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Castilla y Miguel - Vuelta a Castilla y León, il diario di Scarponi

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Venerdì 24 marzo - La quinta tappa: 21° all'arrivo e 6° in classifica
Avete presente la vera stanchezza? Ma soprattutto... chi ha disegnato l'altimetria dell'ultima tappa? Oggi siamo andati veramente forte dal primo all'ultimo chilometro e la tappa era molto, ma molto, ma molto più dura di quanto si potesse immaginare!!!
Tutte le squadre hanno provato a far saltare il banco in tutti i modi, è scappata via qualche fuga e a noi Liberty ci è toccato tirare per tutto il giorno visto che Brajkovic era piuttosto pericoloso davanti in avanscoperta. Tranne Vino, abbiam tirato tutti ed è stata - mi sento di sbilanciarmi - la tappa più dura di questa corsa a tappe, soprattutto per il modo in cui si è corsa. Impressionante davvero.
E poi Vinokourov, ragazzi: Vi-no-kou-rov. Non so se in cirillico la divisione in sillabe sia come in italiano, ma oggi il kazako ha fatto davvero un numero straordinario. Non eravamo partiti per vincere la tappa, pensavamo a controllare: essendo già leader, difatti, ci bastava la vittoria finale.
Invece quegli scatti dal primo chilometro gli avranno fatto saltare la molla, fatto sta che dopo averci fatto lavorare per così tanti chilometri poi Vino ha dato il via libera a Sánchez Gil: credo gli avrebbe fatto davvero piacere se il ragazzo spagnolo avesse vinto la tappa. Gli ultimi chilometri salivano un po', erano 3000 metri finali tutti in ascesa e Popovych con un Euskaltel che mi pareva Peña si erano avvantaggiati sul resto del plotone.
Ultimi 1000 metri in pavè, fino a 200 metri dall'arrivo: un muro, in pratica. Parte Sánchez Gil, ma lo segue Rubiera. Quando il più esperto Discovery riprende il nostro compagno di squadra, ecco che Vinokourov si produce in una sparata impressionante.
Stacca tutti, io mi rialzo perché avevo faticato abbastanza sino ad allora, ma Vino è andato addirittura a riprendere Peña (che si era liberato di Popovych) e a vincere la tappa da solo. Che campione, e le sue dichiarazioni nel dopocorsa non fanno che confermarlo. Ha praticamente detto di aver voluto vincere a 3 km dalla fine, quando si è reso conto dello stupendo lavoro svolto dalla squadra fino ai piedi dell'ultimo strappo. Un vero e proprio signore, ed anche se Egoi Martínez e José Azevedo della Discovery mi hanno passato in classifica generale (dal 4° posto di ieri sono sceso al 6° posto finale) sono stato davvero contento di aver potuto gareggiare per la prima volta con un corridore come Vinokourov.
Mi è stata fatta notare la leggere apertura che lo stesso Vino ha dichiarato riguardo la Liegi, ma non credo si riferisca a me. Lo spero, ma non lo credo, visto che la Liegi - come già detto ieri - non è nel mio programma. Certo, magari potrei "bluffare", ma non mi pare il caso...
Oltre a Vino, vorrei spendere due parole anche su Sánchez Gil, allargando il tiro della domanda su Contador posta da qualche ragazzo del Forum: Contador è molto bravo, per carità, ma Sánchez Gil quando è in giornata è più completo ed è forte sia a cronometro, sia in salita che nelle corse in linea, essendo anche velocino. Tenetelo d'occhio tra La Panne e Fiandre, perché è in formissima e quelle corse le ama particolarmente, anche se l'anno scorso si infortunò.
A chi mi chiede della Valdobbiadene, invece, dico che per fortuna la mia fidanzata si è finalmente trasferita a casa mia e quindi la trasferta veneta, volta perlopiù all'andarla a trovare, avverrà molto più raramente. Però proprio qualche week-end di questi dovrei tornare per andare a casa dei suoi genitori e quindi quelle zone, che amo molto ma che mi costringevano a massacranti trasferimenti, mi ritroveranno prestissimo.
