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Chi lo butta giù dal Muro? - Boonen strafavorito nel Fiandre | Cicloweb

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Chi lo butta giù dal Muro? - Boonen strafavorito nel Fiandre

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Non succede così spesso che una corsa abbia un faro tanto luminoso a rischiararne l'orizzonte. Nel Fiandre di domani, sì. Quel faro si chiama Tom Boonen, ed è strafavorito per il successo, tanto che i bookmakers quotano la sua affermazione a 2,75, una percentuale ridicola (puntando 1 euro se ne vincono 2,75) per il ciclismo, sport in cui l'imprevisto è sempre dietro l'angolo.
Il punto è che Boonen, esploso esattamente un anno fa nello stesso Giro delle Fiandre (fin lì era un grande potenzialmente, dopo quella corsa l'avverbio iniziò ad essere cancellato, per scomparire del tutto una settimana dopo, alla Roubaix), si è mosso fin qui con disarmante facilità, e non solo tra le pieghe delle corse fiamminghe, quelle che in teoria vincerebbe con una gamba sola.
È andato nel deserto e poco mancava lo facessero direttamente emiro del Qatar, vista la ricchezza di vittorie accumulata in appena una settimana; si è spostato al sole dell'Andalusia e, pur perdendo due volte da Petacchi (e va bene, allo sprint lo spezzino ha un'altra marcia, ancora), alla terza è riuscito a mostrare le terga ad AleJet; non parliamo poi della Parigi-Nizza, in cui ha fatto il bello e il cattivo tempo, arrivando a vincere una volata partendo da fermo a 100 metri dal traguardo.
La Sanremo ce l'ha restituito sconfitto e felice, per aver in qualche modo indotto il successo del suo compagno Pozzato (ma anche qui, in volata avrebbe perso da Petacchi): un ruolo, quello dello specchietto per le allodole, che Tom ha vestito spessissimo anche nel natio Belgio, per esempio a Kuurne (vittoria di Nuyens, nel giorno del capolavoro Quick Step); invece nell'Attraverso il Fiandre, Boonen si è testato a fondo, scattando come un forsennato su alcuni dei muri che caratterizzeranno la corsa di domani; il successo l'ha cercato e trovato solo nel GP Harelbeke, che ormai (siamo a tre consecutivi) è diventata una corsa personale. Nell'occasione il Campione del Mondo si è mosso dietro a Ballan, che potrebbe risultare domani il più ostico degli avversari.
Dopodiché, nella Tre Giorni di La Panne il bel Tom(o) si è nascosto, pure troppo secondo alcuni; ma in effetti è un giochetto che gli è riuscito alla perfezione in passato, per esempio alla Vuelta dell'anno scorso, quando tutti lo davano in condizioni non esaltanti, e invece lui estrasse poi dal cilindo un Mondiale perfetto, con tanto di maglia iridata conquistata davanti a Valverde e Geslin.
Oltre a tutto il bene possibile che si può dire su Boonen, bisogna notare per di più che lui corre nella squadra di gran lunga più forte per questo tipo di corse (se non addirittura per l'intera gamma delle prove in linea). Il più forte nella squadra più forte: cosa deve succedere perché l'equazione non dia il risultato immaginato da tutti? Qualche congiunzione astrale, forse? Se è così, l'eclissi di sole dell'altro giorno può significare qualcosa...
Ma se lasciamo perdere le ciance e torniamo a parlare di ciclismo, dobbiamo esaminare il ruolo di Paolo Bettini, team-mate di Tom e altro pretendente forte, fortissimo, di qualità. Il Grillo lo dice da mesi, che il Fiandre gli piace e gli manca, nella collezione di vittorie nelle grandi classiche. 20 giorni fa il toscano volava, letteralmente, poi la caduta alla Tirreno lo ha frenato fisicamente e raffreddato moralmente, ma anche lui è uno da prendere con le molle, visto che non fatica troppo a entrare in condizione e che quand'anche non fosse al meglio, una zampata saprebbe sempre darla.
