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Le ricognizioni di Cicloweb

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Colle delle Finestre, 19esima tappa (Savigliano-Sestriere)
Data ricognizione: 8 maggio 2005
Che impresa! Definirla epica non basta per rendere onore a questa salita. È una vera e propria parentesi di ciclismo eroico, quasi infernale considerando il terreno che si è presentato sotto le nostre (mie e di Seb) ruote. Ma questo ve lo racconterò dopo, ora inizia la salita.
Lasciamo la macchina a Susa e chiediamo informazioni a un simpatico vecchietto, che appena capisce che vogliamo raggiungere il Finestre ci dà dei pazzi!
Dalla SS24 svoltiamo al bivio per Meana-Colle delle Finestre e la salita è lì pronta ad attenderci ed è subito crudele. Guai a essere presuntuosi, non si può proprio, alleggerire il rapporto è d'obbligo: io salgo con il 42x26. Un paio di km e siamo nell'abitato di Meana di Susa; qui si trovano le rampe più dure dell'intera ascesa, un gran bell'antipasto insomma! Nel sottopasso ferroviario le pendenze toccano il 15%, poi dopo qualche centinaio di metri si fanno nuovamente regolari. Passiamo le ultime case ed entriamo nel bosco. Qui l'asfalto peggiora improvvisamente, molto ruvido, parecchie buche e radici che affiorano dal terreno, a tratti sembra di stare sul pavè. Le pendenze non danno mai un secondo di respiro, ma gli innumerevoli e regolari tornanti aiutano (almeno psicologicamente) l'ascesa. È necessario mantenere un passo regolare, il proprio passo, andare fuori giri qui è un bel problema, scollinare diventerebbe quasi impossibile. Gli ultimi km di tratto asfaltato non presentano più tornanti secchi, ma costeggiano le pareti rocciose della montagna, regalandoci una visione davvero incantevole.


 

 




Le immagini del Colle delle Finestre nelle foto di Sebastiano Cipriani             (Seb)


Dopo 11 km di salita comincia il tanto atteso, sognato e temuto sterrato che ci condurrà al colle. Riferimento cronometrico parziale: 1h05': siamo soddisfatti!
Il primo tratto di sterrato è asciutto e compatto, però decisamente impervio: molte pietre affiorano dalla terra e bisogna fare un po' di slalom per mantenere la velocità. Ignari di ciò che ci attende, ci sembra già un'impresa pedalarci sopra con una specialissima. La sensazione che proviamo è quella che la percentuale addirittura cali.
Il secondo tratto di sterrato, fino a 4-5 km dalla vetta, è il migliore; liscio, regolare e compatto, quasi meglio dell'asfalto bucato della prima parte di salita.
L'illusione però dura poco: sulla strada iniziano a comparire i primi rigagnoli ed il temuto fango. Per la prima volta siamo costretti a sganciare le pedivelle e mettere il piede a terra. Da qui inizia l'inferno! Andare avanti è sempre più arduo, l'ombra ci ha ormai abbandonati, il fango è ovunque, la strada è segnata pesantemente dalle ruote di macchine, jeep e moto dei soliti ignoranti che, (nonostante la chiusura al traffico motorizzato), salgono a deturpare il silenzio e il paesaggio di questo posto stupendo. Ci sono solchi di 20 cm nel fango, le ruote sembrano incollate a terra; già solo stare in piedi è un impresa, la posteriore derapa e si intraversa, nemmeno fossimo Rossi e Gibernau.
Dobbiamo spingere la bici a piedi per quasi un km, poi riproviamo a pedalare a tratti, ma è veramente dura. Le ruote anteriori sono frenate dal fango attaccato tra freni, forcella e gomma, le scarpe sono piene di fango e non entrano nelle pedivelle, provo a spingere a più non posso, ma cado nel fango, mi rialzo, pedalo qualche centinaio di metri, ma mi impantano e cado di nuovo. Non si può mollare, la vetta è lì, basta alzare lo sguardo per scorgere l'agognato traguardo.
Con tutto l'orgoglio che ho, rimonto in sella e conquisto la vetta dopo 2h48' di fatica. Da qui si domina quasi interamente il tratto sterrato della salita, il panorama è mozzafiato su entrambi i versanti. Seb arriva poco dopo. Siamo stremati, ma felici, scalare una montagna così non può che riempirti il cuore di gioia e soddisfazione. È la consacrazione per uno scalatore, quasi quanto lo Stelvio. Se lo Stelvio è Sua Maestà il Re, il Finestre merita a pieno titolo l'appellativo di Principe!
Certamente per il Giro verrà sistemato il fondo (un signore in cima al colle ci ha riferito che dal 9 maggio inizieranno i lavori) e l'impresa perderà un po' di epicità, ma lungo quei magici 8 km si tornerà ai tempi del ciclismo eroico, questa salita deciderà il Giro, i distacchi saranno abissali ed io scommetto che in vetta scollinerà "un uomo solo al comando". Da qui si affronterà la discesa asfaltata, senza curve strettissime e molto veloce, e poi la seconda salita di giornata al Sestrière. Chi avrà speso tutto sul Finestre non sarà in grado di fare velocità sulla pedalabile ascesa ai 2000 m di Sestrière.
Un pensiero (chiacchierando con altri temerari ciclisti in vetta) corre subito a quell'omino senza capelli, che su questa salita avrebbe sicuramente regalato emozioni indescrivibili ed inimmaginabili.
L'appuntamento è per tutti gli amanti delle grandi salite sabato 28 maggio sui tornanti sterrati del Finestre, lo spettacolo è assicurato!