Infine, la squadra per il Giro d'Italia: in realtà l'ossatura è già decisa, e con me ci dovrebbero essere Marcos Serrano, Caruso, Baranowski, Ramírez Abeja, Yakovlev, Unai Osa, Navarro e un altro corridore che dovrebbe essere l'olandese De Kort. La squadra sarà costruita intorno a me, visto che proprio l'obiettivo del Giro d'Italia è stata la molla che ha convinto Saiz a mettermi sotto contratto.
L'anno scorso non è andata proprio come ci aspettavamo tutti, ma quest'anno - con molti più tifosi grazie a voi di Cicloweb.it e ai ragazzi del Forum - si può sperare che le cose vadano meglio...!!!

Giovedì 23 marzo - La quarta tappa: 12° all'arrivo e 4° in classifica
Che tappa, ragazzi!!!
Non posso dire di essere andato bene, lo so: prendere più di due minuti di distacco non è certo ciò che mi aspettavo, ma il tutto è scaturito anche da una tattica di corsa per me un po' svantaggiosa, anche se è ovvio che sia stato così visto che i primi due in classifica generale erano (e sono) due miei compagni di squadra: Vinokourov e Sánchez Gil.
Io, tra gli uomini di classifica, ero quello messo peggio, e quindi a me toccava l'ingrato ruolo di "stopper" per eventuali fughe con uomini pericolosi; e infatti, passano neanche 10 km (più o meno) che parte una fuga con Fertonani, Beltrán, ma soprattutto Brajkovic, il ragazzino sloveno che pedala davvero forte. Troppo alto in classifica, abbastanza pericoloso, e quindi mi son dovuto infilare tra i fuggitivi.
Tatticamente il discorso era per noi (e anche per me) ottimo, dato che ero l'uomo meglio piazzato in classifica generale tra i fuggitivi, avevo il leader dietro che non tirava, io potevo non tirare e se non fosse intervenuta la Discovery Channel per venire a prenderci magari oggi potevamo discutere di un'altra tappa. Ma ognuno fa la propria corsa, ci mancherebbe, e quindi la mia fuga sarà durata sì e no una trentina di chilometri.
Ironia della sorte, al momento del ricongiungimento il drappello dei fuggitivi si spezza e se alcuni (tra cui io) siamo rientrati in gruppo, altri (tra cui Fertonani e Beltrán) hanno continuato imperterriti la loro azione. È stato bravissimo Marco Fertonani a vincere oggi, perché la salita era dura, perché il vento in faccia faceva preferire, e di molto, stare a ruota piuttosto che stare allo scoperto e perché si è sciroppato qualcosa come 130 km di fuga, riuscendo addirittura a staccare - nel finale - un compagno di fuga fondista ed esperto come lo spagnolo Beltrán (che pure se non è in condizione ottimale è pur sempre un signor corridore) e rintuzzare da lontano l'attacco che il kazako Vino ha portato al gruppetto dei migliori con Sánchez Gil, rispondendo in tal maniera ad un tentativo di Rubiera sferrato in salita.
Questa è la mia seconda corsa del 2006, sono comunque in preparazione per il Giro, però ecco... un po' ci contavo: ho continuato a far lo stopper anche sull'ultima ascesa mentre tiravano Navarro e Serrano, visto che Azevedo per un paio di volte ha tentato di staccare tutti; io ho sempre rintuzzato i suoi scatti stando alla sua ruota, ma ovviamente non potevo collaborare. Lo stesso portoghese non poteva portarmi in carrozza all'arrivo, e così tatticamente la mia corsa strettamente personale è stata un po' ingabbiata. Perlopiù, una volta terminate le energie a Navarro e Serrano (con Redondo, Osa e Yakovlev che hanno tirato tutto il giorno, una volta ripreso me), m'è toccato anche dare una trenata in salita per tenere alto il ritmo e scongiurare eventuali attacchi. Poi, visto che ero lì, anche una volta terminato il lavoro sono andato su del mio passo, tutto "a bocca aperta" per incamerare più aria possibile ed alla fine son riuscito a guadagnare anche una posizione in classifica visto che Santos González è saltato all'indietro.
