Le pagelle del Giro delle Fiandre 2005
Boonen - 9
Il discorso è sempre quello: partire tra i favoriti e confermare le attese non è semplice. Tantopiù in casa, davanti a tutti i propri tifosi, con una pressione che rischia di schiacciare i caratteri meno forti. Boonen non si è troppo curato di tutto il contorno, ha fatto la sua corsa, ha deciso di curare Van Petegem e l'ha fatto dall'inizio alla fine, muovendosi quando si muoveva il connazionale. Terribile la sua sequenza di tre scatti tra la cima del Bosberg e il successivo piano: alla terza rasoiata, non l'hanno più visto. Indubbiamente facilitato dall'assenza di qualche peso massimo, primo fra tutti Bettini: ne è venuta una corsa più facile, con meno uomini da controllare.
Ballan - 8
Coraggioso nel suo tentativo dalla distanza, forse ha anticipato per timore di non reggere fino alla fine. Invece reggeva, eccome. Quando i mostri sacri delle Fiandre hanno iniziato a fare fuochi d'artificio accanto a lui, non si è lasciato impressionare; è cresciuto in fretta, magari andrà meglio con un dente in meno nel rapportone.
Zabel - 7.5
Meritava questa ribalta, e ha fatto di tutto per esserci. Attivissimo, è scattato a più riprese, finché non ha indovinato l'allungo giusto. Ha resistito tenacemente sul Grammont e sul Bosberg, purtroppo per lui il cervello di alcuni suoi compagni di squadra era in gita premio. In ogni caso allo sprint ha dimostrato che sarebbe stato battuto.
Van Petegem - 7
Un 7 alla carriera, più che alla prestazione: certo, è stato presente dove doveva essere presente, ha fatto un bel forcing sul Grammont, e prima era stato lui a capire che bisognava rientrare su Zabel e soci. Un paio di volte ha anche stoppato Boonen, ma proprio questo suo correre di rimessa ha evidenziato che non avevamo di fronte il Van Petegem dei giorni migliori, capace di fare la differenza. Forse andrà meglio alla Roubaix.
Petito - 7
Ha messo a frutto una condizione molto buona, molto bravo a capire che Zabel non scattava a caso a 35 km dal traguardo, poi ha fatto il suo e non si è limitato a guardare gli altri. Degno attore di questo film.
Zaballa - 6.5
Presto in fuga, è quello che ha tenuto di più, cercando in tutti i modi di ritagliarsi uno spazio importante. Gli è andata male, ma ci ha messo l'anima.
Armstrong - 5.5
Certamente non ambiva a fare la corsa. Visto in testa al gruppo a più riprese, a tirare per spezzare le azioni altrui. Ma nonostante gli sforzi in fase di interdizione, non è riuscito a chiudere né su Ballan, né sulla fuga decisiva.
Hincapie - 5.5
Se la squadra fosse stata più in parte, probabilmente avrebbe recitato meglio anche lui. Ma non dovevano sfuggirgli Van Petegem e compagni.
Devolder - 5
Dov'era uno dei più citati in sede di pronostico? Proprio mai visto.
S. Ivanov - 4
Degno compare di Klier (vedi oltre). Rischia di far saltare la fuga potenzialmente buona riportando sotto i Discovery.
Klier - 3
Il 7 per il secondo posto fa media con il -1 per la tattica incredibile messa in atto. Ha di fatto soffocato le possibilità di vittoria di Zabel, portando sul suo capitano (?) Boonen e Van Petegem. Non contento, ha poi fatto di tutto per mettere in difficoltà lo stesso Zabel sul Bosberg. O quello gli ha fregato la ragazza, oppure quelli della T-Mobile dovranno chiarire molte cose al loro interno.
Ma.G.
La chiave tattica
Come già anticipato, mancavano diversi protagonisti importanti, e ciò ha facilitato Boonen, il quale, dal basso della sua inesperienza, gradisce situazioni meno affollate. Ma probabilmente avrebbe vinto lo stesso, anche se a un certo punto si è trovato senza squadra, obbligato a fare di necessità virtù. Chissà che non sia stato proprio questo a spingerlo all'azione giocando d'anticipo e suggerendogli di non attendere una volata pur sempre rischiosa.
Male la Discovery Channel, che ha fatto mancare il peso del proprio controllo nelle fasi calde del finale. In realtà, un bene per lo spettacolo.
L'errore
Zabel in fuga, e tre T-Mobile a tirare in testa al gruppo: allora è vero che il vincitore di 4 Sanremo è stato emarginato in seno alla sua stessa squadra? Poi Klier gentilmente gli porta addosso Van Petegem e Boonen, e successivamente ci si mette anche Ivanov a dare una bella mano ai Discovery impegnati ad inseguire.
Poi non toccava a Klier scattare sul Bosberg. Meglio aspettare e allungare dopo, sul piano, quando Zabel avrebbe sofferto meno e sarebbe rimasto un discreto spauracchio per gli altri. È come se i T-Mobile avessero corso ognuno per proprio conto, ma anche senza considerare nella giusta misura la presenza di un paio di avversari fortissimi e difficilmente battibili. Un bagno d'umiltà potrà tornare buono per Klier, ma la squadra continua a pagare dazio, e quest'anno non ha ancora vinto una che una corsa.
Non ha sbagliato invece Ballan a disfarsi sul Berendries della compagnia di Zaballa. A quel punto lo spagnolo era solo una zavorra, e il frequente susseguirsi di muri da lì in poi non facilitava più di tanto il rientro degli inseguitori. Con questo coraggio, e con gambe più esperte, il giovane veneto potrà dire molto in questo tipo di corse in futuro.
Ma.G.