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Contenti per Le Mevel - Un francese primo dopo sei anni

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Christophe Le Mevel: da sei anni un francese non vinceva una tappa al Giro d'Italia, e il giovane corridore della Crédit Agricole colma una lacuna che stava diventando grottesca. Del resto, anche se non è che negli ultimi anni siano venuti troppi transalpini alla corsa rosa, il movimento francese resta tra i più importanti al mondo, e quindi è giusto che si esprima al meglio anche al Giro. L'ultimo dei «cugini» a lasciare una firma nella più importante gara italiana fu Laurent Jalabert (non uno qualunque) nella disgraziata edizione del '99, quella dell'ematocrito di Pantani a Madonna di Campiglio.
Torniamo a Le Mevel. 24 primavere, compie gli anni in una data diventata infausta (l'11 settembre), ha alle spalle un incidente grave che lo ha frenato per tutta la scorsa stagione, e infatti i primi a cui ha dedicato la vittoria sono i fisioterapisti che ne hanno curato la riabilitazione. Quello di oggi è il suo primo successo in assoluto da professionista; per cancellare lo 0 dall'apposita casella ha scelto il Giro d'Italia, complimenti per il coraggio.
Il francesino è partito a 1500 metri dal traguardo da un gruppetto di 6 uomini, figlio di un precedente drappello allargato (di 18) che era partito in fuga al km 96 (114 dal traguardo), dopo che per tutta la mattinata la Fassa Bortolo di Petacchi si era fatta venire i capelli bianchi a furia di correre dietro a questo e a quello. Quando i biancoblù non ce l'hanno più fatta (complice anche l'andatura elevata), hanno lasciato finalmente spazio al fugone, avendo cura di mandare in avanscoperta anche uno dei loro (Ongarato).
Elenchiamoli, i 18, tanto abbiamo spazio: oltre a Ongarato e Le Mevel si sono mossi Vanotti, Claude, Fofonov, Talabardon, Leukemans, Brandt, Jegou, Ramirez Abeja, Andrle, Andriotto, Murn, Gutierrez Cataluna, Engels, Schleck, Korff e Baumann: anche dalla composizione di questo gruppo emerge il tono internazionale del Giro 2005. Il gruppo ha tirato i remi in barca, gli attaccanti hanno preso un margine che in breve ha superato il quarto d'ora.
L'accordo fra i 18 è durato fino alla salita del Bric Berton (vetta a 40 dal traguardo), poi il plotoncino si è frazionato. Sulla discesa ha allungato Vanotti, che ha guadagnato 20" ma poi si è visto riprendere su un successivo strappetto da Engels, Brandt, Le Mevel, Fofonov e Schleck. Ci ha provato una seconda volta, Vanotti, andando dietro a Engels, ma anche stavolta zero fortuna. Dopodiché, il già citato allungo di Le Mevel. Anche queste sono tappe che caratterizzano un grande giro.
Il gruppo si è riposato ulteriormente in vista della prima tappa del trittico decisivo: domani c'è la Varazze-Colle di Tenda, 194 km con Colle di Cadibona (facile) in avvio, Madonna del Colletto (dura) dal km 131 al 138, Colletto del Moro (durissimo ma breve) dal 161 al 165, e salita conclusiva fino al traguardo, di 26 km, i primi 12 facilissimi, gli altri più ardui.
Se qualcuno dei big non sta proprio male, sarà difficile vedere imbarcate. Farà premio la prudenza in attesa della crono di Torino, restando la tappa del Finestre la variabile impazzita che qualche folle potrà sfruttare per fare la rivoluzione (dipenderà anche dalle condizioni atmosferiche), ma che potrebbe anche concludersi con un poco di fatto: non dimentichiamo che quando una montagna è troppo dura è difficile scattare anche per chi è in forma, quindi la corsa tende a intorpidirsi. Ma lo vedremo meglio nei prossimi giorni.

Marco Grassi    

 

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