Robbie vince da corsaro - McEwen primo, Petacchi chiuso
Una volata bellissima. Sporca, combattuta, al limite del codice penale, ma bellissima. Al Giro ci sono praticamente tutti i velocisti più forti del mondo, e la lotta per ogni singolo successo allo sprint è appassionante. A Santa Maria del Cedro, al termine della seconda tappa della corsa rosa, tutti si aspettavano un'affermazione di Petacchi (9 successi l'anno scorso, mica nespole), ma lo spezzino ha accusato un passaggio a vuoto, e a vincere è stato Robbie McEwen, che spesso ha onorato le strade del Giro e che grazie all'abbuono ha conquistato anche la maglia rosa.
L'australiano ha strappato il simbolo del primato a Bettini, che è rimasto in rosa un solo giorno (neanche la notte, visto che ieri sera ha passato la maglia al compagno Bramati, perché ci dormisse). Paolino resta comunque secondo in classifica, a 8" da McEwen, che quindi è a tiro di abbuono.
Petacchi ha perso, ma non ha grandi demeriti nell'economia di questa sconfitta, maturata in seguito al gioco pesante attuato da alcuni avversari. Pesante ma mantenuto nel lecito, e quindi, alla fine, funzionale allo spettacolo: scariche di adrenalina come piovesse, sull'arrivo, e parecchie recriminazioni da parte di Ale Jet e del suo entourage.
La pietra dello scandalo è Jaan Kirsipuu, vecchio volpone che ogni tanto graffia, e che oggi si è messo in testa di rompere le uova nel paniere al treno Fassa Bortolo: ai 350 metri l'estone ha spostato Velo con una sonora spallata e si è messo al suo posto, tra Ongarato e Petacchi. Un fare da cuculo che ha avuto un brillante seguito, quando Kirsipuu è partito stringendo Velo sulle transenne.
Non contento, e visibilmente in vena di magie, il vecchio Jaan si è pure piantato, stoppando tutti quelli alle sue spalle, mentre McEwen gioiva al centro della strada. Petacchi, chiuso da chiunque si trovasse a passare da lì (brivido per un sandwich McEwen-Cooke) ci ha messo mezz'ora per trovare il varco, e quando si è incanalato finalmente sul binario giusto ha rimontato fino al quarto posto. Risultato che non lo fa certo gioire, anzi: tra la delusione e la rabbia del dopocorsa lo spezzino accusa senza mezzi termini McEwen e Kirsipuu di essersi accordati per farlo fuori: «Evidentemente ho vinto troppo, e allora do fastidio a qualcuno. Capisco lottare e anche sgomitare, ma arrivare alle scorrettezze per impedirmi di fare la volata mi sembra eccessivo».
Sì, un po' eccessivo infatti lo è, ma Alessandro dovrebbe essere forse essere un po' meno velocista gentiluomo e un po' più figlio di buona donna. Non snaturarsi, ma neanche essere troppo buono, e rispondere a modi spicci con modi spicci. Non gli si chiede di buttare per terra i rivali, ma di non farsi mettere i piedi in testa, questo sì.
Domani Petacchi potrebbe già vendicarsi, se non ci fosse, a sparigliare le carte, l'interessante salitella di Santa Tecla a 10 km dal traguardo di Giffoni. La volata non è escludibile (specie dopo aver visto quei diavoli riuscire ad arrampicarsi anche a Tropea), ma qualcuno potrebbe ugualmente provare a lanciarsi per anticipare gli sprinter, come l'altro giorno ha fatto Bettini. A pensarci bene, quel qualcuno potrebbe essere proprio Bettini.
