Il sorriso di Di Luca - Velocisti out, abbuono per Cunego
Altro che appassito, Danilo Di Luca è più vegeto che mai. Vince a Giffoni una tappa che era un rebus, si propone come protagonista aggiunto di questo Giro già appassionante, si conferma meritorio leader del Pro Tour. Tutto questo nel giorno in cui per la prima volta i big della classifica vengono chiamati ad incrociare sguardi e artigli (il cronoprologo di Reggio Calabria, come tutti sanno, era poco più di uno scherzo).
Il rebus era rappresentato dalla salitella di Santa Tecla, 4 km non proprio morbidi e vetta a 10 dal traguardo. Ce la faranno i velocisti a salvare le gambe e a proporsi per uno sprint generale? O ci sarà qualche finisseur in grado di dare la stoccata giusta? La verità stava nel mezzo: volata folta, sì, ma disputata da finisseur e uomini di classifica.
Tutti i velocisti, andati a remengo sulla rampa. In cima Petacchi, McEwen, Zabel accusavano 1' di ritardo, e la picchiata successiva non ha aiutato il loro rientro, tantopiù che la Liquigas teneva un ritmo incredibile: Noè e Cioni tiravano come matti per Garzelli e Di Luca. Ma big e capitani c'erano tutti, ad esclusione di Bertagnolli, staccato in salita e caduto in discesa (peggio di così...).
Gli abbuoni dell'arrivo di Giffoni facevano gola, e così l'azione del primo gruppo ha avuto il massimo impulso, impedendo il ritorno in gioco dei velocisti. Un'unità d'intenti, da parte dei contendenti per la generale, che ci siamo goduti e che dobbiamo già dimenticare, visto che difficilmente si riproporranno occasioni per vedere filare in perfetto accordo tutti i favoriti (i terreni non saranno più così ambigui nei prossimi giorni, dopodiché la classifica del Giro avrà già una sua fisionomia abbastanza definita e tutti correranno contro tutti).
Sulla salita di Santa Tecla c'era stato il forcing di Bettini, ma meno efficace dell'attacco di Tropea (era comunque una rampa diversa); poi è stato Di Luca a forzare e a scremare il gruppo. Gli attacchi degli spagnoli Anton (non memorabile) e Gil Pérez (sfortunato: gli è saltata la catena sul più bello), e di Tiralongo non hanno fatto né caldo né freddo ai Liquigas, schierati in trenino e pronti a riprendere tutti.
Una squadra molto bella, quella guidada da Mariuzzo e Zanatta: palpabile la volontà di aiutarsi a vicenda e di condividere gioie e fatiche, come appare chiaro dal fatto che Di Luca era pronto a sacrificarsi e a tirare la volata a Garzelli, interessato più di lui all'abbuono. E come è confermato dall'esultanza del varesino alla vittoria del compagno (oddio, magari Stefano era contento anche perché Danilo aveva tolto 8" di abbuono a Cunego).
La volata è stata lunga e incerta: ai 500 metri Garzelli ha perso la ruota di Di Luca, liberandolo di fatto e permettendogli di giocarsi le sue carte. L'abruzzese non si è fatto pregare, è partito forte già ai 500 metri, poi uscendo dall'ultima curva ha chiuso Bettini sulle transenne (ma il livornese minimizza), ed è stato capace di resistere al prepotente ritorno di Cunego (l'unico tra tutti i primi a non uscire largo dalla suddetta curva).
Vittoria meritata in una tappa molto bella, insomma. Il Giro sta andando bene, sa accattivarsi l'interesse di tutti, propone mille temi giorno per giorno. Contenti di questo primo scontro tra i grandi (a proposito: Basso è ora a 19" da Cunego, non vuol dire ancora niente, ma il margine recuperabile non è infinito, quindi sarà il caso che Ivan non dia altra corda al veronese), già attendiamo con ansia la possibile volata di domani: ci è rimasta la curiosità di vedere come reagirà Petacchi alle manovre della Coalizione. Sempre se qualcuno non scapperà sulla rampetta alle porte di Frosinone e soprattutto sulla successiva discesa che arriva in picchiata sulla città laziale.