Warning: include() [function.include]: open_basedir restriction in effect. File(/opt/plesk/php/5.2/share/pear/BackgroundProcess.class.php) is not within the allowed path(s): (/var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/:/tmp/) in /var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/httpdocs/sites/all/modules/background_process/background_process.module on line 22

Warning: require() [function.require]: open_basedir restriction in effect. File(/opt/plesk/php/5.2/share/pear/context.core.inc) is not within the allowed path(s): (/var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/:/tmp/) in /var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/httpdocs/sites/all/modules/context/context.module on line 3
Di Luca brilla nella nebbia - L'abruzzese si consacra all'Amstel | Cicloweb

Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Di Luca brilla nella nebbia - L'abruzzese si consacra all'Amstel

Versione stampabile

Una nebbia da tagliare col coltello, una corsa appannata, ovattata, in un certo senso neutralizzata dal perfido agente atmosferico che ha oscurato lo spettacolo a milioni di appassionati. Un peccato per Danilo Di Luca, che ha potuto mostrare poco della sua vittoria.
Poco ma buono, verrebbe da dire. E in effetti è così. È anche vero che, per stessa ammissione dell'abruzzese, la corsa non ha offerto, nel nebbione, grandi spunti: i migliori sono arrivati tutti insieme ai piedi del Cauberg, c'è stata pochissima selezione. Partita al mattino la fuga dei quattro (Thijs, Moreau, Grivko, Van Katwijk, poi ridotti a due con la defezione di questi ultimi), il gruppo ha lasciato ampio spazio. Fino al chilometro 200 non è successo granché di rilevante. Ma anche dopo, quelli che si sono mossi con più decisione sono state delle seconde linee, ovvero corridori non presenti nella griglia dei favoriti.
Wesemann e Van Bon, uomini che ti aspetteresti più su strade lastricate di pavè, hanno preso invece coraggio sulle basse côtes olandesi, e provato ad anticipare il gruppo. Raggiunti e staccati Thijs e Moreau, i due sono rimasti per qualche chilometro in avanscoperta; alle loro spalle c'era un po' di tira e molla, ma nessuno è stato in grado di scavare solchi, e all'appuntamento col Cauberg erano tutti lì, i migliori, a lanciarsi sulla breve salita che avrebbe premiato uno solo di loro.
La Rabobank a fare la voce grossa, naturalmente: giocava in casa, voleva dimostrare di poter fare e disfare a piacimento. Quattro uomini in testa, Erik Dekker, Kroon, Boogerd, Freire. I primi due si sono messi al servizio degli altri due. Ritmo alto, sfiancante, sulle prime rampe del Cauberg, quelle meno taglienti. Ritmo tenuto alto per impedire che a qualcuno venisse l'idea di piazzare lo scatto-sorpresa.
Ma accanto ai Rabobank, ecco Di Luca coi suoi. Ai 400 metri Boogerd si trovava in testa, davanti a tutti. Murn ha provato a far saltare il banco, ma il suo destino era quello di partire forte per piantarsi in fretta. Con Freire poco in palla su un traguardo che evidentemente ancora un po' lo respinge (troppo ripido nel finale), Boogerd si è buttato con tutto se stesso sulla volata. Partito troppo presto? No, semplicemente carente di quel quid che, se l'avesse avuto, sarebbe risultato uno dei più vincenti del decennio. Non potendo contare sulla brillantezza dell'uomo veloce, Boogerd si è visto affiancare da Di Luca e superare a meno di 100 metri dal traguardo. E con questo, sono 4 i secondi posti che l'olandese ha inanellato nella corsa di casa. Roba da crisi di nervi.
Dietro a loro, Celestino e Rebellin hanno completato un ordine d'arrivo molto tricolore, e pensare che il miglior Bettini è di là da venire, e che nelle prossime due tappe del trittico delle Ardenne avremo da giocarci anche la non secondaria carta Cunego.
Di Luca, però, merita tutto il proscenio. Ragazzino terribile, poi sicura promessa, poi quasi certezza, poi retrocessione a eterna promessa, quindi squalifica a promessa mancata, con in più l'aggravante di un'inchiesta doping a suo carico che non ha acclarato un bel niente; la trafila a cui il biondo di Spoltore è stato sottoposto è stata di una sfiancante schizofrenia. L'ultimo anno, in particolare, coi risultati che non arrivavano più, e con l'ostracismo da parte di alcuni (leggi: Leblanc. Probabile che i due fonemi - Ostracismo e Leblanc - siano accoppiati, in qualche voce enciclopedica), e in più con un rapporto con la squadra che andava sfilacciandosi, è stato da dimenticare.
Per sua fortuna, Di Luca qualche riserva di credito l'aveva seminata; e così non gli è stato difficile trovare un nuovo team che credesse e scommettesse in lui, e che gli desse gradi e responsabilità. L'abruzzese si è sdebitato vincendo il Giro dei Paesi Baschi e ora l'Amstel, due prove del Pro Tour, esattamente come Boonen (sì, quelle del belga erano due classiche monumento e le vittorie di Danilo sono appena meno prestigiose, ma queste cose Verbruggen non le sa, non le capisce).
Ora che i successi tornano a sommarsi ai successi, Di Luca potrà finalmente stare più tranquillo. Gli piacerebbe vincere la Liegi, adesso (e a chi non piacerebbe?), ma se anche non riuscisse a centrare il colpo grosso non avrà troppo da recriminare, e potrà spostare più avanti, al Giro per esempio, il bersaglio delle sue prossime sparate.

