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Thor, il gigante ambizioso - Intervista a Hushovd: «Sarò pronto alla Sanremo»

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Nella Tirreno-Adriatico sei il capitano della tua squadra, la Credit Agricole, oppure per la generale ci penserà Pietro Caucchioli?
«Io e Pietro abbiamo differenti obbiettivi. Lui ed Halgand cureranno la generale, mentre io disputerò le volate. Anche Dean e Lequatre potranno fare una buona gara, magari verso la fine della corsa, perché io non sono ancora al meglio della condizione e non potrò essere competitivo in tutte le tappe».
La Milano-Sanremo è il motivo principale della tua presenza in Italia?
«Si, senz'altro. Ho lavorato molto duramente quest'inverno per essere pronto e competitivo nella Milano-Sanremo. Sto difatti correndo la Tirreno-Adriatico per rifinire quel tipo di allenamento svolto e non per conseguire particolari successi. Le mie ambizioni sono dirottate verso Sanremo».
Il tuo nome è presente nelle startlist della maggior parte delle Classiche della prima parte del Belgio e del Nord. Puoi dirci se questi programmi sono confermati?
«Certamente. Correrò il Giro delle Fiandre e la Parigi-Roubaix, e queste due gare saranno il mio obbiettivo massimo nella campagna del Nord. Ho lavorato in inverno per disputare una grande prima parte di stagione. Ma dopo il Nord, dovrò necessariamente staccare un po' la spina».
Quanto durerà questa pausa? Finirà in vista della tua partecipazione al Tour de France?
«Mi fermerò dopo la Parigi-Roubaix, e lavorerò per tornare in forma al Tour de France, un altro dei miei obbiettivi primari. Dopodiché faro un'altra sosta, un po' più breve stavolta, per ripresentarmi alla Vuelta a España per rifinire la gamba e la condizione in vista del Campionato Mondiale che si disputerà a Madrid».
Credi di essere più adatto alle volate di gruppo nei Grandi Giri oppure per le Classiche? Sei molto potente, questo è vero, ma a volte sembra che questa qualità non basti per primeggiare nelle volate di gruppo.
«Sì, ma l'anno scorso ho vinto una tappa al Tour de France. So che posso vincere allo stesso modo una Classica. Ma a volte nelle Classiche, come per esempio la Roubaix, devi avere anche parecchia fortuna e sperare di non incappare nei più vari problemi che si possono presentare. Spero quel giorno di avere un briciolo di fortuna e di divertirmi, magari per acquisire maggiore esperienza in vista del futuro, quando la mia partecipazione in quella corsa sarà finalizzata, senza ombra di dubbio, alla ricerca della vittoria. Quindi credo che con le mie caratteristiche io possa far bene in entrambi i tipi di gare di cui parliamo».
La Nazionale norvegese punterà sicuramente su Thor Hushovd per Madrid ed i Campionati del Mondo. Che tipo di compagni ti serviranno per cercare di conseguire un buon risultato? Pensi che corridori come Arvesen potranno essere importanti per te?
«Arvesen e Kaggestad faranno sicuramente parte della selezione che correrà a Madrid, mentre gli altri corridori saranno chiamati da quel paio di piccole squadre norvegesi che corrono nelle divisioni inferiori. Penso comunque che disputeremo una grande corsa; la Norvegia ha me come capitano, quindi siamo già una buona squadra (ride). Ci sono io in gruppo, e credo che questo possa bastare».
Presumibilmente quindi correrete aspettando e sfruttando il lavoro delle Nazionali più forti come Italia e Spagna, magari aspettando il momento buono per sferrare la zampata.
«Si, mi piacerebbe correre in questo modo. La gara sarà bloccatissima e controllatissima de queste grandi Nazionali, e sarà impossibile inventarsi qualcosa prima dello sprint. Il discorso comunque è trasferibile a tutte le piccole Nazionali, ma non è detto che sia un male».
Puoi raccontarci la volata della prima tappa di Civitavecchia? Abbiamo visto crearsi un buco tra Velo, Petacchi ed i primi rispetto al secondo gruppo.
«La Fassa Bortolo ha trainato il suo capitano molto velocemente all'ingresso dell'ultima curva. Io vengo da due settimane di inattività, di riposo, e mi sono sentito effettivamente un po' stanco nelle fasi finali. Petacchi poi è grandioso, per me è il più forte velocista del mondo attualmente, ed è difficilissimo anche solo pensare di poterlo battere. Ma con un paio di volate come queste, ve lo assicuro, Hushovd troverà la giusta gamba, e di certo non resterò a guardar vincere Petacchi, ma proverò a batterlo».
Rivediamo l'austriaco Eisel negli sprint compatti dopo un buon 2003 ed un 2004 un po' anonimo. Lo conosci? Come lo giudichi?
«So che Eisel è un buon corridore ed un giovane di sicuro talento. Avrei voluto averlo in squadra con me, ma Bernhard ha voluto restare nella Française des Jeux perché è sicuro di disputare le Classiche. Quest'anno è tornato più forte e più veloce del 2003 e credo che sarà un osso duro nelle volate e nella Parigi-Roubaix».

Mario Casaldi

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