Eugenio Vittone (EugeRambler)
Sebastiano Cipriani        
     (Seb)




Chieri-Torino, Cronometro Indivuale, 18esima tappa
Data ricognizione: 27 gennaio 2005
Ho provato oggi pomeriggio la crono Chieri-Torino (la fetta di prosciutto in mezzo al sandwich come ha detto Bulbarelli). Devo dire che pur conoscendo a memoria quelle strade e avendole percorse centinaia di volte oggi le ho viste sotto un'ottica diversa: affrontarle con lo spirito di una cronometro (tutta la tappa a tutta) è devastante. Arrivato in fondo ero veramente stanco.
Ho impiegato 1h12' per una media di 27,25 km/h e contando che in questo periodo non sono per nulla allenato, ho trovato traffico a Torino e mi sono dovuto fermare a 3 semafori rossi (fermando il tempo però) e che in discesa bisognava stare particolarmente attenti al fondo un po' umido, non è male ma conto di migliorarmi di almeno 3-4 minuti in primavera.
Ora che ho ogni pezzo di strada fresco in memoria mi soffermerò a dire due cose.
I primi 7,2 km sono pianura, ci sono due cavalcavia su cui non bisogna perdere il ritmo ma per il resto poche difficoltà e vento quasi sempre assente.
Dopo il tratto piano si svolta a sinistra per Pavarolo e c'è subito uno strappetto di 3-400 metri abbastanza duro, quindi 200 metri di discesa e un altro strappetto di circa 200 metri. 300 metri di discesa e poi inizia veramente la salita con un tratto molto impegnativo (il più duro dell'intera ascesa) con due tornantoni belli ripidi. Dopo circa 600 metri c'è una piccola rotonda si svolta a desta e ci sono 2-300 metri di piano poi a sinistra sopra un ponticello e inizia un altro tratto abbastanza impegnativo che dura circa 2 km e passa in mezzo a Baldissero.
Usciti da Baldissero un'altra rotonda, di nuovo a destra e tratto in salita più abbordabile di altri 2 km circa. Poi inizia il falsopiano che conduce a Superga: 1,5 km facili che tendono man mano a diventare pianura. Arrivati nella frazione di Superga si svolta a sinistra per la panoramica e inizia un altro tratto impegnativo progressivamente più dolce, circa 700 metri che ci conducono allo scollinamento. In totale dalla fine della pianura allo scollinamento ci sono 8,5 km, che pur contando le varie interruzioni sono impegnativi.
Inizia quindi la discesa che va pedalata a fondo perchè la panoramica presenta pendenze decisamente dolci, unica difficoltà uno strappo di 500 metri verso la fine, ma decisamente pedalabile seguito da 300 metri di discesa, poi inzia il falsopiano che dopo 1,7 km ci porta al bivio con la strada vecchia del Pino.
Qui svoltiamo a destra e inizia la discesa vera, anche se i primi 5-600 metri sono dolci. Poi 3 doppie curve destra-sinistra insidiose (chiudono molta la 2° a destra e la 3° a sinistra) intervallate tra loro da 200 metri di rettilineo in cui si deve rilanciare l'andatura. Arriva ora una serie di 6-7 curve in successione destra-sinistra-destra, molto tecniche. Dopo di ciò un tratto veloce da spingere bene non proprio rettilineo ma con curve talmente lunghe che è come se fossero dritte. Quindi una doppia destra-sinistra un po' più larga delle altre, siamo oramai a Reaglie, e poi bisogna iniziare a pedalare a più non posso perchè la pendenza cala e di molto.
Finita la discesa svolta a sinistra su Corso Casale (mancano solo più 6 km di pianura), che costeggia il Po, si passa davanti al monumento in onore del Campionissimo presso il velodromo (dove arriva la Milano-Torino) si prosegue dritti fino al Ponte Umberto I, qui si svolterà a destra attraversando appunto il ponte, si entrerà a sinistra nel Parco del Valentino, verrà percorso il suo largo vialone, quindi svolta a destra e arrivo in Viale Medaglie d'Oro.
Nel complesso c'è da dire che è una crono veramente difficile, 8,5 km di salita non sono pochi e non favoriscono di certo i cronoman, ci sono un sacco di cambi di ritmo,velocità e pendenza che vanno ben assorbiti per non andare fuori giri e la concentrazione deve essere totale dall'inizio alla fine perché un piccolo errore di ritmo lo si può pagare veramente caro, e perché la discesa presenta punti veramente tecnici in cui una sbavatura può costare un intero giro.
Il mio consiglio è quello di trovarci sullo strappo di Pavarolo: io di certo non mancherò.

 

Eugenio Vittone (EugeRambler)

 

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