Savoldelli, finalmente la fortuna! - È ora di incassare i crediti con la sorte
Versione stampabileDobbiamo volere bene a questo ragazzo. Gliene dobbiamo non foss'altro per la sua schiettezza, per il suo dire le cose dirette, senza tanti giri di parole, pane al pane e vino al vino; la Csc ha attuato una tattica poco sensata? E lui è lì a ricordarglielo, "sembrava che la salita per loro fosse di 3 km". Ti spiega per filo e per segno le cose, e pazienza se poi usa "coerente" al posto di "cosciente", l'importante è farsi capire.
Gli dobbiamo volere bene perché chi mai avrebbe pronosticato che Savoldelli avrebbe vinto due Giri d'Italia? E invece lui ci si è messo e li ha portati a casa; e se il primo, quello del 2002, è ricordato come l'edizione più funesta, coi protagonisti che venivano mandati a casa uno per uno, chi per doping (vero o presunto), chi per pretestuose squalifiche, in questo secondo c'era da scontrarsi con un gruppo di pretendenti mica da ridere, ma tutti hanno avuto almeno una giornata nera, e se non l'hanno avuta hanno comunque pagato a cronometro contro Paolino, che ha fatto della regolarità la sua arma, e della sua lucidità in gara il quid in più che ad altri è mancato.
Se Simoni avesse aspettato Di Luca, ad esempio... Ma non l'ha fatto, per motivi anche legittimi; Savoldelli è stato superiore proprio in questo, nel saper leggere la corsa e nell'indirizzare se stesso verso le scelte giuste al momento giusto.
Dobbiamo volergli bene perché se è vero che oggi è stato abbastanza fortunato (dal fatto di trovare con sé un Ardila che l'ha portato in palmo di mano fino alla vetta del Finestre e anche dopo, all'ormai celebre crampo di Di Luca che ha frenato i fuggitivi), è anche vero che godeva di un credito quasi illimitato con la sorte, dopo due anni di cadute, di incidenti vari, di fratture e di problemi. Ha scelto proprio il momento giusto per riscuotere i pagherò.
Dobbiamo volergli bene perché avevamo anche dimenticato che faccia avesse, tanto era il tempo che non si vedeva in giro; e anche quando lo abbiamo rivisto, ce lo ricordavamo diverso, forse la chirurgia plastica gli ha un po' cambiato i lineamenti dopo che la caduta di Colonia l'anno scorso gli aveva deturpato il viso.
E poi lui è uno che vince i Giri senza squadra, una volta può essere un caso, ma due sono una prova, e anche in questa edizione, così come nel 2002, Savoldelli ha dovuto contare solo su se stesso in salita, e malgrado ciò non ha fatto una piega e anzi ha ringraziato perché almeno in pianura gli portavano le borracce; ma lui è fatto così, non s'abbatte ma prende il buono delle cose, la salita è tosta?, pazienza, dopo viene la discesa, e della discesa ha fatto una forma d'arte, uno strumento di affermazione, un motivo di ammirazione.
Dobbiamo volergli bene, a Savoldelli, e dobbiamo volergliene il più possibile ora, in questo momento, dobbiamo sbrigarci; perché tra un mese e mezzo lo odieremo con tutto il cuore, quando Basso o Cunego o chi per loro avranno fatto i loro scatti sulle salite del Tour, e chi ci sarà a inseguirli per spianare la strada ad Armstrong? Lui, quello che sembra un bimbo anche se è adulto, vaccinato e padre di famiglia, quello schietto, quello simpatico, quello che vinse due Giri d'Italia contro i pronostici: Paolo Savoldelli.