Si scaldano i motori - Un Giro per Cunego, Basso, Simoni
Versione stampabileTre campioni conclamati, tre modi diversi di avvicinarsi al Giro d'Italia. Alla fine, soltanto uno di loro potrà dire di aver indovinato la ricetta giusta, e magari proporla per il prossimo anno. Soltanto uno o addirittura nessuno, se sulla ruota di Milano dovesse uscire il numero a sorpresa.
Sì, perché sarebbe una sorpresa se il Giro dovesse finire in mani diverse da quelle di Damiano Cunego, Ivan Basso o Gilberto Simoni. A questo punto i tifosi di Garzelli (loro più di altri) sobbalzeranno in un moto di ribellione: "Ma come, e Stefano?". Contenti se il varesino, che tra l'altro un Giro l'ha già pure vinto, farà bene. Ma dalle indicazioni che abbiamo avuto al Giro di Romandia e anche prima, il capitano della Liquigas ci sembra un gradino sotto alla terna di favoriti.
In fondo ha avuto solo un giorno di defaillance, Garzelli, e gli è costato caro. Ma il conto che paghi al Romandia, se te lo presentano al Giro lo paghi tre volte tanto: altre salite, altre durezze, anche altri avversari, giacché il Cunego delle Dolomiti sarà presumibilmente ancora più efficace di quello visto in Svizzera.
Cunego-Basso-Simoni, da loro non si prescinde, dunque? Tre ricette diverse, dicevamo. Il campioncino di Cerro Veronese, maglia rosa uscente, è passato da una discreta "Coppi e Bartali" a un discreto Paesi Baschi, a una discreta apparizione nelle classiche ardennesi, Freccia e Liegi. Tutto molto discreto. Poi evidentemente, dopo una sequela di discreti piazzamenti, s'è stufato di rinviare l'appuntamento col successo, e anziché aspettare il Giro si è inventato un'impresa ad Anzère, venerdì scorso al Romandia.
Non gli conveniva continuare a nascondersi? Sì, se non fosse per un piccolo particolare: Cunego divide i gradi di capitano della Lampre con un certo Gilberto Simoni. Dal punto di vista di Cunego la situazione suona così: "Non mi è bastato vincere il Giro, mi ritrovo ancora 'sto rompiscatole tra i piedi, e devo fare pure buon viso a cattivo gioco".
Simoni, a sua volta, ha corso, dopo la Parigi-Nizza, praticamente tutte le gare del calendario italiano, tenendosi alla larga da Cunego. Buona, nel complesso, l'impressione che ha destato: di sicuro non parla a vanvera quando dice che il suo obiettivo è vincere il suo terzo Giro.
Dal suo punto di vista l'interpretazione della vicenda con Cunego è ovviamente opposta: "Nel 2004 mi ha preso per fesso e mi ha fregato, stavolta gliela faccio vedere io, e può sognarsi di soffiarmi il Giro da sotto al naso facendo il santarellino". (Ogni riferimento a pensieri realmente pensati dai due è puramente inventato sulla base di fatti di cronaca, lo diciamo a scanso di querele, non si sa mai).
Anche se in questo 2005 non si sono mai incrociati in gara, Damiano e Gilberto si ritroveranno nella stessa squadra proprio al Giro. E quindi Cunego ha voluto, col suo squillo di tromba, rispondere a Simoni, che già aveva fatto suonare le sue campane al Giro dell'Appennino. Mosse strategiche sulla scacchiera Lampre-Caffita: chi perde un metro rischia grosso, sin da ora, rischia di trovarsi emarginato nella considerazione dei compagni, nel timore instillato negli avversari, nelle tattiche che già sicuramente stanno frullando nella magnifica testa di Giuseppe Martinelli, il loro ds.
Il quale avrebbe evitato questa nuova convivenza con un sospiro di sollievo, e invece si ritrova a gestire il fuoco a mani nude. Questioni vecchie, se vogliamo, figlie del peso del contratto di Gibo, ma che propongono un sequel al film proiettato l'anno scorso. Ma se nel 2004 all'inizio Simoni abbozzava, convinto in cuor suo che Cunego non sarebbe durato fino a Milano, e il veneto da parte sua viveva alla giornata pur sognando lo scherzetto, stavolta non potranno esserci infingimenti: i due sanno benissimo cosa aspettarsi l'uno dall'altro, e sin dal prologo di Reggio Calabria la contesa potrà essere aspra (e franca, almeno questo); ma la pressione sarà moltiplicata rispetto all'anno scorso, e questo potrà non giovare a entrambi.
E se è vero che a volte tra i due litiganti il terzo gode, in quest'occasione il primo candidato al piacere rosa è Ivan Basso. Il capitano della Csc non ha evitato il confronto con Cunego, ma quando i due si sono incrociati in gara è parso abbastanza palese che Basso abbia puntato la sua preparazione in chiave Tour, più di quanto non abbia fatto Cunego. Comunque, nell'ultima settimana Ivan ha evitato di gareggiare, standosene tranquillo ad affinare la gamba e a provare qualche tratto di strada su cui passerà il Giro.
Chi avrà ragione, allora? L'internazionalizzato Damiano, l'autarchico Gilberto, o il perfezionato Ivan? I sondaggi si sprecano, le attese montano, gli appassionati aspettano. Per fortuna il Giro è già dietro l'angolo.