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Hoste vince, i big fuggono - Il belga dominatore a La Panne

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Ma siamo proprio sicuri che la Ronde Van Vlaanderen sia domenica? A guardare i ritirati della prima semitappa di oggi ci verrebbe da pensare che sia domani o al massimo sabato: Boonen, Van Petegem, Van Heeswijk, Paolini, Wesemann, Klier; senza contare i vari: Vandenbroucke (non è una novità), Pieri (idem come quello prima), Maccanti, Pozzato, Petito, Ballan, Astarloa, Ivanov; questi ultimi giunti con quasi venti minuti di ritardo dai primi.
Beh, c'è poco da dire, è lapalissiano che il gioco del nascondino, che ha infiammato - ironicamente - le precedenti due tappe, è continuato; addirittura qualche Bambinoonen si è andato a nascondere a casa, per affilare le lame e lucidare quegli scudi e quegli elmi, che non verranno invece risparmiati domenica. E se fosse uno degli umili legionari, visti trionfare in questi giorni, a disarcionare quei cavalieri che hanno snobbato questa manifestazione? Questo lo scopriremo solo domenica, probabilmente dopo le ore 17.
Ma rendiamo i giusti onori a chi si è impegnato a fondo nella, seppur breve, prima semitappa odierna. Vento protagonista anche oggi, nello spezzare il gruppo in più tronconi, setacciando una ventina di volonterosi in testa, e lasciando gli altri al traino. Ad una ventina di chilometri dal termine, scattano con decisione e ottimo affiatamento due comprimari di Boonen: De Jongh e Rosseler, prontamente seguiti da Claudio Corioni della Lampre.
L'italiano, pur consapevole di recitare la parte del topo che balla con due gattoni, dimostra molta correttezza collaborando attivamente e portando il terzetto a giocarsi lo sprint a De Panne. È Rosseler a lanciare la volata con a ruota Corioni, De Jongh passa l'italiano che gli si accoda subito, ma quando tenta di scavalcarlo viene, non vistosamente, chiuso verso le transenne dal più esperto olandese, che va a cogliere il suo primo centro stagionale.
Durante i preparativi per disputare la volata per il quarto posto - in palio punti maglia verde - Eisel e Napolitano si toccano finendo a terra, ma da buoni velocisti, abituati a saggiare il terreno si rialzano e portano a termine la loro gara.
Nel pomeriggio tutti contro tutti, quelli rimasti, con un po' di vento, tanto per gradire, ma soprattutto contro quello spietato cronometro che ha fatto le fortune di molti, ma anche i disastri di qualche altro, chiedere a Rasmussen cosa ne pensa in proposito. La sfida per la maglia di leader sembrava ristretta a due nomi, ovvero Hoste e Sánchez Gil, ma Eisel, seppur ammaccato, aveva testualmente detto che sarebbe andato a "tutto gas" nel tentativo di difendere il simbolo del primato sulle sue spalle.
Tuttavia vera sfida non c'è stata, in quanto Hoste deve aver preso lezioni dall'ex capitano Armstrong, mentre purtroppo Sánchez deve essere andato a scuola dalla maglia a pois al Tour dello scorso anno. Infatti in dodici km scarsi, lo spagnolo si è dovuto fermare per una foratura, perdendo così ogni possibilità di vittoria, e non osiamo immaginare cosa sarebbe successo se la prova si fosse svolta su una distanza più lunga!
C'è comunque da dire che fino a quel punto l'iberico stava andando veramente molto forte e sarebbe stata una lotta sul filo dei secondi contro il belga, che ha comunque stravinto la prova contro il tempo, anticipando i compagni Hincapie e Devolder e respingendo, come era prevedibile, l'assalto del giovane Eisel, che ha comunque chiuso con lo stesso tempo di Sánchez, ottenendo quindi un buon secondo posto finale.
Hoste si candida quindi come buon outsider per il Fiandre di domenica, lui che già nel 2004 arrivò secondo battuto solo da Wesemann, chissà che Hincapie e Devolder non gli concedano qualche chance, anche se il ruolo di gregario di lusso difficilmente gli sfuggirà.
Il secondo e terzo gradino del podio finale sono occupati rispettivamente da due giovani promesse: Eisel ha già fatto vedere quello che può fare, impensierendo fior di velocisti, ma dimostrando una buona tenuta anche sui muri, mentre Sánchez, più giovane dell'austriaco, deve ancora crescere molto, ma la verde età gli lascia ampi spazi di miglioramento, visto che sembra molto forte sul passo e a proprio agio anche sul pavè, cosa non scontatissima per uno spagnolo, a meno di non chiamarsi Van der Flecha.
Bottino assai magro per gli italiani nella prova contro il tempo, non è una novità ci verrebbe da dire, ma guardando la cosa in chiave futura, fanno ben sperare i piazzamenti di Enrico Franzoi e Daniele Colli, due giovani di belle speranze e di sicuro avvenire, giunti rispettivamente decimo e ventunesimo, dietro a nomi ben più acclamati e specializzati, chissà che proprio loro due, assieme a qualche altro, non possano rilanciare un movimento, troppo snobbato in Italia, ma su cui si costruiscono le vittorie delle grandi corse a tappe.
Si chiude questa Tre Giorni di La Panne, antipasto del ben più prestigioso Giro delle Fiandre, ma siamo onesti, il lotto partenti era ottimo, ma chi li ha mai visti? A nostro avviso la corsa belga è considerata ben al di sopra di ciò che effettivamente vale, a decidere le tappe è stato il vento più che i percorsi. Se qualcuno si aspettava le scaramucce di Boonen con Ballan, è rimasto ad aspettare; la cosa poteva anche essere prevedibile, ma se a Meerbeke il fiammingo fungesse ancora da specchietto per le allodole a favore di qualche compagno di squadra, cosa succederebbe?
Lo scenario è suggestivo, i muri da affrontare saranno 17, gli scaramantici potrebbero scattare al sedicesimo, vedremo se il numero 1 si muoverà, dimostrando ancora di esserlo, noi saremo incollati al televisore aspettando che i corridori escano dalle "Falde del Kilimangiaro" per scatenare l'inferno sui rimanenti muri che li separeranno dalla gloria dell'arrivo.

Andrea Sacconi



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