MyBike 2005 - Fred Morini presenta la sua nuova creatura
Versione stampabileLo abbiamo conosciuto come corridore di buone speranze. Un gravissimo incidente ci ha fatto apprezzare le sue doti di  scrittore con il libro "Le braccia al cielo". La sua abile dialettica e versatilità ha spinto Rebellin, suo ex capitano  alla Gerolsteiner, ad assumerlo in veste di addetto stampa.
 Non bastava tutto questo e Federico, "Fred" Morini si è voluto inventare anche organizzatore.
 "MyBike", l'evento di promozione della bici dell'anno, in programma sabato e domenica prossima, 18 e 19 Giugno a  Montecatini Terme, si è affidato in gran parte all'iniziativa ed all'intraprendenza dell'ex corridore di Città di  Castello, per il quale però il termine di ex potrebbe rivelarsi inesatto visto che stando alle voci, si profila un suo  rientro nel mondo dei "pro".
 «Devo dire che io ho sempre sperato di poter tornare a correre, un giorno. Ho sempre cullato questa ambizione. Ho sempre  lavorato sulla schiena con la lucida speranza che un giorno il medico potesse dirmi: "Siamo sulla strada giusta, potresti  anche riprovarci". Quel giorno sembra essere arrivato».
 Con quale squadra dovrebbe avvenire il tuo rientro?
 «Devo usare molta prudenza nel rispondere, perché ancora non c'è nulla di certo. Devo ringraziare soprattutto il signor  Ernesto Colnago che si è interessato al mio caso, già poco tempo dopo l'incidente. Mi invitava a non mollare e poco dopo  mi inviò una bici speciale che teneva conto delle mie problematiche. Quando pedalo con questa bici i problemi sembrano non  esserci, perlomeno al 99%, grazie anche alla Selle Italia che ha studiato un'apposita sella, che tra l'altro è la stessa  che sta usando Ivan Basso. Un'estetica ed un design del tutto particolari e delle importanti modifiche a livello di  tessuto che si sono rivelate veramente azzeccate. In sintesi penso e spero che il mio rientro possa avvenire in un team  nel quale anche l'azienda Colnago ha una propria rilevanza».
 Ricorda allora quali sono state le tue vicissitudini.
 «Era il 10 dicembre del 2001, il primo giorno di allenamento in previsione della stagione successiva. Stavo ormai  rientrando, avevo già superato la quarta ora. Nelle vicinanze di casa stavo percorrendo un tratto in discesa. Strada molto  stretta, tipica di montagna. C'era una buca sull'asfalto e me ne sono accorto troppo tardi. L'ho presa in pieno e sono  andato a urtare violentemente con il guard rail. Ho battuto forte la schiena che si è schiantata contro le barre piantate  a terra. Purtroppo non è finita qui. Dopo lo scontro con il paracarri, sono scivolato giù dalla scarpata finendo a soli 10  centimetri dallo strapiombo al di sopra della superstrada E45 Orte-Cesena».
 Perdesti conoscenza?
 «No. Anche il casco fu provvidenziale. Subii un forte trauma alla cervicale ma il casco riuscì sicuramente ad attutire  l'impatto ed a scongiurare la paralisi. In un primo tempo i medici dell'Ospedale di Città di Castello erano molto  pessimisti e presumevano che stesse fuoriuscendo del liquido dal midollo osseo e solo la presenza di un forte ematoma che  rendeva poco chiari gli esami di accertamento, non poteva secondo loro, confermare i loro convincimenti».
 C'è da immaginare il tuo stato d'animo.
 «Furono giornate fredde in tutti i sensi e non solo a causa dell'inverno alle porte. Per fortuna mi ha aiutato una  eccezionale freschezza mentale, frutto forse di un periodo ottimo che avevo alle spalle. Venivo da una buona stagione tra  i "pro" e godevo di una grossa fiducia da parte del team. Avevo da poco firmato un contratto che mi avrebbe tenuto legato  alla Gerolsteiner sino al 2004. Ero galvanizzato e la determinazione e la sicurezza mi rimasero anche dopo l'incidente.  Riuscii così a non cadere mai in uno stato depressivo e ad essere anche di stimolo per i medici che mi avevano in cura,  facendo loro domande e stimolando sempre nuove iniziative per il mio recupero, che volevo assolutamente definitivo e  completo».