La nota un po' dolente viene dal tempo, veramente da "lupi": oggi ha piovuto per buona parte della gara, sulla discesa del secondo colle di 2a categoria c'era così tanta nebbia che non si riuscivano a distinguere i corridori dagli alberi e dal resto; perlopiù in cima all'arrivo nevicava e siamo arrivati nel mezzo di una semi-bufera, o qualcosa di molto simile.
Qualcuno di voi m'ha chiesto delle Ardenne, e rispondo veramente col cuore in mano: nel programma stilato ad inizio stagione non ci sono, ma non c'è niente di definitivo; a differenza dell'anno scorso, quando restai 20 giorni a Sierra Nevada ad allenarmi prima del Giro, in programma c'è il Giro di Romandia, ma niente Ardenne. Però quelle corse mi piacciono da morire, e già non correrle l'anno scorso m'è pesato tanto. Ipotizzo, ma niente di sicuro, che potrei provare a chiedere a Saiz di inserire almeno una delle tre corse nel mio programma, e se il team manager mi chiedesse quale delle tre vorrei correre, io sceglierei la Liegi; non lo so, ve lo dico sinceramente, perché poi oggi Vinokourov, capendo di star bene, ha dichiarato che correrà la Liegi-Bastogne-Liegi che ha già vinto l'anno scorso e quindi se la correrò anch'io mi toccherà comunque lavorare per il kazako. Forse si potrebbe pensare di correre l'Amstel e la Freccia prima del Romandia, ma non vorrei "strafare" e ne parlerò certamente con Saiz.
Certo, anche lavorare per Vino sarebbe un onore, visto anche i grandissimi complimenti e ringraziamenti che ci ha fatto oggi a fine tappa e la bellissima persona che è.
Però le corse in Belgio: la Freccia e la Liegi. Quegli ottimi piazzamenti che mi hanno dato visibilità e prestigio, e tanti, tantissimi brividi. Mi piacciono troppo quelle corse e ci tornerò senz'altro. Ci tornerò anche per provare a vincerle, prima o poi.
Intanto, noi, pensiamo a domani. Visto che Pagliarini s'è ritirato, magari mi toccherà fare lo "stopper" anche domani...

Mercoledì 22 marzo - La terza tappa: 57° all'arrivo e 5° in classifica
La Illes Balears non è una squadra che si accontenta, e se Francisco Pérez dovrà vedersela coi Discovery e, soprattutto, noi della Liberty Seguros sull'arrivo in salita di domani, ecco che García Acosta - già vincitore di una tappa al Tour de France - oggi ha sparato la sua cartuccia vincente sfruttando ciò di cui parlavo proprio ieri: l'assenza di un velocista principe. Bella rasoiata la sua e vittoria meritata.
Oggi la tappa è stata noiosa. Era la più lunga della Vuelta a Castilla y León e l'assenza di forti velocisti, con la contemporanea leadership di Vinokourov, ci ha indotto a dover stare in testa per tutto il giorno, complice anche il tentativo di scatto di "Triki" Beltrán con altri 8-9 fuggitivi: troppo pericoloso lo scalatore spagnolo per domani, e quindi fuga vanificata.
La tappa era fatta ad "U", ma stampatello: 60 km in un verso, curva ad angolo retto verso sinistra, 30 km nell'altro verso, altra curva a gomito verso sinistra, e ultimi 90 km finali verso Salamanca. Io non ho tirato, fortunatamente la squadra m'ha risparmiato, e sono stati Navarro, Redondo e Yakovlev a tirare per quasi 140 km. Fortunatamente poi anche le squadre di qualche uomo veloce, come la Saunier Duval (Pagliarini) e la Andalucía (Edo), ci sono venute a dare una mano, ed anche la 3 Molinos Report di Santos González ha portato il suo capitano davanti.
Questa è senz'altro la dimostrazione che il murciano, già mio compagno di squadra alla Domina Vacanze qualche anno fa, sta bene e che sarà uno dei maggiori guastafeste per domani. Come dico già dalla vigilia, la tappa di domani sarà quella decisiva, e d'altronde le altimetrie non fanno che confermarlo.
