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Questi due fanno paura - Petacchi e Boonen, dominio totale

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Sono i due favoriti principali per la Milano-Sanremo del 18 marzo, primo appuntamento capitale della stagione; e continuano a sfidarsi, di persona o a distanza, sin dalle prime corse di questo 2006, impressionando ovunque. Negli scontri diretti (consumati in Spagna alla Ruta del Sol) Petacchi è in vantaggio per 2-1. Ma il computo generale è favorevole a Boonen: 8 vittorie (tra cui la classifica finale del Tour del Qatar) per il Campione del Mondo, contro le 6 dello spezzino, che però ha l'alibi di aver cominciato la stagione qualche giorno dopo rispetto al belga.
Oggi il duello si è arricchito di un nuovo capitolo: Petacchi ha conquistato il Giro della Provincia di Lucca, mentre Boonen si è imposto nella prima tappa in linea della Parigi-Nizza. Due vittorie abbastanza annunciate, visto lo stato di forma fin qui dimostrato dai due, ma ugualmente significative, perché dimostrano una continuità impressionante, lanciano segnali a tutti gli altri pretendenti per Sanremo, e servono agli stessi due galletti per becchettarsi idealmente a vicenda: "Guardami, vado forte"; "Io volo".
Se Petacchi non fosse tanto schivo e non avesse di suo un'ipocondria cubica, fatto che gli impedisce fisicamente di sbilanciarsi più di tanto, sicuramente troverebbe nel guascone fiammingo uno sparring partner magnifico per qualche duello verbale in attesa di quello, attesissimo, di via Roma; non perché a noi serva la polemica, ma solo per dare pepe, gusto e ulteriori motivi in vista di quel possibile volatone sanremese.
Invece Petacchi si "limita" a vincere, inanella un risultato positivo dietro l'altro, e avanza in maniera decisa la propria candidatura ad un bis nella Classicissima. Oggi AleJet ha controllato il Giro della Provincia di Lucca con l'aiuto del suo Team Milram, ed è stato lanciato - oltre che dal suo apripista di fiducia, Velo - anche da Erik Zabel sul rettilineo finale di Capannori. E pensare che alla vigilia pareva che lo spezzino potesse impegnarsi per far vincere proprio il suo compagno di squadra tedesco, ancora a secco quest'anno (ma col solito rosario di piazzamenti); invece la real-politik ha prevalso sul Libro Cuore, e gli interessi di squadra sono stati palesemente anteposti ai personalismi.
Come mai, è sin troppo facile immaginarlo: quello lì (il bel Tom, chi sennò?) continua a vincere come un dannato, e ha già dichiarato ai quattro venti che vuole la Sanremo. E siccome ora inizia a far paura anche come sprinter (per quanto Petacchi gli sia ancora di un'unghia superiore), bisogna inventare qualcosa per tenerlo a bada. Ecco allora che per rispondere al fuoco Quick Step (ci sarà anche Bettini, che l'anno scorso fece un lavoro enorme per Boonen), Erik si predispone a fare il gregario di Alessandro, che ha più chance di successo di lui in via Roma.
Ed ecco che i meccanismi vengono oliati proprio al Provincia di Lucca, con Zabel che tira la volata a Petacchi. Qualcuno saprebbe immaginare una locomotiva più affidabile di uno che ha vinto 4 Sanremo (e sarebbero state 5 se una non l'avesse letteralmente buttata alle ortiche, nel 2004)? No, per l'appunto.
Zabel, adorato da tutti dentro il gruppo e fuori, si conferma una volta di più un vero signore: riconosce le priorità, si mette umilmente a disposizione del più giovane compagno di squadra, e però, siccome a volte il "do ut des" è utile, può essere che in cambio abbia chiesto campo libero per il Giro delle Fiandre, corsa su cui un bramoso Petacchi aveva annunciato di aver messo gli occhi. AleJet a Sanremo, Erik alla Ronde: la spartizione del bottino può presumibilmente essere stata impostata in questo modo.
Boonen, da parte sua, al momento non deve curarsi troppo di strategie e tattiche, visto che è talmente straripante da poter pensare, con qualche ragione, di non temere rivali. A Saint-Amand-Montrond Tom si è bevuto Allan Davis (che pure aveva furbescamente tentato di anticiparlo) e Ventoso, dando un senso al lavoro della Quick Step che aveva lungamente inseguito Laurent e Auge, in fuga da lontano. Boonen ha dimostrato di muoversi in gruppo come un pesce nel mare, avanza, indietreggia, si veste, si sveste, comanda questo e quello, vince quando gli pare e quando non gli pare fa vincere i suoi compagni (come accaduto con Nuyens a Kuurne).
Per ora Tom, grazie anche ad un ottimo cronoprologo (ci si allena per inseguire la maglia gialla a inizio Tour), ha conquistato il primato in classifica, anche se presumibilmente lo lascerà già dopodomani. Non importa, in fondo questi uomini da corse di un giorno non danno tanto peso alle classifiche, e se ne vincono qualcuna (Petacchi-Valenciana 2005; Boonen-Belgio 2005 e Qatar 2006) può accadere un po' per caso, e non è mica da questi particolari che si giudica un corridore.
Noterella a margine: Corioni, investito del ruolo di prima ruota Lampre dopo la febbre che ha messo fuori causa Bennati, ha perso con onore da Petacchi, ma è certamente un bel nome su cui investire; Grillo è sempre lì lì, ma gli manca ancora una pedalata per lottare ad armi (quasi) pari coi fuoriclasse; a Rigotto piacciono le corse francesi, visto che dopo la sua sorprendente vittoria al Mediterraneo, colleziona un buon piazzamento alla Parigi-Nizza; Napolitano, solo quinto a Saint-Amand-Montrond, deve forse riregistrare qualcosa. Lo aspettiamo da qui a Nizza, sennò che Napo-Leone è?
A proposito di Leoni, infine: un anno fa di questi tempi il Re della specie, Mario Cipollini, vinceva la sua ultima corsa battendo proprio Petacchi al Provincia di Lucca. Sognavamo la sfida a Sanremo tra SuperMario e Alessandro Dinamite, poi dopo la Classicissima la storia ha preso l'inesorabile piega che tutti conosciamo, l'uno a ballare, l'altro a pedalare. E pensare che 12 mesi fa non c'era neanche all'orizzonte l'astro Tom, che a Sanremo fu appena ottavo e che solo al Fiandre avrebbe dato il la a quel po po di spettacolo che ci ha riservato da lì in poi. Solo 12 mesi: e sembra un'era.

