Furia Bettini, ride Mazzanti - Paolo declassato, vittoria a Luca
Non è sicuramente la vittoria che aveva sempre sognato, o perlomeno è il come ad essere dissonante. Ma Luca Mazzanti si ritrova nelle mani il suo primo successo al Giro d'Italia, e tanto basta per rendere radiosa la sua giornata. Di contro, per la prima volta nella sua brillante carriera Paolo Bettini viene mandato dietro la lavagna, come i cattivi, a rimuginare su quello che ha combinato. E non ci sta, si fa prendere da un raptus di rabbia che se potesse spaccherebbe tutto, fa la sua scenata e minaccia di andarsene. Poi, sbollito un po' il nervosismo, torna sui suoi passi e accetta il verdetto della giuria.
È chiaro che Paolino si sente vittima di un'ingiustizia, non si sente colpevole, dice che «la mia deviazione non è stata determinante nella caduta di Cooke, e comunque ho scartato a causa di un salto di catena». Ci permettiamo di dissentire dal parere del corridore, perché difficilmente l'australiano sarebbe andato per conto suo a infrangersi contro i cartelloni di bordo strada (a memoria, un uomo solo fece qualcosa del genere, cioé andare autonomamente contro le transenne: Djamolidine Abdujaparov. Ma quello era un pazzo, quindi non fa testo). In un modo o nell'altro, quindi, la causa della caduta di Cooke è da ricercare nello scarto di Bettini. Esattamente quello che dice la giuria, che non valuta la volontarietà del gesto (che in effetti pare non esserci, e, conoscendo Paolino, non può che essere così), ma l'effetto che produce. Il danno c'è, e viene sanzionato.
Piuttosto, quel che risalta è che le regole del ciclismo hanno pur sempre qualche falla: infatti il vero danneggiato di giornata, Baden Cooke, che probabilmente - se non fosse caduto - sarebbe riuscito a ottenere la vittoria del suo rilancio dopo oltre un anno di magra, non è stato risarcito in nessun modo. All'australiano non cambia la giornata se a vincere è Mazzanti anziché Bettini. Chi subisce il danno, insomma, in genere non ha modo di ottenere soddisfazione. Sappiamo che una vittoria assegnata ex-aequo non è mai memorabile, ma forse potrebbe essere un modo per salvare capra e cavoli, e premiare anche chi cade per colpa di altri.
Ma sarebbe anche ora di chiudere la pagina ciclo-giudiziaria della giornata per passare a parlare di Luca Mazzanti, che ha conquistato una vittoria che nobilita il suo palmares, e che non è figlia del caso, visto che il ragazzo della Panaria va forte da diverse settimane, al punto da aver vinto il GP di Larciano a fine aprile e di essersi già segnalato ieri nella tappa di Giffoni, da lui chiusa nel primo gruppo. Mazzanti è un bel corridore, sa andare in fuga e attaccare su tutti i fronti, e per di più ha anche una discreta velocità. Quanto basta per togliersi parecchie soddisfazioni.
Le stesse soddisfazioni che stanno rendendo dorato il Giro della Panaria: due successi di tappa in appena cinque giorni di gara, e una presenza costante in prima fila quando c'è da prendere la corsa seriamente. Se Sella mantiene anche lui le promesse, e se Pozzovivo dà qualche segnale della sua classe in salita, gli arancioni di Reverberi potranno installarsi tranquillamente nell'ideale podio di questo Giro.
Il resto della corsa è comunque scoppiettante al punto giusto. Si vive parecchio sulle possibili e sperabili rivalità. Al centro di tutto c'è Cunego, e non potrebbe essere altrimenti. Il veronese deve vedersela con Basso, e, come se non bastasse, anche con Simoni, nella sua stessa squadra. Per il momento Damiano risponde in maniera eccellente, cerca gli abbuoni quando può ed è tra i più reattivi dell'intero gruppo. Fin qui ha sempre guadagnato sui più temibili avversari, anche se oggi qualche secondo ha dovuto lasciarlo anche lui a Cioni e Scarponi (che però non rappresentano, per ora, gli spauracchi più grossi).
Certo, Scarponi ha dato finalmente un segnale di esistenza, lui che fin qui si era nascosto; dispone di una squadra di buon livello che potrà supportarlo bene, e domani all'Aquila Di Luca non sarà il solo a voler dare prova di sé sulla rampa finale. Ancora più forte la squadra di Cioni, ovvero la Liquigas. Fin qui il team di Garzelli e soci ha dato l'idea di poter spadroneggiare, se solo riuscirà a coordinarsi fino alla fine come ha fatto finora. Ieri si sono visti in prima linea Di Luca e Garzelli, oggi è toccato a Cioni.
L'anglo-toscano, a questo punto, ambisce chiaramente alla maglia rosa, che potrebbe vestire proprio nella sua Firenze, il giorno della crono: è vicinissimo alla vetta della classifica, è il miglior specialista contro il tempo tra quelli dei quartieri alti (insieme a Honchar), e se non si distrae tra L'Aquila e il Sammommé (tappa di Pistoia) la sua sarà una domenica da non dimenticare. Dopodiché, sulle montagne, la corsa sarà tutta da scrivere.