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Honchar rosa, Basso è lì - Cronosquadre alla Csc, giù i Disco

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A Cremona inizia un altro Giro, il Giro di Ivan Basso. Con una cronosquadre scintillante il Team Csc diretto da Bjarne Riis proietta il varesino a un passo dalla maglia rosa: appena 11" lo dividono dal primo della classifica, Serhiy Honchar, ucraino di lungo corso che promette di difendersi fino alle montagne dell'ultima settimana, ma che poi difficilmente reggerà agli assalti dei favoriti.
La lotta nella cronosquadre pareva alla vigilia doversi limitare a due compagini: la Csc di Ivan e la Discovery Channel di Paolo Savoldelli, ultimo vincitore del Giro e stimolato - lui e i suoi compagni - dalla presenza in ammiraglia di Lance Armstrong, per anni mentore e capitano del team. Al limite ci si poteva aspettare un colpo d'orgoglio della T-Mobile, con Ullrich ancora lontano dalla miglior forma, ma comunque abbastanza abile da poter esprimere buone sensazioni in una prova contro il tempo.
Tutti gli altri, dietro a difendersi. In effetti la Csc ha fatto molto bene, confermando tutto il buono che ci si aspettava da una squadra scesa al Giro in formazione fortissima: con Basso, già ottimo di suo, nella cronosquadre hanno brillato, secondo pronostico, uomini come Julich, Voigt, Sorensen, che hanno dato un contributo determinante alla causa.
In testa a tutti gli intertempi, gli uomini di Riis hanno rispettato in pieno un pronostico che li voleva primi a Cremona. 36'56" il tempo finale sui 38 km di pianura padana di cui era costituita la prova, una media vicina ai 57 km/h, tutti i principali rivali di Ivan ricacciati indietro: Simoni alla vigilia sperava di perdere meno di 2', ma era più una considerazione scaramantica. Con la Saunier Duval lascia al varesino 1'26", e in totale sono 1'45": se nel fine settimana non lo stacca (e sarà difficile) tra Saltara e Passo Lanciano, Gibo potrebbe ritrovarsi dopo la crono di Pontedera con oltre 4' di gap da recuperare. E forse non era proprio quel che il trentino sognava per il suo Giro.
Decisamente va meglio a Cunego e soprattutto a Di Luca: se la Lampre ha offerto una prestazione in linea con le attese, e alla fine ha pagato 1'04" (in classifica Damiano è a 1'06" da Ivan, che non è poco, ma è pur sempre un ritardo scalfibile), la Liquigas dell'abruzzese ha estratto dal cilindro una cronosquadre da ricordare, e ha perso solo (si fa per dire) 42" dal team danese: ora appena 38" separano Danilo da Basso, e sull'arrivo di casa a Passo Lanciano, Di Luca potrebbe avere in serbo qualche colpo a sensazione.
Ma per vincere la tappa la Csc ha dovuto piegare la strenua resistenza della T-Mobile di Ullrich, Honchar e Rogers (tutti e tre iridati a crono, l'australiano addirittura tre volte): partiti più lentamente rispetto a Basso e soci, i fucsia di Germania hanno recuperato via via, fino a giungere al traguardo praticamente appaiati alla Csc. Ma il tempo veniva preso sul quinto della squadra, e proprio negli ultimi 200 metri Kessler, quinto della T-Mobile, ha perso qualche colpo, staccandosi dai compagni e arrivando al traguardo con quei 2" di distacco che hanno fatto la differenza. In ogni caso il team tedesco si consola con la maglia rosa di Honchar (maglia che domani potrebbe passare al compagno Pollack, se questi conquista un abbuono piazzandosi primo o secondo nella Busseto-Forlì, 227 km per velocisti).
Honchar ha al suo attivo un secondo posto al Giro, quindi sarebbe sbagliato considerarlo in partenza un ospite di troppo alla tavolata rosa. Ma bisogna pure essere realisti, e considerare che ci sono davvero troppe salite nell'ultima settimana perché l'ucraino conservi speranze di vittoria a Milano. Stesso discorso per Ullrich: è un piacere trovare Jan nella prima parte della classifica (è 26esimo, a 1'20" da Honchar), ma l'obiettività a cui non possiamo derogare ci deve far considerare che il finale di Giro è troppo arduo per un corridore non propriamente al top come lui. Certo, se ci dicessero che Ullrich tiene nel fine-settimana appenninico, per riproporsi poi in prima fila nella cronometro, ci metteremmo subito due firme: anche se poi, dal San Carlo in poi andasse in barca, avrebbe comunque onorato due terzi di Giro, dando alla corsa rosa una forte impronta di sé.
Savoldelli, da parte sua, ha un po' deluso con la Discovery: partito piano, il team americano ha migliorato nel finale, ma non è stato al livello di Csc e T-Mobile. Alla fine 39" hanno diviso Basso dal Falco, che in classifica insegue a 9" il corregionale. Un distacco realmente irrisorio, ma Savoldelli, prima lepre di questo Giro, si trova a dover inseguire, e questa non è la migliore delle condizioni per un corridore delle sue caratteristiche, bravissimo a gestire la corsa, ma meno efficace quando si tratta di farla in prima persona.
Di certo c'è da dire che il Giro si è fatto di colpo bellissimo, dopo un inizio interessante ma non folgorante (di sicuro non al livello dell'avvio del 2005). La prima parte della corsa rosa era stata caratterizzata da Savoldelli, ora siamo nella "fase Basso", che dovrebbe durare almeno fino a Pontedera (tappa in cui il varesino toccherà presumibilmente il suo apice). I campioni stanno venendo allo scoperto, la lotta tra i favoriti sta entrando nel vivo, e nei prossimi giorni avremo modo di chiarirci qualche idea.
Il bello, ma lo andiamo dicendo da mesi, è che comunque il disegno di questo Giro, che ora ci sembra così smaccatamente pro-Ivan (e ancora di più avremo questa sensazione a Pontedera), riserva trappole quasi ad ogni chilometro. Basso, al momento, pare il favorito numero uno per la maglia rosa finale (e sarebbe un ben degno vincitore). Ma, al netto di guai fisici, dovrà ugualmente tenere tanto d'occhi aperti, giorno dopo giorno, perché l'agguato potrebbe scattare in ogni momento: il percorso c'è, sapranno esserci anche Cunego, Di Luca, Rujano, Savoldelli, Simoni?

Marco Grassi

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