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Basso vuole salutare tutti - Ivan, la cronometro per allungare | Cicloweb

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Basso vuole salutare tutti - Ivan, la cronometro per allungare

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Ivan Basso darà la mazzata o non la darà? Domani sì, la darà. Forse non vincerà la cronometro di Pontedera, 50 chilometri che più piatti non si può, esercizio più che mai da specialisti: quegli specialisti che pullulano nelle file della T-Mobile, dalla ex maglia rosa Serhiy Honchar al tricampione del mondo contro in tempo, l'australiano Michael Rogers, a quel Jan Ullrich che non ha certo bisogno di presentazioni.
Forse Basso non la vincerà, dicevamo, perché quegli specialisti presumibilmente si piazzeranno ai primi posti della crono, e gli toglieranno quasi certamente la possibilità di far sua la tappa; ma la lotta che interessa Ivan è quella con i rivali di classifica, e in quel campo il varesino ha la strada spianata: nessuno di quelli che ambiscono al successo finale nel Giro va forte come lui contro il tempo.
Una bravura ottenuta con mille sacrifici, con l'applicazione, con la ricerca certosina di ogni possibile miglioramento, anche minimo: un percorso che - orchestrato in cabina di regia dal diesse della Csc, Bjarne Riis - ha portato Basso ad essere il più completo corridore da corse a tappe degli anni 2000: forte in salita lo era già, ora è forte anche contro il tempo.
E di conseguenza, domani sera la sua maglia sarà di un rosa ancora più vivido, visto che il margine tra lui e il resto della classifica sarà ben più profondo. Savoldelli è l'unico a poter in qualche modo reggere (a distanza) il confronto; i vari Di Luca, Cunego e Simoni, invece, salvo qualche miracolo (Danilo ha mostrato di recente dei discreti miglioramenti nelle crono), saranno obbligati a correre in difesa: al punto che perdere 2' da Basso sarebbe per loro un motivo per festeggiare; ma sarà facile che i minuti di distacco, da Pontedera a Pisa e ritorno, superino anche quota 3.
Nulla di irrimediabile, peraltro, visto che poi da sabato in poi le occasioni per mettere Basso in difficoltà si moltiplicheranno. Ovvio che se Ivan in salita sarà quello di Passo Lanciano, ci sarà poco da fare: ma lui stesso sa che non c'è da fidarsi troppo, perché basta un giorno storto per perdere tutto.
Il punto è che però il principale dei suoi avversari, Damiano Cunego, si è trasformato nelle ultime giornate in una sorta di Satanetto Isterix (prendiamo a prestito una definizione che il grande Gianni Clerici cucì addosso al tennista australiano Lleyton Hewitt): incavolato con la sua squadra, per un motivo o per l'altro; maldisposto nei confronti del mondo intero; più spiritato del solito, inquieto, irritabile: non è certo l'immagine di un corridore che ha la consapevolezza di poter vincere un Giro, quanto piuttosto quella di un ragazzo la cui principale preoccupazione è quella di essere all'altezza di se stesso, delle attese che si addensano sul suo capo, e che spaccherebbe il mondo, se potesse, ma forse si rende conto che non sarà così facile.
E sì, perché dall'altra parte c'è quel Basso che si fa schermo della sua tranquillità, la ostenta addirittura; e il confronto tra il placido Ivan e il nervoso Damiano è giorno dopo giorno sempre più stridente.


Marco Grassi

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