Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Largo ai giovani: Vincenzo Nibali - «Soddisfatto dei primi mesi da pro'»

Versione stampabile

Tra una corsa e l'altra, il forte atleta siciliano Vincenzo Nibali viene spesso e volentieri in Toscana, la terra che lo ha ciclisticamente adottato e dove innumerevoli sono state le sue vittoriose scorribande nella categoria dilettanti.
Ai piedi del San Baronto, la collina sacra ai pedalatori del Valdarno e della Valdinievole, il corridore messinese analizza soddisfatto quello che è stato il suo esordio tra i professionisti.
«Vengo sempre volentieri in Toscana, è la regione che considero la mia seconda patria. Peccato che il freddo pungente e le nevicate dell'inverno abbiano reso più difficili i miei allenamenti. Sono soddisfatto del mio debutto. Il Laigueglia è stata la mia prima corsa tra i professionisti e devo dire che in quell'occasione ho avvertito buone sensazioni. Sulla penultima salita sono riuscito anche ad andar via con un gruppetto nel quale erano presenti corridori quali il mio compagno di squadra Dario Frigo ed Emanuele Sella. Anche se al termine della discesa siamo stati raggiunti, penso che provarci sia stato comunque positivo per un giovane come me. Pochi giorni dopo ho corso in Francia il Tour de Haut Var ed anche in quell'occasione mi sono contraddistinto, piazzandomi al 12° posto. È stata una corsa molto difficile con un dislivello altimetrico molto impegnativo, ma nonostante ciò, sono riuscito a stare con i primissimi fino a due chilometri dallo scollinamento dell'ultima asperità della gara».

Hai riscontrato grosse differenze tra il mondo dei professionisti e quello dei dilettanti?
«Qui il ritmo è completamente diverso, è importante disporre di fondo. Adesso quando si accelera, le accelerazioni sono più violente, più forti. Serve inevitabilmente una marcia in più».

Che tipo di corridore sei?
«Mi definisco un passista scalatore. Quando sto bene e sono in forma, mi difendo anche sulle salite e difficilmente riescono a staccarmi. Parlo ovviamente di quello che ero capace di fare tra i dilettanti dove, atleta di primo anno, ricordo che riuscivo a tenere le ruote di Sella. Certamente poi, Emanuele aveva una marcia in più ed era capace di far la differenza».

Le tue caratteristiche divergono comunque, rispetto a quelle dell'atleta vicentino.
«Io sono uno che quando attacca in salita non tiene un'andatura fatta di scatti e contro scatti. Agisco magari con un unico scatto micidiale e prolungato, che mi consente di fare la differenza. Adesso però, tra i professionisti, si riparte da zero e sarà di per sé impresa ardua, il solo tener le ruote».

Nelle crono e in volata come ti reputi?
«Anche in pianura mi sono sempre difeso. Forse mi manca un po' lo sprint, ma nei miei trascorsi nelle categorie minori, quando la corsa si faceva dura e tirata, ero capace di fare delle belle volate; certamente non volate di gruppo, ma ristrette a cinque, sei corridori».

Sogni una rivalità con Cunego sulle strade dei prossimi Giri d'Italia e Tour de France?
«Non posso assolutamente giudicarmi in contesti del genere. Le gare a tappe che ho svolto sino ad oggi hanno avuto un massimo di sei frazioni. Tre settimane sono tutta un'altra cosa e dovrò ancora crescere molto sia dal punto di vista atletico che fisico. Per il futuro, sono fiducioso, non mi tiro indietro. I risultati ottenuti sia da juniores che da dilettante sono sempre stati confortanti, ma torno a ripetere che per primeggiare nella grandi gare a tappe bisognerà disporre di doti non comuni».

Nelle gare in linea invece qual è il tuo sogno?
«Sono un appassionato di mountain bike ed anche se la Roubaix è pur sempre una classica che si corre con biciclette da corsa, magari particolari, ma pur sempre bici da corsa, il pensiero di correrla sotto il fango e la pioggia, mi ispira moltissimo. Poichè mi ritengo anche passista, sarebbe un bellissimo sogno anche soltanto parteciparvi».