Ma pensare alla possibile tattica che attuerà la Quick Step è impresa ardua: troppi nomi, troppa bravura in quella squadra; alla Sanremo, tanto per fare l'esempio più fresco e vivido, qualcuno poteva aspettarsi l'exploit di Pozzato? Quello stesso Pozzato che domani potrà pur sempre far qualcosa di importante, visto che ormai, rotto il ghiaccio, le cose belle vengono più facilmente.
Ma in squadra c'è anche Nuyens, che proprio Bettini considera come un suo possibile erede, e che da tempo è atteso a un colpo da campione; c'è Van Impe, nome importante per un corridore che sta crescendo in fretta e bene; c'è Baguet, che per essere un corridore non di primissimo piano, è pur sempre il campione nazionale belga; ci sono gregari tagliati a spigoli, proprio come le pietre cubiche del pavè, i Cretskens e gli Hulsmans, locomotive fiamminghe nell'anima sportiva, e non solo sulla carta d'identità.
Opporsi a tale corazzata può un po' sembrare voler coprire il sole con un dito; eppure, potrà sembrare paradossale, ma ci sono altre squadre che avrebbero (avranno?) la forza di ribaltare il pronostico. C'è una Discovery Channel che ha appena dominato a La Panne, e che si gioca dei potenziali vincitori come Hincapie, Devolder o Hoste (indimenticabile il suo Fiandre 2004: in fuga per una vita, ripreso, staccato, rientrato, secondo al traguardo), accompagnati da gregari di lusso (Ekimov, Gusev, Hammond); c'è una Davitamon che, capitano Van Petegem, ha un ottima seconda punta come Steegmans e una pletora di corridori nati e cresciuti su queste strade e su questi muri.
Poi, un gradino sotto, c'è la T-Mobile di Klier e Wesemann (l'uno secondo l'anno scorso, l'altro primo due anni fa), e Bernucci; il Team Milram in cui Zabel proverà (magari aiutato da Petacchi, che però ha fin qui dimostrato scarsa esperienza su questi percorsi) a far sua una corsa che ama; la Rabobank con Erik Dekker e Van der Flecha, visti molto bene nel recente Critérium International.
E poi, discorso a parte ma ricco di attese, c'è la Lampre. Nessuno degli 8 uomini schierati da Martinelli a Brugge è un campione conclamato, uno che attiri le folle, o che fermi il traffico. Eppure, eppure: il capitano è Alessandro Ballan, fantastico nella Milano-Sanremo, bravissimo allo stesso Fiandre un anno fa (sesto dopo un attacco a lunga gittata), e notevole nel succitato GP Harelbeke, quando ha fatto da sparring partner a Boonen, dimostrando però di essere in grado di attaccare e fare male.
Insieme a Ballan correranno Matteo Carrara, che sta infilando una serie lunga e bella di ottimi piazzamenti in tutte le gare a cui partecipa; Claudio Corioni, visto bene a La Panne e molto a suo agio sul pavè; Enrico Franzoi, eccellente crossista che deve ancora farsi le ossa su strada, ma che ha tutto per fare un'ottima figura nel Fiandre e nella Roubaix, e senz'altro saprà dare una mano a Ballan.
Dalle speranze della giovane Lampre da battaglia, all'esperienza dei "vecchi" della Tenax: invitata proprio grazie alla loro presenza, la squadra di Bordonali vivrà il momento di maggior prestigio dell'anno, con Baldato (due volte secondo) e Petito (quinto l'anno scorso) che hanno la forza, la voglia, la tenacia e la capacità di regalare al loro sponsor una giornata di gloria, il che sarebbe oro puro in quest'epoca di squadre Professional troppo bistrattate e condannate a vivere ai margini del grande ciclismo. In bocca al lupo, tifiamo anche per loro.

Marco Grassi

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