 La squadra ti è sempre stata vicina?
 «La Gerolsteiner si è subito adoperata per fare il possibile. Anche sotto il profilo umano e morale sono stati  semplicemente fantastici. Mi hanno fatto subito capire che a loro interessava soprattutto recuperare prima l'uomo e poi  l'atleta. A quel tempo, uno dei responsabili era Rolf Gölz, l'ex campione tedesco che da corridore era stato compagno di  squadra di Saronni alla Del Tongo. Il suo interesse nei miei confronti era quotidiano, non passava giorno che non  telefonasse. Anche Christian Henn, altro responsabile della squadra, mi fu molto vicino».
 Da un punto di vista terapeutico, a chi devi questa resurrezione?
 «Ebbi dei consulti in Germania ed in Svizzera, ma fu soprattutto un dottore italiano, oltretutto di Perugia, che si  adoperò in modo direi determinante. È un neurologo molto affermato, il Professor Mauro Zampolini, docente universitario a  Madrid, a Barcellona ed a Padova. Informato del mio caso, lo prese subito a cuore, passando più tempo con me che con la  sua famiglia. A febbraio, due mesi dopo l'incidente, incominciai a muovere le dita del piede destro. Sembrò aprirsi una  nuova realtà che mi consentì di tornare alle gare, seppure per un breve periodo, nella primavera del 2002, alla Settimana  Lombarda».
 Durò molto poco però, il tuo rientro.
 «Effettivamente non stavo bene. Anche nella corsa successiva, al Giro di Romandia, a causa anche della temperatura rigida  che trovammo, dopo appena trenta chilometri avvertivo un fastidioso formicolio alle mani che mi impediva alla lunga di  stringere il manubrio e guidare bene la bici. Rebellin intercesse con la squadra e mi volle alla partenza del Giro del  Veneto. Io però sapevo che quella sarebbe stata la mia ultima corsa. In allenamento non riuscivo a stare in bici per più  di tre ore ed ero cosciente di queste mie precarietà. Le cose andarono infatti così e per me si trattò di un importante  dramma interiore. Avevo perso il treno del professionismo, tutti i sogni e le speranze che avevo cullato da quando avevo  soli sette anni. Fortuna che dopo il primo contraccolpo psicologico, trovò ancora spazio la speranza e la determinazione.  Al di là della "tragicità" degli eventi, in queste circostanze vivi delle situazioni quasi surreali che solo tu sai capire  e riesci a trovare la convinzione di continuare a tenere duro anche quando tutto e tutti sembrano essere di parere  opposto».
 Un po' come nella poesia "If" ("Se") di Rudyard Kipling. "Se tu puoi fidarti di te stesso quando tutti dubitano di  te".
 «Personalmente posso metterci anche una forte fede interiore. Appena quattordici giorni dopo l'incidente, in condizioni  che non è il caso di stare a descrivere, volli a tutti i costi adempiere alle mie tradizioni di buon cristiano ed essere  presente alla Messa di Natale. Quel periodo di tempo, di poco inferiore all'ora, la vissi in completa simbiosi con il  Crocifisso. Posso assicurare che non godevo dell'appoggio dei medici per quella mia scelta, ritenuta eccessiva ed  avventata. Sono situazioni e condizioni particolari che però riesci a vivere dentro te stesso e che, nella drammaticità  degli eventi, ti comportano un'arma in più ed un valore aggiunto per raggiungere quegli obiettivi da tutti ritenuti  impossibili o quasi».
 Ed oggi?
 «Oggi sono davvero molto fiducioso. Le sensazioni che avverto sono profondamente diverse e tutte positive. Prima non  potevo stare seduto per più di mezz'ora perchè incominciavo ad avvertire un formicolio ai piedi. Non potevo guidare  l'automobile per più di due ore perchè poi incominciavo a non avere più la padronanza delle mie mani. Avverto a volte  qualche fastidio alla schiena, ma questo è un sintomo normale per chi ha subito un trauma come il mio».
 E con la bici?
 «Bene. Ho fatto dei test a lungo chilometraggio ed hanno dato tutti buon esito, anche nelle fasi e nei percorsi in cui  dovevo forzare di più. Sicuramente anche il lavoro di Colnago è stato determinante per questa buona riuscita. Il telaio  che mi ha messo a disposizione è qualitativamente fuori dal normale. Nel giro di qualche mese, tra terapie e ore di sella  sopra uno dei suoi C50, ha fatto sì che recuperassi le piene funzionalità atletiche. Il modo migliore per ringraziarlo  sarebbe tornare a vincere come feci al Giro dell'Austria del 2001... ci riuscirò!».
