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Un round per Cunego - Basso in ritardo, bene Simoni

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Come primo scrollone non c'è male: il Giro chiude la sua prima settimana con un'accesa tappa appenninica, giocata sul Sammommè, salita dura e infida alle porte di Pistoia, che ha regalato il primo scontro diretto tra gli uomini di classifica.
La tappa l'ha vinta lo spagnolo Koldo Gil Pérez, partito con altri 20 al km 32 e rimasto solo sul Sammommè. Gil aveva già dato mostra di sé a Giffoni, allorquando un suo scatto sul Santa Tecla era stato frustrato da un salto di catena. Oggi ci ha riprovato, scegliendo la via della fuga-monstre, e risultando in finale il più lucido, il più costante, il più forte, il più convinto tra i 21 dell'attacco. Zampieri ci ha provato in tutti i modi, a resistergli accanto, ma non ce l'ha fatta. Per Gil il successo più importante della carriera arriva a coronare una presenza attenta, vivace, partecipata nelle file della Liberty Seguros. Ed ora si riparte per aiutare Scarponi, negli intenti di Koldo.
Più che l'episodio (pur importante) del successo del conterraneo di Miguel Indurain, però, interessa inquadrare la lotta per il vertice: una cosa importante è sicuramente successa: un terzo della triade di intoccabili ha avuto un attimo di defaillance. Ivan Basso, proprio in cima al Sammommè, quando il peggio sembrava ormai passato, si è afflosciato a causa di un crampo e ha perso le ruote di Cunego e Simoni.
Mancavano 17 km al traguardo, ai gemelli Lampre non sembrava vero di essersi persi il loro principale rivale (sulla carta) per il Giro. E allora, giù dalla discesa su Pistoia, Damiano e Gilberto hanno tirato in maniera potente, per aumentare il più possibile il margine su Basso. Con i due c'erano una decina di superstiti della fuga a 21, e poi Rujano, gioioso folletto venezuelano che si arrampica con gran classe, Savoldelli (che stranamente non ha forzato sul pendio, lui grande discesista), e soprattutto Di Luca, che ha resistito oltre le più rosee aspettative e ha riconquistato la maglia rosa alla fine della tappa (nello sprint a due con Cunego valido per il secondo posto, Danilo ha di fatto lasciato via libera al veronese, che non sapeva che davanti c'era Gil, e ha esultato convinto di aver vinto). L'ex leader della classifica, Bettini, non ce l'ha fatta a sostenere il ritmo dei Csc di Basso, di Rujano e dei Lampre sul Sammommè e si è staccato, giungendo poi a 1'48" da Gil.
Già, sulla salita (e anche prima) la squadra di Basso ha fatto un gran forcing. Si pensava che Ivan potesse attaccare, ma il varesino ha prima temporeggiato, e poi, come detto, si è defilato a causa del crampo. Nel suo gruppetto c'erano anche altri protagonisti di classifica come Scarponi, Sella, e la coppia Garzelli-Cioni. Tanta la foga di recuperare su Cunego e Simoni, che a meno di 2 km dalla fine Garzelli è entrato troppo forte in una curva ed è scivolato, accusando una botta alla coscia e trascinando giù anche lo stesso Cioni e Ardila (che sono subito ripartiti). Siccome la caduta è avvenuta entro i 3 km finali, il susseguente ritardo non è stato conteggiato a Garzelli, che è stato accreditato dello stesso tempo di Basso (30" da Cunego).
Ancora più dietro, nel gruppo di Bettini, è arrivato Honchar, secondo al Giro 2004.
Che significa tutto questo bailamme? Niente, ancora. Al limite, domani potremo cercare qualche risposta nelle pieghe della cronometro fiorentina, ma per il momento insistiamo a dire che nulla è ancora scritto. I 30" persi da Basso potrebbero avere un significato relativo, non è il caso che i suoi tifosi si fascino già la testa. Però, sull'altro fronte, non si può non notare che Cunego, invece, è ben presente a se stesso. Il veronese ha smalto e brillantezza, e continua a guadagnare, tra un abbuono e un allungo, su tutti i rivali per la classifica. A cercare il pelo nell'uovo, forse per il momento è un po' carente solo a livello mentale, nel senso che deve fronteggiare troppe pressioni, interne ed esterne alla squadra, e forse, data la sua giovane età, non è del tutto attrezzato per farlo. In questi frangenti, nulla è meglio dei risultati per imbroccare la strada giusta.
Simoni ci ha fatto un'ottima impressione, mentre Garzelli si stava confermando - prima della caduta - come un favorito di rincalzo; mentre Cioni, che dalla sua avrà due importanti cronometro, lo rimandiamo a esami più veritieri. Che non tarderanno a venire.

Marco Grassi    

 

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