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Un sabato con i Lampre - Cunego e soci in ritiro a Terracina | Cicloweb

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Un sabato con i Lampre - Cunego e soci in ritiro a Terracina

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Un mese di anticipo rispetto al 2005, perché quest'anno il raduno ufficiale corale si terrà a Montecatini Terme. Però Terracina e l'Hotel Fiordaliso continuano ad essere parte integrante delle stagioni delle squadre dirette da Giuseppe Martinelli e non solo, se è vero che quest'anno anche la Liquigas di Danilo Di Luca, prima di Natale, ha passato dieci giorni ad allenarsi su questi lidi, sotto il sole pontino, per sfruttare un clima che, rispetto alle nevi del nord o ai freddi della pianura padana, è senz'altro più confacente alla preparazione invernale di una squadra ciclistica professionista.
Verso Terracina, strada statale 148 Pontina, si esce a San Vito per raggiungere la bretella che collega San Felice Circeo a Terracina, lungo la quale si trova l'albergo che ospita la squadra. Ma la Lampre-Fondital ci viene incontro quest'anno, visto che percorriamo gli ultimi chilometri del loro allenamento mattutino in simultanea, quasi fossimo una loro ammiraglia.
Alla prima rotonda li aspettiamo accostandoci sulla destra, ed il gruppo tirato da Fornaciari e Stangelj ci sfreccia al fianco: ripartiamo e ci portiamo dietro al plotoncino, in cui le divise blu-fucsia ci balzano agli occhi per via di quell'abbinamento cromatico un po' azzardato, anche se senza dubbio molto evidente. Sono gli ultimi chilometri, ed i gruppetti si sfaldano un pochino, anche perché c'è chi decide di ammirare le campagne pontine da più vicino, e magari fornire loro un pochino di diserbanti naturali espletando funzioni fisiologiche; decidiamo di abbandonare per un attimo il dovere di cronaca, e anticipare l'arrivo dei corridori in albergo. Solo in quattro non si sono fermati per strada: Cunego con due scudieri, ed un pochino più dietro Daniele Bennati. Avviciniamo l'aretino Daniele e lo salutiamo, e con l'auto gli facciamo da traino per riaccodarsi al gruppetto del leader veronese.
Il clima è ottimo, i sorrisi contagiosi ed i volti distesi fanno da cornice ad un bellissimo quadro di affiatamento di ragazzi con la stessa grande passione: manca qualche corridore qui a Terracina, ad esempio non scorgiamo le sagome di Bruseghin, di Ballan, Vila, Valjavec, Ruggero Marzoli, Possoni, Santambrogio, Franzoi, Marzano e Szmyd, quest'ultimo dato per disperso da Martinelli visto che «son tre giorni - dice il ds bresciano - che mi dice che è in viaggio dalla Polonia...».
È mezzogiorno e mezzo, ed essendo usciti stamani alle nove e mezza, i corridori già si sono sciroppati tre ore di allenamento, ma nel prossimo Giro d'Italia ci sarà una prova particolare, che i team italiani non hanno mai dimostrato di digerire troppo: la cronometro a squadre. Si cambia bici, e si decidono le formazioni: si corre sette contro sette, Martinelli contro Bontempi, Cunego contro Figueras. Alcuni meccanici ed i corridori "di Bontempi", nonché il mitico Federico Borselli, autista storico del team, lamentano un certo servilismo del team nei confronti di "Martino" (il soprannome con cui tutti chiamano Giuseppe Martinelli), anche perché Petrov e Napolitano sono costretti a cambiarsi la ruota anteriore da soli, ed il giovane siciliano inizia simpaticamente ad urlare un «non va bene» che ha il sapore del grido di battaglia.
Si parte dall'albergo, un bel po' di auto seguono il gruppo dei corridori, e tra queste c'è anche la nostra: Matteo Bono, neoprofessionista, ha dei guai meccanici e si ferma a bordo strada, soccorso dall'ammiraglia di Martinelli, ma la "competizione" non è ancora partita, perché prima si dovrà raggiungere il lungomare di Sabaudia. Ci si ferma la prima volta, Cunego sistema qualcosa sulla bici, Corioni lo aspetta e Bontempi pure, mentre due meccanici disegnano con una bomboletta spray la linea del fantomatico arrivo della mini-cronosquadre che si andrà a disputare.
Si risale in macchina e ci si incammina verso la partenza, con Corioni e Cunego, cui poi si aggiungerà Righi, che inscenano un dietro-macchina per alcuni chilometri. Alla "partenza" - sempre disegnata con una bomboletta spray da altri due meccanici - si decidono gli schieramenti e Bontempi su tutti promette battaglia alla squadra avversaria; Commesso prova a distrarre i componenti della "squadra A" che rispondono ai nomi di Tiralongo, Cunego, Bono, Corioni, Bennati, Carrara e Fornaciari, mentre la "squadra B" sarà composta da Righi, Petrov, Figueras, Commesso, Napolitano, Loosli e Stangelj.
Poco prima, la conoscenza diretta e la stretta di mano con Danilo Napolitano, iscritto e frequentatore del nostro Forum di Cicloweb.it e dapprima soltanto incontrato su pagine telematiche e via telefono. Con la macchina ci poniamo dietro all'ammiraglia di Bontempi, seguendo la "squadra B": i cambi sono regolari, si fila via ai 50 km/h, c'è una macchina ad aprire la fila (ma a debita distanza, per non falsare i tempi) per segnalare eventuali problemi di viabilità: difatti sul lungomare sabaudo non c'è il blocco stradale, né la polizia municipale ha disposto un periodo di interruzione del traffico, e quindi ci si autoregola in tal senso. Va tutto per il verso giusto, a parte una moto che distrae un po' i sette sotto sforzo.
La prova non è lunga, sono 16 km, ma è abbastanza impegnativa in quanto la strada non è mai totalmente piatta, ma offre continui saliscendi: la pedalata di Figueras è pulitissima e dimostra classe innata, Napolitano e Stangelj danno trenate da far paura, Petrov è il più pulito in bici, anche perché trascorsi più o meno recenti lo vogliono come lo "specialista del tic-tac" in casa Lampre. Il solo Commesso fa un pochino più fatica sugli strappetti, mentre Righi abbandona gli altri sei ad un chilometro dall'arrivo.
Sulla linea del traguardo c'è già Borselli che festeggia, e Bontempi si lancia nel suono del clacson: 17'36" il tempo della "squadra B", mentre 7" in più hanno relegato la squadra di Cunego e Bennati al secondo posto, ed al ruolo di "sconfitti". Subito sfottò e prese in giro, che continuano naturalmente anche a pranzo, dove le mozzarelline di bufala dell'agro pontino e della vicina Campania la fanno da padrone. Il solito "casinista" che risponde al nome di Paolo Fornaciari prende in giro il suo ds Fabrizio Bontempi, accusandolo di aver falsato la gara appena conclusa: di contro, Bontempi risponde con ironia, lanciando la proposta per cui i componenti del team perdente non dovrebbero mangiare la crostata (buonissima, peraltro - ndr).
Dopo pranzo Cunego è "rapito" dal giornalista francese Brunel, quello dell'ultimo libro su Pantani in cui il corrispondente transalpino chiede lumi sulle ultime ore, e su quelle appena dopo, della vita del Pirata di Cesenatico. Anche noi di Cicloweb.it non stiamo a guardare, e ci dividiamo Martinelli e Napolitano. È tempo di massaggi, e di corridori in giro non se ne vedono poi molti, tant'è che siamo costretti a chiedere a Bontempi di far scendere per noi Giuliano Figueras e Daniele Bennati.
Poi è la volta di Paolo Tiralongo con cui, oltre all'intervista, si parla di quello che è il rapporto dei media con il ciclismo, dell'Assocorridori, del connubio che vuole la gente sempre portata a pensare al ciclista come ad un dopato e su quello che si potrebbe fare per impedirlo, o comunque per migliorare le cose.
Damiano Cunego ancora non scende dal piano superiore, ma è naturale che non ce ne possiamo andare senza aver scambiato qualche battuta anche con lui: ma l'ora di cena è vicina, Napolitano già reclama il pasto, ma sono gli altri componenti del team a precederlo a tavola. Primo tra tutti il neoacquisto (anche se in Lampre si tratta di un ritorno, ma quella era la Lampre di Algeri) Matteo Carrara, che riceve la visita di due amici.
Il clima è molto rilassato, Napolitano ci racconta dell'incontro pomeridiano con lo psicologo, e un pochino scherza su ciò che si è detto («...se non arrivate con le gambe, aiutatevi con la testa..., ci ha detto: ma a me risulta scomodo pedalare così», ridacchia il ragusano), e poi si torna seri sottolineando come le motivazioni e la parte psicologica possano essere davvero l'arma in più di molti atleti e la causa, nonché l'effetto, di tanti risultati, sia positivi che negativi.
A cena si assiste di nuovo ad un mezzo show di Fornaciari, toscanaccio di carattere e di estrema comicità, che se la prende coi "terroni" Figueras, Commesso e Napolitano, soprattutto stuzzicando questi ultimi due sulla portata delle loro porzioni e sulle volte che si sono alzati per dirigersi al buffet. Non bastasse, ecco la "perla" di Napolitano, che si alza per tornare a prendere dei dolci, e lì parte Figueras, un po' alla De Zan: «Parte la volata di Napolitano, si alza sui pedali, arriva al piatto dei dolci... e vince!!!»; grasse risate da parte di tutti, col sornione ex-L.P.R. che piano piano ritorna al suo posto per gustare ciò che ha preso. Commesso, sfinito da Fornaciari, è costretto a dividere il piatto con un meccanico, anche se con molto dispiacere.
Il piatto più gustoso, però, è l'estrazione del fortunato che vincerà una settimana di vacanza, spendibile in qualsiasi periodo dell'anno (tranne il mese di agosto), per una mèta non ben definita, anche se crediamo che il luogo di vacanza sia proprio Terracina, con i gestori dell'Hotel Fiordaliso che hanno indetto questa improvvisata estrazione. La restrizione è che all'estrazione partecipano soltanto i sette corridori della squadra vincitrice della cronometro di stamani, e la fortuna bacia lo svizzero David Loosli, tacciato anche di "farfallonità" («basta che non cambi ragazza anche in vacanza») da Martinelli. Applausi a scena aperta, con la serata che procede con l'assegnazione di un week-end, sempre della stessa natura del primo premio, per gli altri sei "vincitori".
È il momento di Cunego, di qualche domanda al campioncino di Cerro Veronese, non più seguito - come poco meno di un anno fa - dal compianto Fernando Cortinovis, ma "supportato" da Fabrizio Bontempi, ma anche qui la tranquillità e la schiettezza non sono mai state messe in discussione. Finita la chiacchierata Cunego se ne va a giocare a biliardino con Commesso, Righi e Fornaciari, mentre a noi spetta il caro saluto a Fabrizio Bontempi e il rinnovo di altri appuntamenti durante la stagione, prima e dopo le corse, perché forse il bello del ciclismo è proprio questo: ogni anno, anche se gli scenari sono gli stessi o quasi, c'è da scrivere una storia diversa, una nuova storia.
Non che questo basti per farla divenire sempre migliore, ma almeno c'è la certezza di non annoiarsi. Se poi, a farci compagnia, c'è gente come Fornaciari, basterà solo farsi trasportare...


Mario Casaldi

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