 Adesso che sei quasi tornato in gruppo, non puoi però esimerti dall'impegno preso con la città di Montecatini Terme.  L'evento "MyBike" è ormai alle porte.
 «Ne sarò ben felice. È un evento nel quale credo profondamente».
 Da che cosa è nata l'idea?
 «È un'idea scaturita dal mio preparatore atletico, David Mariani, oggi Assessore allo Sport del Comune di Montecatini  Terme. Fu proprio lui a lanciare a suo tempo l'idea di un festival dedicato al ciclismo ed al suo mondo. Divenuto nel  frattempo Assessore allo sport, portare avanti questo progetto sarebbe stato complicato. Mi propose allora di vestire i  panni dell'organizzatore e far nascere questa favolosa creatura.
 Da parte mia ho dato la mia disponibilità a trasferirmi nella località termale e mettermi a lavorare con un gruppo di  persone affiatate e motivate. David ha contribuito a far decollare buona parte dell'idea, e l'oggetto di tante  conversazioni è potuto diventare una splendida realtà».
 Ma che cosa si prefigge questa manifestazione?
 «"MyBike" si prefigge - e sarà così anche per i prossimi anni - di promuovere e di dedicare ampi spazi al "Progetto Bici",  inteso nelle sue forme più variegate. La bicicletta intesa come mezzo di salute, come mezzo di promozione turistica oltre  che come strumento di sport. Oggi, sempre più persone finalizzano le loro vacanze in funzione dell'utilizzo della  bicicletta. Il territorio toscano, da qualunque parte lo si voglia vedere, è fantastico per questo scopo. Se si riesce a  creare una volontà di intenti, il business turistico legato alla bici viene da solo. "MyBike" non sarà un evento  agonistico, ma piuttosto un momento di grande aggregazione. Un grande forum dove interverranno importanti medici e  giornalisti a parlare della bicicletta. È importante sottolineare che l'unico evento agonistico consisterà in uno scontro  tra ottanta parlamentari che si affronteranno in questo contesto, a correre due tappe del "Giro d'Italia dei  Parlamentari". Una sfida trasversale che accoglie deputati e senatori di tutti gli schieramenti politici».
 Interverranno anche campioni del ciclismo?
 «Senz'altro. A cominciare dai miti del passato quali Fiorenzo Magni, Alfredo Martini, Franco Bitossi, Felice Gimondi e  Giuseppe Saronni, e di quelli di un passato più recente quali Ballerini, Tafi, Bartoli e Sorensen, per il quale è  opportuno fare un discorso a parte. Degli attuali campioni del pedale, Petacchi, Rebellin e Casagrande hanno già  assicurato la loro presenza, ma penso e spero che se ne aggiungeranno altri».
 Che cosa c'è da dire nei riguardi di Rolf Sorensen?
 «Lo "Zio Rolf", come lo chiamiamo noi, ormai da diversi anni ha deciso di stanziarsi a Montecatini, già dal periodo in cui  era corridore. La sua figura è stata molto importante per la manifestazione, contribuendo ad esportare anche nella sua  Danimarca la pubblicità dell'evento attraverso conferenze stampa. Il suo prestigio ed il suo curriculum sono stati  sicuramente un ottimo veicolo di propaganda. Terrei però a sottolineare che saranno presenti anche personaggi provenienti  da altri sport. Certa la presenza del nuotatore Simone Cercato, medagliato ad Atene 2004, del ct della Nazionale di tennis  Barazzutti, dei campioni del basket Mario Boni e Andrea Niccolai, mi aspetto inoltre la presenza dell'attuale ct della  Nazionale di calcio Marcello Lippi. Ex della pallavolo come Andrea Zorzi e miti intramontabili come Alberto Tomba».
 La televisione seguirà l'evento?
 «Sport Italia, il canale in chiaro del gruppo Eurosport, sarà il canale ufficiale della manifestazione con l'inviato Fabio  Panchetti. CNR, con la presenza di Andrea Berton sarà invece l'emittente radiofonica incaricata di seguire l'evento, la  stessa del Giro d'Italia. Non voglio però dimenticare i gruppi editoriali che ci hanno affiancato in questa avventura: La  Gazzetta dello Sport e riviste specializzate del settore come Bicisport, Tuttobici e Cycling-Pro».
