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Eisel trova il riscatto - La Panne, l'austriaco batte Napo

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Sembra continuare il gioco del nascondino fra gli attesissimi big del Giro delle Fiandre di domenica. Boonen, quasi con irriverenza, si fa inquadrare a fondo gruppo a pochi chilometri dalla fine, facendo presagire la sua assenza dalle fasi calde della corsa. I vari Ballan, Hincapie, Devolder, fanno giustamente lavorare la squadra, ma non per le loro ambizioni, quanto per i compagni veloci che hanno in squadra. Dunque tutti coperti per farsi trovare pronti e reattivi domenica, chissà se questa pretattica pagherà o se a Meerbeke sfreccerà per primo un nome diverso da quelli più su acclamati.
Gara scontata, se vogliamo, il piattume della tappa odierna lasciava poco spazio alle velleità degli attaccanti di giornata, contro le squadre dei velocisti che volevano tenere cucita la corsa; ciononostante i belgi Eeckhout e Vanlandschoot, protagonisti assieme ad altri temerari della fuga di giornata, sono riusciti a strappare rispettivamente un terzo ed un sesto posto. A trionfare oggi è stata quella bella ruota veloce di Bernardino Eisel, il giovane austriaco che ieri, per presunzione o inesperienza, si era fatto bruciare sulla fettuccia d'arrivo dal più navigato Hoste.
Oggi a fornirgli la vittoria su un piatto d'argento è stato l'ex compagno di colori Baden Cooke, ora alla Unibet.com, che ha lanciato la volata leggermente lunga, passando tutto il gruppo in fila indiana, ma piantandosi a pochi metri dal traguardo, consentendo a Bernhard di sfruttare la sua scia e bruciarlo agli ultimi 50 metri.
Gioia doppia per il teutonico di Voitsberg, che oltre a riscattare la mezza figuraccia di ieri, ha intascato anche gli 8 secondi di abbuono che gli consentono di svestire il belga della Discovery della maglia di leader, a proprio appannaggio. Questa vittoria, la terza dell'anno corrente, ma sicuramente quella di maggior peso, potrebbe riservargli i gradi di velocista leader della sua squadra, Gilbert permettendo, dopo che al Tour dello scorso anno la FdJ ce ne aveva mostrate di tutti i colori, scatenando una guerra intestina fra i propri velocisti.
Stesso anno dell'austriaco, '81, stesse caratteristiche, ma chi l'avrebbe mai detto che Danilo Napolitano sarebbe stato così competitivo in gare così complicate come quelle del Nord. Probabilmente prima della Milano-Sanremo in pochi avrebbero creduto di vederlo così combattivo.
Dicevamo, Eisel vs Napolitano, ruote veloci destinate a incrociarsi, oggi al siciliano è mancata la sicurezza nei propri mezzi. Per sua stessa ammissione, timoroso del vento contrapposto all'arrivo, ha aspettato troppo a scatenare tutta la sua potenza, finendo dietro all'austriaco di mezza bicicletta. Ma siamo sicuri che domani tenterà subito di rifarsi, gli avversari saranno gli stessi, basterà crederci un po' di più perché le potenzialità ci sono tutte, è il vento dà fastidio anche agli altri.
Appena fuori dal podio un altro giovane emergente, il diciannovenne Gerald Ciolek, campione tedesco in carica, da molti indicato come l'erede di Erik Zabel, anche se la strada da percorrere e le Sanremo da vincere sono ancora molte per poterlo paragonare al campione della Milram.
La tappa di ieri ci aveva consegnato ben cinque italiani nei primi dieci piazzati, oggi solo due, oltre al succitato secondo posto di Napo, l'ottavo di Enrico Degano, velocista alla corte di Corti, che nel Team Barloworld sembra stia ritrovando la giusta condizione, già dimostrata ad inizio stagione.
Domani la conclusione con una prima semitappa che riproporrà i duelli di oggi, praticamente su di un tavolo da biliardo molto simile a quello odierno, con la speranza che Boonen dica "tana", senza continuare a giocare sino a domenica. Mentre nel pomeriggio, nella cronometro finale, verrà decretato il vincitore della Tre Giorni di La Panne. Luis Sánchez sembra il più accreditato, ma dovrà recuperare 31" secondi a Hoste, che contro le spietate lancette cercherà di scavalcare il giovane Eisel che gli sta davanti - impresa quasi scontata - ma nello stesso tempo difendersi dallo spagnolo, che si giocherà il tutto per tutto.

Andrea Sacconi



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