Il Portale del Ciclismo professionistico

.

«Aspetto le classiche» - Bennati sogna Sanremo e Fiandre

Versione stampabile

Che avesse talento, lo si sapeva già da tempo, sin dalle prime apparizioni da professionista alla corte di Re Leone, al secolo Mario Cipollini. La convocazione - seppur da riserva - ai Mondiali di Zolder del 2002 se non ne è la prova poco ci manca. Parliamo di Daniele Bennati, aretino, che nel 2005 ha inanellato una serie di vittorie e piazzamenti prestigiosi che lo hanno riportato alla ribalta dopo un 2004 totalmente anonimo, per via della mononucleosi, speso nelle fila della Phonak, squadra elvetica che non lo ha aspettato.
Lo ha cercato Martinelli, però, per la sua nuova esperienza alla Lampre, confidando molto nelle qualità di passista veloce di Bennati soprattutto per le corse in linea che non presentassero particolari asperità. Un inizio in sordina, piazzamenti non eccelsi nelle corse minori, quando ad un tratto arrivò il 3° posto alla Gand-Wevelgem (con l'amarezza per quell'avvertimento dell'Uci scaturito dalla negligenza di un medico della squadra riguardo un certificato presentato in ritardo), e poi venne il Giro di Toscana, il 1° maggio, nella sua Arezzo, e la vittoria; più in là, in agosto, in una corsa di 9 tappe come il Giro di Germania, 3 volate imperiose che gli hanno assicurato - insieme agli altri 2 successi in Polonia di settembre, altra gara Pro Tour - la chiamata di Ballerini (stavolta come titolare) nei 9 di Madrid 2005. Proprio da quella giornata sfortunata, Bennati riparte con assoluta determinazione.
L'anno scorso Martinelli aveva preannunciato che gli spazi per le allora ruote veloci della Lampre, Bennati, Bonomi, Samuele Marzoli e Pieri, non sarebbero stati molti e che gli stessi uomini su citati dovevano far cambiare idea al team manager bresciano. Ci sembra che Daniele Bennati ci sia riuscito.
«All'inizio del 2005 tutti i corridori citati, me compreso, hanno patito degli stop fisici. Poi sono venute le cinque vittorie Pro Tour ed il Giro di Toscana e non posso negare di essere stato davvero molto contento, anche perché accanto a queste vittorie che fanno comunque un bel bottino, sono arrivati piazzamenti importanti come il 3° posto alla Gand-Wevelgem, il 2° posto alla Parigi-Tours ed il 4° posto al GP Ouest France di Plouay. Magari uno di questi tre, trasformato in successo, avrebbe potuto dare ancora più pregio alle mie vittorie nel 2005, ma c'è il tempo per rimediare».
Magari partendo un po' di metri più in là e non così presto come alla Parigi-Tours.
«Riguardando la volata ho maturato la convinzione che non avrei potuto fare diversamente. Ero in seconda posizione, mi sono ritrovato davanti senza compagni di squadra e partire un po' prima del solito era l'unica carta da giocare in quella situazione. L'unico rammarico è di aver dovuto cambiare la traiettoria negli ultimi 200 metri perché i due che erano in fuga, Gilbert e Devolder, si sono spostati proprio sulla destra ed io ho dovuto fare parecchi metri in più rispetto a Zabel per scartarli. Ma ovviamente sono contento lo stesso per il prestigioso risultato».
Ed immaginiamo anche per essere riuscito a non cadere per via di quel contatto sulla linea d'arrivo.
«Quello è stato un bel pezzo di bravura. Ho rischiato davvero, e di sicuro se fossi caduto dopo aver perso la volata magari la stretta di mano con Zabel non ci sarebbe stata (ride). Se invece avessi vinto, allora avrei anche potuto chiudere un occhio, tanto era l'ultima corsa della stagione...».
Tra le bellissime parentesi del Giro di Germania e Giro di Polonia e quella bella della Parigi-Tours, rimane quella sfortunata del Campionato del Mondo di Madrid.
