership ad Hushovd, e lo dico proprio per la presenza, fastidiosa e costante, del vento in parecchi tratti della città. Saremo in un circuito, domani, anche se piuttosto ampio, e le condizioni climatiche dettate dal vento potrebbero anche consentire qualche sorpresa.
Certo, le probabilità che si finisca in volata sono comunque molto alte e noi dovremo essere bravi a farci trovare pronti ed abili. Domani potrei anche provare lo sprint per la prima maglia a pois, traguardo intermedio posto su una vetta interminabile... beh, non proprio... anche lì si farà volata, insomma.
In squadra siamo tutti sereni, anche Marzio che magari s'aspettava qualcosina di più, ma che sa che i prologhi e le cronometro brevi non sono adatti alle sue doti; e anche Damiano è tranquillo, ha pagato il giusto visto che le crono proprio non le digerisce.
Ora si guarda un po' il Brasile contro la Francia, poi in stanza si inizierà a sognare l'arrivo di domani...

Venerdì 30 giugno - La vigilia: l'attesa tra mille voci
Ore 9:05: Ciao a tutti ragazzi!! Raccontandovi i giorni antecedenti il mio debutto in una grande corsa a tappe, proprio al Tour de France, inizia la mia avventura con il Diario di Cicloweb.it.
Inutile dirvi che oggi è stata una giornata intensissima, c'erano voci che circolavano continuamente su una decisione e poi sull'altra, quindi la squadra ha preferito tenerci tranquilli in albergo per chiacchierare un po' tra di noi e farci forza tutti insieme per passare un momento tosto per tutto il movimento, non solo per i ciclisti coinvolti. L'ultima "fuga di notizie" ha riguardato l'Astaná, la squadra di Vinokourov, e le ultime voci la danno come non partente per via dei pochi uomini a disposizione. Difatti sono rimasti in quattro, e il limite minimo per partire è cinque. Staremo a vedere...
I miei favoriti per la vittoria erano proprio Basso ed Ullrich, con Mancebo e Vinokourov in seconda battuta. Per fortuna non ho scommesso...
Oggi è venerdì, domani si parte, ma noi siamo qui già da martedì e devo dire che l'impatto col Tour è stato meraviglioso: sembravo un bimbo al luna park. Il carrozzone mediatico è enorme, la presentazione a Strasburgo è stata meravigliosa per partecipazione di tifosi ed addetti ai lavori ed io, francamente, non vedo l'ora di prendere il via: domani partirò nel primo troncone, non proprio tra i primissimi, però; diciamo che sarò uno di quelli che partiranno nel mezzo della starting-list, mentre il nostro ultimo uomo a prendere il via dovrebbe essere Bruseghin, neocampione italiano a cronometro che potrà sfoggiare in mondovisione il suo tricolore.
A proposito di tricolore, la prova della scorsa domenica al Campionato Italiano mi ha dato grande morale perché sono riuscito a strappare un ottimo piazzamento nonostante la corsa fosse dura e nonostante un indiavolato Bettini l'abbia resa ancora più dura di quel che era. Al Giro di Svizzera si vedeva che non ero competitivo ed ero francamente un pochino preoccupato, ma ora sono convinto e motivato.
Divido la camera con Daniele Bennati, la nostra ruota veloce, il capitano dei nostri primi dieci giorni di Tour de France, almeno: difatti nella riunione tecnica di stasera, Saronni ci ha spiegato che per la prima settimana dovremo stare vicini a Daniele, almeno alcuni di noi, e tentare di scortarlo nelle prime posizioni per permettergli di disputare le volate. Spero davvero possa farcela ad alzare le braccia al cielo perché è da un bel po' che va forte ed al Giro di Svizzera è stato veramente sfortunato, per un motivo o per un altro.
Dalla seconda settimana, praticamente dopo la prima cronometro, anche altri corridori, tra cui il sottoscritto, avranno la libertà di provare ad entrare nelle fughe e giocarsi così il successo di tappa. Non serve dirvelo, immagino, che qualora succedesse sarei stracontento!!! Poi, ovviamente, c'è Damiano che fungerà da battitore libero.
Il programma di stasera prevede la visione della partita dell'Italia, bella dormita e poi, domattina, dalle 9.30 alle 10.30, ricognizione dei 7 km di cronoprologo a Strasburgo. Difatti oggi la strada era ancora aperta alle auto e domani, ci scommetto, ci sarà ugualmente tanto traffico, però di bici...


Alessandro Ballan (Professionista della Lampre-Fondital)
a cura di Mario Casaldi


 

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