Benvenuto Tiziano! - Dall'Antonia si prepara all'esordio tra i pro'
Versione stampabileTiziano Dall'Antonia, da promessa del calcio a splendida realtà del panorama ciclistico giovanile italiano. Azzurro sia nella crono che nella prova in linea dei Mondiali di Madrid 2005, nonché Campione Italiano Under 23 a cronometro, ci racconta la sua storia e le sue speranze per la nuova avventura nel difficile mondo del professionismo, sotto l'ala protettiva dei Reverberi che, dopo Sella, Pozzovivo e Allegrini, ancora una volta sono andati a pescare dal bacino Zalf.
Quando hai iniziato ad andare in bici?
«Ho iniziato a gareggiare a 16 anni, anche se già mi piaceva parecchio fare delle uscite in MTB con mio papà sulle Prealpi Venete che sono proprio dietro casa mia».
Ci risulta che tu fossi una promessa del calcio, raccontaci di questa particolare iniziazione alle due ruote.
«Mah, si sono dette tante cose in merito [sorride]. Ho iniziato a giocare a calcio da piccolo; poi con un mio compagno di squadra in un brutto contrasto mi sono rotto il ginocchio. Dopo aver portato il gesso per un bel po' di tempo tentai con la pallavolo proteggendomi con una ginocchiera ma ero molto limitato. Nel frattempo aumentai le uscite in bici con mio papà anche a scopo riabilitativo, perché portare il gesso per lungo tempo blocca parecchio i movimenti. Poi un giorno, non ricordo nemmeno io come, mio padre, che è un grande appassionato delle due ruote, tramite un amico mi procurò una bici da corsa. Per caso, durante un'uscita, incrociai la squadra di un mio amico. Mi aggregai a loro e vedendo che non me la cavavo proprio male in salita mandarono il presidente a contattarmi. Io volevo, mio papà anche mentre mia mamma proprio no! Dopo aver vinto le resistenze della padrona di casa iniziai a correre».
Quindi hai iniziato durante il secondo anno della categoria allievi?
«Sì sì, a dire il vero ho fatto le ultime due gare del primo anno, ma così per provare».
Meglio inseguire un pallone o lo scatenato Grabovskyy?
«Bella domanda! Meno faticoso seguire un pallone, ma molto più soddisfacente alzare le braccia sotto lo striscione d'arrivo, meglio se da solo».
Quante volte ci sei riuscito quest'anno?
«Ho vinto quattro gare, più il Campionato Italiano a cronometro Under 23 e una kermesse a Mestre denominata "Mille Metri del Corso"».
Quali ricordi più volentieri?
«Sicuramente il Campionato Italiano e il Memorial Furlan. Ma vestire la maglia tricolore regala sempre forti emozioni».
Chi sono i tuoi campioni preferiti?
«Mi piace molto Oscar Freire».
Sei un passista veloce ma ti difendi anche in salita, ti senti un po' come lo spagnolo?
«Non proprio come lui, anche se le caratteristiche possono essere più o meno quelle. Mi difendo sulle salite medio-corte ma ho un minor spunto veloce negli arrivi a gruppo compatto. Però con 20-30 corridori posso dire la mia».
Al recente Gran Gala Ciclistico Internazionale di Conegliano sei stato premiato quale miglior Under 23 del Veneto. Che effetto ti ha fatto stare a contatto con grandi campioni come Di Luca, Basso, Savoldelli, Rujano, Heras?
«È stata una grande emozione, quasi non ci credo che l'anno prossimo potrò correre a fianco di alcuni di loro».
Quali sono i ricordi più belli nelle categorie giovanili?
«Ho molti ricordi belli, probabilmente il migliore è una tappa al Giro della Lunigiana del 2001».
E alla corte dei "Luciano" [Rui e Camillo]?
«Il clima in generale, i consigli di Ciano Rui, sempre molto precisi e utili. Ho corso solo in Zalf e se tornassi indietro rifarei la stessa scelta».
A Madrid sei stato il migliore dei nostri sia nella prova contro il tempo che in quella in linea. Hai qualche rimpianto?
«Beh, certamente. Mai accontentarsi. Nella prova a cronometro la mia batteria corse con un vento contrario che alla tv non rilevarono perchè protetti da un palchetto. Infatti solo 3 entrarono nei primi 10. Nella prova in linea avrei sperato in un po' di fortuna in più. Speriamo di far valere questo credito l'anno prossimo».
In terra iberica sei stato protagonista di un simpatico siparietto in cui facevi un appello per trovare una fidanzata, ha dato i suoi frutti?
«No! Mi hanno fatto fare una figuraccia gratuita. In realtà io ho fatto il burlone con i meccanici della nazionale e loro, avendo le giuste conoscenze, mi hanno fatto questo simpatico scherzetto! [hanno "passato" l'appello ad Alessandro Fabretti che l'ha reso pubblico in tv]».
