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Vincenzino primo acuto - Faenza, tappa e maglia a Nibali

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Questo intrigante avvio di stagione sta alternando successi di campioni affermati a vittorie di giovani rampanti. Fin qui è stato raro vedere mezze figure a braccia alzate sotto gli striscioni dei vari traguardi invernali; ed ora che è arrivata la primavera, la tendenza sembra confermata. Anzi, rilanciata, se è vero che oggi possiamo salutare con gioia un evento tra i più attesi: la prima vittoria tra i professionisti di Vincenzo Nibali.
Lo Squalo dello Stretto (il ragazzino è messinese) ha conquistato sotto scrosci di una pioggia incessante la seconda tappa della Settimana Coppi e Bartali, a Faenza. È un successo, questo, fortemente marchiato con le sue iniziali, visto che è stato ottenuto con una tattica arrembante, che non ha lasciato niente al risparmio. Una tattica che gli avevamo già visto attuare qualche volta tra i pro', senza grossi risultati (al Giro di Svizzera 2005, ma anche all'ultima Parigi-Nizza), ma in realtà Vincenzo sta ancora prendendo le misure a questo mondo nuovo.
E infatti quando non si conoscono le misure si rischia di eccedere, di andare oltre. Qualche piccola critica era piovuta su Nibali, accusato da qualcuno di correre in maniera un po' scriteriata. Ma lui così è, prendere o lasciare, chiavi in mano: non sempre riuscirà ad andare a dama, ma le volte in cui lo saprà fare, resteranno giornate memorabili. Ora, non vogliamo esagerare se no Giancarlo Ferretti (il vecchio diesse di Nibali) si arrabbia, dice che carichiamo subito di aspettative il ragazzino, lo investiamo subito del titolo di campioncino, lo incoroniamo "Gesù Cristo quando non è ancora nemmeno apostolo".
Ferron ha ragione, e lungi da noi sopravvalutare questa vittoria, ottenuta sotto una pioggia che ha bagnato le polveri a molti personaggi di spicco del gruppo, i quali hanno preferito non rischiare attacchi laddove il percorso prevedeva pericolose discese da percorrere a rotta di collo (infatti Riccò è caduto). Quindi diamo il giusto peso a questo successo, che non è venuto né al Giro né al Tour né alla Liegi, e che avrà un posto nel futuro palmares (si spera ricco) dello Squaletto solo in quanto prima, in ordine di tempo, di una serie di affermazioni anche più importanti.
Però i complimenti, a Nibali, glieli vogliamo fare? Vincenzino ha seguito uno scatto di Bettini sul Monte Casale, e poi, giacché aveva preso l'abbrivio, ha deciso di andare avanti, di proseguire nell'azione, a circa 40 km dal traguardo. Una rincorsa tenace ma fiduciosa (perché sapeva che avevano speso tanto ed erano in netto calando) ai fuggitivi ancora allo scoperto: preso Furlan, e via; preso Facci, e via; preso Kairelis, e via; alla fine il giovanotto della Liquigas è piombato su Kuschynski, sul Monte Trebbio, e ha scollinato insieme al bielorusso. I due, davanti a loro, non avevano nessun altro.
A quel punto Nibali ha compreso che era arrivato il momento di rischiare un tantino, visto che il traguardo non era lontano (25 chilometri, ma tutti in discesa), e che quel traguardo poteva significare proprio la cancellazione dello 0 nella casella delle vittorie tra i pro'. E allora ha allungato, ha preso qualche rischio in più di Kuschynski, in generale è sceso meglio (ci vuole anche tecnica, e non solo incoscienza), e ha staccato il bielorusso.
Nibali è stato bravissimo ad amministrare se stesso e il margine che aveva sugli avversari. Ed è volato, sul bagnato, a prendersi quella sospirata vittoria, che lo pone non in una nuova dimensione (è e resta un giovane di belle speranze), ma nella condizione di avere maggiore fiducia nei suoi mezzi e nel suo futuro: ora ha le prove di essere in grado di vincere anche in questa categoria. E lo sanno anche i suoi direttori sportivi, i suoi tifosi (appassionatissimi), e anche qualche detrattore.
Oltre al successo, Nibali si fregia anche del primato in classifica, davanti - nientemeno che - a Cunego, che è stato bravo a chiudere col gruppetto ristretto (18 uomini, tra cui Bettini, Mazzanti, Pellizotti, Evans, Brandt, Arreitunandia e Illiano) arrivato a Faenza 42" dopo il vincitore (e 22" dopo Kuschynski, che ha comunque chiuso con merito nella piazza d'onore). La domanda, senza fare troppi voli pindarici proiettati al futuro, è: riuscirà Nibali a difendere questo primato da qui a sabato, o dovrà subire qualche rovescio?
Se domani non dorme, nella tappa di Fiorano, pur insidiosa, non dovrebbe subire grossi tracolli; e comunque il margine di 50" che ha su Cunego è di tutto rispetto, trattandosi di una corsa di soli 5 giorni. E poi la squadra, la Liquigas, non è l'ultima arrivata, e saprà difendere il suo giovane gioiello. Né - c'è da giurarci - Cunego si sfiancherà per inseguire a tutti i costi la vittoria nella generale: al Principino basterebbe un'affermazione parziale, anche con pochi secondi di vantaggio.
Poi la facile frazione di Finale Emilia (Napolitano?), poi l'epilogo a Sassuolo, che per Nibali sarà un po' più pericoloso rispetto alla tappa di domani, ma che ugualmente potrebbe lasciarlo in sella, specie se a Fiorano il siciliano non avrà perso qualcuno dei tanti secondi di vantaggio che ha.

Marco Grassi



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