Noi della Liberty abbiamo il vantaggio di avere i primi due della classifica generale, abbiamo il vantaggio che la maglia di leader è sulle spalle di un Campione come Vinokourov che incute timore e rispetto già solo per il peso di quel cognome, ed in più abbiamo la fortuna di avere - secondo me - il corridore più in forma che è Sánchez Gil: già alla Parigi-Nizza stava bene, ma si è dovuto adattare alle tattiche di squadra, ma lo spagnolo è un corridore che quando sta bene riesce ad andare fortissimo su ogni terreno. E Scarponi, vi chiederete?
Io sto bene, le sensazioni sono buone e sentiremo domattina nella riunione tecnica prima della partenza quale sarà la tattica da adottare: sono certo comunque che noi cercheremo di tenere cucita la corsa fino all'ultima ascesa, saranno gli altri a doversi muovere, e sicuramente i due colli di 2a categoria e poi la prima ascesa (dal versante più lungo) al Puerto de Navacerrada, anche se posta a più di 65 km dall'arrivo, indurranno sicuramente qualche coraggioso a provarci.
L'arrivo è duro, son 9 km di salita che soprattutto dai meno 5 km ai meno 2 km dalla vetta tira molto: io qui ho brutti ricordi, visto che nel 2005 presi una bella cotta... ma pare che il 2006 sia iniziato diversamente e non ho assolutamente voglia di pensare all'anno scorso.
Anche qui in Spagna, tra l'altro, è arrivata la notizia del "numero" di Nibali, e volevo fargli i complimenti: ho fatto la Coppi&Bartali per 3 anni consecutivi e su un arrivo del genere, di solito, si attacca pensando di portare via un gruppetto e giocarsi l'arrivo in volata; e invece no, lui ha attaccato in solitaria e da solo è arrivato. Complimenti davvero per il coraggio.
Speriamo di fare lo stesso discorso finale anche domani, cambiando il nome del destinatario dei complimenti. Mi è anche passato l'occhio nero; magari nelle foto vengo meglio...

Martedì 21 marzo - La seconda tappa: 8° all'arrivo e 5° in classifica
Meno male che dovevo limitare i danni!!!
Sono sorpreso anch'io della mia prestazione, non lo nascondo: mi rendevo conto di spingere, ma non credevo di entrare nei primi 10 della prova a cronometro, lasciandomi dietro degli specialisti più competitivi di me. Ovviamente la crono era corta ed i passistoni non ce l'hanno fatta a prendere ritmo e cadenza per fare distacchi importanti, ma far meglio di loro non era stato preventivato. Meglio così.
Il vento non ci ha abbandonato neanche oggi, ma almeno si è degnato di starci alle spalle (cosa che ha avvantaggiato i non-cronoman, ovviamente) e di starci per tutta la durata della cronometro. Questa mattina siamo usciti dall'albergo in bicicletta e ci siamo riscaldati e sgranchiti per un'oretta, un'ora e dieci minuti al massimo, di pedalate. Partivamo più o meno tutti allo stesso orario, visto che i distacchi dei ritardatari erano comunque limitati. Durante la gara a cronometro, tutti hanno corso col vento a favore, un vento abbastanza lieve in verità, e di certo i valori si sono un po' livellati.
Come annunciato ieri, la Discovery si è impegnata a fondo nella cronometro e Popovych è andato veramente come un treno. Nei primi 20 di oggi, troviamo 5 Discovery Channel e 5 Liberty Seguros; il livello della corsa, insomma, non è eccelso, ma qualche corridore come Santos González Capilla della 3 Molinos Report e Francisco Pérez Sánchez della Illes Balears potranno comunque fungere da guastafeste, anche per la vittoria finale. A fine cronometro ho ascoltato gli intertempi di Serrano, di Sánchez Gil e di Vinokourov alla radio e son stato felice di esultare con loro per gli ottimi piazzamenti ottenuti.