Marco Grassi




Corioni ci racconta la volata


In mezzo a cinque Milano-Sanremo, l'unica di Petacchi e le quattro di Zabel: chissà che bello per un giovane passista veloce come Claudio Corioni, già pro' nel 2005 con la Fassa Bortolo e già vincitore di una tappa in volata, in Spagna, alla Settimana Catalana. Lo abbiamo sentito appena terminato il Giro della Provincia di Lucca in cui la Lampre-Fondital, orfana di Bennati, si è affidata al giovane bresciano cogliendo un rispettabile ed importante 2° posto finale.
Alla prima volata in maglia Lampre un secondo posto tra Petacchi e Zabel: ci puoi raccontare come si sono sviluppate le fasi finali?
«C'è stata un po' di confusione negli ultimi 5 chilometri: io mi ero messo alla ruota di Grillo con un Ballan assolutamente stratosferico che mi ha guidato nelle posizioni di vertice. All'ultimo chilometro si è azionato il treno di Petacchi e purtroppo Grillo - che era a ruota di Petacchi - ha perso due metri in una curva e siamo partiti un po' più indietro per la volata. Ciò nonostante sono riuscito a saltare sia Grillo che Zabel, ma Petacchi era già lontano di una bici».
Non sei riuscito a dare filo da torcere allo spezzino, in pratica.
«Lui era già davanti e si è trovato lanciato, e mi ha distanziato di una bici "abbondante"».
Come mai la Lampre ha puntato su Corioni e non sul toscano Bennati?
«Bennati è stato male in questi giorni e non ha preso il via da Fornaci di Barga. Ieri aveva la febbre ed oggi con il team ha deciso di non partire, e questo è stato il motivo della mia volata di oggi».
Già l'anno scorso alla Settimana Catalana eri parso brillante in volata. Quest'anno l'approdo in Lampre dove, tra Bennati e Ballan, hai trovato ottimi compagni per una corsa come il Giro delle Fiandre. Come procede l'avvicinamento a quella gara?
«Sicuramente l'aver corso parecchio insieme sin dalle primissime corse è proprio volto a creare il migliore affiatamento possibile tra noi tre e gli altri componenti della spedizione al Nord. Loro saranno i due capitani ed io proverò ad essere al loro fianco per rendermi utile aiutandoli. Poi le corse al Nord sono particolari, e se qualcuno sarà colpito dalla sfortuna, cosa ovviamente che non auguro a nessuno, spero di avere la fortuna dalla mia parte».
Come ti sei trovato con gli automatismi nella prima volata in maglia Lampre?
«Benissimo, sono stati tutti bravi. I compagni mi hanno permesso di limare senza troppi rischi, senza esagerare. Sono stato a ruota loro e mi hanno sempre trascinato con astuzia ed esperienza nelle prime posizioni. Abbiamo deciso di seguire il treno di Petacchi proprio perché è più forte e ci siamo appoggiati a loro, peccato non essere riusciti a beffarli».
Zabel ha tirato la volata a Petacchi?
«Sì, il tedesco era l'ultimo uomo di AleJet nel treno».
Mercoledì la partenza alla Tirreno-Adriatico. Sai se Bennati sarà in grado di recuperare per la partenza di Tivoli?
«Io correrò la Tirreno-Adriatico e se la gamba si mostrerà buona dovrei correre anche la Milano-Sanremo. Per quanto riguarda Daniele non saprei, visto che aveva la febbre fino a ieri: ma sinceramente non lo so, la squadra ancora non ce ne ha parlato. Spero ce la faccia».
Petacchi è imbattibile o senza quel buco involontariamente creato da Grillo avresti potuto creargli qualche grattacapo?
«Boh... (ride). Petacchi è il velocista più forte, senza dubbio, e le uniche possibilità che si hanno per batterlo è attuare una tattica come successo all'ultima tappa della Vuelta Valenciana, con l'anticipo di Bennati, o sperare che nel suo treno ci sia qualche problemino e provare ad anticiparlo, come già provato tra Donoratico e la stessa Valenciana, con lo stesso Bennati prima e Napolitano poi».


Mario Casaldi



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