Ciao Mario, sei un grande - La carriera di Cipollini
Versione stampabile Mario e il Giro: un amore per la vita
Tra Cipollini e il Giro d'Italia il colpo di fulmine scocca subito: a segno già al primo anno di professionismo, a Mira nel 1989, Mario costruirà proprio nella corsa di casa gran parte della sua storia felice. In totale 42 successi di tappa, record assoluto (1 nell'89, 2 nel '90, 3 nel '91, 4 nel '92, 2 nel '95, 4 nel '96, 5 nel '97, 4 nel '98, 4 nel '99, 1 nel 2000, 4 nel 2001, 6 nel 2002, 2 nel 2003), e 6 giorni in maglia rosa. Accolto e respinto dal Tour
Molto più difficile il rapporto col Tour. Nel 1993 fa innamorare la Francia, vince una tappa (più una cronosquadre) e porta per due giorni la maglia gialla. A segno anche nel '95, nel '96, 2 volte nel '97 con 4 giorni in giallo, 2 volte nel '98, 4 consecutive nel '99. È l'italiano più vincente al Tour (12 successi), ma non arriva mai a Parigi, e allora il patron Leblanc non lo invita più dal 2000 al 2003. Torna nel 2004, ma non lascia tracce. Tricolore nel 1996
Tra una tappa e l'altra nei grandi giri, Cipollini ha il tempo per perseguire anche altri obiettivi. Alla prima occasione in cui il campionato italiano si disputa su un circuito non troppo duro, Mario si cimenta e conquista il titolo nazionale, scortato da un treno d'eccezione, formato da 17 compagni, tutti italiani, della Saeco. In generale, il treno Saeco fa epoca, è una macchina perfetta che mette sempre Cipollini nelle condizioni di esplodere tutta la sua potenza. Un istrione pieno di fantasia
Non è solo sui pedali che Cipollini si esprime al meglio: anche quando scende dalla bicicletta Mario ha sempre delle trovate che lo impongono all'attenzione generale. La sua fama travalica i confini del ciclismo, lui si esibisce sul podio del Giro con la maglia di Ronaldo, e in gara indossa i più improbabili body. I soprannomi: SuperMario è il più classico, Re Leone è dovuto alla sua chioma fluente. Sanremo, il sogno di una carriera
L'ha inseguita con insistenza, ma la Milano-Sanremo sembrava sempre dovergli sfuggire. Secondo nel '94 e nel 2001, poi finalmente nel 2002 tutto va per il verso giusto e sul rettilineo di via Roma Cipollini può finalmente lanciare il suo ruggito. Nel 2003 sembra ancora più forte, ma Bettini (con Paolini e Celestino) anticipa tutti, e Mario, che batte ancora il gruppo allo sprint, stavolta deve accontentarsi del quarto posto. L'altra sua classica: la Gand-Wevelgem
Dopo averla vinta per due volte nel 1992 e nel 1993, lottando con Abdujaparov in maniera più che aspra, Cipollini si ripropone alla Gand-Wevelgem nel 2002 (dopo un nono posto al Fiandre di quell'anno), ma stavolta in una veste nuova: attacca da lontano, va in fuga, risolve la questione per una volta con una volata ristretta. Un campione più completo di quanto non volessero farci credere. La mazzata di Leblanc e il primo ritiro
Dopo Sanremo, Gand e solito Giro da protagonista, nel 2002 Mario vorrebbe riallacciare i rapporti con il Tour de France, ma Leblanc, offeso per la mancata partecipazione di Re Leone alla Parigi-Roubaix, fa orecchie da mercante e non lo invita. Cipollini è ferito, la sua reazione è durissima: annuncia il suo ritiro, malgrado in ottobre ci sia un Mondiale piattissimo che lo aspetta, a Zolder. Campione del Mondo!
Passa l'estate, Cipollini ci ripensa: non può abbandonare senza provare a vincere il Mondiale (e poi ci sarebbe ancora da conquistare il record di tappe al Giro). Torna in gara alla Vuelta, sta bene, va a Zolder da favorito. La nazionale è costruita intorno a lui, il gruppo è splendido e lo aiuta in tutto, Mario può disputare lo sprint più importante della sua carriera. Naturalmente lo vince. Tutti lo cercano, tutti lo vogliono
Cipollini è ormai amato da tutti. La sua popolarità lo porta a presenziare a Miss Italia, ad essere ospitato al Festival di Sanremo; a tempo perso fa anche il modello, e i pubblicitari si sbizzarriscono nel proporlo in situazioni sempre più ardite. Lui di certo non è tipo da tirarsi indietro. Abbattuto il record di Binda
A Montecatini Terme, il 19 maggio del 2003, Mario Cipollini corona l'inseguimento iniziato (all'epoca inconsapevolmente) nel lontano 1989. Con il 42esimo successo di tappa al Giro d'Italia, il lucchese stabilisce il nuovo primato di successi parziali nella corsa rosa. Alfredo Binda si era fermato a 41 (anche se aveva vinto 5 Giri). Il caso vuole che questa sia anche la sua ultima vittoria nella corsa a tappe nazionale. L'amicizia con Pantani
Mario condivide anni felici con Marco Pantani. Lui in pianura, il Pirata quando la strada si alza, sono i simboli del ciclismo italiano. Tra due personalità così carismatiche nasce spontanea una bella amicizia. Poi le strade prendono direzioni opposte, Pantani sprofonda in un baratro sempre più buio, Cipollini vorrebbe aiutarlo: si parla di correre in squadra insieme nel 2004, ma poi non se ne fa niente. Il 14 febbraio l'amicizia finisce, nel modo più terribile. A 38 anni è ora di chiudere
Irrompe Petacchi, e l'immagine accanto si ripete sempre più spesso. Cipollini non vince più come prima, e per una naturale legge della natura deve cedere lo scettro di sprinter numero uno. L'orgoglio gli regala ancora qualche gioia: si aggiudica una tappa del Tour del Qatar, poi al Giro della Provincia di Lucca batte Petacchi. Deluso dalla Sanremo, non aspetta il Giro per un'eventuale rivincita, e si ritira dopo 16 anni da protagonista assoluto.