Marco Grassi    




Le pagelle dell'Amstel Gold Race 2005

Di Luca - 9
Grandissimo merito, quello di farsi trovare al posto giusto al momento giusto. Con la gamba che si ritrova in questo periodo, e con il percorso a lui più che congeniale, era il faro naturale della corsa. Gli bastava controllare Rebellin, perché tutti gli altri (dato per assunto che Freire non avrebbe entusiasmato sul Cauberg) se li metteva tranquillamente nel taschino sulle ultime rampe. È andata puntualmente così, complimenti, appuntamento alla prossima classica.

Rebellin - 7
Pensare di poter ripetere il clamoroso filotto del 2004 era quasi da camicia di forza (tantopiù che, in questo caso, se avesse ben cominciato non sarebbe stato che a un terzo dell'opera, e non a metà). Però il veneto non si è tirato indietro, ha guardato da vicino ogni sviluppo della gara, e ha condiviso con gli altri favoriti la volata decisiva. Ne aveva di meno rispetto all'anno scorso, ma va anche detto che la corsa non è stata troppo dura, perché se lo fosse stata lui se ne sarebbe certamente giovato.

Celestino - 7
Un terzo posto di tutto rispetto, che lo conferma come uomo capace di lottare ad armi pari con i mostri sacri del plotone. Ben nascosto fino alla fine, ha saputo trovare la forza di emergere quando contava. Certo, gli è mancato qualcosa rispetto ai primi due, ma il suo risultato è comunque eccellente.

Boogerd - 7
Non vorremmo essere suoi tifosi. È incredibile come perda continuamente corse di grande importanza. D'accordo, lui è quasi sempre lì a giocarsele, ma ogni volta c'è qualcosa che lo frega. Che poi questo qualcosa è identificabile sempre con una soverchia lentezza in volata. Ma saputo questo, benedetto ragazzo, possibile che non provi mai a estrarre dal cilindro un finale a sorpresa? Possibile che l'unica soluzione sul Cauberg fosse quella di aspettare gli ultimi 400 metri?

David Etxebarria - 6.5
Prova l'evasione prima del Keutenberg, l'azione non va in meta, ma lui non si scoraggia e sforna una comunque ottima prestazione sul Cauberg (premiata dall'ottavo posto finale).

Zaballa - 6.5
Costante, sia che si tratti di pavè, sia che si tratti di côtes. Sedicesimo a Valkenburg, e sempre nel gruppo che conta.

Freire - 6
Presente nelle primissime posizioni sul Cauberg, poi si ammoscia e non riesce a sprintare. Il suo decimo posto è più deludente che incoraggiante.

Wesemann - 6
Si accoda a Van Bon a 50 km dal traguardo. Ma l'azione dei due non è di quelle che si imprimono nella memoria.

Moreau - 6
Trova ampio spazio, insieme a Thijs (e prima anche con Grivko e Van Katwijk), ma è il gruppo che lascia fare, andando avanti regolare e senza affannarsi troppo. Comunque, bravi tutti per il tentativo.

Grivko - 6
Menzione a parte per la sfortuna che lo fa forare e perdere contatto dai fuggitivi al km 145.

Valverde - 5
L'uragano di Murcia tarda a mettersi in azione. Fuori dalla Spagna non ruggisce come in casa, e dire che l'Amstel sarebbe anche particolarmente adatta a lui. Ma ha la scusante di aver corso poche classiche, e di dover quindi ancora fare parecchia esperienza.





La chiave tattica

Una corsa condotta a ritmi non incandescenti, almeno per lunghi tratti adagiata sotto la coltre di nebbia che ha coperto l'Olanda, non poteva che portare al traguardo trenta corridori a giocarsi il successo. Anche se poi i papabili alla vittorie erano sempre e comunque quei pochi di cui tutti parlavano. La sensazione è che comunque anche con la corsa dura Di Luca avrebbe vinto, tanto era lampante la sua maggiore freschezza nei confronti degli sfidanti. Poco coraggio in molti uomini di rilievo: nessuno ha tentato l'attacco da lontano, per anticipare il Cauberg. Del resto, con una salita così a fare da giudice, è difficile aspettarsi che qualcuno si azzardi a tendere imboscate prima del tempo. Ma la domanda che tutti si pongono è: ha corso bene o male la Rabobank? Relativamente al Cauberg, non vediamo cosa di diverso avrebbero potuto fare gli arancioni. Kroon e Dekker hanno spianato la strada all'attacco finale di Boogerd. Freire era lì in seconda battuta, pronto a sfruttare un eventuale spunto in volata, che comunque in quest'occasione non aveva.
L'errore
Semmai l'errore della Rabobank è quello di non aver previsto una tattica alternativa. Spieghiamo: in squadra c'erano tre uomini potenziali vincitori. Perché non lanciarne almeno uno con un po' di anticipo, a 15-20 km dal traguardo? Kroon, in effetti ha provato ad andarsene con Etxebarria e Lotz; ma perché lui e non Erik Dekker? O addirittura Freire? In quel modo si sarebbero costrette le squadre degli altri favoriti a lavorare, e magari qualche piano lo si scompaginava. È anche vero che fino agli ultimi chilometri non è che in gruppo ci si fosse tirati il collo, quindi arrivati a quel punto sarebbe stato comunque difficile far saltare qualcuno. Non è un'assoluzione per la Rabobank questa, ma almeno una parziale scusante.


RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano