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Anche Bettini fa il numero - Paolino vince davanti a Petacchi

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Questa volta giochiamo su due tavoli: uno da queste parti, in Spagna; e l'altro lì in Polonia, agli antipodi del Pro Tour.
La Vuelta, infatti, è a corto di temi, per colpa degli avventati disegnatori che hanno piazzato alla fine della seconda settimana le ultime tappe decisive, e poi poco altro fino alla fine. Quindi si vivacchia, si cercano elementi tecnici col lanternino (ovvio che non stiamo parlando degli arrivi di tappa), e allora possiamo pensare di integrare il discorso con quanto avviene al Giro di Polonia, corsa poco importante fino all'anno scorso, ma miracolata dall'inserimento nel circuito Pro Tour, e nobilitata nell'edizione attualmente in corso dalla presenza di molti campioni, non ultimi alcuni dei prossimi protagonisti in azzurro al Mondiale di Madrid del 25.
Perché le nostre punte sono equamente divise tra l'una e l'altra gara, e il bello è che, per un gioco del caso, oggi le schieriamo tutte e quattro ai primi due posti dei due ordini d'arrivo. Bettini e Petacchi di qua, Bennati e Paolini di là. Meglio di così non si potrebbe.
Iniziamo, noblesse oblige, dalla Vuelta. L'altimetria è quella che è, un piattume che attraversa un qualcosa di simile a una prateria (ma con meno vegetazione ancora, se possibile), mancano solo i bisonti all'orizzonte, poi siamo al completo. Non possiamo nemmeno fingere che i tentativi di alcuni avventurati siano delle vere e proprie fughe, visto che non ne hanno nemmeno lontanamente l'aria, vuoi per il poco margine che dà il gruppo, vuoi per l'assenza di personaggi di spicco negli attacchi.
Tutto è vissuto nell'ottica della volata finale, che si disputerà su una strada che sale, poco ma in maniera secca. Il favorito di giornata è Bettini, che da giorni è segnalato in crescendo di forma. Non solo è segnalato, ma si vede a vista d'occhio che il Paolino titubante dell'inizio di Vuelta, reduce da una serie infinita di problemi fisici, ha lasciato il posto a un Grillo finalmente tornato quello dei giorni migliori.
Bettini è andato in fuga diverse volte negli ultimi giorni, e ha affinato via via la gamba. In vista della tappa di oggi, certo, ma non solo. È vero che l'arrivo di Valladolid, se vogliamo simile a quello di Tropea del Giro d'Italia, sembrava disegnato da un sarto su misura per il cecinese; ma non possiamo nasconderci che la vera Stella Polare che guida i passi dei nostri campioni è la prova iridata.
Non si nega che l'arrivo sia stato anche parecchio emozionante. Quando Bettini è scattato, il suo è sembrato un azzardo: troppo lungo, sembrava, quel lancio ai 300 metri. E invece Paolino aveva fatto i conti col bilancino, visto che la sua azione è bastata, a puntino, per mettere la sua ruota davanti a tutte le altre.
Uno spunto che rilancia senz'altro Bettini per un ruolo vero a Madrid. Sappiamo come il campione olimpico esca dai grandi giri: i suoi mesi di agosto post-Tour sono sempre stati sopraffini, e Ballerini dovrà tenere conto che un potenziale simile non può essere speso solo per un incarico da componente di treno. Via alla fantasia, giochiamoci Bettini a Madrid, seriamente, puntiamo sulla sua ficcante freschezza per sfruttare un'alternativa potenzialmente vincente alla volata.
Al secondo posto, in maniera non diciamo sorprendente, ma che suona di piacevole e non scontata conferma, ecco Alessandro Petacchi. Come dire: "Sì, è Bettini quello che ha vinto, ma guardatemi, io sono qui, lo sto scortando, i gradi di capitano li merito in tutto e per tutto, non c'è proprio discussione, anche perché il Mondiale non arriva in salita, ma sul piano". Tutto vero, Petacchi è in una condizione stratosferica che non gli dovrà essere difficile mantenere per altri 15 giorni almeno. Se Balleini ha dei problemi, sono di abbondanza, di scelta del modo in cui incasellare le tessere del mosaico azzurro sullo scacchiere madrileno.
Anche perché, e qui torniamo alla Polonia, le seconde linee sono allo stesso tempo in grande spolvero. Daniele Bennati è tutta l'estate che vince, e non si ferma. Allo stato dei fatti, è il più indicato a vestire i panni del vice-Petacchi: se AleJet dovesse incappare in qualche guaio di percorso (e speriamo di no), l'uomo della Lampre è veloce al punto da poter dire la sua in uno sprint generale, anche al cospetto dei vari McEwen e compagni.
Alle spalle di Bennati, Luca Paolini è un'altra eccellente conferma: Paolini sta a Bettini come Bennati sta a Petacchi? No, perché Bennati è un'alternativa (entrerebbe in gioco solo se AleJet non potesse fare lo sprint), mentre Paolini ambisce a ragione ad essere una carta importante dello schieramento azzurro: lui, come Bettini, come lo stesso Pozzato (ottavo oggi, forse un po' in calo rispetto ad agosto), è uomo da piazzare nelle fughe, possibilmente in quelle che nasceranno nel finale di Mondiale. Tranquilli che gli avversari inseguirebbero, perché questo Paolini fa paura, sa vincere, sa lavorare, sa arrivare in fondo e avrebbe tutto per essere la più bella sorpresa di fine stagione.

Marco Grassi    



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