Da quanto si è visto tra i dilettanti, si profila un dualismo interessante tra te e il tuo conterraneo Giovanni Visconti.
«Giovanni è un amico e con lui ho sicuramente un ottimo rapporto. In corsa il discorso è sempre stato un po' diverso. Ci sono state occasioni nelle quali potevamo aiutarci tra di noi o coalizzarci a far fuori gli avversari per poi giocarci tra di noi la competizione. Certe strategie non sono però mai andate troppo a genio a Luca Scinto, ds di Giovanni e molto spesso è successo che io abbia perso corse per stare troppo attento a lui e viceversa. Visconti è comunque un grande atleta, micidiale soprattutto nelle volate ristrette».

Pare che i tuoi tecnici vogliano rinviare all'anno prossimo il tuo debutto in una grande gara a tappe.
«Penso che se dovessi andare forte, nessuno cercherà di mettermi dei freni. Saranno comunque i miei tecnici a decidere. Ho compiuto 20 anni lo scorso novembre, aspettare ancora un anno prima di correre il Giro, non lo vivrei certo come qualcosa di traumatico. Corse a tappe di lunga durata non le ho mai fatte, non sono in grado di giudicarmi su corse di tre settimane».

Bruno Cenghialta, uno dei ds Fassa, ti ha fortemente voluto con sé.
«Firmai il contratto lo scorso anno, una settimana dopo il Mondiale di Verona. Era da un po' di tempo che Bruno mi stava seguendo e la mia decisione era ormai condizionata a quello che sarebbe stato il suo futuro. Avendo la Alessio chiuso con il ciclismo professionistico, ho allora deciso di seguirlo alla Fassa Bortolo. Devo dire che qui mi sono trovato molto bene anche con gli altri tecnici, sia Ferretti che Volpi e Giannelli».

Il Mondiale di Verona è una ferita ancora aperta?
«Quel giorno ognuno badò a fare il proprio comodo. All'arrivo ero molto nervoso ed ero su tutte le furie. Secondo me, la tattica fu del tutto sbagliata. Si sarebbe dovuto fermare Pozzovivo che era davanti; in tre ad inseguire sarebbe stato tutto diverso. Noi dietro invece, non ci potevamo muovere e nemmeno tirare l'inseguimento. Mi è stato poi detto che io avevo sprecato troppe energie. Posso assicurare che sino all'ultimo giro io stavo benissimo. Quella tattica di assurdo attendismo aveva fatto sì che non avessi speso più di tanto. Purtroppo Thomas Dekker è stato bravo a scattare prendendomi in contropiede. Quando ha scollinato, il suo vantaggio aveva già raggiunto i 10". Tuttavia, c'erano ancora ampie possibilità di riagganciarlo. Dietro però, ci siamo guardati un po' troppo tra di noi ed il distacco si è in pochi attimi raddoppiato, consentendogli di conquistare una prestigiosa medaglia d'argento. Pozzovivo, che aveva condizionato la nostra tattica di corsa, non è riuscito a centrare nemmeno il bronzo, piazzandosi al quarto posto. Magra consolazione il mio quinto posto ed il settimo di Visconti».

Quale atteggiamento tattico si sarebbe dovuto seguire?
«Analizzando più nei dettagli quelle che erano le caratteristiche tecniche di ciascun atleta, penso che sia io che Visconti, in un eventuale arrivo in volata, si sarebbe potuto far qualcosa. Era sicuro che allo sprint Pozzovivo sarebbe stato battuto. Proprio per questo, doveva stare passivo e non collaborare. Così facendo, si sarebbe risparmiato ed avrebbe avuto la possibilità di arrivare fresco alle fasi finali, dove avrebbe potuto tentare anche di andar via da solo. Ha preferito invece consumarsi in pianura ed arrivare stanco sulla salita per essere staccato proprio lì, sul suo terreno».

Dei ragazzi della tua generazione affacciatisi da poco al professionismo, chi lascerà un segno nel ciclismo dei prossimi anni?
«Tra i dilettanti i nomi più gettonati erano sicuramente quelli di Siutsou, Dekker, Visconti, Pozzovivo, Grivko. Tutti ottimi atleti. Personalmente, quello che ho visto più competitivo, che andava forse un po' più forte fra tutti, è stato Andriy Grivko. L'anno scorso ha avuto modo di aiutare Visconti, suo compagno alla Finauto Yomo ed è stato in grado di vincere corse prestigiose anche per se stesso, quali il Giro delle Regioni ed il Giro della Toscana».

Roberto Sardelli

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano