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Il mio Charly Gaul - ...Come nacque l'incontro con l'Angelo della Montagna

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Siamo nei primi anni '90. La mia parentesi politica s'era finalmente conclusa e potevo immergere corpo e mente nello sport. Il lavoro in Polisportiva non mi impediva di scrivere e di fare qualche conferenza, soprattutto su quel ciclismo che, in veste dirigenziale e di lavoro, ancora non mi vedeva all'opera. S'aprirono così le porte di giornali che prima vedevo come un costretto momento di conoscenza, ed ebbi dunque la possibilità di dire la mia in modo diverso... Scelsi, ovviamente, il pedale.
A fine agosto '91, Marco Pantani vinse una corsa da par suo, annichilendo gli avversari col suo passo, fatto di scatti continui in salita. L'avevo già scritto da qualche parte, ma quella gara me lo confermava: era il nuovo Charly Gaul. Parlando con lui a fine corsa, mentre gli confermavo quel mio personale accostamento con l'Angelo della Montagna, l'ancor non divenuto Pirata, si dimostrò entusiasta. "Tu che sei nello sport - mi disse - non potresti mettermi in contatto con lui?".
"Magari arrivassi a tanto - risposi - Sapessi quanto piacerebbe anche a me conoscerlo. Ho visto una sua foto recente, scattata in occasione di un ritrovo, a Briançon, di tutti i vincitori di tappa in quella località. È diventato una botte, con barba bianca e occhiali. Dài Marco, continua a pedalare come sai e vedrai che alla fine riuscirai a conoscerlo molto prima di me. Ti ripeto, sei come lui e lo scriverò di nuovo".
Sembrava una profezia, ma ogni giorno si cementava come una realtà.

Nel '94, quando avevo già formato una formazione ciclistica femminile che poteva diventare una specie di padrona dell'ambiente, volli a tutti i costi in squadra una piccola toscana che affrontava la salita proprio con lo stile di Gaul e con l'identica posizione degli indici sulla leva dei freni, Fabiana Luperini. Mi colpì al punto di farmi pullulare in testa l'idea di un incontro pubblico con Charly ed i suoi figli d'arte, Marco e Fabiana appunto. La stagione di quell'anno, con gli acuti stellari dei due, in particolare quelli di Pantani, mi spinsero in quella direzione. L'intenzione assunse i connotati "dell'obbligo", quando lessi il bellissimo servizio dell'ottimo Enzo Vicennati su Bicisport, dove scoprii che Charly aveva chiamato la sua unica figlia (nata nel '78), Fabienne. Quando si dice... le coincidenze...

Nel '95, mentre Fabiana si avviava alla leggenda del ciclismo femminile vincendo Giro e Tour, Marco subì lo spaventoso incidente di Superga. Il sottoscritto intanto, per i motivi citati e per lo stress che gli procuravano le 19 sezioni ed i 13 impianti della Polisportiva, nonché la squadra ciclistica divenuta la prima del mondo, non poté nulla al fine di dare gambe a quel progetto. Nell'inverno fra il '95 e il '96, ai margini del Centro di Fabrizio Borra, dove Marco stava lottando per ritornare un atleta, esternai per la prima volta quella mia intenzione ad un amico, Gino Garoia. Costui, animatore da oltre vent'anni dell'Unione Ciclistica Scat di Forlì, nonché Segretario del G.S. Giacobazzi, la società che lanciò al grande ciclismo Pantani, accolse immediatamente quel progetto con entusiasmo. Amico di Marco, ed ammiratore da sempre di Gaul, vulcanico, estroverso e tenace come pochi in quanto a volontà di riuscire in qualcosa di anomalo, Gino mi presentò la possibilità di svolgere l'iniziativa all'interno dei festeggiamenti del 50° Anniversario di Fondazione della Scat, che si sarebbero tenuti a dicembre del 1997. "Perfetto - esclamai - Charly compie gli anni proprio il giorno di fondazione della tua società: l'8 dicembre. Il tempo che ci separa da quel giorno, servirà a Marco per riprendersi, mentre Fabiana, stai pur certo, continuerà a vincere".

Il ruolino auspicato s'avverò come meglio non si poteva, anche se Pantani, come fosse in mano alle stregonerie, a causa di un gatto, al Giro d'Italia '97, ci aveva fatto tremare di nuovo tutti, compreso Charly che, dal Lussemburgo, s'era unito siamese a colui che più di ogni altro stava ripetendone le gesta. A fine agosto, Gino, mentre stavo per immettermi in autostrada per raggiungere quella che nel '97 era la mia dimora, Vittorio Veneto, mi telefonò per dirmi che la manifestazione si sarebbe svolta come volevo. A me spettava il compito di metterlo in contatto con Gaul, nel frattempo ancora lontano dall'Italia e senza che nessuno avesse avuto l'idea di invitarlo in quello che poteva essere considerato il suo secondo Paese. Altri compiti che mi spettavano: scrivere un libro sulla storia della Scat, su Charly, Marco e Fabiana, nonché invitare costei, anche se era un particolare scontato, vista la mia posizione nella comune squadra.
Intanto Pantani aveva davvero potuto conoscere il suo idolo Gaul, direttamente a casa sua. La foto che segue fu scattata proprio mentre i due si trovavano nel giardino della casa dell'Angelo della Montagna.


Marco Pantani e Charly Gaul


Trovandomi sempre in giro per l'Italia, non sapevo dell'avvenuta conoscenza diretta fra i due, altrimenti la via per raggiungere il numero di telefono di Gaul, sarebbe partita dal Pirata. Chiamai così Enzo Vicennati che si dimostrò, oltre che bravissimo, anche gentile. Passai tutti gli estremi a Gino, compresa la lettera d'invito per l'Angelo. Garoia lavorò alacremente, mentre il sottoscritto preso com'era dagli impegni, assottigliò alquanto gli spazi per la stesura del libro.
Grazie all'amico però, fui messo in contatto con la persona che poteva rendermi più semplice l'interlocuzione con Gaul, al fine di coprire i dati mancanti per il libro, nonché quella intervista che volevo proporre senza le lacune dettate dalla mia non conoscenza del francese e dalla probabile ruggine sulla comprensione dell'italiano da parte di Charly. L'anello di congiunzione fu così svolto da Pia Conficoni, una bella ragazza figlia di italiani emigrati in Lussemburgo, dove lei nacque e, negli anni, divenuta amica della famiglia Gaul. Gino fu bravissimo, ed il sottoscritto, nella sola settimana a disposizione per stare nei tempi tipografici, riuscì a scrivere il libro.

La sera del 5 dicembre 1997, all'Aeroporto di Bologna, 38 anni e mezzo dopo quel 5 giugno 1959 in cui mia sorella, a pranzo, scolpì quel nome così armonico nella memoria di un piccolo bambino, a quei tempi prodigio, il sogno divenne realtà.

Ecco la foto scattata dall'ormai "mitico" Gino Garoia...


Morris e Charly Gaul

 

Morris


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