Hai sempre corso per team veneti, Cieffe Vittorio Veneto e Zalf Desirèe di Castelfranco Veneto, ora hai deciso di cambiare regione?
«A dire la verità avrei potuto rimanere ancora in Veneto, a San Donà di Piave, con la Liquigas, ma la cosa non si concretizzata. La Liquigas aveva la possibilità di farmi firmare alcuni mesi fa, ma ha aspettato e così facendo non si è fatto avanti nessun altro per contattarmi. Il "Caso Dall'Antonia-Masiero" [è circolata la voce che la Liquigas, per ingaggiare Tiziano, volesse anche prendere Masiero nel suo "vivaio" della Marchiol] è stato solo una scusa, tant'è che i dirigenti della Zalf si son comportati molto bene comunicando che se il problema era l'ingaggio di Masiero, l'avrebbero lasciato libero di andare alla Marchiol. Il problema evidentemente era un altro, fatto sta che avrei rischiato di rimanere fra i dilettanti se la Panaria non si fosse fatta avanti. Comunque per me non è mai esistito un vero caso ed ora sono molto contento di avere stipulato un accordo con una squadra ugualmente molto seria e valida».
Che impressione ti hanno fatto i Reverberi?
«Ci ho parlato solo una volta, ma mi sono sembrate delle brave persone. Prossimamente dovrò incontrarli per definire la prossima stagione, vi terrò aggiornati».
Il nostro sport viene sempre accostato al doping pur essendo una delle discipline con il maggior numero di controlli. Tu che cosa proporresti per combattere questa piaga che affligge anche il mondo delle 2 ruote, ma non solo?
«Il discorso da fare sarebbe molto lungo e difficilmente condensabile in poche righe. Sicuramente non affligge solo il mondo del ciclismo e l'inasprimento delle pene sarebbe solo un deterrente, efficace, ma non risolutivo del problema. Bisognerebbe educare i giovani a vincere senza barare, perchè alla fine tutti i nodi vengono al pettine. Io personalmente promuoverei una campagna di sensibilizzazione nelle scuole. È la mentalità da cambiare prima di tutto».
Secondo te è preferibile passare presto professionista o rimanere qualche anno in più tra i dilettanti?
«Il discorso è molto soggettivo. Dipende molto dalla maturità dell'atleta e dalle necessità della squadra di destinazione. C'è chi passa presto e si perde perchè non viene fatto maturare e chi passa tardi e si trova già notevolmente "spremuto". Io spero di avere fatto la scelta giusta ma solo il tempo mi darà ragione o torto».
Quali degli altri tuoi compagni o avversari neoprofessionisti saranno da tenere d'occhio nella stagione 2006?
«Vedo molto bene Curtolo, penso che potrà dire la sua da subito».
Dove e con chi ti alleni solitamente?
«Solitamente esco con Da Dalto, Da Ros, Mazzer e Mattiuz. I nostri percorsi si snodano nelle province di Treviso e Belluno dove le salite non mancano».
Fra 3 mesi parte per te una nuova e impegnativa stagione, pensi che cambierà qualcosa nella tua vita e nelle tue abitudini?
«Penso che non cambierà nulla. Cercherò di viverla normalmente, come ho sempre fatto. L'impegno sarà certamente maggiore ma la vivrò con molta serenità».
Nella tua avventura ritroverai alcuni tuoi ex compagni, prima di firmare hai chiesto qualche consiglio a loro?
«Ho parlato un po' con Emanuele Sella che mi ha rassicurato sull'ambiente, nulla più comunque di quello che traspare agli occhi di tutti».
Quali sono le tue speranze per questa prima stagione nella massima categoria?
«Avrò molto da imparare dai miei compagni più esperti. Cercherò di dare il massimo di me stesso nell'aiutare la squadra e se si presenta l'occasione tentare qualcosa di personale».
Qual è la gara che più ti affascina e che magari un giorno ti piacerebbe provare a vincere?
«La Milano-Sanremo è un sogno... ma sognare non costa nulla. Gli anni scorsi la guardavo in tv, chissà che nei prossimi non possa tentare una sparata nel finale».
Bene Tiziano, in conclusione vuoi mandare un messaggio o salutare qualcuno in particolare?
«Voglio ringraziare tutti quelli che mi sono stati vicini in questi anni, che mi hanno sostenuto e che continuano a farlo. Voglio inoltre salutare gli utenti del forum di Cicloweb che mi hanno fatto i complimenti, infine voglio mandare un saluto al forumista, nonché mio ex-compagno, il mitico "Cantastorie" Daniele Colli e dirgli di raccontarne di meno e pedalare di più... naturalmente scherzo Daniele! Grazie a voi e arrivederci sulle strade d'Italia».
Andrea Sacconi