Anche se abbiam perso la tappa, abbiamo ottenuto la maglia di leader con Alexandre Vinokourov, veramente un campione di prima categoria ed un uomo di poche parole e di molta sostanza. Un ragazzo che si è ambientato subito alla grande nel gruppo, ma d'altronde questo è un aspetto che mi sorprende poco visto che anche con me, che di certo non sono Vinokourov, i ragazzi ed il team - passati quei pochi giorni di ambientamento e di problemi con la lingua straniera - sono sempre stati splendidi e mi hanno fatto sentire un veterano della Liberty sin dallo scorso anno. Figuriamoci con Vinokourov, quindi: un corridore che sta già dimostrando la forza che possiede e sta dando l'idea delle vittorie che ci potrà regalare.
Anche il mio compagno Redondo è andato benone, ma purtroppo per alcuni domani sarà giorno di gran lavoro, visto che la tappa di mercoledì presenta un tracciato simile al circuito di Valladolid, ma un po' più lungo nel chilometraggio ed un poco più vallonato. Ci sarà ancora vento, non c'è un velocista - a parte Pagliarini, ma non credo stia benissimo - che possa far la differenza e quindi noi in primis e poi la Discovery dovremmo controllare la corsa.
Non sarà semplice, e proveremo a lasciar andar via una fuga con qualche corridore che ormai ha 5 o 6 minuti almeno di svantaggio. Corridori non pericolosi per giovedì, insomma.
Qualcuno di voi mi ha chiesto informazioni su Eladio Sánchez Prado: ebbene, non posso dire di conoscerlo bene, visto che non ci ho mai corso, ma in allenamento l'ho visto pedalare molto bene ed anche la scorsa stagione tra i dilettanti spagnoli si è saputo ritagliare spesso un ruolo tra i protagonisti. Mi hanno parlato di un corridore che va forte in salita, ma nel professionismo ci vorrà tempo e capacità di adattamento e una buona dose di pazienza anche per lui.
Il tempo libero, durante queste corse, non è che sia proprio il massimo. Dopo cena (si mangia alle 20.30, tardissimo rispetto alle mie abitudini, ma prestissimo rispetto alle abitudini spagnole) si resta un po' in sala o in salotto a parlare con la squadra cercando di cementare il gruppo, e poi si sale in camera per riposare. Anche perché giovedì s'avvicina...

Lunedì 20 marzo - La prima tappa: 27° all'arrivo e in classifica
Il vento è stato magnanimo, pensavo ce ne sarebbe stato di più durante la prima tappa. Ciononostante, ha fatto vittime illustri, tra cui il mio compagno Unai Osa, al debutto stagionale, che è rimasto al palo con il gruppetto dei ritardatari.
È stata una giornataccia oggi, questo vento ti si mette nella testa e lascia anche qualche strascico di tosse, ma sono riuscito comunque a limare continuamente a bordo strada per non restare scoperto e preservando la mia posizione nel gruppetto di testa.
La tappa è stata mossa, si è vissuto il continuo tentare ad entrare nella fuga buona, ed in particolar modo la mia squadra (tra cui io) e la Illes Balears sono state tra le più attive. In corse del genere, difatti, quando i corridori non sono molti e non ci sono velocisti di grido, l'eventualità che scappi una fuga importante anche ai fini della futura Classifica Generale è sempre dietro l'angolo, e quindi in quasi tutti i tentativi di fuoriuscire dal plotone ci deve essere un Liberty. Queste sono le direttive.
La tappa l'ha vinta Edo, ed io l'ho saputo soltanto dallo speaker, visto che l'occhio nero che mi ero costretto a tenere aperto durante tutti i chilometri del circuito di Valladolid non ne ha voluto sapere di resistere per altri 200 metri e non m'ha permesso di gustarmi il finale. Tutto questo ha contribuito al fatto che io arrivassi 27esimo in un gruppo - quello di testa - di 27 corridori. Alla Ivan Basso, in pratica; ma la mia filosofia nel 2006 è questa: "O primo, o non m'impegno". Tanto del dodicesimo non ne parla nessuno, no!? Almeno così vedono chi è l'ultimo che ha resistito al vento.
A parte gli scherzi, domani ci sarà una crono tutta piatta di 11 km; tutta piatta e tutta dritta, anzi, ma il chilometraggio breve mi induce a pensare (e sperare) di riuscire a limitare i distacchi, anche se corridori come Sánchez Gil e Vinokourov, due assi a cronometro che corrono col sottoscritto, ambiranno alla vittoria di tappa ed alla maglia di leader. Anche se la Discovery Channel, su tutte le altre, mi sembra ben attrezzata per dar del filo da torcere.
La mia condizione è buona, non ho mai amato troppo il vento ed il fatto di esser rimasto agganciato ai primi mi fa capire che la gamba gira a dovere, e comunque siamo sulla buona strada per un rodaggio sempre più accurato. A questo punto la Liberty Seguros-Würth punterà sui noi quattro (i già citati Sánchez e Vino, più Serrano ed il sottoscritto) per la Classifica Generale, classifica che sarà delineata dall'arrivo in quota di giovedì.
Per oggi è tutto, anche perché prima di cena oggi toccherà passare in bagno a togliersi tutti i fili d'erba dalla bocca. Maledetto vento...

Domenica 19 marzo - La vigilia e il vento
Ciao ragazzi, con il racconto della vigilia della Vuelta a Castilla y León inizio a parlarvi di questa corsa spagnola che mi annovera tra i pochissimi partenti italiani (gli altri sono Fertonani, Serpellini, e poi ci sono gli "oriundi" Popovych e Pagliarini).
Sono le 19.30 e sono un po' stanco, visto che la giornata di oggi è stata densa di trasferimenti. Prima il viaggio verso Roma, in auto, poi il volo da Roma a Madrid, ed infine il trasferimeno fino a Valladolid, da dove partirà l'edizione di questa corsa a tappe.
Oggi non c'è un granché da raccontare, in verità, visto che dopo aver posato i bagagli in camera si è usciti con la squadra a fare un po' di chilometri in bici tanto per non rischiare di perdere l'abitudine. Il clima nel team è ottimo, mentre a Valladolid tira un vento veramente fastidioso; speriamo non crei disagi per la corsa, anche se queste condizioni atmosferiche saranno sicuramente uno svantaggio per il gruppo. Bisognerà stare attenti e correre sempre nelle posizioni di rilievo, altrimenti sarà facile rischiare di restar tagliati fuori da qualche ventaglio o da qualche buco che si creerà col vento.
Sono in stanza con José Antonio Redondo, un ventenne di bellissime speranze che in allenamento pedala molto bene. Ma ovviamente non sarà lui a dover far risultato qui alla Castilla y León, visto che in squadra possiamo vantare corridori indigeni come Luis Sánchez Gil, Marcos Serrano ed Unai Osa (tutti e tre molto in forma), ed un campione del calibro di Vinokourov, nonché su due buoni corridori come il sottoscritto e Yakovlev.
Le tappe sono tutte molto nervose, c'è la cronometro e c'è l'arrivo in salita, e fino a sabato bisognerà star sempre svegli e rilassarsi mai se si vorrà cercare un buon risultato. Gli spagnoli cercheranno di far classifica, mentre Vino ed io su tutti proveremo ad animare qualche tappa e, magari, vincerla.
Speriamo bene, anche perché ho qualche credito da riscattare con la fortuna che alla Tirreno-Adriatico m'ha abbandonato un po' troppe volte: due e mezza per la precisione. Ho una ferita simile a quella patita da Massimiliano Mori ieri alla Sanremo, ma in più il sottoscritto ha anche un occhio nero. Più che essere caduto dalla bicicletta, sembra di aver ricevuto un pestone in pieno viso.
Ma le botte fanno parte del mestiere, e si dice che fortifichino il corridore. Sono ammaccato, ma non rotto, insomma. E credo di aver assorbito bene entrambe le ferite.
Domani con l'inizio della corsa prometto di essere più descrittivo, ora si mangia e poi si chiude anche l'altro occhio. Quello nero, infatti, è già chiuso da sé.


Michele Scarponi (Professionista della Liberty Seguros-Würth)
a cura di Mario Casaldi

 

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