 Si è parlato di ciclismo collegato al concetto di salute fisica. Chi saranno i relatori di queste discussioni?
 «Il Professor Ivo Pulcini. Lo ricorderemo sicuramente protagonista con i suoi interventi al "Processo alla Tappa". Un nome  prestigioso, docente con cattedra presso l'Università "La Sapienza" di Roma. Vorrei ricordare che il professor Pulcini,  specializzato in traumatologia, mi ha dato e mi sta dando una mano per consentirmi una completa guarigione fisica. Abbiamo  fatto una scommessa al recente Giro d'Italia: nel 2006 saremo alla corsa rosa come dottore e corridore».
 Altri eventi collaterali?
 «Esibizioni di freestyle e mountain bike, oltre ad una serie di talk show con botta e risposta con il pubblico. Tra i  conduttori ci potrebbe essere un avvicendamento tra Alessandra De Stefano, Giacomo Santini e Giovanni Scaramuzzino di  Radio Rai».
 Si sta cercando di fare un evento mediatico in larga scala.
 «Essendo la prima edizione è importante partire bene da subito. Sull'onda lunga di quest'anno, sarà più facile ripartire i  prossimi anni. Proprio per questo abbiamo cercato di coinvolgere più contesti possibili. Anche le aziende che ruotano  intorno al ciclismo, costruttori e componentistica varia, avranno il proprio spazio. Anche la prossima Fiera del Ciclo che  si terrà a Milano il settembre prossimo nel nuovo complesso fieristico, sarà presentata in anteprima a "MyBike", domenica  19 Giugno alle ore 13. Tutto questo con palcoscenico la città di Montecatini Terme con il suo splendido parco termale,  quell'oasi di verde con cui un oggetto semplice e bellissimo come la bicicletta si sposa a meraviglia, non foss'altro per  le sue caratteristiche di macchina iper-ecologica. Ma il connubio della città con il ciclismo non finisce qui. È stato  raggiunto un accordo con la Federazione Ciclistica Italiana che sancisce che Montecatini Terme sarà, per il prossimo  futuro, la città di riferimento. Qui avverranno ritiri ed altre attività federali. Proprio in questi giorni l'Assessore  allo sport David Mariani sta definendo ulteriori dettagli con il Presidente Renato di Rocco».
 È stato fatto un calcolo approssimativo sulle presenze che si ipotizzano per questo appuntamento?
 «Si calcola intorno alle 15.000. Credo di poter affermare senza presunzione che si è cercato di fare le cose al meglio.  Oltre all'Amministrazione comunale ci è stata molto di aiuto la Regione Toscana. Un contributo importante ed i risultati  si stanno vedendo. È da un po' di tempo che sono incominciate ad affluire prenotazioni presso gli alberghi della città.  Come ho avuto già modo di precisare, abbiamo voluto esportare la cassa di risonanza dell'evento anche all'estero.  Conferenze stampa in Inghilterra, in Danimarca e negli Stati Uniti. Io personalmente ho contattato la "Lance Armstrong  Foundation" nella persona della responsabile Allison Wright. A tal proposito sarà proposta all'interno dell'evento una  pedalata collegata a questa Fondazione. È una opportunità che ha suscitato subito il loro interesse. Mi spiegava la  responsabile che al di là del Tour de France, in Europa non hanno altre manifestazioni in cui possano diffondere il loro  messaggio. "MyBike" potrebbe fare al caso loro. Credo inoltre che l'aver presentato l'evento il 21 febbraio scorso, nella  Sala del Coni a Roma, ci abbia favorito a livello istituzionale, facendoci raccogliere anche il plauso del Presidente  Petrucci».
 A questo punto, forniamo indicazioni a tutti coloro che volessero scegliere di essere presenti a Montecatini Terme per  il prossimo week-end.
 «Semplicissimo. Basta consultare il nostro sito www.mybikemontecatini.com, oppure consultare le riviste specializzate. Sul sito ci sono dei numeri di  telefono che è possibile contattare per ricevere tutte le informazioni a riguardo. È un po' la nostra linea diretta con il  pubblico».
Roberto Sardelli