«Non ero brillante, non ero in giornata e non ero in ottime condizione di salute. Ero un po' influenzato e in un Campionato del Mondo se non si sta bene non si può cercare di inventare chissà cosa. Mi è dispiaciuto anche perché avrei potuto sfruttare qualcosina viste le non perfette condizioni fisiche anche di Petacchi, e perché il percorso mi piaceva dato che non era totalmente pianeggiante e non era proprio per velocisti puri. Certo, parlare dopo è sempre un gioco, ma stando nel gruppetto di Valverde e Boonen non dico che avrei vinto, questo no, ma un bel piazzamento era alla mia portata vista la condizione con cui ero uscito dalla corsa polacca».
L'anno scorso non partecipasti a nessuno dei tre Grandi Giri. Nel 2006?
«Quest'anno ci sarà il Tour de France, che seguirà le già corse G.P. Costa degli Etruschi di Donoratico, Giro del Mediterraneo e Vuelta Valenciana, e le prossime Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo; poi si andrà al Nord per affrontare la Tre Giorni di La Panne, il Giro delle Fiandre, la Gand-Wevelgem e la Parigi-Roubaix. Tornerò a correre in Italia al Giro di Toscana per difendere la vittoria del 2005 per poi ripresentarmi al Giro di Svizzera in preparazione al Tour de France di luglio».
Bonomi, Samuele Marzoli e Pieri sono andati via. Di contro, sono arrivati Napolitano e Corioni. Che ne pensi del cambiamento?
«Danilo Napolitano è un grande velocista, e l'ha dimostrato ampiamente lo scorso anno vincendo bellissime corse. Non siamo due corridori uguali, visto che lui è un velocista puro ed io mi difendo bene sugli strappetti. Corioni mi somiglia di più, ma credo che entrambi possano cercare di imparare qualcosina dal sottoscritto come io negli anni passati ho imparato dai miei capitani di allora. Tutto questo, ovvio, se dimostrerò d'andare forte».
Qual è il tuo giudizio sul miniritiro siciliano? È servito a conoscervi meglio, sopratutti te e Napolitano?
«È stata una buona esperienza, una temperatura ideale ed un programma che prevedeva l'allenamento di cinque corridori, e quindi siamo stati tutti molto a stretto contatto, anche se magari Cunego e Tiralongo in particolare fanno parte di un altro "ramo" del team. È sicuramente un'esperienza da ripetere nel corso degli anni. Napolitano ed io siamo due professionisti e nelle corse, soprattutto quelle ad inizio stagione, che capiterà di correre assieme troveremo sicuramente un accordo sul modo di impostare le volate per l'uno o per l'altro. D'altro canto, con Martinelli ho già parlato di quanto credo sia opportuno cercare di diversificare il più possibile il mio programma da quello di Danilo, proprio perché a fine corsa, in un'eventuale volata, uno dei due dovrà farla e l'altro lavorare».
Qual è stata la vittoria che ti è piaciuta di più e quella che ti ha sorpreso di più, nello scorso anno?
«Il Giro di Toscana è stato importante perché è stata la prima vittoria dopo l'anno difficile e perché ho capito che ero tornato competitivo, mentre forse la sorpresa maggiore è venuta dai tre successi al Giro di Germania, visto che non avevo mai vinto così tanto in una corsa a tappe. E se consideriamo che non era un Grande Giro di 21 frazioni, ma una breve gara di 9 tappe, forse si riesce a capire anche il motivo della sorpresa».
Ti è mancato un po' l'anno scorso il confronto con gli altri velocisti nei tre Grandi Giri?
«Avrei dovuto partecipare al Tour de France anche lo scorso anno, ma sono stato male il periodo immediatamente precedente alla corsa francese e non avevo una condizione sufficiente per essere tra i nove in Francia. Ho preferito rimanere a casa e preparare il finale di stagione. C'era l'opportunità di correre la Vuelta a España, vero, ma ho preferito evitarla proprio perché non avevo moltissimi chilometri nelle gambe ed affrontare in quelle condizioni una corsa dura come quella spagnola sarebbe stato solo controproducente, e credo di aver avuto ragione visto come sono andate le due corse che l'hanno sostituita: il Giro di Germania e il Giro di Polonia».
Prima ci hai parlato di una debilitazione nei giorni che hanno preceduto il Mondiale di Madrid. Siccome anche Petacchi ha manifestato sintomi di malessere, credi che ci sia stato un qualche virus che ha colpito un po' tutti i componenti della selezione italiana?
«Sono stato influenzato e non sono stato il solo, questo è un dato di fatto. A me ha dato subito fastidio l'aria che proveniva dai condizionatori dell'albergo, visto che sono un po' allergico. Ho avuto come l'impressione che non fossero puliti bene i filtri, o cose simili. Di sicuro è stato davvero un peccato».
Cosa ti aspetti dal 2006?
«Spero di partire bene perché il mio primo grande obiettivo è la Milano-Sanremo. Poi viene il Giro delle Fiandre, una corsa che mi piace tantissimo, e spero di riconfermarmi, magari con una vittoria, nella Gand-Wevelgem per poi fare bene al Tour de France».
A proposito di Giro delle Fiandre, ti va di raccontarci un po' com'è andata quella ricognizione accurata in Belgio a metà dicembre?
«Il Giro delle Fiandre l'ho già corso due volte, ma sono voluto andare in Belgio a provarlo di nuovo, da solo, e penso che quel viaggio mi tornerà molto utile. C'era un po' di neve, ma in uno dei due giorni di permanenza ho fatto i primi 130 km del percorso, 17 muri, e mi sono divertito parecchio. Il segreto del Giro delle Fiandre è conoscere bene il percorso ed in due giorni ho fatto tutti i muri e quelli più importanti, come il Grammont, il Koppenberg ed il Patersberg, li ho fatti tre/quattro volte. Prima di arrivare al Grammont, infatti, ci sono tre/quattro strade che devi conoscere bene, bene, bene se non vuoi rimaner tagliato fuori».
L'anno scorso Ballan si rivelò con quella magnifica fuga e quel gran 6° posto finale al Giro delle Fiandre, preceduto da un altro italiano che risponde al nome di Petito. Hai sperato per un attimo, visto anche il ritiro di Bortolami, che il laziale potesse essere ingaggiato dalla Lampre?
«È un peccato che Petito non sia arrivato. C'erano stati alcuni contatti per fare arrivare in Lampre sia Petito che Baldato, due corridori che non sarebbero stati importanti, ma importantissimi. Corridori del genere, abbinati a Fornaciari, potevano essere veramente un grosso aiuto per noi giovani. Fa anche pensare che due corridori come i due neo-Tenax abbiano dovuto aspettare il nuovo anno o poco prima per sapere con certezza con quale squadra avrebbero corso. È brutto, perché comunque sia Baldato che Petito son due veterani e facevano, fanno e faranno il bene di tantissimi giovani. Non dimentichiamoci poi che per le classiche del Belgio in particolare sono ancora assolutamente competitivi e potevano essere veramente due ottimi insegnanti per Corioni e Ballan stesso e per il sottoscritto, tanto per citarne tre che aspirano alle corse in pavè».
Lo stesso ruolo di Bortolami, immaginiamo.
«Già, e mi spiace che abbia dovuto abbandonare. L'ho conosciuto al Mondiale di Zolder nel 2002 quando ci ritrovammo in camera insieme, e poi l'ho ritrovato in Lampre l'anno scorso e sin dallo scorso ritiro di Terracina è sempre stato il mio compagno di stanza ed ho mantenuto con lui un bellissimo rapporto molto, molto intenso. Sono certo che mi mancherà».

Mario Casaldi    



RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano