Martinelli: Sestrière mi porta bene - E su Cunego: «Saronni bissò dopo 4 anni»
Versione stampabileSiamo ormai entrati nel momento fatidico di questo Giro d'Italia per il quale nessun aggettivo sembra essere sufficiente per definire gli entusiasmi che riesce a sollevare.
Alla vigilia delle importanti tappe piemontesi la Lampre è chiamata a svolgere un ruolo determinante, cercando magari di mandare all'attacco il "Piccolo Principe" Damiano Cunego, ancora a secco di vittorie in questa edizione della corsa rosa. «Se starò bene non mi tirerò certo indietro. La cosa principale e più importante sarà comunque aiutare Simoni. Le strategie si vedranno in corsa, ma una mia affermazione la metto comunque in secondo piano rispetto agli interessi di squadra».
Alla domanda dell'ex direttore della Gazzetta dello Sport, Candido Cannavò, che gli ha chiesto se non si rimproveri qualcosa nella preparazione, visto che alla partenza era indicato tra i favoriti e adesso è relegato nel ruolo di semplice guastatore, Cunego ha spiegato: «Non mi rimprovero niente, eventuali errori mi serviranno per migliorare nel futuro per cui accettiamo serenamente quanto finora successo e cerchiamo di lavorare in positivo già nell'immediato».
Anche il tecnico Martinelli è apparso abbastanza fiducioso: «Il Sestrière mi porta bene. Nel 2000 alla penultima tappa vinsi il Giro con Garzelli. Gilberto è molto motivato ed ha l'esperienza giusta per far bene». Ma ci si aspettava di più da Damiano in questo Giro. «Si è parlato troppo al riguardo. Mi sembra di essere stato sempre chiaro. Ho più volte ribadito che il capitano avrebbe dovuto essere Simoni. Cunego non ha ancora 24 anni e ripetersi sarebbe stato difficile. Le mie affermazioni sono sempre state: "Al Giro ad aiutare Simoni ed al Tour per fare esperienza". Non mi aspettavo la crisi a Zoldo Alto ma avevo messo in conto una eventuale giornata no. In passato, anche Saronni, osannato da tutti nella sua prima affermazione al Giro a soli 22 anni, dovette poi attendere ancora quattro anni prima di ripetersi».